“Da oggi lei è trasferito, questo è un ordine…non le devo alcuna spiegazione!”.

Forse per alcuni di noi la carriera militare è un lontano miraggio ovvero una meta mai predeterminata, tuttavia da ora i nostri valorosi militari saranno trasferiti tout cuort senza ottenere alcuna spiegazione.

Questo è quanto stabilito da una recente pronuncia del Tribunale Amministrativo per la Regione Lazio, la quale definisce i trasferimenti di autorità dei militari come ordini che, per l’effetto, non richiedono specifica motivazione o la partecipazione dell’interessato.

Tale disposizione trae origine dalla proposizione del ricorso amministrativo ad istanza di un   militare trasferito per ragioni di incompatibilità ambientale in quanto coinvolto in un procedimento penale per gravi reati.

Segnatamente i provvedimenti di trasferimento dei militari emessi per ragioni di incompatibilità ambientale, come nel caso di specie ma lo stesso vale per i più generali provvedimenti con la quale l’Amministrazione dispone il trasferimento degli stessi, prevedono un’attenuazione delle garanzie procedimentali per il sottoposto.

Pertanto, vengono eluse le garanzie di partecipazione preventiva proprie di qualsivoglia procedimento in ossequio al principio del contraddittorio il quale, “volgarmente” per chi non è operatore del diritto, permette di esprimere le proprie ragioni e difendersi come, d’altronde, prevede anche la nostra Carta Costituzionale.

Tanto più che, i nostri valorosi combattenti non godono della possibilità di venire a conoscenza della motivazione che ha condotto al proprio trasferimento.

Con l’ardire di spingersi oltre, è forse questa la nota dolente della summenzionata pronuncia del Collegio amministrativo.

Tuttavia il suddetto provvedimento di trasferimento non rappresenta, ictu oculi, una misura di carattere sanzionatorio ovvero punitivo in quanto mira semplicemente ad assicurare che la Pubblica Amministrazione possa godere della fiducia dei destinatari della sua azione nonchè possa continuare ad assolvere ai propri compiti in maniera proficua.

Infatti la ragione della sopraccitata disposizione o, per meglio intendersi, del suddetto ordine si  rinviene nella tutela dell’interesse pubblico senza la necessità di procedere ad ulteriori accertamenti sulla sussistenza della responsabilità del sottoposto.

Pertanto, l’adozione del provvedimento di trasferimento risulta avulsa in toto dalle indagini sull’origine della situazione venutasi a creare a discapito del militare.

Anzi tale ordine viene emesso, altresì, nei casi di semplice messa in pericolo del bene giuridico che il medesimo  tutela.

Nel caso che ci occupa, tale bene è rappresentato dal corretto funzionamento dell’ufficio nonché dal relativo prestigio e non dalla permanenza del militare presso una determinata sede di servizio, la quale ultima costituisce una semplice modalità di svolgimento del medesimo.

Ebbene si, cari e valorosi militari, prestate il vostro zelante servizio ma tenete sempre pronta la valigia nell’armadio… non avrete tempo di chiedere alcuna spiegazione che dovrete già partire per altra destinazione.

Dott.ssa Silvia Giovanna Martini

Studio Legale Franzetta Dassano

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