Emanuela Minucci su Lastampa.it

Non sarà il Guggenheim, ma poco ci manca. Certo è che la stretta di mano fra il sindaco Chiamparino e l’amministratore delegato di Rfi Mauro Moretti (ieri a Roma) se sarà seguita da un accordo nero su bianco, sancisce la nascita di un nuovo, cruciale trampolino per la città: dal punto di vista culturale, turistico ed economico.

Il tutto grazie all’intervento della Fondazione Crt, che ha puntato fondi freschi (si parla di 55 milioni di euro) sull’intera operazione. Come? Proponendo a Rfi di comprare i muri delle Ogr, le ex Officine Grandi Riparazioni che si affacciano su corso Castelfidardo, nel cuore di Spina 2. Un modo per poter finalmente disporre di quel duomo dell’archeologia industriale e trasformarlo nel più completo e moderno polo dell’arte contemporanea di Torino e inserirlo nel circuito delle eccellenze europee dell’arte. «La Fondazione Crt – spiega l’assessore all’Urbanistica Mario Viano, che ha accompagnato il sindaco nella sua missione romana – ha fatto un’offerta economica che a Roma hanno ritenuto molto interessante. Ora non restano che da approfondire alcuni aspetti tecnico-procedurali, ma la strada è spianata». Soddisfatto il primo cittadino che ha commentato: «speriamo che l’affare vada in porto, quando sono in gioco cifre del genere il condizionale è d’obbligo». E anche l’assessore alla Cultura Fiorenzo Alfieri, che da anni ormai punta su questo gioiello dell’architettura industriale torinese per trasformarlo in roccaforte dell’arte contemporanea in cui Torino già eccelle, ieri si è rallegrato della notizia.

«La Crt si è detta disponibile ad acquisire l’immobile – ha continuato Viano – per traslocare fra quei muri tutte le sue collezioni di arte contemporanea. La Città farà il resto, completando l’allestimento del museo con la Gam e il resto del sistema di arte contemporanea». Un progetto di grandissimo respiro, dunque, che fra l’altro non pone nemmeno un problema dal punto di vista delle varianti urbanistiche necessarie alla metamorfosi della struttura: «Dal momento che se ne ricaverà un museo – ha aggiunto Viano – e il museo è un servizio pubblico, non c’è quindi alcun bisogno di cambiare il piano regolatore». Non è la prima volta che si pensa di trasferire nelle Ogr parte della Gam o comunque trasformarle in un polo dell’arte contemporanea. Fra le ultime suggestioni c’era anche quella di allestire nelle Ogr la seconda sede italiana (dopo Venezia) del Guggenheim Museum. Adesso però, anche se non si tratta del prestigioso museo newyorkese, è arrivata la vera svolta. Un bel passo avanti rispetto all’ultimo accordo, che risale all’agosto scorso, quando Comune e Ferrovie firmarono l’agognato patto sul cosiddetto «Duomo», l’edificio a forma di «H» che è il più pregevole manufatto architettonico delle ex Ogr. Il fiore all’occhiello di Spina 2 venne ceduto in comodato gratuito a Palazzo civico per 30 anni. In quella data Palazzo Civico annunciò pure il primo progetto di utilizzo di parte della struttura, che prevedeva lavori «leggeri» di sistemazione, da 500 mila euro.

Se l’intervento sarà confermato, la pregiata architettura potrà essere aperta al pubblico, inaugurandone la vocazione espositiva. A giugno 2008 (anche questo dovrebbe essere un appuntamento confermato) le Ogr accoglieranno una grande mostra sulle trasformazioni della città, in occasione del congresso mondiale degli architetti. Quando sarà conclusa tutta l’operazione? «Ci auguriamo entro il 2010 – ha concluso ieri Viano – un anno in anticipo rispetto alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia».

Il programma di Mondobit 2007

mondobit2007.gifAl via lunedì 1 ottobre l’ottava edizione di MONDOBIT, la tradizionale rassegna culturale annuale di divulgazione scientifica organizzata dall’Istituto Superiore Mario Boella in collaborazione con i Soci Fondatori Compagnia di San Paolo e Politecnico di Torino, i Soci Ordinari Motorola, SKF, STMicroelectronics, Telecom Italia, e l’Associazione CentroScienza Onlus.

Quattro conferenze in programma dal 1 al 22 ottobre permetteranno al grande pubblico di entrare in contatto con le applicazioni tecnologiche più innovative in grado di rendere la nostra vita quotidiana più sicura, più comoda e, perché no, anche più allegra. Diverse le tematiche che verranno affrontate nel corso delle conferenze: si passerà, infatti, dai temi più attesi dal grande pubblico come l’evoluzione della Rete e la musica digitale, a quelli più futuribili, quali i robot e gli aerei più all’avanguardia.

Ancora una volta esperti del settore, uomini d’impresa, universitari e ricercatori si incontreranno a MONDOBIT 2007 per discutere e confrontarsi sui risultati e sugli effetti legati alla tecnologia, oggi sempre più presente nel nostro vivere quotidiano.

MONDOBIT si inserisce all’interno degli obiettivi di ISMB, che mira a promuovere la ricerca applicata nel settore delle ICT, stimolando l’apporto e l’incontro di soggetti knowledge-intensive a livello locale, nazionale ed internazionale con l’obiettivo di proiettare il sistema socio-economico dell’area torinese in una prospettiva internazionale.

Lunedì 1 ottobre MONDOBIT 2007 aprirà ufficialmente con la conferenza “LA NOSTRA SECONDA VITA SU INTERNET. I nuovi modelli di democrazia globale” che si terrà dalle ore 18:30 alle 19:30 nella Sala Conferenze presso la Galleria D’Arte Moderna di Torino. Silvano Giorcelli, Direttore Generale di Top-IX (acronimo di Turin Piedmont Internet Exchange) e Marco Mezzalama, Ordinario di Sistemi di Elaborazione al Politecnico di Torino, affronteranno il tema della Rete, ormai considerata un mondo parallelo alla vita reale, attraverso l’analisi di alcuni siti di successo come Wikipedia, You Tube e Second Life. Riusciremo ancora a distinguere la realtà “vera” da quella virtuale, il bene o il male reali da quelli virtuali?

Lunedì 8 ottobre sarà la volta di “AEREI INTELLIGENTI. Avionica avanzata e idrogeno per volare nel futuro””, conferenza a cura di Maurizio Cheli, astronauta e Pilota collaudatore che è stato insignito della medaglia d’argento al valore aeronautico. Al centro dell’incontro le ultime novità tecnologiche nel settore dell’avionica all’insegna di un maggiore rispetto nei confronti dell’ambiente. Un’analisi approfondita sugli obiettivi che orientano la ricerca e lo sviluppo della futura generazione di aerei.

“Androidi, essere coscienti o macchine? L’etica dei robot”. È questo il tema centrale del terzo incontro al quale interverrà Giancarlo Genta, attualmente coordinatore del Dottorato di Ricerca in Meccatronica presso il Politecnico di Torino. Nel corso della conferenza si cercherà di fare il punto della situazione nel settore della robotica, scoprendo robot che giocano a calcio, che affiancano la Protezione Civile, che assistono anziani e molto altro ancora. I robot potranno mai diventare esseri coscienti?

A concludere il ciclo di conferenze, lunedì 22 ottobre “MUSICA PER LE TUE ORECCHIE. Tra MP3 e Alta Fedeltà”. Giovanni Cordoni, Redattore capo de “L’Enciclopedia della Radio”, Madaski, musicista degli Africa Unite e Domenico Simonetti, grande esperto di elettronica e Hi-Fi spiegheranno come la musica si è evoluta nel corso degli anni e come è cambiato il modo di viverla.

Tutte le quattro conferenze si terranno presso la Sala Conferenze della Galleria d’Arte Moderna di Torino, in corso Galileo Ferraris 30, dalle ore 18:30 alle 19:30. L’ingresso è libero.

La brochure di Mondobit 2007

La Notte dei ricercatori 2007 tutti gli eventi in programma

nottericercatori.jpgAnche quest’anno la scienza farà festa: Il 28 settembre, dalle 16 alle 24, Torino, Vercelli, Biella e Alessandria ospiteranno la seconda edizione della Notte dei Ricercatori, un appuntamento con il mondo della ricerca nato dalla collaborazione tra enti piemontesi attivi sul fronte della ricerca e dell’innovazione, dell’istruzione e del sostegno alle imprese.

L’iniziativa, che si svolgerà contemporaneamente in tutt’Europa toccando non solo gli Stati membri ma anche alcuni degli Stati associati come Turchia e Israele, è promossa e coordinata dalla Commissione europea. Il Piemonte non è l’unica regione italiana che il 28 settembre festeggerà i ricercatori: altre
manifestazioni si svolgeranno a Bari, Frascati e Napoli.

La Notte dei Ricercatori riproporrà a giovani e meno giovani un’occasione unica per avvicinarsi in modo diverso alla ricerca e alle scienze: le quattro città piemontesi si stanno infatti preparando al meglio per offrire ai cittadini una serata all’insegna di esperimenti scientifici, giochi interattivi e spettacoli teatrali che si avvicenderanno a conferenze divulgative e a proiezioni di filmati multimediali.

A Torino, oltre alle tante iniziative in piazza, saranno organizzate anche visite gratuite all’Osservatorio e al Planetario. Alcuni musei scientifici, inoltre, prolungheranno l’orario di apertura e si celebrerà l’Anno Internazionale di Eliofisica con due mostre dal titolo “Nel fuoco del sole” e “Esplorare le strade del cielo”, interamente dedicate allo Spazio e al fascino che da sempre esercita sull’uomo.

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Torino si ricordano i 10 anni dei blog

Via Vittorio Pasteris

Per ricordare i 10 anni dei weblog, la Fondazione Esperienze di Cultura Metropolitana, Biblioteca Multimediale – Osservatorio Scrittura Mutante, la Città di Settimo Torinese e la Regione Piemonte hanno organizzato un incontro dal titolo “10 anni di blog – Vizi e virtù di uno strumento che ha rivoluzionato il mondo dell’informazione e dell’editoria”, che si svolgerà domenica 30 settembre 2007, dalle ore 15 nel cortile del Teatro Regio in Piazza Castello a Torino.

Gabriele Beccaria intervista Federico Faggin

Negli Stati Uniti è famoso come Guglielmo Marconi ed Enrico Fermi e lo considerano parte di una triade di geni italici. Da noi è meno celebre (c’è da stupirsi?), anche se ogni tanto lo premiano con una laurea honoris causa. E’ successo ieri, quando Federico Faggin – l’inventore del microchip – è stato dichiarato dottore in ingegneria elettronica dall’Università di Pavia.

Una laurea è il minimo per lui che, nel 1971, ha inaugurato l’era digitale: di questi tempi, ogni anno, si mormora che sarebbe il personaggio ideale per il Nobel. «Io? Di sicuro sarò l’ultimo a saperlo!», esclama, subito dopo la lezione su «Innovazione e prosperità economica».

«Questa è la terza, dopo Milano e Roma. Ma la prima, in fisica, me la sono guadagnata a Padova, studiando». Era il 1965 e adesso, che ha 66 anni, è difficile guardarlo senza provare ammirazione e imbarazzo. Il cervello che non dovevamo perdere è lui, il Bill Gates dell’hardware, il creativo senza il quale il fondatore della Microsoft non avrebbe avuto nulla da creare. Senza l’«hard», come si fa a immaginare il software?

«E’ vero che vivo in California da anni, ma ho fatto qualcosa che si è riversato dappertutto». Però il microprocessore l’ha ideato per l’americana Intel, o no? «Vero. In Italia non avrei mai potuto svilupparlo. In California cominciò una reazione a catena. Lì ci sono gli stimoli appropriati: ho scoperto il lavoro di squadra. E fu una rivelazione».

L’anno era il ‘68 e da quel momento Faggin ha lavorato e sognato (e aperto società hi tech) a Palo Alto, uno dei neuroni della Silicon Valley. Di là intravede un’Italia quasi immutabile, perfino peggiorata. «In 30 anni le aziende di elettronica avanzata sono scomparse una dopo l’altra. E’ rimasta la St Microelectronics, che però dà lavoro a molti cervelli».

Che consiglio vuol dare per impedire che i nuovi Faggin fuggano nei laboratori d’America e d’Asia? «Si deve partire dai settori che funzionano e poi rafforzarli – risponde -. Nel mondo globale è impossibile eccellere in tutto». Ed è anche impossibile non pensare che il neo-dottore stia fantasticando un’altra invenzione. «Certo! Ho un’idea. Se la realizzo, lo saprete. Altrimenti faccio finta di niente».

La lezione, naturalmente, non ha violato segreti. In realtà è stata preziosa. Ha dissezionato il processo che continua a fare di Silicon Valley un paradiso dell’innovazione: «Scienziati, inventori e ingegneri sanno unire le loro forze con gli imprenditori, i manager e il “venture capitalism” per dare vita a nuove intuizioni e portarle sul mercato». Più che a un processo tradizionale si è di fronte alle meraviglie di un salto quantico, dove fenomeni molteplici avvengono in contemporanea e sono indistinguibili uno dall’altro. Poi, in privato, con un altro balzo vertiginoso spalanca il futuro dei microchip. «Ci avviciniamo al loro limite fisico. Oggi i transistor, che sono contenuti nei microchip, hanno dimensioni di 32 nanometri e scenderemo a 10 e poi a 5, fino ad arrivare a un limite evidente: la natura corpuscolare della materia. Se ho a che fare con un elettrone, che è 10 mila volte più piccolo di un atomo, dove posso ancora spingermi?».

Sono passati 36 anni dal suo primo microchip ed è come paragonare le prestazioni di un carretto con quelle di un Tornado. «La tecnica è la stessa, la velocità no! Il mio era capace di 65 mila operazioni al secondo, oggi si toccano i 200 miliardi al secondo». E la prossima rivoluzione si avvicina. «Si testano tecniche nuove di “storage”, cioè di immagazzinamento della memoria, che però non sono ancora del tutto chiare. Siamo nella stessa situazione dei matematici che alla vigilia della Seconda guerra mondiale immaginavano i computer. Avevano i relais, non i microchip».

Una strada – spiega – è quella dei computer quantici, che sfruttano le bizzarre proprietà degli atomi: «A differenza di ciò che avviene oggi, le operazioni sono indeterminate. Invece che 1 oppure 0, esistono sia 1 sia 0 allo stesso tempo. Per il nostro cervello è un rebus, eppure funziona. Così disporremo di potenze di calcolo enormi». Un’altra via ha a che fare con il nanotech. «I nanotubi di carbonio hanno caratteristiche elettroniche che permetteranno di realizzare transistor e superconduttori piccolissimi: si può immaginare di usare le molecole come bit di memoria!».

E’ evidente che il ricercatore-inventore-imprenditore dice meno di quanto sa. Alla fine dà l’illusione di confidarsi con una previsione. «Come immagino il 2050? I computer saranno diventati protesi: ci porteremo addosso memorie precisissime e avremo accesso in ogni istante a un rete tipo Internet, ma più intelligente. Dovremo aver bypassato gli strumenti standard, come le mani, attuando il “computer pensiero”. Chip e biologia, finalmente, staranno insieme».

Un torinese a capo del colosso Acer

Emanuela Minucci su Lastampa.it 

Che c’entra Acer, la società taiwanese seconda produttrice mondiale di notes-book e quarta di personal computer, con Torino? E che c’entra Madrid? C’entrano, eccome. Perché il destino di Acer – fatturato annuo di 20 miliardi di dollari – che in questo fine settimana ha festeggiato nella capitale spagnola l’acquisizione di Gateway (per 710 milioni di dollari) è nelle mani di un manager torinese: il presidente mondiale del gruppo taiwanese si chiama Gianfranco Lanci ha 53 anni, due figli ormai laureati, e una passione sfrenata – tipicamente sabauda – per il proprio lavoro. Con i cinesi ha in comune solo il taglio degli occhi (vagamente a mandorla) e l’abitudine a lavorare 14 ore al giorno. Ma tanto basta: hanno scelto lui, perchè, come concordavano tutti a Madrid in questi giorni, «ha la vision» del mercato.

Allora presidente, lo sa che in Italia Acer viene pronunciata «eiser» e nessuno penserebbero mai e poi mai che il suo presidente sia nato e vissuto per anni a Torino?
«Certo che lo so. Dicono tutti “eiser”, e invece Acer è un nome latino, vuol dire acero, semplicemente. Ed è stato scelto per due ragioni: perché l’acero è considerato un albero dalla vita eterna e poi perché cominciava per a, che è sempre una buona cosa per un’azienda quotata in Borsa…

E lei perché è stato scelto fra tanti?
«Diciamo che sin da quando lavoravo per la Texas Instruments al centro Pier della Francesca di corso Svizzera, mi sono dedicato anima e corpo a quello che facevo: all’epoca mi occupavo di “notebook” e ci ho creduto da subito come vero prodotto del futuro. Poi nel 1983 Texas venne assorbita da Acer e la mia carriera continuò nell’azienda di Taiwan».

Fu allora che abbandonò Torino.
«Sì, a malincuore. Mi trasferii a Milano per diventare il responsabile dell’area europea. Ma la mia famiglia rimase a Torino. Ed è per questo che faccio il pendolare, tutte le settimane».

E come trova la città? Non ha mai pensato di trasferire Acer sotto la Mole? Il sindaco Chiamparino gliene sarebbe grato…
«Eh, non sarebbe male, purtroppo però tutti i nostri clienti sono a Milano. Il punto non è spostare l’azienda. Ma è muovere i clienti che diventa dura…».

Con Torino quindi, niente joint venture?
«Come no? E’ però presto per parlarne. Ho preso contatti con il Politecnico e non posso parlarvene prima di capire come e quando chiuderemo la faccenda».

Le piacerebbe l’idea di trasferire un pezzo di ricerca di Acer nella nuova cittadella della Scienza e della Salute che in futuro nasceranno a Torino?
«E’ un progetto ancora troppo lontano. Certo che l’idea del polo d’eccellenza è attraente, uno dei motivi per cui abbiamo contattato il Poli è proprio questo: puntare sulla formazione dei neo-laureati».

Come trova Torino in questi ultimi anni? La vede migliorata?
«Enormemente. Le Olimpiadi hanno davvero regalato una marcia in più alla città sia dal punto di vista culturale sia turistico. E poi mi piace tantissimo il fatto che la città non sia più Fiat-dipendente. Adesso è davvero una metropoli che può giocare su più tavoli. Certo però che i trasporti lasciano ancora davvero desiderare».

Si riferisce alla Torino-Milano?
«Sì certo, la odio e mi tocca farla spessissimo. Ma anche la situazione degli aeroporti è penosa. Adesso vogliono anche toglierci Malpensa, non la vedo molto bene: tutto il Nord in questo modo resta penalizzato».

Si avvicina la notte dei ricercatori

Il 28 settembre 2007, Torino, Vercelli, Biella e Alessandria ospitano la seconda edizione della Notte dei Ricercatori, un appuntamento con il mondo della ricerca nato dalla collaborazione tra enti piemontesi attivi sul fronte della ricerca e dell’innovazione, dell’istruzione, della divulgazione scientifica e del sostegno alle imprese. Tutti insieme con l’obiettivo di ricordare ai cittadini che se la qualità di vita migliora il merito è anche dei risultati della ricerca che, applicati alla vita quotidiana, permettono di progredire.

Capofila del progetto è l’Università degli Studi di Torino, in partenariato con Unioncamere Piemonte (coordinatore della comunicazione), Politecnico di Torino, Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, Istituto Superiore Mario Boella e CentroScienza Onlus.

L’iniziativa, che si svolgerà contemporaneamente in tutt’Europa toccando non solo gli Stati membri ma anche alcuni degli Stati associati come Turchia e Israele, è promossa e coordinata dalla Commissione europea nell’ambito del VII Programma Quadro Europeo di Ricerca e Sviluppo Tecnologico per sensibilizzare il pubblico sul ruolo dei ricercatori nella società.

La notte dei ricercatori 2007 – logo completo La Notte dei Ricercatori riproporrà a giovani e meno giovani un’occasione unica per avvicinarsi in modo semplice e diverso ai più recenti campi d’applicazione della ricerca, per giocare e riportare alla luce un’antica passione della nostra regione per le scienze. Le quattro città piemontesi si stanno infatti preparando al meglio per offrire ai cittadini una serata all’insegna di esperimenti scientifici, giochi interattivi e spettacoli teatrali che si avvicenderanno a conferenze divulgative e a proiezioni di filmati multimediali.

L’evento a Torino propone diverse iniziative a partire già dalla mattinata con il Convegno “Donne, ricerca impresa. Innovazione e nuove progettualità” presso il Centro Convegni Torino Incontra e con la “Maratona della Ricerca” organizzata dal CNR in collaborazione con la Circoscrizione 10.

A partire dalle 16.00 in Piazza Vittorio Veneto aprono gli stand che proporranno una “Caccia al tesoro” per i più piccoli, un torneo a squadre, esperimenti, informazione, interazione, esperienze scientifiche e gastronomiche. Presso la Fondazione Eni Enrico Mattei – via Po, 53 – si svolge invece la competizione di disegno per le scuole primarie “Disegna un Ricercatore”. I disegni premiati verranno pubblicati sul sito di Torinoscienza.

L’Osservatorio Astronomico di Pino Torinese e l’Archivio di Stato propongono l’inaugurazione di due mostre presso la sede dell’Archivio di via Piave 21: “Nel fuoco del sole” e “Esplorare le strade del cielo. Dal passato al presente”.

Alle 18.30 presso il Museo Nazionale del Cinema sono di scena i “Caffé della Scienza e dell’Innovazione”. In chiusura della giornata, alle 21.00 al Teatro Gobetti, Via Rossini 12, lo spettacolo gratuito “Isaac Newton: a Matter of Gravity” con Peter Joyce nel ruolo di Newton; alle 21.15 in Piazza Vittorio Veneto il Concerto del Gruppo Jazz – dell’ Associazione per le attività musicali degli studenti universitari del Piemonte diretto da Gian Luigi Panattoni.

Il Museo di Anatomia Umana “L. Rolando” – corso Massimo D’Azeglio, 52, il Museo della Frutta – via Pietro Giuria, 15, e il Museo Regionale di Scienze Naturali – via Giolitti, 36, saranno aperti sino a mezzanotte.

Il sito della notte dei ricercatori 

Bruce Sterling a Torino

Come sarà il nostro futuro? quali forme avranno gli oggetti di domani? quali delle tendenze economiche attuali prevarranno? A queste domande propone una risposta Bruce Sterling, scrittore di fantascienza con un libro visionario “La Forma del Futuro” edito da Apogeo. Un saggio dedicato agli sviluppi del design postindustriale che sviluppa i concetti-chiave anticipati da Sterling nel libro precedente Tomorrow Now e che descrive le modalità contemporanee di dare forma alle cose, agli oggetti (titolo originale Shaping Things).

Sterling prospetta un’ulteriore evoluzione di ciò che oggi chiamiamo web 2.0. Fenomeni come il social-networking e la Radio Frequency IDentification (RFID) stanno dando vita a una nuova internet delle cose, che qualcuno ha già battezzato come web 3.0. Una visione che indica un design di “interazione conversazionale” e parla di una cambiamento epocale: quello dal gingillo tecnologico all’oggetto-SPIME (neologismo di Sterling che unisce SPACE + TIME) e quella parallela dal destinatario-utente all’intermediario: l’oggetto partecipato. Cioè i blobjects, gli spime, gli arphids, i nomi degli oggetti del presente e del prossimo futuro.

La presentazione del libro “La Forma del Futuro” di Bruce Sterling si svolgerà giovedì 27 settembre alle ore 18.00 presso il Circolo dei Lettori, Via Bogino 19, Torino. All’incontro interverranno lo stesso Bruce Sterling, Andrea Bairati (Assessore all’Università, Ricerca , Innovazione e Internazionalizzazione della Regione Piemonte), Luca De Biase (direttore di Nòva 24 /Il Sole 24Ore), Claudio Germak (Politecnico di Torino – Word Design Capital Torino 2008) . Moderano Simona Lodi e Chiara Garibaldi (direzione Share Festival).

A Torino nasce la carrozzina multifunzionale

La carrozzina B-Free Multifunction è un prodotto rivoluzionario sia dal punto di vista estetico sia da quello funzionale. Concepita come un vero e proprio oggetto di design è bella da vedere, pratica da usare e pensata per la massima autonomia.

Il progetto nasce dall’intuito di un giovane designer e imprenditore, egli stesso in carrozzina, che alla luce della propria esperienza personale e professionale ha saputo reinterpretare le esigenze delle persone diversamente abili.

Il valore intrinseco del prodotto è la multifunzionalità, in quanto al modello base è possibile aggiungere con facilità diversi accessori, come il sistema di scampanatura delle ruote posteriori indispensabile per giocare a tennis, la ruota antiribaltamento, le ruote tassellate per lo sterrato e quelle specifiche da spiaggia.

Telaio pieghevole, superleggero in alluminio
Parafanghi in carbonio ad alta efficienza
Pedane il lexan trasparente o in carbonio
Sistema multiregolazione ruote anteriori e posteriori

La carrozzina B-Free ha un design accattivante ed è altamente personalizzabile, oltre ai 4 allestimenti B-Free Beach, B-Free 4X4 e B-Free Sport, permette di scegliere fra diversi colori e modelli di cerchioni.

Innovazione, indipendenza, multifunzionalità sono i valori che accomunano il prodotto B-Free Multifunction e l’azienda Able che lo produce. Danilo Ragona, giovane e brillante Industrial designer diplomato presso lo IED di Torino, è diventato imprenditore per dare vita all’intero progetto ed esprimere un punto di vista fortemente evolutivo sul mondo delle diverse abilità. Attraverso un approccio di sdrammatizzazione e demedicalizzazione, è arrivato a concepire la carrozzina come un oggetto di design personale, piacevole, mirato a migliorare la qualità della vita.

Torino, Vercelli, Novara, Milano, Pavia, Alessandria, Asti, Torino in treno come fosse una metro

Maurizio Tropeano su La Stampa

La licenza per la società di trasporto è la numero 47. Ed è stata rilasciata il 6 luglio scorso dal ministero dei Trasporti alla ArenaWays, società privata formata da un pool di imprenditori piemontesi che ha deciso di investire, per iniziare, 50 milioni. In queste settimane, sempre da Roma, dovrebbe arrivare il titolo autorizzatorio, certificato necessario per la nascita dell’impresa e avviare così le procedure per la selezione e formazione del personale. Un percorso che richiede circa 18 mesi di lavoro. Poi nell’aprile del 2009 partirà il pre-esercizio. Le corse passeggeri inizieranno a settembre sul tracciato circolare Torino-Vercelli-Novara-Milano-Pavia-Alessandria-Asti-Torino. In tutto 343 chilometri su cui correranno 9 convogli.

La società privata ArenaWays farà concorrenza a Trenitalia – che continuerà a gestire il trasporto pubblico locale – su uno dei settori più difficili del mercato: il traffico locale. Un mercato con grandi potenzialità visto il malcontento dei pendolari. La concorrenza non avverrà tanto sul fattore prezzo – i soci di Arenaways contano di rientrare dall’investimento proprio grazie alla vendita di ticket e abbonamenti – quanto sul servizio alla clientela: sedili più comodi, tavoli per lavorare, possibilità di collegamenti per computer e telefonini. E poi assistenza a bordo potenziata e massima attenzione alla pulizia. Il servizio non sarà affidato a terzi ma gestito direttamente dall’azienda che, a regime, impiegherà 56 persone.

La scommessa di ArenaWays è quella di offrire un sistema di trasporto ferroviario quasi metropolitano: – ci sarà un treno ogni ora e il servizio dovrebbe coprire l’orario 5-24 – che fornisca un servizio di qualità ai pendolari, soprattutto su tratte lasciate scoperte o poco servite da Trenitalia. Il piano industriale si regge anche perché la compagnia punta ad abbattere alcuni dei costi fissi come, ad esempio, il servizio di biglietteria. I ticket non si potranno acquistare a terra ma solo via Internet o direttamente sui convogli dove saranno installati dei distributori automatici. I posti a sedere sono 240 con uno spazio vitale per il passeggero più ampio garantito dall’acquisto del nuovo materiale rotabile.

I convogli utilizzeranno binari e stazioni di proprietà di Rfi, naturalmente pagando l’affitto, a volte, come nel caso della stazione di Torino Dora, utilizzano scali quasi dimenticati. Dora, ad esempio, diventerà un nodo importante per l’interscambio con il collegamento ferroviario per Caselle. Sotto la Mole sono previste altre due fermate: Porta Susa e Lingotto. Poi i convogli viaggeranno in senso circolare toccando, per ora, le stazioni dei capoluoghi di provincia.
La base logistica della nuova compagnia ferroviaria sarà ad Alessandria dove esiste un numero consistente di binari e di spazi liberi da attrezzare. Anche le officine per la manutenzione e riparazione del materiale rotabile dovrebbero essere localizzate nell’alessandrino, fuori dal capoluogo in altri Comuni dove esistono ampi spazi serviti da rotaie.
L’obiettivo di ArenaWays è quello di partecipare, nel prossimo futuro, alle gare per l’assegnazione del trasporto pubblico locale indette dalla Regione. Gare che valgono 200 milioni di finanziamento pubblico all’anno.