Electro Power Systems startup dell'anno

E’ l’azienda Electro Power Systems di Torino, attiva nel settore dei sistemi a celle a combustibile per la produzione di idrogeno, la vincitrice della terza edizione della StartUp dell’Anno.

Foto vincitore

Il primo premio del concorso “StartUp dell’Anno” è stato vinto dall’azienda Electro Power Systems, nata nell’incubatore I3P di Torino. Fondata nel 2005 e vincitrice quello stesso anno del Premio Nazionale Innovazione, Electro Power Systems è diventata in soli 4 anni leader nel settore dei sistemi a fuel cell per il backup energetico, un mercato mondiale che vale già oggi da 7,8 miliardi di dollari.  Sede a Torino, una fabbrica nuova ad Aosta, 32 addetti, ha clienti in Italia, Europa e a breve America. Il fondatore e CEO Adriano Marconetto ha dichiarato: “L’idrogeno è una soluzione per molti problemi energetici, ma dev’essere una soluzione completa e alla portata di tutti. La domanda di mercato c’è: noi abbiamo concretizzato l’offerta. Siamo l’unica azienda europea del settore con prodotto certificato CE e l’unica italiana tra le Cleantech Top 100.
Dopo tre anni di R&D e field tests, il 2009 per noi è l’anno della svolta industriale: nuova famiglia di prodotti, previsioni di fatturato quintuplicato, avvio delle operations in America. Obiettivo Asia per il 2010.”

Testaweb + Aware = Bitmama

Si chiama “Bitmama”, la nuova realta nel campo della comunicazione digitale, che nasce dall’unione di Testaweb, della “Armando Testa” e di Aware, realtà della Reply. La nuova web agency è stata presentata, oggi, a Torino, da Marco Testa, presidente del Gruppo Armando Testa e da Mario Rizzante, presidente Reply.

“Dopo 50 anni – ha detto Marco Testa – per la prima volta facciamo una fusione di una parte delle nostre attività e la facciamo con un’azienda tutta torinese, come la Reply. Oggi sono cambiate le regole, non è più sufficiente essere leader nel proprio Paese, il mondo diventa un mercato unico e noi vogliamo dotarci di una tecnologia, che valorizzi appieno le nostre competenze. Siamo due realtà che operano in campi diversi, ciascuna con una posizione di leadership nel proprio ambito e intendiamo fare qualcosa di nuovo, unendo le capacita’ tecnologiche di Reply con la creatività che appartiene alla nostra storia: l’ambizione è di avere la dotazione tecnologica giusta che ci consenta di essere presente e di invadere il mercato internazionale.

Non solo web agency – ha concluso – ma il futuro della comunicazione come lo intendiamo noi”. “Bitmama – ha aggiunto Rizzante – nasce dall’unione delle nostre competenze in questo settore, con un fatturato di 8-10 mln di euro. Ci aspettiamo una crescita significativa”. La nuova societa’ partecipata patiteticamente (51% Reply e 49% Armando Testa) avrà sede a Torino e Milano e vi lavoreranno una settantina di dipendenti, di cui una ventina di creativi. La comunicazione digitale, nel 2008, in Italia ha superato i 450 milioni di euro, fra inserzioni e search advertising, in crescita del 13% rispetto all’anno precedente.

Nonostante cio’, in Italia la rivoluzione digitale e’ ancora agli inizi, soprattutto se confrontata su base europea, dove si stima che il mercato dell’advertising online superera’ i 13 miliardi di euro entro il 2012, guidato dall’Inghilterra che gia’ oggi puo’ contare su oltre 3 miliardi di euro di investimenti pubblicitari concentrati sul canale web. “La Rete – ha ricordato, a questo proposito Tatiana Rizzante – sta crescendo del 42% anno su anno ed in parallelo, ogni anno, vi è una crescita del 38% degli oggetti connessi. Con Bitmama intendiamo creare nel campo della comunicazione digitale un’entita’ nuova ed importante”.

Ha vinto la Torino di una volta

Aldo Cazzullo sul Corriere.it

Alla fine non è stata la nuova Torino a conquistare l’America, ma l’antica. A vincere non è la città neogozzaniana mai stata così bella, con le mostre sul barolo e sul cioccolato, i caffè restaurati, le signorine sempre più graziose che mangiano le paste nelle confetterie.

È la sapienza tecnica della metropoli industriale aspra e sobria, squadrata come la città dell’Apocalisse, l’abilità dei capisquadra che sapevano fe’ i barbis a le musche, rifilare i baffi agli insetti, e dei geni ignoti come Dante Giacosa che disegnavano le auto più belle al mondo e nel contempo sapevano progettare un carburatore. Non la città delle Olimpiadi e del turismo e neppure quella inquietante dell’occulto (tutte frottole in verità come i torinesi sanno benissimo) e della movida notturna che ispira l’ultimo preoccupato romanzo di Culicchia: lo sballo all’ombra dei Murazzi del Po, feste, alcol e gioventù bruciata. Bensì la Torino dell’Avvocato, che ovviamente è molto cambiata ma dev’essere ancora parente di quella che Giovanni Agnelli raccontava come «una città di guarnigione, in cui i doveri vengono prima dei diritti, l’aria è fredda e la gente si sveglia presto e va a letto presto, l’antifascismo è una cosa seria, il lavoro anche e anche il profitto».

La Torino di oggi ha un clima più mite e non solo. La vita sociale è più ricca, come testimonia l’antico centro storico, il quadrilatero romano, un tempo deserto già alle sette di sera e divenuto ora una Brera torinese. L’economia si è diversificata. È cominciata l’era terziaria, se è vero che a Torino ci sono più dipendenti comunali (comprese le aziende controllate) che operai Fiat. Non si tratta ovviamente di mettere in contrapposizioni due città e due epoche. Ma forse adesso si capisce meglio che la nuova Torino è figlia di quella antica. Che le eccellenze di oggi —il design, il Politecnico, la ricerca, la comunicazione, il cinema, l’arte contemporanea, financo le Olimpiadi —non ci sarebbero state senza la grande industria, insomma senza quella Fiat con cui la borghesia torinese ha sempre avuto un rapporto ambivalente: da un lato, era spaventata dall’immigrazione e dalle trasformazioni imponenti; dall’altro, orgogliosa per ciò che la Fabbrica Italiana Automobili Torino rappresentava nel resto del Paese.

Lo si vide, quell’orgoglio, quando i torinesi sfilarono di giorno e anche di notte, con i ritmi di una città che la notte è abituata a lavorare, davanti alla bara di Giovanni Agnelli. Fu proprio il funerale dell’Avvocato il vero punto di svolta. Torino, che nei mesi precedenti appariva come paralizzata dalle incognite che la sovrastavano, seppe reagire. Prima con l’omaggio a un personaggio insostituibile, che ovviamente le manca. Poi con la coscienza di potercela ancora fare, di avere davanti un periodo difficile ma non impossibile da superare. Eventi come la fusione Sanpaolo-Intesa e la retrocessione della Juventus, che un tempo sarebbero stati letti come l’ennesimo scippo di Milano e l’ultimo segno di declino, sono stati interpretati per quel che erano: l’occasione di restare agganciati alle trasformazioni finanziarie e di aprire una nuova stagione anche nel calcio. Oggi Torino è una città che ha cambiato umore.

E assomiglia al suo museo più noto, l’Egizio, così com’è uscito dal recente restauro: una parte nuovissima e avveniristica, allestita da Dante Ferretti lo scenografo di Hollywood, che ha immerso le statue di Seth e Osiride nel buio illuminandole con sciabolate di luce; e la parte storica, con le teche ottocentesche molto meno scintillanti, ma che custodiscono attraverso le generazioni i veri tesori della collezione. Un secolo fa, il viaggio a Detroit di un altro Agnelli, il Senatore, aprì in Italia la stagione fordista. Fare come in America divenne il motto di Torino. Che oggi siano la tecnologia e il lavoro italiani a essere esportati a Detroit è segno che Torino, la città che nell’800 e nel ’900 ha fatto l’Italia due volte— a San Martino e a Mirafiori, con il Risorgimento e con il boom industriale —non ha abdicato al suo ruolo storico. Anche perché questo non è il successo di una sola città. In Italia ci sono molte Torino.

Poco conosciute, talora prive di accesso ai circuiti della pubblicità e della comunicazione, ma concentrate sul prodotto, sull’innovazione, sulla conquista dei mercati. Eccellenze che non si sono lasciate spaventare dalla mondializzazione ma ne hanno colto le opportunità, che hanno approfittato della concorrenza per migliorarsi, che non hanno inseguito le sirene del disimpegno e del bel vivere ma hanno continuato a far affluire linfa vitale al cuore dell’economia italiana: il sistema manifatturiero. Le notizie che vengono dall’America ci raccontano anche di quella «Torino diffusa» che affronta in silenzio la crisi e ce la sta facendo.

La rivincita del lavoro italiano

Mario Deaglio analizza l’accordo Fiat-Chrysler

E’ragionevole che dall’Italia si guardi alle tormentate vicende della Chrysler essenzialmente nell’ottica dei riflessi sul settore automobilistico italiano e quindi sulla Fiat. Per comprenderne bene il senso, tali vicende vanno però prioritariamente collocate nell’ambito di un radicale mutamento delle politiche del governo americano nei confronti delle industrie in crisi nell’attuale, difficilissimo passaggio dell’economia mondiale. La strategia adottata nei confronti della Chrysler non rientra infatti negli schemi di intervento pubblico a sostegno di imprese in difficoltà ai quali siamo abituati da oltre settant’anni. Siamo in presenza di tre fattori, di portata ancora incerta che segnano però in ogni caso una netta rottura con il passato.

Il primo fattore riguarda la forma del sostegno pubblico. Non si è deliberato un sussidio generico a un’industria privata, non c’è alcuna nazionalizzazione e neppure si può parlare di «irizzazione», in quanto la partecipazione pubblica diretta sarà molto limitata. Il governo americano compare invece in due vesti diverse: quella di finanziatore di uno specifico e imponente piano industriale di innovazione e di crescita.

E quella di «ispiratore autorevole» di un indirizzo generale (auto meno ingombranti, meno inquinanti e meno care, da realizzarsi con un partner straniero specificamente indicato) entro il quale i privati si assumono tutta la responsabilità operativa.

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Obama testimonial di Fiat e Torino

Via Sole 24 Ore

Barack Obama e la task-force per fronteggiare la crisi del settore auto durante l'intervento sull'operazione Chrysler/FiatL’alleanza tra Fiat e Chrysler è cosa fatta. Lo ha annunciato ufficialmente il presidente americano Barack Obama. «Questa alleanza – ha detto – salverà 30mila posti di lavoro e molti altri nell’indotto del settore automobilistico. L’obiettivo è stato raggiunto grazie al grande sacrificio dei lavoratori che, nelle trattative sindacali, hanno accettato di ridurre la propria retribuzione, e delle banche che hanno rinegoziato il proprio credito verso l’azienda».

Duro attacco contro gli hedge funds responsabili del Chapter 11
Me se ha elogiato il sacrificio di banche e sindacati, Obama ha attaccato duramente gli hedge funds creditori della casa automobilistica che si sono opposti a ridurre il proprio credito nei confronti dell’azienda e pertanto l’hanno costretta a finire in amministrazione controllata. «Questi soggetti – ha detto Obama – speravano di avere i soldi dei contribuenti, ma così non sarà. Io non sono con loro, io sono con i lavoratori della Chrysler».

Nuovi fondi per la Chrysler
La casa di Detroit, ha fatto sapere Obama, riceverà altri aiuti da parte del Governo americano. Finanziamenti arriveranno anche dal Governo canadese. La casa automobilistica, ha fatto sapere un rappresentante della Casa Bianca poco prima del discorso ufficiale, farà ricorso a una «bancarotta chirurgica che durerà fra i 30 e i 60 giorni». Lo ha detto un rappresentante dell’amministrazione Obama. Secondo indiscrezioni in questa fase la casa automobilistica riceverà 3 miliardi di dollari dal Governo. Secondo altre voci, i miliardi sarebbero 8 miliardi.

Con l’alleanza con Fiat, Detroit produrrà auto verdi
Obama si è detto ottimista sul futuro della società. «La partnership – ha detto – ha forti possibilità di successo». E poi ha toccato uno dei punti che più gli stanno a cuore: quello della sostenibilità ambientale. Elogiando la casa torinese. «Fiat – ha detto – ha dimostrato di costruire le auto più efficienti a livello di consumi. E grazie al trasferimento di tecnologia, Torino aiuterà Chrysler a produrre auto verdi».

Marchionne : «Momento storico per l’industria italiana»
L’a.d. del Lingotto, Sergio Marchionne, ha definito l’operazione «un momento storico per il gruppo e l’industria italiana». «Insieme ai nostri nuovi partner della Chrysler lavoreremo per valorizzare l’enorme potenziale di quest’alleanza» ha detto l’amministratore delegato della Fiat, dopo l’annuncio. «Reintrodurremo sul mercato nordamericano alcuni dei nostri marchi più famosi, inclusa l’Alfa Romeo e la Cinquecento, che ha vinto numerosi premi» . «Il nostro lavoro è appena iniziato», ha aggiunto.

Al via il Working Capital Camp Catania

Working Capital Camp di Catania: alle porte!

Il 29 aprile è dietro l’angolo. In questa giornata si tiene, a Catania, la prima tappa (di cinque) del Working Capital Camp Il tutto si svolge dalle ore 9:00 alle 19:00, presso l’Università degli Studi di Catania, Ex Monastero dei Benedettini, in Piazza Dante 32.

Questo tour di barcamp è stato organizzato col supporto di Telecom Italia e ha un obiettivo ben preciso: fare scouting per scoprire e sostenere i più interessanti progetti legati al Web 2.0. In questo modoTelecom (con il supporto di dPixel) intende scoprire e valorizzare – intervenendo attivamente con il proprio capitale – le migliori idee in circolazione. Ecco l’elenco completo degli interventi previsti nell’arco della giornata (potete consultarlo, con la tabella oraria, anche nell’apposita pagina del blog ufficiale

Per la diretta video

Techfab, un centro di eccellenza in microsistemi e nanotecnologie

Sorge allʼuscita di Chivasso Centro, sullʼautostrada Milano-Torino, utilizza parte dellʼinsediamento dellʼex cantiere per lʼalta velocità Milano-Torino e si estende su circa 6mila mq, di cui 1.800 dedicati agli uffici, ai laboratori, alla produzione e alla logistica industriale. Eʼ un ulteriore esempio di come in provincia di Torino si possano coniugare politiche infrastrutturali, nuove tecnologie, sostegno alle imprese di eccellenza.

Techfab è uno dei pochi centri di eccellenza dello scenario high tech italiano nato dalla convergenza di esperienze di ricerca accademica e di produzione industriale; dispone di strutture e sistemi produttivi di elevato livello, come i sistemi di Siemens, ed è nato con lʼobiettivo di operare come centro di competenza e fabrication facility in affiancamento e a supporto delle imprese e dei centri di ricerca impegnati in processi industriali di innovazione e trasferimento tecnologico nel campo della microelettronica, dei microsistemi e delle nano tecnologie.

Techfab è stato inaugurato il 20 aprille dal Presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta, dal Presidente di Techfab Marco Maria Camoletto, dal Rettore del Politecnico di Torino Francesco Profumo e dal Sindaco di Chivasso Bruno Matola. Lʼesperienza di Techfab è uno dei risultati più significativi scaturiti dal piano strategico del Canavese della Provincia di Torino: Techfab è nata dalla collaborazione pluriennale tra il Consorzio per il Distretto Tecnologico del Canavese e il Politecnico di Torino con lʼobiettivo di tramutare, attraverso servizi mirati alle imprese, un promettente ma costoso progetto tecnologico in realtà produttiva. Determinante inoltre per la realizzazione lʼapporto del Comune di Chivasso, che ha permesso lʼutilizzo la localizzazione a condizioni favorevoli, in continuità con lʼesperienza che negli anni passati aveva già portato a insediare a Chivasso il laboratorio Chilab del Politecnico.

SocialUp da Topix e Sun per gli sviluppatori

socialupMartedì 21 aprile parte SocialUP una iniziativa di TOP-IX in partnership con il Social Application Program di Sun Microsystems. Gli sviluppatori che aderiranno all’iniziativa, avranno a disposizione per un anno supporto infrastrutturale e accesso ad un sistema virtualizzato sul quale potranno testare le proprie applicazioni usufruendo di tutti i tool necessari allo sviluppo in PHP, Rails e Python.

Il programma SocialUP offre agli sviluppatori l’opportunità di azzerare i costi inizali di accesso e di avere allo stesso tempo la garanzia di operare nell’ambito di un’infrastruttura tecnologica di eccellenza, aperta e scalabile e realizzata secondo il paradigma del Cloud Computing. TOP-IX e  Sun vogliono favorire l’iniziativa imprenditoriale nel campo del social network e permettere la sperimentazione di idee nuove offrendo web hosting gratuito per 12 mesi su una macchina virtuale.

Chiunque sviluppi applicazioni social per Facebook, Bebo e Open Social può iscriversi al programma. Le infrastrutture tecnologiche necessarie verranno messe a disposizione dei primi 250 sviluppatori che aderiranno all’iniziativa: questi avranno la garanzia di avere per un anno supporto infrastrutturale e accesso ad un sistema virtualizzato sul quale potranno essere realizzate e testate le applicazioni social.

A Torino il World Plone Day

Il 22 aprile si terrà il World Plone Day 2009, l’evento globale dedicato al CMS Plone Il World Plone Day è un evento globale, coordinato dalla Plone Foundation ed organizzato in contemporanea in centinaia di città in tutto il mondo.

L’edizione di Torino rappresenta anche la seconda tappa del  Redomino Plone Tour, l’evento itinerante che si sposta di tappa in tappa nel Nord Italia per offrire una presentazione gratuita ed interattiva di Plone.

Il World Plone Day si svolgerà all’ Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica in Strada delle Cacce, 91 a Torino