Martedì 10 novembre a Napoli si svolgerà il quinto Working Capital Camp nel complesso dei SS. Marcellino e Festo. Alle 10.15 si terrà il primo round dell’elevator pitch, aperto a tutti. Chiunque abbia un progetto o un’idea imprenditoriale e pensi che Telecom Italia possa essere d’aiuto nella sua realizzazione, può partecipare all’elevator pitch preparando una presentazione della durata di 3 minuti, a cui seguiranno 3 minuti di domande e risposte.
Questo il programma dell’evento:
Alle 11.00 si aprirà la tavola rotonda “Dialogo sull’innovazione” moderata dal direttore de “Il Mattino”, Virman Cusenza, a cui prenderanno parte:
– Guido Trombetti, magnifico rettore Università di Napoli Federico II
– Carlo Borgomeo, presidente Fondazione per il Sud
– Luigi Nicolais, presidente del Comitato Nord-Sud di Confindustria e vicepresidente della Commissione
cultura, scienza e istruzione della Camera dei Deputati
– Paolo Russo, presidente della XIII Commissione della Camera dei Deputati
– Sandro Dionisi, direttore TiLab.Il secondo round dell’elevator pitch inizierà alle ore 14.30, subito dopo la pausa pranzo, e andrà avanti sino alle 19. Nel pomeriggio, dunque, saranno a disposizione dei partecipanti oltre quattro ore e mezza per la presentazione delle idee al comitato di valutazione del progetto Working Capital.
Categoria: Fare Impresa
Le piccole guidano l'innovazione
Stefano Manzocchi sul Sole 24 ore
Industria in Italia significa piccola impresa: prima della crisi, erano attive circa mezzo milione di piccole aziende industriali, che impiegavano 3,5 milioni di addetti, i tre quarti dell’occupazione manifatturiera. Le piccole imprese rappresentano il 50% delle imprese esportatrici (in termini di unità attive) e gli addetti all’estero delle piccole aziende sono passati dal 4 al 9% del totale dell’industria nel decennio prima della crisi.
La retorica dell’internazionalizzazione – perseguita da molte piccole in passato – è stato un abbaglio, alla luce della crisi? L’internazionalizzazione ha comportato investimenti e un impegno finanziario che hanno molto esposto le nostre piccole imprese manifatturiere alla recessione, tenuto conto anche dell’intermittente sostegno del sistema bancario italiano. Ma la scelta d’internazionalizzarsi ha portato anche indubbi benefici, in termini di proiezione verso i mercati più promettenti, e di diversificazione e riduzione del rischio. In particolare, sia per i beni intermedi e d’investimento sia per i beni di consumo, dal 1998 al 2008 il peso relativo dei mercati emergenti per l’export italiano è cresciuto di oltre il 50 per cento. Questa tendenza si rispecchia in una progressiva diversificazione dei nostri mercati di sbocco. Internazionalizzarsi non è stato solo sensato in termini di diversificazione, ma anche obbligato per un’economia a bassa crescita della domanda come la nostra, e parte di un continente europeo anch’esso caratterizzato da dinamiche modeste della domanda.
Nonostante le difficoltà di questa fase, la piccola impresa industriale italiana è sovente ottimista per il medio periodo, come dimostrano le elaborazioni delle associazioni di categoria: la crisi potrà rallentare ma comunque non arrestare le grandi trasformazioni in corso nei paesi emergenti, dove segmenti significativi di popolazione sono in procinto di affrontare importanti cambiamenti di struttura produttiva, di status economico e di stili di consumo. Anche la spinta decisa delle politiche macroeconomiche negli Stati Uniti potrà gradualmente alimentare investimenti e consumi nelle Americhe.
SMAU, parola d'ordine innovazione
“Siamo messi male”. La slide di apertura del convegno inaugurale di Smau 2009 non fa sconti all’evidenza: l’ICT in Italia vive uno dei suoi momenti più critici. Lo sappiamo tutti, certo. Ma l’effetto che fa – al cospetto di un pubblico addetto ai lavori – è, se possibile, ancor più deprimente. Il gelo in sala dura un attimo. Come prevedibile, si annuncia a gran voce che “la cura c’è”.
A far tornare il sorriso è Pierantonio Macola, amministratore delegato Smau: “Ci sono tante aziende in Italia immuni da questo virus” dice, commentando lo scarso investimento in tecnologie informatiche da parte delle imprese italiane, da lui stesso sottolineato in apertura. Già, ma qual è la cura? Su questo – con diverse sfumature e modalità – concordano tutti i relatori: innovazione, innovazione e ancora innovazione. “In tutti i casi di studio che abbiamo analizzato – afferma Macola – le imprese innovative che hanno saputo fronteggiare la crisi ICT erano accomunate da due elementi fondamentali”: vale a dire il vertice aziendale credeva e crede fortemente nell’innovazione, e nell’organizzazione gerarchica dell’azienda era ed è sempre presente un soggetto innovatore.
Macola non è il solo a vedere il bicchiere mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto: “Siamo indietro è vero, ma non su tutto!” conferma Andrea Rangone, coordinatore degli Osservatori ICT & Management della School of Management del Politecnico di Milano. Pur sciorinando una serie di dati e circostanze negative (bassa incidenza, appena il 2 per cento, della spesa IT sul PIL, scarsa crescita della produttività del lavoro, umiliante 22simo posto nell’indice europeo della capacità di innovare, scarsa penetrazione Internet e della banda larga rispetto alla media europea, affermazione insufficiente dell’ecommerce B2C e dell’advertising), Rangone ha fatto notare che ci sono alcuni segnali incoraggianti da altri settori dell’ICT.
Pinifarina: trovato accordo con Regione e Rossignolo
Accordo fatto: la Pininfarina vende il suo principale stabilimento. Sulle linee di Grugliasco, i 900 dipendenti lavoreranno per Gian Mario Rossignolo, L’imprenditore torinese che ha anche rilevato l’ex Delphi di Livorno. Pinifarina cede la fabbrica alla Finpiemonte, la finanziaria pubblica della Regione Piemonte, al prezzo di 15 milioni di euro. La Regione, a sua volta, affitta lo stabilimento a Gian Mario Rossignolo a un canone di 650 mila euro l’anno per sei anni rinnovabili. Rossignolo, che in primavera aveva già tentato di acquistare un’altra storica carrozzeria torinese, la Bertone poi acquistata da Fiat, assemblerà a Grugliasco un nuovo fuoristrada relizzato in alluminio. I motori saranno prodotti a Livorno.
L’accordo garantisce che Pininfarina possa concludere le commesse in corso sulle linee che poi saranno cedute. La Regione ha ottenuto che Rossignolo copra con fidejussioni il costo dell?affitto. Ora a Pininfarina rimangono le due fabbriche di Bairo e San Giorgio Canavese dove potrebbe essere ralizzata la nuova auto elettrica equipaggiata con le batterie del finanziere francese Vincent Bolloré (sempreché lo stesso Bolloré non decida di accettare gli incentivi del governo di parigi producendo le auto negli stabilimenti ex Peugeot). Entro l’inizio del 2010 Banca Leonardo si è impegnata a trovare un acquirente della Pininfarina e dei suoi marchi dopo la decisione della famiglia di abbandonare la quota di controllo della società.
Create Conference
Il progetto Create organizza una conferenza internazionale sul tema CReATE: connecting ICT research and creative enterprises che si svolgerà il 3 e 4 novembre a Torino al Virtual Reality e Multimedia Park di Torino. La conferenza, promossa dal consorzio Create con il contributo di Regione Piemonte, è dedicata ad ICT e Industria Creativa e vedrà il confronto tra mondo dell’impresa, universo della creatività e politiche pubbliche, con l’obiettivo di affermare il ruolo strategico del settore nello sviluppo economico dell’Unione.
Tra gli ospiti internazionali anche il Premio Oscar Glenn Entis, esperto di animazione digitale e Andy Cameron di Fabrica che cura quest’anno la realizzazione dello Share Festival, tra i partner della manifestazione con View Conference e Club to Club. Le due giornate, che si inseriscono nel quadro di una settimana di attività culturali svolte sotto il segno della creatività, costituiscono un momento di incontro tra soggetti pubblici e privati a vario titolo coinvolti nell’universo dell’Industria Creativa.
Università e centri di ricerca, gruppi di interesse, pubbliche amministrazioni e imprese si incontrano a Torino per parlare del presente e del futuro della creatività e del suo potenziale economico e industriale, discutendo sui primi risultati del lavoro di definizione di un’Agenda UE per l’Innovazione e la ricerca in questo campo. Ed è in questa chiave che tra le attività collaterali è previsto un matching event, momento di networking tra le imprese invitate, che è dunque anche un’occasione di pubbliche relazioni e confronto di esperienze. Il programma è scaricabile in formato pdf
Le iscrizioni sono aperte fino al 28 ottobre Le imprese interessate possono a loro volta avanzare una richiesta di partecipazione specifica.
Sciopero della fame contro le banche
Massimiliano Beggio su Lastampa.it
Citano Marx. Chiamano i dipendenti «collaboratori». Finché hanno potuto resistere, non hanno licenziato. E quando si sono dovuti arrendere ai conti in rosso, hanno aiutato i loro lavoratori a trovare una nuova collocazione.
La crisi economica plasma le coscienze e cambia le carte in tavola. Addio lotta di classe, qui è guerra totale. Strani davvero questi quattro imprenditori rinchiusi nell’ufficio di un capannone alle porte di Piobesi Torinese, da ieri in sciopero della fame. «Un tempo si chiamava rischio d’impresa. Oggi è suicidio d’impresa» dice Patrizia Guglielmotto, unica donna del gruppo, al momento. Gli altri sono Aldo Molaro e Fausto Grosso. Ma l’ideatore dell’iniziativa è un vulcanico industriale metalmeccanico: Ezio Raselli. «Nei prossimi giorni – dice – saremo in tanti, perché qui bisogna fare qualcosa. La maggior parte delle aziende è in ginocchio. E cosa fanno le istituzioni? Solo parole. Dicono: faremo, daremo, vedremo. Ma non cambia nulla».
Si apprestano a passare la prima notte. I telefoni squillano, il tam tam si diffonde: giornali, tv, agenzie. Arrivano i delegati di associazioni, i sostenitori di categoria. La lotta è iniziata e non si torna indietro. «Avanti ad oltranza».
Ambiente, biotecnologie e ICT trionfano nella StartCup 2009
Sono stati dieci i finalisti che hanno presentato i loro progetti imprenditoriali alla Cerimonia di Premiazione della quinta edizione della Start Cup Torino Piemonte, il concorso per progetti imprenditoriali innovativi, promosso dai tre Atenei piemontesi ed organizzato dalle rispettive strutture di incubazione di impresa, rivolto a tutti coloro che desiderano trasformare i ritrovati della ricerca in progetti imprenditoriali innovativi.
La qualità dei progetti è garantita da una rigida selezione che ha analizzato sia gli aspetti tecnico-scientifici sia quelli imprenditoriali. La valutazione sulla fattibilità tecnico-scientifica è stata affidata ad esperti del settore in cui l’idea si collocava. Tre gruppi di Business Angel indipendenti hanno valutato se le imprese nascenti avessero le carte in regola per raggiungere il successo imprenditoriale ed affrontare le sfide del mercato. e.
Con 158 idee imprenditoriali e 55 piani di impresa presentati. La Start Cup Torino Piemonte ha attratto nel tempo un numero sempre crescente di partecipanti e ha dimostrato di essere una tappa importante per chi desidera realizzare la propria idea di impresa, infatti, mediamente, nasce una nuova impresa ogni tre business plan presentati.
Il primo premio è stato vinto da Cellufloc, azienda produttrice di isolanti termici per l’edilizia da recupero di scarti di cellulosa ad essersi aggiudicata il podio e quindi il premio di 20.000 euro. Al secondo posto si è piazzata B.Ionica, un’azienda, tutta al femminile, impegnata nel campo dei biomateriali e in particolare focalizzata sullo sviluppo, produzione e vendita di viti in titanio bioattivo e cementi per ortopedia e vertebroplastica. Terza piazza per I-See che offrirà servizi applicativi agli operatori nei campi di Fisica Medica, Radiobiologia, Radioprotezione per il calcolo e l’analisi degli effetti delle radiazioni sui tessuti viventi, in particolare nell’ambito delle terapie oncologiche.
La prossima tappa per i tre vincitori sarà ora il Premio Nazionale per l’Innovazione: la coppa dei campioni dei progetti di impresa nati in ambito universitario che si terrà a Perugia il 4 Dicembre e vedrà in gara i vincitori di 19 competizioni locali. In palio il primo premio da 60.000 euro offerto da Vodafone Italia, partner strategico dell’iniziativa; 30.000 per il secondo e 20.000 per il terzo classificato.
Partecipano alla finale nazionale altri due progetti selezionati tra quelli in gara per Start Cup Torino Piemonte: Biomedical S.r.l. che ha brevettato dispositivi per la diagnostica medica e sta iniziando la relativa industrializzazione ed Eolicar: Progettazione, produzione e commercializzazione di mini-turbine eoliche. Durante la premiazione sono anche stati assegnati i contributi ed i premi speciali, in particolare, il Premio Donna Innovazione assegnato a ScatterTape Test che fornisce un sistema di accertamento qualità nella produzione di corpi verniciati; il premio ICT conferito a BookMates che mira alla creazione di un SaaS – Software as a Service dedicato – che offra ai lettori nuovi strumenti per la lettura e alle case editrici la possibilità di interagire con i propri clienti anche dopo il momento di acquisto; ed ancora Geo4Map che si aggiudica il premio Turismo e Innovazione.
Uno sguardo sulla crisi: intervista a Tommaso Padoa-Schioppa
Torino Internazionale organizza un intervista pubblica del direttore della «Stampa» Mario Calabresi a Tommaso Padoa-Schioppa, con la partecipazione del Sindaco Sergio Chiamparino che si svolgerà sabato 17 ottobre 2009, dalle ore 10 alle 13 presso il Centro Congressi Torino Incontra, via Nino Costa 8, Torino. L’incontro è il primo del ciclo aperto “Società locale e crisi globale. Risorse e progetti per Torino”, che si svilupperà fra ottobre e dicembre 2009.
La crisi globale interviene nell’assetto dei sistemi economici locali, altera la loro configurazione e sollecita interrogativi su percorsi di sviluppo e modelli di crescita. A Torino, la dinamica della crisi si innesta su una trasformazione in atto da più di un decennio, che attende oggi la definizione di nuovi traguardi e di nuovi strumenti.
Il ciclo di incontri si propone di affrontare questi nodi, favorendo il confronto fra studiosi e operatori. L’obiettivo è valutare come si stanno modificando le componenti e le grandezze economiche e come il territorio sta reagendo, in particolare considerando quattro importanti soggetti per l’economia locale: le medie imprese, il terziario, le public utilities e le fondazioni ex bancarie.
Gli eventi successivi:
20 novembre 2009, ore 15-17: Le medie imprese dinamiche / Il terziario avanzato
11 dicembre 2009, ore 15-17: Le public utilities/ Le fondazioni ex bancarie
11 dicembre 2009, ore 17-18: Intervista pubblica a Sergio Chiamparino
La strategia verde del Piemonte
Il Piemonte ha deciso di dare un’impronta «Green» a tutta la sua economia, una scelta strategica in tempi di crisi, di cassa integrazione e di perdita di posti di lavoro nei settori tradizionali. Una stima di quanto valga l’economia verde del Piemonte è difficile, ma sul tavolo ci sono ad ora, tra soldi pubblici e privati, più di mezzo miliardo di euro per sostenere progetti, nuove aziende, ricerca e sviluppo, trasformazione di quelle vecchie.
L’impegno della Regione sul fronte dell’energia in questi quattro anni si è concretizzato in un consistente investimento. Ultimo atto: una serie di bandi aperti a giugno 2008, che utilizzano i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea. Nel complesso si tratta di risorse pari a 300 milioni. Sono oltre 300 le domande pervenute, cento già finanziate con lo stanziamento di 50 milioni, sul fronte della razionalizzazione dei consumi energetici e la produzione di energia rinnovabile negli insediamenti produttivi. Oltre 35 domande, di cui 16 già ritenuti ammissibili, per l’insediamento di nuovi impianti e nuove linee di produzione di sistemi su cui la Regione ha già investito 40 milioni di euro. Altri fondi, 15 milioni, sono serviti a sostenere il risparmio energetico nel patrimonio pubblico, mentre altri 15 milioni sui grandi progetti dimostrativi e strategici. «È una mobilitazione generale dice la Presidente della Regione, Mercedes Bresso – per risparmiare, creare economia e posti di lavoro, migliorare l’ambiente e diventare il più possibile indipendenti dal petrolio. È un grande strategia per moltiplicare l’innovazione in tutti i settori: dall’edilizia alla domotica, dalla meccanica all’informatica e alla chimica».
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Al Politecnico la ricerca vale 48 milioni
Andrea Rossi su La Stampa
C’è l’auto a idrogeno, la nuova frontiera della mobilità su quattro ruote. C’è General Motors, che nella cittadella ha già investito quasi trenta milioni di euro e sta lavorando alla costruzione dei motori di ultima generazione. C’è la Pirelli, che ha scelto Torino per realizzare i pneumatici intelligenti e, dopo aver sborsato 140 milioni di euro, ha aperto un centro per lo sviluppo di programmi di ricerca e innovazione. E poi Lavazza: espresso ad alta tecnologia, qualità, sicurezza alimentare, tracciabilità, sostenibilità ambientale ed energetica, ottimizzazione dei cicli produttivi e dei materiali impiegati.
C’è tutto un mondo di piccole e grandi imprese, che ruota intorno al Politecnico di Torino e ai suoi ricercatori. Un universo che vale quasi 50 milioni di euro all’anno, circa un sesto del bilancio del «Poli», la metà veicolati da privati attraverso contratti di ricerca. Un «tesoretto» in espansione: tre anni fa eravamo a 34 milioni, e i privati ne stanziavano 16.
«C’è stato un lavoro profondo per cercare di avviare collaborazioni stabili e durature», spiega Marco Ajmone Marsan, vice rettore con delega alla Ricerca. «In passato l’industria veniva in università quando aveva un problema da risolvere. Ci chiedeva interventi “spot” e una volta finiti ognuno per la sua strada». Da qualche anno la musica è cambiata: «C’è un approccio nuovo – racconta Ajmone – Le collaborazioni si consolidano a medio-lungo termine. E sono molto più efficaci, perché con l’azienda non bisogna ogni volta ricominciare da zero». È la strategia degli insediamenti, molto più vantaggiosa per chi non si può permettere gruppi di ricerca in azienda.