Entro l'anno in corso tutti i 74 comuni della Valle d'Aosta saranno serviti di larga banda, così come previsto dal progetto 'Innovazione 2009', che la Regione autonoma Valle d'Aosta sta realizzando per, come ha sottolineato Aurelio Marguerettaz, assessore al Bilancio, Finanze, programmazione e Partecipazioni regionali, "attivare nuove forme di democrazia elettronica ed entrare a far parte pienamente della società dell'informazione e della conoscenza".
La Regione e Telecom hanno, infatti, siglato lo scorso anno una convenzione per portare la larga banda in tutti i comuni. Per alcune località, però, si presentano criticità di collegamento e quindi, come ha sottolineato Marguerettaz, la Regione realizzerà dei 'back bone-wireless' in modo da garantire comunque la copertura.
Consuntivo, progetti e iniziative future sono illustrati in una brochure che l'Amministrazione regionale ha inviato a tutti i capi famiglia della Valle d'Aosta dal titolo 'Nei 74 comuni arriva l'autostrada del futurò. "Gli interventi delineati – ha sottolineato Marguerettaz – si muovono lungo tre assi: ammodernamento della pubblica amministrazione, semplificazione dei rapporti tra enti, cittadini e imprese e valorizzazione del tessuto socio-economico locale in un sistema economico allargato".
Il progetto 'Innovazione 2009' è riassunto in un libro che nei prossimi giorni sarà illustrato a tutti gli amministratori locali nel corso di una serie di incontri che l'assessore Marguerettaz avrà nelle diverse comunità montane. Inoltre, entro fine febbraio, ci sarà un incontro pubblico nel corso del quale saranno illustrate tutte le iniziative poste in essere dalla Regione per favorire la connettività che "rappresenta la prosecuzione della campagna 'Computer in famiglia'", ha evidenziato Marguerettaz.
L'assessore, nella brochure che sta giungendo a tutte le famiglie valdostane, sottolinea, infine, che "l'apertura dei mercati a livello internazionale comporta un campo d'azione potenzialmente senza confini e richiede ad una Regione di dimensioni ridotte come la nostra una strategia attenta e consapevole". I cittadini, infatti, sperimentano "forme di democrazia elettronica ed entrano a far parte della società della conoscenza, mentre i soggetti produttivi – conclude Marguerettaz – si confrontano con crescenti regole di mercato ma anche con nuove occasioni di sviluppo e arricchimento".
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La tenuta dell’economia di un Paese si basa soprattutto sulla capacità delle sue imprese di innovare e dunque di svilupparsi. Questa affermazione, valida da sempre, lo è ancor di più nell’era della globalizzazione. Un’era che costringe le imprese ad operare in mercati altamente competitivi dove chi non innova non ha diritto di cittadinanza. Ma da cosa dipende la capacità di innovare? Non certo dalla dimensione, né dal settore di appartenenza. L’innovazione è alla portata di tutti. Anche delle aziende piccole e medie, ovvero di quel tessuto produttivo composto da 4,5 milioni di aziende (l’83,5% dei posti di lavoro) che “è limite e allo stesso tempo punto di forza del nostro sistema economico”. La conferma arriva dalle ‘dieci storie di piccole imprese eccellenti’ narrate da Giordana Taggiasco in questo volume mandato in libreria nelle scorse settimane dall’editrice Il Sole 24 Ore. Un volume che sin dal titolo chiarisce che quando si parla di innovazione “anche” l’Italia riesce a dire la sua. E lo fa ben “più di quanto il senso comune possa immaginare”. Anche se “l’ampio processo di innovazione” – che è poi la caratteristica peculiare delle nostre piccole e medie imprese – “rimane occulto e non compare nelle statistiche e nelle analisi sulla salute economica del nostro Paese”. Un Paese che continua comunque a spendere poco in ricerca e sviluppo – appena l’1,1% del pil nel 2006 – e che su questo versante è in ritardo “non solo sul Giappone e gli Stati Uniti, ma anche rispetto agli altri paesi dell’Unione europea, la cui percentuale di investimento è circa il doppio”.