Dettori riparte da Dpixel, la venture capital per i nuovi maghi dell´hi-tech

Via Finanzaonline

Gianluca Dettori alla ricerca della ricetta vincente per il decollo anche in Italia delle venture capital. Il fondatore di Vitaminic si è tuffato su un nuovo ambizioso progetto per andare a scovare i migliori talenti italiani nel settore del digital media, e dell’hi-tech in generale, in grado di sfondare fuori dai nostri confini. Per andare alla scoperta delle imprese ad alto valore d´innovazione Dettori, insieme agli altri tre soci Massimo Martini, Franco Gonella e Antonio Concolino, ha dato vita a Dpixel, società di venture capital specializzata in start-up nelle loro prime fasi di sviluppo, i cosiddetti investimenti “seed” ed “early stage”.

L’obiettivo è sostanzialmente quello di intercettare e accompagnare la nuova classe di imprenditori che sta emergendo a livello globale, con ventenni e trentenni reduci dagli alti e i bassi della new economy che per sfondare spesso hanno bisogno vitale sia di investimenti finanziari sia di un supporto manageriale operativo e strategico. “Le più grosse aziende software al mondo sono state messe in piedi da giovani – ha dichiarato Dettori – e ora in Itali i progetti di strat-up sono tanti mentre latitano le venture capital che investono nell’innovazione. Noi vogliamo contribuire a colmare questo vuoto in maniera professionale, per portare i progetti vincenti davanti ai mercati finanziari”. Il puntare sui new media hi-tech è motivato da Dettori soprattutto con il trend di crescita del mercato pubblicitario sul canale internet, che ora raccoglie una fetta del 10% del totale ma destinata a salire nei prossimi anni al 20-25%.
“Intendiamo cogliere le opportunità di business offerte dalla digitalizzazione di massa dei contenuti e dei processi e, al contempo, stimolare il potenziale d´innovazione italiano. Puntiamo molto sul binomio nuovi mercati, nuovi imprenditori”, ha detto Massimo Martini, protagonista negli scorsi anni dello strat-up di Kelkoo e anche a.d. di Yahoo! Italia. “Noi cerchiamo innovazione – ha continuato Martini – che sappia sfruttare il grande valore dei media digitali in tre aree chiave: contenuti, piattaforme tecnologiche e distribuzione. Cerchiamo altresì imprenditori con idee vincenti e competenze manageriali nei settori che conosciamo meglio: musica, digital media, applicazioni web e piattaforme tecnologiche software”.

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Piemonte Share Festival 2008 dall'11 al 16 marzo

Dall’11 al 16 marzo 2008 la città di Torino ospita la IV edizione del Piemonte Share Festival, punta di diamante del vasto programma culturale della città italiana nominata per il 2008 World Design Capital.

Con il contributo degli enti pubblici locali – Regione Piemonte, Città di Torino, Compagnia di San Paolo, Camera di Commercio, Fondazione CRT – il festival raggiunge quest’anno una dimensione davvero internazionale grazie alla presenza di Bruce Sterling, scrittore americano inventore cult del genere cyber punk, teorico newmedia e giornalista di design, in veste di guest curator e grazie al consolidarsi del network con il Transmediale Festival di Berlino e il DEAF di Rotterdam, fra le più importanti manifestazioni del settore in Europa.

Piemonte Share Festival sarà un’intensa full immersion nelle culture e nelle arti legate ai nuovi media e alle tecnologie digitali. Cinque giorni di spettacoli, mostre, incontri e presentazioni per raccontare, in un’atmosfera di festa e divertimento, la creatività nell’era dell’Information Technology.

Argomento trasversale dell’edizione 2008 del festival, che influenzerà i contenuti di conferenze, tavole rotonde, workshop e performance è quello della nuova materialità dell’arte digitale. Perché se negli anni 90 la net art è nata dal bisogno di spingersi oltre i propri limiti e il fenomeno richiamava l’ immateriale, addirittura minacciava la dimensione del reale, oggi la società si rapporta alle tecnologie con naturalezza, lasciando che l’ immateriale diventi reale, sperimentando sempre nuove interazioni intelligenti tra uomo e macchina, che nel frattempo si è completamente integrata nella vita quotidiana. Piemonte Share Festival è una manifestazione internazionale che risponde al bisogno culturale di fotografare e fermare nel tempo cosa sta succedendo nel panorama mondiale delle nuove tecnologie applicate all’arte e al design.

Ed è per questo legame tra digitale e materiale, e per le caratteristiche del territorio piemontese, che la IV edizione del Piemonte Share Festival si intitola Manufacturing. Un omaggio al passato, al presente e al futuro di Torino, città con forte vocazione manifatturiera, città dell’industria e della ricerca tecnologica, città che celebra il suo talento nel mondo del design diventando proprio nel 2008 World Design Capital e che potrà trovare nuove strategie per il futuro negli sviluppi creativi dell’incontro fra manifattura e nuove tecnologie.

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Flash Festival: siamo alla settima edizione

tff2008.jpgLiberate la creatività e iscrivetevi al 7º TORINO FLASH FESTIVAL! Festival internazionale dedicato all’animazione e alle applicazioni del linguaggio flash. ANIMAZIONE, DIGITALE TERRESTRE, FLASHGAMES, ADSGAMES le categorie di gara . Potete vincere 4.000 Euro! L’iscrizione è gratuita e hai tempo fino al 1 maggio 2008

In collaborazione con Regione Piemonte, Città di Torino, Fondazione CRT, Premio Grinzane Cavour, Topix, Wi-Pie, TEX97 e Museo del Cinema, l’Associazione Culturale Azimut presenta il 7° Torino Flash Festival e apre ufficialmente le iscrizioni sul sito www.flashfestival.it

La manifestazione a iscrizione gratuita è rivolta agli artisti italiani e stranieri e ha tra le sue priorità quella di creare uno spazio che permetta agli autori di animazioni di scindere il legame tra la creazione digitale e la sua diffusione tramite siti internet, nonché di far conoscere questa nuova forma d’arte ad un pubblico meno solito all’uso della rete e alle potenzialità creative a artistiche della stessa.
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Futuro della mente o mente del futuro ?

Numerosi prodotti riconducibili all’utilizzo delle nanotecnologie sono già disponibili sul mercato o in procinto di esserlo. Tra essi si possono citare, ad esempio, nanoparticelle per cosmetici o per coatings e vernici, tessili tecnici e abbigliamento, articoli sportivi ma anche dispositivi fotonici, superfici autopulenti, sistemi per diagnostica medica.

Con un orizzonte temporale un po’ più lungo, probabilmente entro i prossimi 3-5 anni, sono attesi, tra gli altri, sistemi avanzati per la somministrazione mirata di farmaci, materiali avanzati innovativi per i sistemi di trasporto, nuovi e migliori sistemi di produzione e stoccaggio dell’energia.

L’Accademia delle Scienze di Torino, in collaborazione con la Scuola di Dottorato e con il Laboratorio di Tecnologie Elettrobiochimiche Miniaturizzate per l’Analisi e la Ricerca del Politecnico di Torino, organizza una giornata di studi sul tema “Future of mind or Mind of the future?” finalizzata ad approfondire le opportunità e le applicazioni delle nanotecnologie. L’ incontro si terrà giovedì 28 febbraio 2008 presso la Sala dei Mappamondi dell’Accademia
con inizio dalle ore 9,30.

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Ritornano i Webdays

Tornano i Webdays, le miniconferenze a tema rivolte soprattutto a coloro che hanno difficoltà nell’uso delle nuove tecnologie e di Internet in particolare. L’obiettivo, sin dal 1999, è sempre stato quello di diffondere la conoscenza delle nuove tecnologie informatiche e della comunicazione verso i più giovani e gli anziani. Tavole rotonde e incontri con esperti del settore hanno affiancato questi momenti di “formazione” contribuendo a rendere Webdays una manifestazione amata dal pubblico e conosciuta anche al di fuori del contesto cittadino.

L’edizione di quest’anno segna un’ulteriore innovazione: agli incontri in stile Webdays si affiancherà una giornata di Barcamp, dedicata a conferenze informali dove i ruoli si mischiano per creare maggiore condivisione e partecipazione: il pubblico interagisce con il pubblico creando il tema e diffondendo la conoscenza in modo orizzontale.

Il BarCamp di WebDays è un evento test in previsione di Esof 2010, il grande forum europeo sulle frontiere della scienza e della tecnologia nel luglio 2010 – www.esof2010.org

WebDays è una manifestazione organizzata da Città di Torino e CentroScienza Onlus con il sostegno della Compagnia di San Paolo, il contributo di Regione Piemonte e della Fondazione CRT e la collaborazione del Circolo dei Lettori, Top-IX.
Partner tecnici: CSI Piemonte, CSP – Innovazione nelle ICT, N3TV, WEDOO, Prontospesa, Fon, Dada e San Lorenzo.

Una indagine conoscitiva sugli operatori Open Source

Check up della Commissione Open Source sullo sviluppo del settore imprenditoriale della produzione dei programmi informatici a codice sorgente aperto e, quindi, modificabili.

Attraverso una specifica indagine conoscitiva, infatti, la Commissione, che opera presso il CNIPA-Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione, ha ritenuto opportuno ed utile raccogliere una serie di indicazioni presso gli operatori di mercato, ossia tutte le aziende ed in particolare le piccole e medie, che vedono nell’open source una parte del proprio business.

L’Italia si pone al 4° posto al mondo per numero di sviluppatori di software open source. Da oggi al 7 marzo gli operatori interessati a fornire il loro contributo all’indagine conoscitiva dovranno compilare un apposito forma disponibile nel sito dell’Osservatorio Open Source, attivo al CNIPA, all’indirizzo

http://www.osspa.cnipa.it/home/

La Commissione, presieduta dal prof. Raffaele Angelo Meo, ha tra i principali obiettivi lo studio delle linee guida operative per l’acquisizione di soluzioni open source nei sistemi informativi della PA, nonché capire come incentivare, sostenere ed integrare con la Pubblica Amministrazione il lavoro svolto dalle community su progetti open source particolarmente fecondi.

Tali conclusioni, inoltre, potranno costituire un punto di partenza per un futuro aggiornamento delle linee guida, individuate dal CNIPA, e delle eventuali disposizioni di legge, relative all’uso dell’open source nella Pubblica Amministrazione (PA).

A proposito di questa iniziativa il presidente del CNIPA, prof. Fabio Pistella, ha precisato che «non ci troviamo dinnanzi ad improbabili “guerre di religione”, ossia l’open source contrapposto ad “altre modalità” di software, ma di fronte alla possibilità di fornire reali alternative informatiche alla Pubblica Amministrazione e, di conseguenza, ai cittadini». Secondo Pistella, «i reali vantaggi di una scelta in favore dell’open source per i sistemi informativi di una qualsiasi Pubblica Amministrazione iniziano ad emergere solo nel medio-lungo periodo»

Barcamp a Torino: si replica insieme a Webdays

Vittorio Pasteris su Lastampa.it

A più di un anno dal primo Barcamp svoltosi a Torino nel dicembre 2006 è di nuovo ora di ritrovarsi sotto la Mole per una grossa fetta del meglio della blogosfera e dell’internet Italiano.

Per fare le cose in grande il Barcamp Torino 2008 è stato affiancato dalla nuova edizione di Webdays, una ormai classica manifestazione organizzata da Città di Torino e CentroScienza dal 1999.

L’appuntamento per tutti è venerdì 22 per Webdays e sabato 23 per il Barcamp Torino 2008 sempre al Circolo dei Lettori di Via Bogino 9, nelle vicinanze di Piazza Castello e via Po a Torino.

Webdays è un evento divulgativo rivolto a tutti per accrescere le conoscenze sull’uso delle nuove tecnologie e di Internet in particolare. Anche quest’anno gli incontri saranno caratterizzati da interventi di professionisti sui temi più caldi discussi in tavole rotonde e da incontri con esperti del settore per fornire delle pillole di conoscenza utili a tutti.

BarCamp è un network internazionale di conferenze aperte a tutti e non a inviti, basate su eventi partecipativi, presentazioni e workshop i cui contenuti sono realizzati dai partecipanti. Il primo Barcamp si è tenuto a Palo Alto, nel 2005, da quel giorno i Barcamp sono cresciuti esponenzialmente in tutto il pianeta.

Il termine BarCamp indica un tipo di incontro che ha regole molto particolari. Si parla di non-conferenze, cioè eventi senza alcuna scaletta predefinita dei relatori e in cui non esiste un pubblico passivo.

Tutti i presenti sono, infatti, invitati a partecipare attivamente alla discussione, in modo da evitare i monologhi frontali classici dei convegni tradizionali. Chiunque può condividere propri pensieri ed esperienze in modo da alimentare un circolo virtuoso di conoscenza.

A Torino sono stati realizzati due Barcamp. Uno generalista nell’ottobre 2006 e il LitCamp del maggio 2007 dedicato alla letteratura in rete, realizzato in contemporanea alla Fiera del Libro. La modalità della conferenza informale piace e ha avuto grande successo nel 2007 in Italia dove si sono svolte decine di Barcamp.

Proprio la condivisione è la chiave della sempre maggiore diffusione delle «non-conferenze» o in ‘inglese «unconferences», luoghi di incontri dove non ci sono gerarchie e dove chiunque voglia esprimersi su uno degli argomenti che verranno trattati può iscriversi e parlare. Non solo, ma collegandosi in rete con un portatile si può contribuire in diretta al tam tam digitale, riferendo al popolo della Rete quanto viene detto durante gli interventi.

Al Barcamp di Torino si sono già iscritti direttamente nel wiki in più di 200 provenienti da tutta Italia per un totale di circa quaranta proposte di interventi che dovranno essere distribuite dagli organizzatori durante l’arco di tutta la giornata.

Share Festival 2008 "Manufacturing"

Dall’11 al 16 marzo 2008 la città di Torino ospita la quarta edizione del Piemonte Share Festival, punta di diamante del vasto programma culturale di Torino 2008 World Design Capital.

Al timone artistico di questa grande avventura esplorativa, curatore ospite e presidente della giuria che ha selezionato i progetti partecipanti, Bruce Sterling, l’autore cult di science fiction inventore del genere cyberpunk. Ospite a Torino per sei mesi, immerso nell’atmosfera in fermento della città, Sterling collabora attivamente alla direzione del Piemonte Share Festival e ne racconterà gli umori, restituendo al pubblico la visione personale di un contesto che nei prossimi anni verrà ricordato per una vivacità esemplare.
L’ingresso è gratuito a tutte le iniziative.

Argomento trasversale dell’edizione 2008 del Festival, che influenzerà i contenuti di conferenze, tavole rotonde, workshop e performance è quello della nuova materialità dell’arte digitale. Perché se negli anni 90 la net art è nata dal bisogno di spingersi oltre i propri limiti e il fenomeno richiamava l’immateriale, addirittura minacciava la dimensione del reale, oggi la società si rapporta alle tecnologie con naturalezza, lasciando che l’immateriale diventi reale, sperimentando sempre nuove interazioni intelligenti tra uomo e macchina, che nel frattempo si è completamente integrata nella vita quotidiana. Nel nuovo millennio uomo e macchina si rapportano allo stesso livello, interagiscono in un ambiente esterno che plasmano a loro piacimento cambiandone le caratteristiche: Piemonte Share Festival è una manifestazione internazionale che risponde al bisogno culturale di fotografare e fermare nel tempo cosa sta succedendo nel panorama mondiale delle nuove tecnologie applicate all’arte e al design.

A causa dei recenti sviluppi della tecnologia per la fabbricazione digitale, la manifattura sta diventando un’impresa che riguarda anche l’arte e la cultura digitale. L’esplosivo avvento di stampanti 3D, di strumentazioni per la prototipazione rapida e per la fabbricazione rapida è di profonda importanza per una manifestazione come Share Festival, per le sue potenzialità di creazione di oggetti fisici da parte di laboratori, studio o atelier di artisti technodigitali.

Share Festival ha scelto il tema per la sua quarta edizione per due importanti ragioni per presentare le potenzialità della fabbricazione digitale al pubblico, che è tecnicamente piuttosto preparato, ma non incline all’utilizzo di software CAD, di macchinari automatizzati e di Internet per creare oggetti reali. Secondo, Torino è World Capital of Design 2008. Torino è un grande centro manifatturiero. Share Festival, pur essendo molto internazionale nei suoi contenuti e nel suo pubblico, nel 2008 ha scelto di enfatizzare il fatto che fosse proprio di Torino.

L'innovazione del distretto

Riccardo Viale Presidente della Fondazione Rosselli sul Sole 24 Ore

Perché alcune aree sono più innovative di altre? Perché sembra esserci una propensione dei territori verso certe specializzazioni tecnologiche? Perché il venture capital prospera in alcune regioni e non in altre, pur all’apparenza simili?

Varie sono le domande di questo tipo che hanno come denominatore comune aree territoriali sempre più ristrette.Mentre anni fa il centro dell’attenzione di analisti e “policy makers” erano gli Stati nazionali, ora il baricentro della dinamica innovativa e di sviluppo industriale si è spostata verso le grandi aree regionali e subregionali.

Dai dati presentati, recentemente, a un convegno dell’Ocse, a Valencia, emerge che la globalizzazione ha agito sullo sviluppo tecnologico, dal 1998 al 2003, in modo diverso nel caso si tratti di nazioni odi regioni.Le aree regionali che presentano vantaggi competitivi iniziali, sotto forma di migliore capitale umano, sociale, istituzionale ed economico, tendono a crescere sempre di più rispetto a quelle meno dotate. L’Italia, da questo punto di vista, è uno degli esempi più emblematici. Essa presenta fra i Paesi Ocse uno dei range maggiori di differenza regionale, tra Nord e Sud,e questa forbice invece di diminuire tende ad accentuarsi.

Questidati,chetestimonianol’affermarsidelterritoriocomebaricentrodello sviluppo tecnologico, hanno, però, il difetto di fotografare solo la parte emersa dell’iceberg. Non riescono a cogliere, invece, i fattori causali più rilevanti che determinano le performance innovative territoriali.Sono, infatti, le condizioni istituzionali e culturali che determinano le propensioni individuali a innovare. Ad esempio si prenda in considerazione il successo di Silicon Valley in California.

Le condizioni per il fiorire di una fitta rete sociale di piccole imprese altamente innovative e dinamiche interagenti con centri di ricerca e società finanziarie vengono rese possibili da situazioni istituzionali peculiari, come la costruzione ex novo di un sistema industriale basato su microelettronica e network computing, presenza di alcune fra le migliori università del mondo dedite al trasferimento tecnologico, diffusione in larga scala del venture capital, mercato del lavoro altamente flessibile e aperto alla immigrazione di talenti, politiche di finanziamento statale e federale molto generose nei confronti della ricerca universitaria.

A cui si aggiungono fattori culturali decisivi come una forte spinta all’imprenditorialità individuale, diffuso orientamento positivo nei confronti dell’assunzione di rischio, tolleranza se non valutazione positiva dei casi di insuccesso, considerazione positiva nei confronti di stili di vita improntati allo stress,alla competizione ealla polarizzazione sul lavoro.

Ma anche universi ontologici, principi epistemologici, stili linguistici, gusti estetici, valori etici e identità etnico antropologiche che spesso accomunano e facilitano la comunicazione tra gli attori della rete. La dimensione locale dell’innovazione, che illustra il successo di Silicon Valley,spiega anche vari insuccessi, come quello del mancato sviluppo del computer da parte della Xerox. Mentre i suoi laboratori di Palo Alto, in California del nord, avevano prodotto delle invenzioni epocali come il mouse, i sistemi di interfaccia grafica, gli editordi testo, l’Ethernet, l’azienda madre localizzata nello Stato di New York fu incapace di capire e sfruttare il vantaggio competitivo potenziale rappresentato da queste conoscenze tecnologiche. Non solo la distanza geografica ma soprattutto quella culturale, cognitiva e istituzionale rendevano la realtà di ricerca californiana e quella industriale e burocratica di New York due mondi che non comunicavano. Come è noto imprese californiane, vicine ai laboratori Xerox, che parlavano la loro stessa lingua ed erano imbevute degli stessi valori, furono in grado di capire e sfruttare in tempi rapidi le invenzioni.

Apple e Microsoft sono gli esempi virtuosi di questo “furto”! Per concludere, perché le condizioni locali di tipo culturale e istituzionale sono così importanti per favorire i processi di innovazione? Principalmente per due ordini di motivi: perché stimolano l’impresa a superare le inerzie della “dipendenza dal sentiero” tradizionale di tipo tecnologico e organizzativo; perché favoriscono decisioni e azioni individuali a forte tasso di creatività e rischio. In altre parole ciò che caratterizza questi territori “innogenetici”, nei confronti dell’impresa, è la loro capacità di creare con essa uno scambio continuo bidirezionale e creativo di informazione e conoscenza.

L’impresa trasferisce all’esterno domande di innovazione, di capitale umano e finanziario, di informazione sul mercato e sulla concorrenza. L’ambiente esterno risponde fornendo nuove conoscenze innovative, nuovo personale di talento, finanza mirata all’innovazione, informazioni sulla psicologia del consumatore,sulle opportunità del mercato e”warning” su possibili concorrenti.

Perché gli incentivi istituzionali e la conoscenza possano fluire velocemente fra i vari soggetti sono necessari reti sociali e di comunicazione dense e veloci.Quando queste non siano generate spontaneamente, come nel caso di Silicon Valley, emerge il ruolo ineludibile della governance pubblica del territorio. Soprattutto essa può individuare e promuovere le innovazioni istituzionali, i formati organizzativi e i valori culturali che possano favorire, al meglio, lo scambio e l’interazione finalizzata a stimolare l’innovazione.

In questi ultimi anni in alcune regioni come il Piemonte, la Lombardia e l’Emilia Romagna sono stati fatti vari esperimenti di questo tipo che hanno avuto un relativo successo. Per rimanere al Piemonte, il distretto tecnologico Torino Wireless, la Cittadella Politecnica e l’incubatore del Politecnico di Torino «I3P» che ha già più di 100 imprese incubate,il bando internazionale per l’attrazione di talenti, quello sulle “converging technologies” e il rilancio dei parchi tecnologici a cominciare da quello agroalimentare di Cuneo sono esempi da seguire anche per il resto del Paese.

Redomino ricerca talenti

Se siete un informatico e volete imparare e crescere in un ambiente specializzato, professionale, giovane e dinamico? Redomino è sempre in cerca di nuove idee e nuovi talenti.

Redomino è un’azienda sempre in crescita e orientata all’innovazione; ogni giorno nascono nuovi progetti e nuove intuizioni, il suo team è costantemente al lavoro per migliorare l’usabilità di software e altri prodotti e per dare corpo a tutte le idee che si presentano, non perdendo mai di vista la filosofia open source e i suoi principi.

Redomino sta cercando nuovi talenti per le sue attività di sviluppo: programmatori, designer, web-editor, tecnici informatici, esperti di reti.

Redomino offre un periodo di formazione e collaborazione presso la sede, in cui lavorare in un ambiente dinamico, giovane e soprattutto specializzato e professionale, ospitato dal team per un periodo di 3 o 6 mesi, in cui seguire un progetto legato alla tesi di laurea, o uno stage formativo, o una collaborazione.