Internet e TV in Italia: avanti piano

Il Salotto del MIX, dedicato ai nuovi media e alla TV che si affacciano sulla rete, ha mostrato un settore che deve ancora segmentarsi e organizzarsi, in uno scenario reso complesso dalla convergenza d’interessi di operatori molto diversi. La tavola rotonda, coordinata da Enrico Pagliarini, giornalista di Radio 24, ha permesso di confrontare i punti di vista e le strategie dei broadcaster tradizionali – RAI, Mediaset e SKY – con quelli di nuovi operatori come Babelgum. Inoltre, Fabrizio Meli di Tiscali ha illustrato le scelte tecniche e le scelte strategiche che hanno guidato l’operatore nel corso della progettazione e del lancio – recentissimo – del servizio di IPTV.

Joy Marino, Presidente del MIX, ha riportato alcuni dati sul traffico Internet sia a livello globale che italiano. In termini di metodo, ha sottolineato, è più opportuno parlare del volume del traffico scambiato sulla rete ogni mese, piuttosto che della velocità istantanea su una tratta specifica, sia essa un punto d’interscambio o la dorsale (il backbone) di un operatore. “Oggi, si stima che il traffico mondiale sia intorno a 4-5.000 Petabyte/mese (10 alla 15 byte), e in Italia di circa 40 Petabyte, di cui 5 scambiati in peering pubblico attraverso il MIX. Numeri apparentemente piccoli rispetto al totale del traffico della TV broadcast (2.000 Petabyte/mese), ma bisogna tenere conto del fatto che – con le attuali dinamiche di crescita – tra 5 o 6 anni la rete sarà in grado di veicolare senza problemi il traffico necessario per servire tutti gli utenti di TV in modalità non lineare. Uno scenario che depone a favore delle scelte di un fornitore di contenuti come RAI, che sta seguendo un approccio graduale al nuovo media e punta sull’aggiornamento delle piattaforme tecnologiche, mentre l’andamento della domanda sarà esponenziale – come spesso accade in Internet – con un’esplosione significativa tra qualche anno”, ha concluso Marino.

Stefano Nicoletti di Ovum, analista di settore, ha anticipato che il divario con i paesi asiatici, che hanno intrapreso con decisione la strada del Fiber To The Home (FTTH), aumenterà progressivamente nei prossimi anni. In Europa occidentale, il grado di copertura attraverso doppini in rame è tale da far prevalere l’adozione di tecnologie DSL a media velocità, mentre mancano – nella maggior parte dei Paesi – piani di investimento in FTTH su larga scala. In termini di servizi prevalgono le offerte integrate di tipo “triple play”, gestite dagli operatori di telecomunicazione, che hanno l’obiettivo di fidelizzare il parco clienti limitando il “churn rate” e migliorando la redditività per linea (che è in costante declino per quanto riguarda la telefonia tradizionale).

I depositari dei diritti televisivi, sia pubblici – RAI, Enrico Mordillo, che privati – Mediaset, Yves Confalonieri, guardano con attenzione al fenomeno, ma non fanno investimenti significativi. Nel frattempo, le aziende sperimentano sul fronte dei contenuti, cercando di individuare quelli più adatti alle modalità di fruizione del nuovo mezzo. La televisione commerciale è preoccupata dall’erosione del mercato della pubblicità provocato da Internet, soprattutto per le nuove forme di fruizione dei nuovi media per quella fascia di utenti che ha il PC come principale strumento audiovisivo. Per questo, seguono con attenzione il modello di business di Google.

Sky – Remo Tebaldi – in Italia ha interesse a diversificare e massimizzare i canali di distribuzione, attraverso accordi con gli operatori di IPTV. In un mercato più maturo come quello inglese, si è invece affermata una strategia di presenza nel mondo Internet a tutti i livelli, che è arrivata fino all’acquisizione di un operatore di accesso.

La Web TV e in generale tutte le offerte di fruizione dei nuovi media che vedono un rapporto diretto (via Internet) tra il fornitore dei contenuti e il fruitore sono un po’ sullo sfondo: Babelgum – Andrea Giannotti – sta lavorando alacremente per il lancio della sua proposta. Per questi operatori, è importante che non venga meno la neutralità che è alla base di Internet e che in rete non ci siano colli di bottiglia tali da incidere sulla qualità del servizio.

Tutti i documenti relativi all’evento si trovano sul wiki di Quorum PR

Barcamp Torino 2008 spostamento data

Via Torino Valley blog

La data del Barcamp Torino 2008 è stata spostata al 22 e 23 Febbraio 2008, possible eventualmente uno spostamento alla settimana precedente.

Il primo giorno si svolgerà Webdays con conferenze tradizionali, il secondo giorno il Barcamp Torino 2008 in classico stile barcamp.

La sede dovrebbe essere il Circolo dei Lettori.

Alla scoperta del web semantico

Mercoledì 19 dicembre alle 17, nella Sala Lauree di Scienze della Formazione, via Sant’Ottavio 20, si svolgerà il seminario “Verso il Semantic Web: aspetti teorici e tecnologici”. L’incontro è organizzato dal Cirma, il Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla Multimedialità e l’Audiovisivo.

Federica Cena, del Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino, guiderà il pubblico alla comprensione di cosa sia il web semantico e quali ne siano gli scopi e le problematiche.

Nell’era del web 2.0, il futuro della ricerca di informazioni su internet è racchiusa nel Semantic Web, dove le informazioni sono elaborabili dalle macchine attraverso le annotazioni semantiche. Con l’interpretazione del contenuto sarà possibile creare relazioni e reti tra documenti molto più evolute rispetto al semplice link o collegamento ipertestuale: una nuova modalità di rappresentazione della conoscenza.

Il web tradizionale ha mostrato limitazioni nella ricerca di informazioni, nell'integrazione delle stesse e nella cooperazione tra applicazioni a supporto delle attività umane. Tali limitazioni sono principalmente imputabili all'assenza di una semantica condivisa dalla macchine. Il Web Semantico costituisce una sfida impegnativa e stimolante verso una nuova generazione del Web.

TheOpenCD Edizione Italiana versione 3.4

linux@studenti ha rilasciato TheOpenCD Edizione Italiana 3.4, raccolta di programmi open source per Windows della migliore qualita’. E’ disponibile per il download all’indirizzo:

http://linux.studenti.polito.it/ileana.php

Le piu’ importanti aggiunte in questo rilascio includono 11 nuovi programmi: Scribus, InfraRecorder, RSSOwl, PuTTY, SumatraPDF, Wengophone, Free Download Manager, WinSCP, Ghostscript, MD5summer, Workrave e le guide in italiano “Introduzione ad OpenOffice 2.0” e “OpenOffice.org 2.0 e i Database”. E’ possibile consultare online i contenuti della nuova versione all’indirizzo www.theopencd.it

TheOpenCD ha ottenuto il bollino di qualità Indire, Istituto Nazionale di Documentazione per l’Innovazione e la Ricerca Educativa.

Cinquemila copie di TheOpenCD sono in distribuzione gratuita, fino ad esaurimento scorte, agli studenti del Politecnico di Torino. E’ permesso e incoraggiato l’uso e la copia di tutto il materiale distribuito da linux@studenti così come definito dalle rispettive licenze di utilizzo. Linux@studenti esiste grazie all’attività per lo più volontaria degli studenti del Politecnico di Torino.

La Spina della conoscenza

Emanuela Minucci su La Stampa del 16 dicembre 2007

Doveva arrivare Norman Foster (in spirito, perché in persona non c’era, trattenuto in Cina da un lavoro), per insegnare ai torinesi che la grande architettura può anche fare a meno di certi «arroganti segni verso l’alto». E il committente che riesce a mettere d’accordo tutti (ecologisti, sinistra radicale e amanti del bello tout-court) è l’Università di Torino, con il suo campus affacciato sulla Dora impreziosito dai gasometri-totem che hanno ispirato il progetto complessivo. Grande giornata ieri, per l’Ateneo torinese. In questo scorcio di fine 2007 il rettore Ezio Pelizzetti ha posato – insieme con l’assessore all’Università Andrea Bairati – metaforicamente la prima pietra della nuova sede della facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche. Una gigantesca «lampada urbana» che, secondo le parole del rettore, anche dall’alto rappresenterà la «luce della cultura umanistica torinese».

Il maxiateneo
In Lungo Dora Siena nascerà il più grande insediamento universitario dai tempi di Palazzo Nuovo. Sorgerà accanto alle residenze per gli studenti e alla Palazzina Einaudi già realizzate nell’area Italgas tra corso Regina Margherita e il Lungo Dora. Un edificio di 36 mila metri quadri dove, a partire dall’anno accademico 2010-2011, s’insedieranno le due facoltà (con aule, dipartimenti e servizi) e la biblioteca interdipartimentale. La «lampada urbana» costerà 51 milioni di euro, mentre il valore complessivo del polo universitario è di 120 milioni.

La nuvola luminescente
L’edificio, dalle forme sinuose e irregolari, disporrà di quattro piani, sette corpi separati (ma con collegamenti aerei), una piazza circolare al centro e un grande tetto-ombrello («meraviglia della sostenibilità», come lo ha definito qualcuno) che coprirà l’intera struttura. Proprio il tetto – come ha spiegato l’architetto Benedetto Camerana – è l’elemento qualificante dal punto di vista architettonico: si tratta di un’unica tensostruttura di colore chiaro, illuminata di notte. I tre edifici che compongono la biblioteca interdipartimentale risultano affacciati sul fiume, così come la caffetteria. L’intero complesso sarà costruito sopra il livello della Dora, per evitare il rischio esondazione e sarà collegato al quartiere da una passerella sul fiume. Nei sotterranei sono previsti 550 posti auto.

Il cantiere
«Questo è uno dei momenti più importanti della recente storia edilizia dell’Università di Torino – ha spiegato ieri il rettore, Ezio Pelizzetti – oggi la nostra università utilizza quasi 120 sedi e alcune strutture sono ormai obsolete. Servono, dunque, interventi edilizi che, per la loro portata risultano complessi». A condire la lieta giornata con un pizzico di polemica ci ha pensato Piero Cornaglia, responsabile delle grandi infrastrutture dell’Università: «Il progetto di questo edificio era già pronto nel 2005. Ma è trascorso un anno e mezzo prima che potessimo ottenere le autorizzazioni necessarie alla costruzione, malgrado ci fosse il pieno accordo di tutti gli enti. Oggi, finalmente, posiamo la prima pietra». Attualmente gli studenti di Giurisprudenza e Scienze politiche frequentano le lezioni in tre sedi universitarie: Palazzo Nuovo, la palazzina Venturi di via Verdi e la palazzina Einaudi, all’ex Italgas.

Il mare a Torino in mostra

Che cosa sarà della stazione quando non sarà più tale? La renderemo balneabile. Il progetto esiste, e lo illustra il suo autore Maurizio Zucca in una mostra che si chiama «WaterSide», a cura di Karin Gavassa e Lorena Tadorni. E’ stata inaugurata venerdì scorso nello spazio «Dal cucchiaio alla città» di corso Mortara 46c e resterà aperta, con visite su appuntamento, fino al 29 dicembre.

WaterSide nasce dal progetto torinese per riunire idee architettoniche e di arte visiva, sempre legate al concetto di liquido.  Si vedrà anche il trailer di Surfin’ Torino, scritto e diretto da Chiara Pacilli e Boosta, prodotto da Rai Cinema e Route One. Graphic design e video Il mare a Porta Nuova sono di Alessandra Rasetti.

La Gianduja Valley

Gigi Padovani su Lastampa.it

Alle porte di Torino, all’inizio della “gianduja valley” che si conclude a Luserna San Giovanni con la Caffarel, a None (nella foto) c’è un importante polo del cioccolato. Oltre alla storica Streglio e ai capannoni De Coll – dove la intraprendente sindaco Maria Luisa Simeone sta cercando di far nascere un’Accademia dedicata al Cibo degli Dèi – c’è da anni uno stabilimento sconosciuto ai più, che produce un fondente dalle caratteristiche eccezionali, non solo per l’Italia. E’ la Domori, 4 milioni di fatturato l’anno, un marchio molto noto agli intenditori, ma un po’ meno al grande pubblico.
Eppure questa azienda, fondata nel 1993 da Mack Domori, l’alias di Gianluca Franzoni, ha un primato: al mondo è l’unica fabbrica di cioccolato che utilizzi soltanto cacao aromatico – cioè delle qualità migliori al mondo, del quale si raccolgono soltanto il 10 per cento del totale . del tipo Criollo, Forastero e Nacional.

Da circa un anno è stata acquisita dal gruppo Illy di Trieste, un colosso che ha un bilancio consolidato da 240 milioni di euro, oltre a 30 milioni per le partecipate (tra le quali l’Agrimontana di Cuneo, famosa per i marroni e le produzioni di qualità per pasticceria). E nel contempo Gianluca Franzoni, agronomo bolognese con la passione per il cioccolato, il primo che in Italia ha creato le schede di degustazione sul fondente e che ha insegnato a tanti (me compreso) la cultura del cioccolato, era completamente sparito dalla circolazione. E’ in Venezuela? E’ in Ecuador? E’ nella sua Bologna o negli Stati Uniti con la moglie? Che fine ha fatto la sede di Genova dell’azienda?

Dopo varie insistenze, il mistero è risolto: Franzoni rimane come presidente dell’azienda, con una piccola quota, mentre la Illy (che ha ripianato qualche problema di deficit nel bilancio) ha cambiato totalmente il management, chiuso la sede di Genova e per il 2008 vuole rilanciare l’azienda.

Il nuovo amministratore delegato (da pochi giorni ha sostituito Ettore Cavestro, direttore Horeca di Illy) è Luigi Bardini, già di Agrimontana, mentre direttore alla produzione a None rimane Salvatore Minniti, con Gianluca Franzoni che fa la spola tra le piantagioni, sceglie il cacao, seleziona i blend e le qualità da produrre. Franzoni ci ha guidato in una visita all’azienda, dove molti macchinari sono stati rinnovati, e nelle quale lavorano fissi una cinquantina di dipendenti, con qualche rinforzo durante i periodi di massima pressione, come sotto Natale. Dice Franzoni: “La famiglia Illy è anche più radicale di me nella difesa della qualità e i nostri affezionati clienti non hanno nulla da temere, il livello rimarrà lo stesso”. Semmai, aggiungiamo noi, qualche punta “estrema” che Domori in passato ha ricercato, come la ricerca di percentuali massa di cacao superiori all’80 per cento, non saranno più l’unica strada perseguita.

Soprattutto, tramite l’Agrimontana, Domori intende sfondare con il settore professionale dell’alta pasticceria e dell’alta ristorazione – andando così a toccare i mercati che oggi sono della svizzera Felchlin e della frnacese Valrhona – attraverso la vendita di tavolette di copertura di alta qualità da 500 grammi.

Spiega Franzoni: “Prosegue il nostro progetto con l’Hacienda San Josè in Venezuela, nella zona del Sur del Lago, dove ci sono 185 ettari di cacao criollo, il più pregiato del mondo, del quale si produce non più dell’uno per cento sul totale. Adesso noi riusciamo a produrre circa 10-12 tonnellate l’anno, ma a regime dovremo arrivare, tra qualche anno, a 180 tonnellate”. Il progetto è in partnership con la famiglia venezuelana Franceschi.