E se il nostro gatto abbandonasse la lettiera per farla nel wc? Oggi si può!

Ricordate Sfigatto? il gatto himalayano, salito alla ribalta dei riflettori grazie ad una sua partecipazione al film del 2000 “Ti presento i miei” con Ben Stiller e Robert de Niro. Amatissimo felino di uno dei coprotagonisti del film, Sfigatto è talmente mansueto e addomesticato – e direi anche un po’ snob – da disdegnare la sua comune lettiera e farla nel wc, come quelli per i due zampe! Ora, che Sfigatto la faccia davvero nel water e, magari tiri pure l’acqua, non si sa, ma che, forse possa farla il nostro gatto di casa è cosa più certa, almeno probabile.

Ebbene si, se non se ne può più della lettiera del nostro amico peloso a quattro zampe che, quando gli scappa, si fionda sui granelli, scavando uno spazio comodo tra le pietrine, lanciandone alcune sul pavimento… tanto per gradire, allora si può tentare con il wc.

Letteralmente.

Un modo per agevolare la convivenza umano-felino potrebbe essere proprio il water per gatti. Si tratta di un wc vero e proprio, autopulente, di dimensioni abbastanza contenute, una cinquantina di cm di altezza per poco meno di diametro e una profondità di 60 cm, simile, per intenderci, ad una lettiera chiusa.

Si presenta con le sembianze di quello che usiamo noi bipedi, normalmente, da collocare in bagno, magari non proprio accanto al nostro se preferiamo farla in solitudine o – perché no – se il gatto è timido e preferisce la porta chiusa. Il meccanismo di questo wc funziona in questo modo: serve un ingresso dell’acqua fredda a parete, simile a quello per la lavatrice, rubinetti e una presa di corrente. E fin qui, trattandosi di un oggetto da bagno non è difficile.

Il wc in questione usa granelli lavabili e asciugabili con un congegno interno. Niente roba da Star Trek, è molto semplice. Una volta fatta la plin plin (per dirla alla Cristina Chiabotto) o altro, il liquido o…  il solido, viene eliminato dai granelli, con l’aiuto di una sorta di mano o pettine a denti larghi, e lavato.

Tutto il “lascito” felino viene liberato nello scarico, lontano dalla propria casa e gli odori vengono meno grazie ad un ventilatore interno di aria calda che asciuga i piccoli granelli. Ne consegue anche un minor inquinamento per l’ambiente, essendo il prodotto biodegradabile e non dovendo più ammassare granelli sporchi nel bidone dei rifiuti. Certo il costo di questo piccolo prodigio della tecnologia a uso umano-felino non è proprio come quello di una semplice vaschetta contenitore della lettiera!

Che poi il gatto apprezzi i nostri sforzi economici è un’altra cosa. Eh già, perché nel famoso film, Sfigatto lo vediamo già bello addomesticato, ha infatti imparato l’uso del water, ne conosce tutti i misteri più reconditi, è insomma un estimatore. De Niro non ci mostra mica come ha fatto ad insegnargli a farla nel wc!

L’articolo, quasi come al solito in certi casi, arriva dall’America, ma è approdato anche in Italia tramite alcune aziende che lo propongono sul mercato del Bel Paese. La questione amletica, quindi è… farla fare o non farla fare nel wc? E fra un po’ il cane pulirà i suoi bisognini in strada da solo con tanto di paletta e sacchetto?

Il mio gatto, ogni tanto sul wc ci va. Lo vedo, con le sue zampette pelose e il musetto all’insu’ (eh, si il mio gatto ha il musetto alla francese) in bilico sul water aperto, ma non per suo desiderio di apprendere i segreti dello sciacquone, quanto per annusare e, temo, leccare l’acqua interna, cosa che, per fortuna, non ha mai fatto per avergli interdetto l’uso del bagno. Si vede che non è chic come Sfigatto!