Whitewash, da solo nella neve #TFF31

Whitewash è un buon film, ben raccontato, ben costruito. Emanuel Hoss-Desmarais sceglie una storia, una storia interessante ma non fondamentale, e la racconta nel migliore dei modi, tirnadone fuori un film intenso, ottimo.

WHITEWASH

Siamo in Canada, nei boschi, in pieno inverno e sotto la neve, di notte. Un uomo viaggia col suo spalaneve e ne investe un altro, seccandolo in pieno. Poi scende, nasconde il cadavere nella neve e riparte finendo con lo spazzaneve in mezzo ai boschi chissà dove, perso nel nulla e con il mezzo scassato.

Passata la sbronza prova a far mente locale e a capire cosa fare. Cercare di raggiungere un luogo abitato? Fuggire? Rimanere lì? Lo riterranno colpevole? Una serie di domande che lo spettatore è costretto ad ipotizzare, ma che sono abbastanza evidenti.

E mentre seguiamo l’uomo che se ne va avanti e indietro nel nulla, raggiunge case, torna allo spalaneve, ruba gasolio e prosegue così nella sua indecisione, ecco che pian piano, con una serie di chirurgici flash back ci viene raccontato quello che è successo.

Scopriamo come si è arrivati a quell’incidente, chi sono le due persone interessate, cosa ci facevano in quel posto in quel momento.
La vicenda attuale prosegue alternata a piccoli sprazzi di quello che è accaduto prima ed il racconto è fatto con estrema maestria e tecnica. Lo sbocconcellamento della storia funziona perfettamente.

Un bel racconto ed un’ambientazione gelida e spettacolare. Film pacato, lento, con i tempi giusti di quei luoghi, in fondo un thriller ma assolutamente non tradizionale.

Autore: Gabriele Farina

Blogger, scrittore, regista, poeta, in fondo narratore di storie. Nel 2005 nasce il suo storico blog Vita di un IO