Bill Gates chiama Torino

via La Stampaweb del 15/8/2006 di Giovanna Favro

Arriva Bill Gates. Il colosso dell’informatica made in Usa potrebbe aprire a Torino un grande polo di sviluppo tecnologico. L’amministratore delegato di Microsoft Italia, Marco Comastri, conferma: «Sì. Ci stiamo pensando. Con Torino ci sono già stati diversi contatti. Vorremmo e potremmo varare un centro di ricerca d’eccellenza Microsoft al Politecnico. Bisogna vedere se si realizzeranno alcune condizioni». In pratica, il Politecnico è sì in cima ai pensieri di Microsoft, ma si sono già fatte avanti anche altre candidature: il top manager non rivela quali, ma ammette che è in corso un pour parler con importanti università di altre regioni. Per la multinazionale, l’importante è che non si perda tempo. Se il matrimonio si farà, tutto dovrà concludersi entro un tempo massimo di 12 mesi. «Diversamente per noi purtroppo sarebbe troppo tardi», taglia corto Comastri. Se il patto non muoverà a breve i primi passi concreti, l’occasione sfumerà, e Microsoft si rivolgerà altrove.

Il rettore del Poli, Francesco Profumo, il giorno della sua intronizzazione sul soglio di «magnifico» di corso Duca degli Abruzzi, nel giugno 2005, aveva promesso di impegnarsi per realizzare nell’area del raddoppio dei campus aziendali, ovvero poli scientifici congiunti fra imprese innovative e ateneo. Non aveva fatto mistero di puntare a bersagli grossi: non a microaziende promettenti, ma colossi, a cominciare da Ibm, e, appunto, Microsoft.

Il progetto di Profumo non è rimasto sulla carta, visto che ha già incontrato Comastri un paio di volte, e adesso si prepara a ricevere, a metà settembre, una pattuglia di inviati di Bill Gates che verranno al Poli da New York: «Una cosa come quella che abbiamo in mente – chiarisce Profumo – non può certo nascere senza l’intervento della casa madre newyorkese. Occorre anche un passaggio in Inghilterra, dove ci sono i responsabili Microsoft della ricerca per l’Europa».

Sarebbe un grande successo per il Politecnico, ma anche per tutto il territorio, che guadagnò proprio grazie alla presenza del Poli l’insediamento del centro di ricerche di Motorola. La scelta di Torino sarebbe significativa anche perché – secondo il rettore – in fatto di ricerca di solito Microsoft ha un interesse molto relativo verso paesi come l’Italia, importanti invece come mercato: i poli di studio e sviluppo tecnologico più forti della multinazionale si trovano, oltre che a New York, in grandissimi paesi come la Cina, e dotati di distretti fortissimi per l’Ict, (information and communication technologies), come l’India con Calcutta e Bangalore.

Tuttavia la Microsoft vorrebbe riallacciare contatti con alcune università europee d’eccellenza. Non per caso lo scorso anno è partito un primo centro di studi all’Università di Trento, mirato all’informatica applicata ai sistemi biologici: un centro nato con il 60% di investimenti del Governo e della Provincia di Trento, e il 40% di Microsoft. Tra le condizioni necessarie, per quanto non sufficienti, perché si realizzi il «research centre» targato Bill Gates al Politecnico, c’è quindi, conferma Comastri, anche la cooperazione concreta degli enti locali: «Senza l’attività della provincia di Trento, in quella università non avremmo fatto sorgere alcunché», conferma l’ad di Microsoft Italia.

Saitta, Bresso e Chiamparino sono avvisati. Anche perché, se Torino partisse, avrebbe dimesioni e ricadute superiori a quelle trentine. Molto dipenderà comunque anche dal primo colloquio fra il rettore e i newyorkesi. Se la scelta cadesse su Torino sarebbe grazie alla forza del Poli, ma anche in virtù di altri fattori. Per il top manager, tra i punti d’attrazione di Torino c’è innanzitutto la sua fertilità industriale: «Non penso solo a Fiat – aggiunge Comastri.- Siamo molto impegnati per lo sviluppo dell’innovazione nelle piccole e medie imprese, su cui l’antenna di Microsoft e Politecnico potrebbe irradiare competenze tecnologiche». E poi c’è un distretto Ict, che consentirebbe di triangolare con Torino Wireless o Tilab.

Il timer è partito.

La video sorveglianza chiama e il Venture Capital risponde: Piemontech entra nel capitale di WebOn4

Ricevere sul telefonino un video allarme dalla propria azienda o abitazione con le immagini di un tentativo di rapina; controllare ovunque ci si trovi il proprio appartamento per spegnere la luce lasciata accesa o attivare il condizionatore dell’aria; premere un pulsante antipanico a bordo dell’autobus per inviare in tempo reale un video allarme alla centrale di vigilanza; spedire automaticamente una sequenza video alla semplice apertura della porta di un taxi per garantire la sicurezza dell’autista, e il tutto a costi contenuti grazie a una piattaforma tecnologica d’avanguardia: questi sono solo alcuni degli scenari che si stanno aprendo grazie all’applicazione alla video sorveglianza delle tecnologie web-based e wireless sviluppate da WebOn4.

Tutte queste funzionalità sono in parte oggi disponibili in alcune specifiche applicazioni software, ma le necessarie procedure di configurazione e installazione degli impianti richiedono personale altamente specializzato che possa agire sul lato informatico degli apparati: l’impatto sul fronte dei costi finali all’utente ha sempre vanificato ogni proposizione al mercato di larga massa, che invece grazie alla tecnologia WebOn4 diventa accessibile.

Piemontech, che investe con capitale di rischio in start-up tecnologiche ad alto potenziale innovativo, entra nel capitale di WebOn4, per entrare nel settore della videosorveglianza puntando sul miglior player italiano.

La squadra di WebOn4 muove i primi passi nella prima metà del 2001 realizzando sistemi di video sorveglianza IP per numerosi clienti pubblici e privati; nel corso del 2003 inizia un articolato processo di ricerca finalizzato alla realizzazione di un sistema adatto al mercato consumer e SOHO (Small Office, Home Office), un segmento quasi per nulla considerato dai grandi player del settore. A partire dal secondo semestre del 2005 l’azienda avvia la commercializzazione di FreeDHOME, il primo sistema di video sorveglianza IP plug&play, in partnership con Vegstor, leader nella distribuzione di sistemi di video sorveglianza IP. Nel frattempo WebOn4 diventa innovative partner di AXIS ed H3G arrivando ad una decisa integrazione delle tecnologie ADSL ed UMTS.

Con FreeDHOME, WebObn4 ha despecializzato l’installazione degli impianti mantenendo comunque inalterate tutte le funzionalità tipiche di un impianto di video sorveglianza IP, consentendo quindi di approcciare un mercato sino ad oggi non raggiungibile.

Oltre alla visualizzazione delle immagini provenienti dalle telecamere, il sistema consente anche di comandare i circuiti elettrici come quelli di sirene, cancelli, caldaie, condizionatori, luci, ecc. . Attualmente l’azienda si rivolge anche agli istituti di vigilanza privata con un prodotto, Sorveglio, che permette la gestione di un’intera Centrale Operativa di video sorveglianza, pur mantenendo la semplicità dell’approccio plug&play.

Il mercato della video sorveglianza è attualmente caratterizzato da una forte transizione tecnologica, che vede il progressivo abbandono dei sistemi analogici basati sulle TV a circuito chiuso in favore delle più innovative soluzioni Internet-based.

Con questa partecipazione Piemontech raggiunge quota 10 imprese partecipate e si attesta così come uno degli strumenti di venture capital più attivi sul territorio piemontese.