Blue ruin, un grande revenge movie #TFF31

Blue ruin è un revenge movie con i controcazzi (e scusatemi se ho detto revenge movie). Jeremy Saulnier racconta una storia che viaggia sulle note del thriller con qualche spruzzatina di gore giusto dove c’è bisogno.

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Dwight vive da anni come un barbone, in una macchina sulla spiaggia, senza parlare con nessuno. Quando però scopre che l’uomo che ha ucciso i suoi genitori (e per colpa del quale ha iniziato questa vita derelitta) è uscito di galera, decide di raggiungerlo ed eliminarlo. Ed il suo gesto non metterà fine alla vicenda.

Il film è molto silenzioso (del resto il tipo vive solitario), crudo, teso, decisamente asciutto. Lo spettatore subisce quello che accade sullo schermo senza possibilità di prendere respiro.

La vendetta arriva quasi subito, nel silenzio assoluto e snervante dell’inizio del film. Ma poi si continua perchè il gesto scatena la ripicca e l’ulteriore vendetta e si passa ad una vera e propria faida tra famiglie cui Dwight vuole mettere fine in un modo o nell’altro, anche per proteggere i (pochi) cari che gli sono rimasti.

C’è violenza, quando serve, ed è forte, senza mezzi termini (le scena dell’estrazione della freccia è notevole). C’è sopratutto il percorso di una mente nel tentativo di trovare pace tramite i mezzi che ha a disposizione… ed in realtà anche attraverso quelli che non ha a disposizione, perchè non è che il protagonista sia un proprio un killer professionista… tutt’altro.

Non manca l’ironia, il sangue, la rifelssione, fino ad un gran finale molto tarantiniano.

Ottimo Macon Blair.

Autore: Gabriele Farina

Blogger, scrittore, regista, poeta, in fondo narratore di storie. Nel 2005 nasce il suo storico blog Vita di un IO