I ricordi: una ricerca torinese ne chiarisce gli aspetti

Da Torino Scienza

Quale e’ il meccanismo che sta alla base dei ricordi? Lo studio di questo tortuoso percorso passa anche per Torino. Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Anatomia, Farmacologia e Medicina Legale dell’Università di Torino, coordinato dal Dott. Maurizio Giustetto, in collaborazione con il gruppo del Prof. Tommaso Pizzorusso dell’Università di Firenze e dell’Istituto di Neuroscienze del CNR di Pisa, ha scoperto lo schema di attivazione di una proteina (ERK) che agisce nel cervello. Studiando l’attivazione dei neuroni della corteccia cerebrale, in seguito ad una stimolazione fisiologica, si è riusciti a capire come e quando si attiva l’enzima ERK. Tale enzima è fondamentale nei meccanismi di plasticità cerebrale, ovvero quel fenomeno che sta alla base della nostra capacità di ricordare gli avvenimenti e codificare le informazioni.

I risultati ottenuti, pubblicati sulla rivista americana “PLoS ONE” (http://www.plosone.org), offrono un modello di funzionamento delle cellule nervose da cui si potrebbero ricavare principi generali per la biologia dei neuroni del cervello umano.

Questa ricerca apre anche interessanti prospettive per lo studio delle cause di patologie che intaccano la memoria o del suo naturale decadimento senile. Mentre era stato finora ritenuto che l’enzima ERK potesse agire solo a livello nucleare per regolare l’espressione di nuovi geni, importanti per formazione della memoria, questo studio pone in evidenza che esistono altre importanti sedi neuronali d’azione.

I nostri neuroscienziati hanno osservato che in seguito ad una brevissima stimolazione visiva la protein chinasi ERK viene attivata in prossimità delle connessioni nervose, dove è in grado di produrre modificazioni funzionali delle connessioni sinaptiche.

L’intervista al dottor Maurizio Giustetto

Wekey, il wiki parte da Torino

Wekey è una innovativa azienda torinese che offre alle aziende italiane una soluzione software innovativa: l’”enterprise wiki” o “wiki aziendale”. L’offerta di una piattaforma integrata e di livello “enterprise” in questo campo è in forte crescita e si sta affermando negli Stati Uniti e nelle grandi multinazionali europee, ma è molto ridotta in Italia.

Che cosa è un wiki ? Un wiki è un sito web che permette a ciascuno dei suoi utilizzatori di
aggiungere contenuti, come in un forum, ma anche di modificare i contenuti esistenti inseriti da altri utilizzatori. La tecnologia Wiki nasce nel 1995, grazie a Ward Cunningham. Dopo più di 10 anni dalla sua nascita Wiki è una tecnologia matura.

Il vantaggio maggiore dell’uso dei wiki sta nel fatto che con un unico investimento si raggiungono molteplici risultati: disporre di uno strumento efficace ed efficiente per il lavoro collaborativo on-line, creare una knowledge base aziendale semplice da alimentare, amministrare ed organizzare e frutto di una progettazione “sociale”, di un’architettura delle informazioni aderente alla propria organizzazione perchè è da questa che è stata concepita, disponibile 24/7, accessibile da tutto il mondo. Altri vantaggi sono ottenere trasparenza nei processi di produzione dell’informazione (e relativi documenti) e loro tracciabilità, permettere di inserire/aggiornare l’informazione in tempo reale, per tutti, senza rischi di dimenticanze e ritardi, diminuire, se non annullare, il sovraccarico da email cui siamo oggi esposti.

Qualche esempio di utilizzo

  • Documentazione dell’esperienza nell’uso di una particolare tecnologia, cui possono contribuire più colleghi aggiungendo le loro conoscenze, considerazioni o conclusioni pratiche.
  • Gestione di progetti (sviluppo software, nuovi prodotti, edilizia, …): wiki è un canale di comunicazione che rende più efficace la preparazione delle riunioni, la raccolta dei documenti da discutere, il loro aggiornamento, la redazione in tempo reale dei verbali, la comunicazione di progetto.
  • Supporto applicativo: i wiki sono lo strumento ideale per documentare l’utilizzo e supportare la gestione di applicativi complessi (gestionali, office automation, ecc…), rendendo semplice anche l’aggiornamento delle informazioni e la raccolta di casi particolari.
  • Supporto alle vendite: il settore commerciale di un’azienda ha bisogno di un gran numero di informazioni ed è sottoposto a vincoli temporali molto stretti. Un wiki aziendale è un ottimo supporto per i commerciali per raccogliere, organizzare e ricercare informazioni sulle vendite e organizzare il supporto commerciale.
  • Intranet: sempre più spesso i wiki stanno sostituendo o almeno affiancando le intranet aziendali in qualità di canale di comunicazione e condivisione della conoscenza.
  • Ricerche di mercato: i wiki aziendali sono potenti piattaforme per raccogliere e condividere informazioni e dati su mercati, concorrenti, tendenze del settore e i prospect (in questo caso abbinando il wiki ad un blog)
  • Comunicazione con esterni: wiki permette di creare un canale di comunicazione bidirezionale dinamico tra un’organizzazione e la sua rete di partner/collaboratori esterni.
  • Servizio al Cliente: molte grandi organizzazioni stanno cominciando ad utilizzare wiki per gestire i Clienti e supportarli nelle loro necessità di informazioni. In tal modo i Clienti, nel tempo, sono sempre più coinvolti e fidelizzati.
  • Call Center: come strumento per migliorare il servizio al cliente attraverso la condivisione, la costruzione e la correzione rapida della base di conoscenza a disposizione degli operatori.

Wekey propone al mercato italiano uno strumento, il wiki aziendale, e relativi servizi di supporto funzionali al miglioramento delle capacità di comunicazione/collaborazione interne ed esterne delle aziende e di gestione della conoscenza.

Wekey offre wiki basati sulla piattaforma Socialtext:

  • in hosting, una soluzione rapida e conveniente per i piccoli gruppi di lavoro e per le aziende e PA che vogliono testare l’applicazione prima di investire in una appliance.
  • come soluzione hardware/software da installare dietro il firewall aziendale.

Una reazione chimica per pulire Torino

Il biossido di titanio è il silenzioso «spazzino» che da qualche tempo pulisce le città, come accade, per esempio, con l’intonaco autopulente, che mantiene immacolata la chiesa romana Dives in Misericordia, mentre esistono vetri autopulenti, come quelli della piramide del museo Louvre, e filtri per gli scarichi industriali, contro veleni altrimenti ineliminabili.

Torino sta provando ad utilizzarlo per distruggere le polveri sottili e altri inquinanti, sfruttando anche il sole: in corso Turati e via Varano è già in via di sperimentazione un manto stradale che grazie alla luce del sole converte in acqua e sali l’inquinamento. Installata a marzo 2007 da Università di Torino, Comune e Regione Piemonte, la pavimentazione contiene particelle di biossido di titanio, il Ti02.

Sembrano aprirsi nuove frontiere della chimica ambientale, di cui hanno discusso i massimi esperti al Lingotto di Torino, dove si sono riuniti per il 41/o congresso mondiale dei chimici.

«In laboratorio funziona, ma nella realtà – dice il professor Claudio Minero dell’Università di Torino – bisogna valutarne durabilità ed efficacia». In vista dei progetti del Comune, che vorrebbe diffonderne l’uso contro l’annoso problema dell’inquinamento.

I costi sono bassi perchè il Ti02 è facilmente reperibile in natura. Il professor Akira Fujishima, dell’Accademia giapponese Kanagawa, studioso del materiale da circa 40 anni e oggi scienziato di fama mondiale, spiega che in Giappone è comune usarlo per ricoprire gli edifici, depurare l’aria dal fumo nei mezzi pubblici, produrre lampade autopulenti per i tunnel stradali. La Toyota lo usa negli specchietti retrovisori, che non si appannano più. Inoltre, con la sua capacità di disintegrare batteri e particelle superflue, il Ti02 è efficace contro il cancro. Il suo utilizzo è sempre più diffuso, in Occidente i paesi più avanzati sono la Germania, l’Inghilterra e gli Stati Uniti.

La vita in un video. Da Torino agli Usa la sfida a YouTube

da Corriere.it

Due amici che, adolescenti, facevano volare aeromodelli telecomandati sul cielo di Torino e giocavano coi computer. Ora, sulla soglia dei quarant’anni, e dopo aver creato imprese per i collegamenti Adsl via satellite e per la produzione di lampade «intelligenti » disegnate da Giugiaro, partono alla conquista dell’America, provando a sfidare addirittura «YouTube». Quella di Arturo Artom, barbuto imprenditore delle telecomunicazioni e delle tecnologie informatiche e del «creativo» Luca Ferraro, co-fondatore di «Your Truman Show», la loro nuova società, è una favola il cui lieto fine, se ci sarà, è ancora tutto da scrivere.
Gli ingredienti della storia sono promettenti: un software innovativo e italianissimo, messo a punto da sette ingegneri torinesi; la scelta di lanciarlo non in Italia ma negli Usa, nella patria di Internet, attaccando i siti americani in un settore specifico, quello del racconto delle storie di vita attraverso filmati; la furbizia (e la fortuna) di sfilare alla Paramount (che aveva dimenticato di rinnovarli alla scadenza) i diritti all’utilizzazione del marchio del «Truman Show», celebre film interpretato nove anni fa da Jim Carrey.

Certo, una cosa è costruire una buona piattaforma Internet, ben altro è sottrarre a una società della galassia Google (qual è YouTube) una fetta rilevante del mercato dell’ «entertainment» sul web. Quella di avere tecnologia italiana e un mercato quasi tutto all’estero sembra poi, più che una scelta imprenditoriale, una sfida alla forza di gravità. Ma, a ben vedere, è quello che hanno già realizzato negli ultimi anni diverse aziende informatiche italiane come Acotel, Dada (del gruppo Rcs, l’editore di questo giornale) e Buongiorno, che opera ormai in 40 Paesi ed ha appena acquisito l’americana iTouch. Imprese che hanno saputo individuare una nicchia del mercato — in genere quella del software per i telefonini — nella quale diventare leader a livello internazionale.

Artom si è mosso con una logica analoga: ha lanciato la nuova impresa alla fine dello scorso anno, si è trasferito a San Francisco, ha creato nella Silicon Valley un’azienda dalla «carrozzeria» americana per sviluppare e distribuire il software italiano e qualche giorno fa ha annunciato alla conferenza dell’Aspen Institute sull’«information technology » che, terminata la fase sperimentale, «Your Truman Show» è ormai decollato: chiunque può entrare nella piattaforma e depositare il video con la sua storia. Curiosamente, l’imprenditore piemontese ha fatto la sua presentazione proprio davanti al fondatore di «YouTube», Chad Hurley (anche lui relatore al convegno Aspen), che ha cavallerescamente mostrato un grande apprezzamento per la tecnologia italiana (che, evidentemente, minaccia solo per una fetta limitata del business della sua società).

Ma perché i videoblogger d’America dovrebbero fare di «Your Truman Show» la loro casa? La società punta sull’accattivante design italiano del sito, su una nuova tecnologia di «videosurfing» che consente di collegare varie storie per argomento, ambiente o luogo nel quale si svolgono e, soprattutto, su un innovativo sistema di «rating» attraverso il quale il pubblico selezionerà gli autori più dotati e popolari. Artom è convinto che sia questa la ricetta giusta per creare una sorta di «American Idol» (il più popolare concorso televisivo americano) in versione web. Funzionerà? E’ presto per dirlo. Ma in pochi giorni «Your Truman Show» ha già raggiunto i due milioni di pagine su Google ed è stato recensito favorevolmente da alcuni degli esponenti più in vista della «blogosfera». L’obiettivo imprenditoriale della società non è solo quello di attrarre pubblicità, ma anche quello di vendere i suoi contenuti alle società di Hollywood che possono essere interessate a portare in tv o sul grande schermo le storie che il pubblico trova più drammatiche o più divertenti. Manager con la passione della politica — è vicino a Enrico Letta e partecipa da anni con lui ai seminari nei quali giovani leader dei vari settori confrontano le loro idee — Artom, negli ultimi tempi si è dedicato sempre più al «venture capital», fino a diventare un interlocutore privilegiato di Ronald Spogli, l’ambasciatore americano a Roma con un passato di «venture capitalist» che sta cercando di portare il «vangelo» della cultura imprenditoriale Usa nel mondo italiano della politica e dell’impresa.

Ora il tentativo di entrare in quella pattuglia di «manager d’esportazione» che possono dare una prospettiva all’Italia anche al di fuori delle sue produzioni tradizionali. Intanto il ragazzo che giocava con gli aeromodelli e «sognava la California », si gode il suo pezzo di «American dream»: Silicon Valley e feste nelle ville di Los Angeles invece dei convegni di Confindustria.

UniTo su Second life

E’ stata lanciata la presenza dell’Università di Torino su Second Life. Sull’isola di “unito” in Second life è possibile trovare gli avatar di unito.it a dare, con gli strumenti di Second life, informazioni di primo dettaglio sulle procedure di preiscrizione ed immatricolazione.

Gli avatar con i quali è possibile interagire ai chioschi informativi sono essi stessi “studenti 150 ore” dell’Università di Torino, che possono sintetizzare quanto gia riportato nello Speciale Immatricolazioni sul portale di ateneo; interagiscono tramite chat e possono accompagnare in una sorta di visita guidata per esplorare “le isole di unito”, oltre che illustrare servizi on line ed informazioni disponibili sul portale di Ateneo.
Nell’aula magna rossa è possibile visualizzare il filmato tutorial che guida nell’uso della procedura on line di iscrizione ai corsi a numero programmato.
Le isole disponibili sono tre

Unito: l’isola con due aule magna, nelle quali sarà possibile assistere a conferenze e visionare presentazioni, dei chioschi presso i quali in orari tipicamente da ufficio sarà possibile chattare con avatar dell’Università per chiedere informazioni circa immatricolazioni o come semplice luogo di ritrovo per studenti/docenti, un palazzo del Rettorato (in costruzione) rivisitato in chiave moderna.
Unitolab: un’intera isola laboratorio che sarà dedicata alla creatività degli studenti e più in generale di tutta la community di unito.it.

Unitosquare: l’isola delle piazze, da progettare e realizzare attraverso attività di gruppi di lavoro di studenti e/o docenti delle diverse strutture organizzative dell’Ateneo.

Le isole sono tuttora in costruzione ed alcune aree potrebbero risultare non accessibili.

L’agenda con gli eventi sull’isola di unito la trovi direttamente su Second Life o sul sito dell’Università di Torino.

Torino 2008 World Design Capital, un anno di eventi, quattro fasi e un Leitmotiv: Flexibility

Torino è stata nominata dall’International Council of Societies of Industrial Design (Icsid) prima capitale mondiale del design nel 2008.

La nomina “World Design Capital” viene assegnata ogni due anni da Icsid a una città del mondo che punti fortemente sul design come fattore di crescita economica, sociale e culturale. Oggi Torino è coinvolta infatti in uno sforzo progettuale volto a rinnovare la propria immagine da città industriale a città europea, che basa il proprio sviluppo sul binomio “innovazione e creatività”, consapevole della propria solida tradizione nell’imprenditorialità e nella progettazione.

Flexibility come Leitmotiv.
La flessibilità sarà il collante concettuale delle diverse iniziative del Calendario di Torino 2008 World Design Capital: le World Design Capital sono città in trasformazione che si avvalgono dello strumento del design per contribuire a ristabilire nuovi equilibri, collaborando a ridisegnare un futuro più sostenibile e condiviso. Cambiano i modi e i tempi del lavoro, gli orari, i rapporti professionali. Molte imprese si trasformano, operano on-demand, ricercano modelli produttivi meno rigidi. Il sistema di circolazione delle informazioni provoca trasformazioni radicali a tutti i livelli sociali. Il commercio esplora nuove vie, scopre nuovi target, sperimenta nuovi mercati. Il sistema-città ingloba e connette tutte le fasi e i soggetti in evoluzione, che con sforzo sempre maggiore cercano soluzioni capaci di tenere il passo con la velocità del cambiamento. La città contemporanea esige dunque risposte flessibili e deve essere capace di rimodellarsi di continuo riscoprendo di volta in volta una nuova capacità di adattamento. La flessibilità è il metodo, il design lo strumento.

Le quattro fasi dell’anno.
Torino 2008 World Design Capital rappresenta una sorprendente occasione di visibilità per il design italiano e una concreta possibilità di sviluppare relazioni nazionali e internazionali. L’anno di attività di Torino 2008 World Design Capital si suddivide in quattro fasi, quattro modi di pensare al design, con l’obiettivo di rivolgersi ad altrettanti target group specifici. Ognuno di questi rappresenta un punto cardinale nel ciclo di vita del design contemporaneo. Ciascuna fase indaga, sviluppa e promuove la relazione tra il design e il tessuto urbano. Il taglio è trasversale e interessa i diversi attori che interagiscono all’interno delle città: i cittadini, le imprese, il mondo della formazione, le istituzioni. I temi delle quattro fasi dell’anno sono così Public Design, Economy and Design, Education and Design, Design Policies.

In corrispondenza di ciascuna delle quattro parti dell’anno vengono allestiti un main event e una main exhibition che si fanno catalizzatori di interesse internazionale e si propongono di rispondere all’obiettivo di lasciare nel territorio un’eredità, ora fisica ora culturale. Il Calendario raccoglie inoltre diverse attività promosse da soggetti terzi, iniziative di rilevanza nazionale e internazionale, suddivise nelle seguenti tipologie: special projects, eventi, mostre, convegni, fiere, school projects.

Una identità visiva “polifonica”.
In linea con il suo Leitmotiv, Torino 2008 World Design Capital affida la realizzazione di ciascuno strumento di comunicazione ad un designer diverso, limitandosi a fornire ai progettisti solo due elementi di base, il logo e il font WDC 2.0, appositamente realizzato ex novo per la manifestazione. Unica condizione: ogni progetto deve essere caratterizzato da uno specifico verde scelto all’interno del più ampio possibile spettro di verdi. Ciascun verde potrà essere utilizzato una volta sola. Questa scelta risponde da un lato alla volontà del Comitato Organizzatore di coinvolgere le comunità locali e nazionali dei designer nel processo creativo della manifestazione, dall’altro a quella di lasciare alla loro professionalità e sensibilità l’individuazione della gamma più ampia possibile di soluzioni creative adatte a ogni specifico contesto progettuale. Il risultato è una identità visiva “polifonica”, in cui ogni singola voce, ogni nuovo strumento di comunicazione, si confronta con ciò che è stato realizzato prima di sé, dando vita ad un sistema aperto e mutevole.

Green is the color.
Torino 2008 World Design Capital ha scelto il verde come suo colore. L’adozione del verde è motivata da ragioni scientifiche e storiche, ma anche da fattori competitivi e da orientamenti attuali. Il verde è il “luogo visivo” verso il quale è più alta la sensibilità umana e, con essa, la capacità di percezione delle differenze. Da questa considerazione scaturisce la volontà di non usare nell’ambito della comunicazione visiva di Torino 2008 un unico verde, determinato da una combinazione precisa di colori, ma un’ampia gamma di verdi, flessibile e mutevole. Ogni designer coinvolto nei contesti progettuali da cui prenderanno forma i vari mezzi di comunicazione avrà la possibilità di scegliere un verde diverso e nuovo ad ogni occasione. “Another green colour” è lo slogan che esprime questo concetto.

Cogliendo questa sfida, la città di Torino è fiera di essere “pioniera” del programma World Design Capital, un titolo che non ha precedenti nella storia e che viene accolto come grande occasione per disegnare nuove vie di sviluppo per il territorio. L’esperienza torinese costituirà il modello di riferimento per le successive nomine e verrà attentamente seguita e osservata dalle città candidate alla prossima competizione per il 2010, perché servirà a tracciare le linee guida per la formulazione delle loro strategie.

La sede del Comitato Organizzatore di Torino 2008 World Design Capital è lo SNOS, il multispazio innovativo tecnologico sorto sugli stabilimenti delle ex Officine Savigliano di Corso Mortara 4 a Torino. Oggi SNOS è acronimo di “Spazi per Nuove Opportunità di Sviluppo” ed è il nome della società nata dalla collaborazione tra Finpiemonte e Impresa Rosso. La tradizione continua, ma aggiornata alle esigenze del nuovo millennio.

Da Torino Italia Vera su Second Life

Riparte da Torino la creazione dell’Italia.

 

Italia vera è la più grande iniziativa virtuale attualmente presente in Second Life. L’ambizioso progetto si articola su 24 sim, terraformate con un programma satellitare, rappresentanti ogni regione italiana dalle Alpi a Pantelleria. A queste è previsto inoltre che si aggiungano altre sim “confederate”.

 

Il progetto è realizzato dal Gruppo Gnosys, azienda torinese focalizzata nel campo della sicurezza informatica. Il centro storico di ogni capoluogo di regione verrà ricreato in 3D sopra all’Italia.

 

Sette imprese volano negli USA con il GAP

“Senza il Programma GAP non avrei mai aperto una sede negli Stati Uniti”. Alberto dal Poz, Amministratore Delegato della CO.MEC. S.r.l., azienda di componentistica meccanica di precisione, ha partecipato al GAP nel 2005 e con soddisfazione può affermare di aver internazionalizzato il proprio business, addirittura aprendo a febbraio 2007 la CO.MEC. USA, Inc. con sede a Brighton, a due passi da Detroit nel Michigan. Si tratta di un ufficio commerciale che secondo un articolato piano di sviluppo elaborato durante il GAP evolverà anche in sito produttivo su diverse linee di produzione, a sei, 12 e 18 mesi.

“CO.MEC. ha sviluppato nel corso degli anni una tecnologia di produzione meccanica molto particolare e innovativa, tecnologia che negli USA non è facilmente reperibile – aggiunge Dal Poz. Il Global Access Program è stato la spinta decisiva, la conferma che cercavo per fare il passo oltreoceano. Grazie a GAP ho avuto importanti riscontri sul mercato potenziale per questa tecnologia, sul contesto competitivo e, non ultimo, ho rafforzato
il Network negli Stati Uniti”.

Forti di questa esperienza e con la speranza di emularla, Bosco Italia, Dott. Gallina, Gozzo Impianti, Sabelt, SDProget, Sepa e Tauring sono in partenza per Los Angeles dove, grazie al GAP, il management sarà affiancato da un gruppo di professionisti per sviluppare una strategia internazionale, articolata in un business plan e giudicata da un comitato di valutazione di Venture Capitalist internazionali.

Durante i sei mesi di programma, le PMI piemontesi diventano il caso concreto di studio degli studenti del Fully Employed Master in Business Administration (FEMBA) dell’Anderson School of Management della University of California (UCLA).
Ciascuna PMI è analizzata da un team che lavora per eseguire ricerche di mercato, studi di settore ed in particolare sulla competitività dei concorrenti, fino allo sviluppo del business
plan per l’impresa. Ogni PMI è seguita inoltre da un “mentor” – uno studente italiano laureato in ingegneria gestionale e con un master di secondo livello o un Ph.D. selezionato da Torino Wireless e dall’Istituto Superiore Mario Boella – che frequenta il corso di MBA con il compito di supportare il management dell’azienda e facilitare l’interazione tra le diverse culture.

Grazie al GAP, le PMI ricevono un dettagliato piano di business volto, ad esempio, al lancio di un prodotto sul mercato americano, alla costruzione di una rete di vendita, o anche alla creazione di uno spin-off. Inoltre, le aziende hanno anche la possibilità di apprendere una rigorosa metodologia di crescita aziendale e utilizzare approcci commerciali propri del
mercato statunitense, grazie alle approfondite ricerche di mercato e alla partecipazione a fiere e incontri diretti.

Il GAP è stato premiato dal Financial Times come il miglior Programma Imprenditoriale in business school per quattro anni consecutivi: dal 2002 al 2005. Il valore della partecipazione di una singola azienda, pari a € 45.000, è coperto da Torino Wireless e dagli altri partner del Progetto: la Camera di commercio di Torino, l’Associazione Piccole e Medie Imprese Torino, l’Unione Industriale di Torino, le Aziende Meccaniche Meccatroniche Associate (AMMA). Anche il Centro Estero per l’Internazionalizzazione Piemontese (CEIP) è coinvolto nel programma con un ruolo di supporto per la messa in pratica del piano. Il costo degli “studenti italiani” è affrontato invece dall’Istituto Superiore Mario Boella.

Il Progetto GAP si inserisce, inoltre, nell’ambito delle attività di internazionalizzazione del sistema Piemonte del Progetto THINK UP, promosso dalla Camera di commercio di Torino in collaborazione con la Regione Piemonte. Per dare seguito al Programma e massimizzarne l’efficacia, la Fondazione Torino Wireless ha predisposto, a partire dal 2006, un’attività di supporto alle imprese nell’esecuzione del piano e un intenso lavoro di networking per mantenere i contatti fra le imprese e delle imprese con la Anderson School e il suo network. Questo si concretizza nel GAP Club, una extended business family, ovvero un gruppo di imprenditori che condivide esperienze e soprattutto business.

Periodicamente gli imprenditori prendono parte a incontri informali, attraverso i
quali possono aggiornarsi sullo stato di avanzamento delle attività e sulle nuove proposte, oltre a entrare in contatto con le altre aziende del Club per eventuali collaborazioni.
Inoltre, a partire dal mese di maggio, gli imprenditori selezionati per il GAP hanno iniziato a frequentare i seminari di approfondimento su tematiche di technology management
e product innovation, sviluppo di business plan, fondamenti di industry analysis e market assessment, accounting and finance.
I corsi sono organizzati da Torino Wireless, ISMB, Politecnico di Torino, Camera di commercio di Torino, Centro Estero per l’Internazionalizzazione Piemontese (CEIP), Consorzio Piemontese di formazione per il commercio estero e dalla Anderson School con l’obiettivo di preparare gli imprenditori al programma e massimizzarne così l’efficacia.
Inoltre, per agevolare gli imprenditori nel dialogo in primo luogo con il team e quindi con venture capital, potenziali clienti o partner, è previsto un percorso formativo linguistico,
articolato in 4 giornate, che prevede momenti di public speaking, effective presentation, e negotiation con focus specifico sulle caratteristiche peculiari che la comunicazione
deve avere per essere efficace con un partner americano.

LE AZIENDE PARTECIPANTI AL GAP 2007
Bosco Italia
Società per azioni che opera da 30 anni nel settore del controllo del rumore, progettando e realizzando prodotti e servizi sui mercati dell’acustica per l’industria, l’acustica per infrastrutture e l’acustica civile.

Dott. Gallina
Fondata nel 1960, l’Industria Materie Plastiche dott. Gallina Srl è attiva nella produzione di prodotti termoplastici, estrusi e coestrusi di alta qualità per il settore edile, automobilistico e industriale, dove è in grado di soddisfare le specifiche più severe.

Gozzo Impianti
L’azienda si caratterizza per una struttura tecnico organizzativa completa e all’avanguardia, che le permette di proporsi come general contractor per gli impianti e le opere di finitura in qualunque tipo di edificio, seguendo il cliente dalla progettazione alla costruzione al collaudo.

Sabelt
L’azienda opera dal 1972 nel settore dell’automobilismo e in generale del racing come marchio leader nel mondo nello studio, nello sviluppo e nella produzione di cinture di sicurezza da competizione. Un’esperienza tecnica portata avanti grazie al proprio sofisticato laboratorio, che ha permesso a Sabelt di conquistare il mercato europeo delle cinture di sicurezza per seggiolini per bambini.

SDProget
SDProget Industrial Software è azienda leader nella produzione di software specialistico per il settore elettrotecnico, con prodotti dedicati alla progettazione elettrica che soddisfano tecnicamente i settori dell’automazione industriale, del cablaggio e dell’impiantistica elettrica.

Sepa
Fondata nel 1976, Sepa S.p.A. progetta e realizza sistemi elettronici di controllo e monitoraggio per applicazioni ferroviarie, civili e aerospaziali. Grazie a ingenti investimenti in R&S ha creato una gamma di sensori che trovano applicazioni nel rilevamento qualità aria, rilevamento radioattività, rilevamento satellitare deformazioni del territorio e delle
infrastrutture civili. Sepa partecipa ai principali progetti europei legati alla realizzazione del Sistema Satellitare Galileo.

Tauring
L’azienda è attiva nel settore delle macchine per la carpenteria, dove progetta e costruisce macchine per la curvatura in automatico di qualsiasi tipo di tubo o profilato in
tridimensionale, sia esso in alluminio, ferro o ottone. La gamma di curvatrici Tauring comprende macchine per grossa carpenteria e calandre per lamiera.

Il wi-fi nelle stazioni piemontesi

Far fronte al digital divide che esiste sul territorio piemontese e che limita la diffusione e la socializzazione di servizi anche primari, con la diffusione delle ICTs come strumento di sviluppo per favorire la partecipazione, la decisionalità e lo scambio di informazioni.
L’impegno che la Regione Piemonte, attraverso il Programma WI-PIE, sta portando avanti da tempo per ottenere sul proprio territorio una diffusa disponibilità di larga banda è il punto di partenza per la sperimentazione di WI-FI Stazioni Piemonte, un progetto per l’offerta di servizi di accesso a Internet per mezzo di Hot Spot WI-FI collocati presso le stazioni ferroviarie. Nella fase sperimentale sono quattro le stazioni dalle quali si potrà navigare liberamente su Internet in modalità wireless: Torino (Porta Nuova), Chivasso, Alessandria e Novara. Il progetto della Regione Piemonte e di TSF Tele Sistemi Ferroviari (Gruppo Almaviva) mira inoltre alla riqualificazione e valorizzazione delle stazioni piemontesi.

A siglare il Memorandum of Understanding sono intervenuti l’assessore alle Politiche per l’Innovazione della Regione Piemonte, Andrea Bairati e l’amministratore delegato di T.S.F. – Tele Sistemi Ferroviari, Giuseppe Carrella.
Con la firma del Protocollo, TSF si impegna a installare apparati WI-FI in quattro stazioni piemontesi, che fanno rispettivamente capo alle società Grandi Stazioni (Torino Porta Nuova), Cento Stazioni (Alessandria e Novara) e RFI (Chivasso) e a realizzare, a suo carico e senza alcun onere per la Regione Piemonte, la sperimentazione WI-FI. Il servizio sarà gratuito per tutto il periodo della sperimentazione. L’utente dovrà autenticarsi tramire numero di cellulare o dati anagrafici al centro servizi che sarà attivato da Tsf.

La Regione Piemonte si impegna invece a garantire, per la durata della sperimentazione, la connettività a larga banda per mezzo della rete regionale WI-PIE. TSF si avvale di partner altamente qualificati presenti sul territorio piemontese come Alpitel (infrastrutture), Soloinrete (sistemi di autenticazione), Templar (rapporti con le istituzioni e project management), mentre il Consorzio TOP-IX fornirà la connettività per la Regione Piemonte. Nel corso della durata della sperimentazione, se si verificheranno favorevoli condizioni di realizzabilità, verrà inoltre valutata la successiva estensione del servizio a ulteriori siti. Il periodo concordato per la sperimentazione avrà una durata di 12 mesi, al termine dei quali TSF produrrà uno studio finale per valutare i benefici risultanti dalla sperimentazione.
Come ha sottolineato l’assessore Bairati: “L’economia della partecipazione e della conoscenza presuppone l’accesso alle informazioni e la loro condivisione. In quest’ottica garantire l’accesso WI-FI nelle stazioni piemontesi si inquadra in un più ampio programma strategico che mira a fornire le infrastrutture necessarie e adeguate per una libera e sempre maggiore circolazione di contenuti e servizi. La fase di sperimentazione a cui Regione Piemonte e TSF daranno vita punterà, quindi, a rimuovere, in modo operativo, tutti i possibili ostacoli tecnologici e a individuare le migliori soluzioni in vista di una possibile estensione dell’iniziativa sull’intero territorio regionale. In particolare, la partecipazione degli utenti e il loro riscontro costituirà il vero banco di prova della sperimentazione stessa.”

“Le stazioni non sono solo luoghi da attraversare frettolosamente per cominciare o finire un viaggio. La filosofia di TSF – ha commentato l’amministratore delegato di T.S.F, Giuseppe Carrella – è quella di creare spazi di ritrovo ed intrattenimento per una clientela costituita non solo da viaggiatori. Luoghi dove ricreare quel clima di convivialità tipico delle piazze italiane, con negozi, caffè e spazi dove poter sostare e parlare con gli altri. Ed è proprio seguendo questa visione che la Regione Piemonte e TSF hanno dato vita alla sperimentazione WI-FI Stazioni Piemonte atta alla valorizzazione delle Stazioni Piemontesi per mezzo della connettività WI-FI facendo si che queste siano sempre più corredate di attività e servizi associati per poter diventare finalmente un punto di riferimento per tutti i cittadini e non solo per coloro che viaggiano.”