Il Maggia lancia il corso triennale di Operatore della Ristorazione

L’offerta formativa dell’Istituto “Erminio Maggia” di Stresa (VB) si arricchisce ulteriormente: la novità è l’indirizzo Operatore della Ristorazione – Preparazione degli alimenti e allestimento piatti. Si tratta di un corso della durata di tre anni, che formerà gli studenti per entrare da subito nel mercato del lavoro e inserirsi nel settore della ristorazione: in alberghi, ristoranti, mense aziendali e ospedaliere, aziende di catering, ma anche gastronomie, agriturismi e laboratori artigianali del settore alimentare.

Il nuovo corso, che partirà a settembre 2024, è rivolto agli studenti che hanno finito la terza media e darà ampio spazio alla pratica: prevede 300 ore di stage, già a partire dal secondo anno, e molte materie di settore, come Principi alimentari gastronomici, Conservazione dei prodotti alimentari e gestione del magazzino, Tecnica professionale di cucina e della ristorazione. Non mancheranno le materie più tradizionali, necessarie per acquisire un background culturale, come lingua italiana, diritto, inglese o matematica. La didattica sarà improntata sulla laboratorialità, con project work e tirocini che rendano lo studente in grado di muoversi agilmente sul campo. Sono previsti incontri con esperti, che racconteranno come “funziona” nel mondo della ristorazione, e visite ad aziende del settore, locali e non.

Al termine dei tre anni è previsto un esame finale, attraverso il quale verrà rilasciato un Attestato di Qualifica Professionale riconosciuto a livello nazionale. L’Istituto Maggia è infatti accreditato dalla Regione Piemonte come ente in grado di fornire questo tipo di corsi triennali, chiamati IeFP ed il progetto è in corso di elaborazione proprio con la Regione. Ma qual è la figura professionale a cui darà vita questo indirizzo? Una persona capace di lavorare in collaborazione con altri cuochi e aiuto-cuochi, un professionista che sa seguire le diverse fasi della preparazione e allestimento dei pasti, dalla scelta degli ingredienti fino all’esecuzione del piatto.

Operatore della ristorazione fa salire i corsi dell’Istituto Maggia a quattro: si affianca, infatti, ai corsi quinquennali di Enogastronomia e ospitalità alberghiera, di Tecnico per il turismo + promozione del patrimonio e turismo culturale e al Liceo linguistico + cultura enogastronomica e del territorio. L’istituto, nato nel 1938, è la prima scuola alberghiera del nostro Paese, da sempre un punto di riferimento per la didattica e di recente vincitore del titolo di “Miglior istituto alberghiero d’Italia”: è quasi un secolo che al Maggia si lavora per costruire una cultura dell’ospitalità. Un ottimo punto di partenza per questo nuovo indirizzo.

Sul sito sono disponibili e in continuo aggiornamento tutte le informazioni relative all’orientamento, agli open days e alle iscrizioni di tutti i corsi compreso quello di Operatore della Ristorazione – Preparazione degli alimenti e allestimento piatti.

Tutte le informazioni si trovano sul sito https://orientamento.istitutomaggia.it/operatore-della-ristorazione/.

Festa dell’uva: domenica negozi aperti in via Nicola Fabrizi

Radio Antenna 1 (www.antennaunoradio.com) sarà presente con una diretta speciale alla 35ª edizione della Festa dell’Uva. Gli speaker radiofonici Katia e Alex vi aspettano al numero civico 64 di via Nicola Fabrizi per interviste in diretta 

 

Fest

 

 

Domenica 18 settembre 2022 dalle 9 alle 20 si svolgerà la 35esima edizione della Festa dell’Uva in via Nicola Fabrizi – Torino 

L’evento, patrocinato dalla Circoscrizione 4, è organizzato da Federvie Piemonte, Centro Commerciale Artigianale Naturale Campidoglio ONLUS in collaborazione con il Museo d’Arte Urbana e Galleria Campidoglio.

Per tutta la giornata in via Nicola Fabrizi, i cui negozi resteranno eccezionalmente aperti, diventerà pedonale per ospitare bancarelle di prodotti tipici e artigianali e animazione. Alle 16:30 ci sarà la tradizionale pigiatura dell’uva!

Radio Antenna 1 in diretta alla Festa dell’Uva

Le voci radiofoniche di Katia D’Orta e Alex Dardano saranno presenti in diretta e in presenza con uno stand in Via Nicola Fabrizi, all’altezza del numero 64 per incontrare il pubblico con interviste e per prendere parte alla kermesse che animerà la via.

Come seguire la diretta radio 

  • FM 104.7 Torino e provincia e Cuneese  –  FM 104.6 Astigiano
  • Sul DIGITALE TERRESTRE dal Televisore Nella Sezione Radio Su Tutto Il Piemonte
  • In streaming da tutto il mondo su www.antennaunoradio.com cliccando  su “ASCOLTA LA DIRETTA”

 

 

 

La Mostra Mercato degli Editori Piemontesi

Ospite per la terza volta all’evento anche la Mostra Mercato degli Editori Piemontesi Indipendenti, organizzata in collaborazione con Voglino Editrice e il Comitato Editori Piemonte: Quartiere Campidoglio cerca di dare spazio alla cultura e all’editoria indipendente, durante la sua storica manifestazione organizzata dai commercianti di Via Nicola Fabrizi. Sarà presente anche un presidio di SlowFood e della LAV Lega Anti-Vivisezione.

Salone Off di Terra Madre Slow Food 

Questa edizione della Festa dell’Uva diventa un evento di avvicinamento a Terra Madre, con i locali di ristorazione del Centro Commerciale Naturale Campidoglio che proporranno piatti ispirati al territorio, per esempio il gelato all’uva.

Visita guidata 

È in programma la visita guidata alla Chiesa di Sant’Alfonso, al  Museo d’Arte Urbana, al Rifugio Antiaereo di Piazza Risorgimento e al Borgo Campidoglio.

Ritrovo ore 15.30 sagrato Chiesa San Alfonso, corso Tassoni angolo via Cibrario. Visita guidata con CulturalWay, in collaborazione con Abbonamento Musei.Torino Piemonte.
Costo visita 14 € (min. 15 persone)
Prenotazioni e info: tel 3393885984 – [email protected]

La visita al Rifugio Antiaereo è con guida del Museo Diffuso della Resistenza.

FESTA DELL’UVA: TUTTE LE INFO

Dove: a Torino in via Nicola Fabrizi
Quando: domenica 18 settembre dalle 9,00 alle 20,00
Pagina Facebook: @festauvaviafabrizitorino

Su Radio Antenna Uno il benessere delle proprie abitazioni

Giovedì 13 gennaio 2022, a partire dalle ore 11,.00 e in diretta, sarà il turno di Federica Felice, Interior Designer e giornalista praticante nel settore del design. Ha lavorato a New York nel settore Real Estate. Poi a Valencia, in Spagna, dove frequenta l’Accademia di Arte Fotografica (Espai d’art fotogràfic). Ha frequentato poi l’Accademia Telematica Europea dove ha ottenuto l’attestato di Interior Designer.

È specializzata anche in Garden Design e Teoria sul Colore e ha frequentato un corso di Giornalismo dell’Architettura e dell’Interior Design. Attualmente vive e lavora a Milano ed è nella redazione di BenessereMag.it e di Interiorissimi.it come di altre realtà editoriali. Si occupa da alcuni anni dell’abitare e dell’ambiente: salute, casa, design, statistiche, eco-sostenibilità, natura e molto altro.

 

Federica Felice Interior Designer

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Radio Antenna Uno

Si chiama “Alziamo le vibrazioni“ ed è il contenitore del benessere nel quale Radio Antenna 1 fa palestra insieme per il corpo, la mente e l’anima, con il contributo di professionisti ed operatori dello stare bene. Dalle 10 alle 12 e dal lunedì al venerdì è la fascia dedicata alla bellezza e il benessere con ospiti in studio e interviste.

Tutti i giovedì la radio rinnova il proprio spazio quale riferimento per l’informazione rivolta alle famiglie e alle persone che hanno cura del proprio corpo e della propria salute.

Radio Antenna 1 è una radio sulle eccellenze e il benessere del territorio e si ascolta a Torino e Provincia, Astigiano e Cuneese sulle frequenze FM 104,7-104,6 FM, oppure su digitale terrestre-sezione radio in tutto il Piemonte e, in streaming, ovunque, dal sito web www.antennaunoradio.com

Specializzata sul tema del benessere e della formazione, con programmi dedicati, e riconosciuti come riferimento interculturale dalla comunità latina piemontese.

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La Douja D’or sorprende anche quest’anno

Palcoscenico del vino, del cibo e della cultura piemontese. 

Per 4 week-end, dall’11 settembre al 4 ottobre, la sera del venerdì, sabato e domenica Asti e il Monferrato saranno la capitale del vino del Piemonte. In sicurezza grazie alle prenotazioni online e agli accessi contingentati.

Riflettori puntati dunque sulla Douja d’Or 2020, l’appuntamento di settembre più atteso ad Asti e nel Monferrato astigiano, capace di richiamare visitatori, winelover, turisti del gusto e amanti della cultura e della natura da tutta Italia e dall’estero. Protagonisti sono le Istituzioni e gli Operatori privati del territorio, una squadra composta da Camera di commercio di Asti e la sua Azienda Speciale, Piemonte Land of Perfection e Fondazione Asti Musei, con il patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia di Asti e del Comune di Asti e con la partecipazione del Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti Docg, del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, in collaborazione con l’Unione Industriali di Asti e l’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero.

Rinnovata nella formula, ampliata nel tempo e nello spazio rispetto alle edizioni precedenti (estesa a 4 week-end coinvolgendo Asti e tutto il Monferrato Astigiano) e promossa da una nuova comunicazione il cui visual è liberamente ispirato alle città di De Chirico, la Douja d’Or – il Vino, il Cibo, la Cultura, Il Monferrato offre esperienze variegate alpubblico che ha la possibilità di costruirsi itinerari a misura delle proprie passioni sia alla sera – frequentando gli eventi di Asti dalle 18.00 fino alle 24.00 – che di giorno, nel Monferrato Astigiano.

LA DOUJA D’OR AD ASTI…

Tutto inizia venerdì 11 settembre alle ore 18.00 al Teatro Alfieri, quindi per 4 week-end,  dall’11 settembre al 4 ottobre, dal venerdì alla domenica, la Douja D’Or edizione 2020 avrà come palcoscenico diffuso le suggestive piazze e gli splendidi palazzi storici di Asti, creando un percorso tra vino, cibo e cultura, con numerosi eventi, degustazioni, mostre, iniziative in alcuni casi ricorrenti in ogni week-end, in altri ad arricchire giornate specifiche: tutto il programma degli eventi e le relative istruzioni per accedervi in sicurezza tramite prenotazioni on line sono presenti nel sito www.doujador.it.

“La Douja è una manifestazione che riguarda la nostra terra, il nostro saper fare e produrre. Obiettivi principali sono la valorizzazione dei prodotti del nostro territorio, la crescita e lo sviluppo della nostra provincia, a maggior ragione dopo mesi di lockdown – commenta Erminio Renato Goria, Presidente della Camera di commercio di Asti -. In quest’ottica, oltre 110 esercizi commerciali di Asti e provincia hanno deciso di aderire alla nostra iniziativa ‘Menù della Douja, Piatto della Douja e Aperitivo della Douja’: dalla mappa interattiva presente sul nostro sito www.doujador.it e realizzata con l’istituto Artom, si potrà scegliere tra le numerose proposte enogastronomiche della tradizione e tra i prodotti tipici presentati da ristoranti, agriturismi e bar. L’inaugurazione prevista per l’11 settembre sarà, poi, un momento di dialogo con alcuni giornalisti e stakeholder del settore: grazie alla conduzione della vicedirettrice del Tg5 Cesara Buonamici e alla collaborazione con l’Onav – Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino, ci confronteremo sul futuro del nostro Concorso enologico nazionale “Premio Douja d’Or“.

Tra gli ospiti d’eccezione partecipanti al dibattito “Concorso Enologico Douja d’Or: verso il futuro”   sono annunciati Luciano Ferraro de Il Corriere della Sera; Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del Bere; Alessandra Piubello, giornalista, giudice, curatrice della Guida Vini Luigi Veronelli e corrispondente di autorevoli riviste estere; Leila Salimbeni, giornalista enogastronomica e coordinatrice editoriale del giornale di vino e lifestyle Spirito di Vino.

Il Vino è il filo conduttore della Douja d’Or e delle sue esperienze’ continua Matteo Ascheri, Presidente di Piemonte Land of Perfection, che rappresenta 14 Consorzi di tutela piemontesi e promuove oltre 44.000 ettari di vigneto, un grande patrimonio enologico costituito da 18 Docg e 41 Doc regionali.  ‘Questo è il primo grande evento del vino piemontese ‘in presenza’ dopo il lock-down, una vetrina imperdibile del meglio della produzione enologica della Regione, cui partecipano tutti i Consorzi attraverso i Produttori, alcuni presenti alla Douja per la prima volta’.

Nella centralissima Piazza San Secondo, Piemonte Land of Perfection allestisce “Piemonte Land alla Douja“, un salotto all’aria aperta in cui accomodarsi, tutti i week-end, e lasciarsi guidare dai sommelier alla scoperta di tutte le denominazioni che rendono celebre il Piemonte nel mondo. In degustazione anche tipologie di vino meno conosciute ma altrettanto uniche, accompagnate da alcuni assaggi di prodotti Dop e Igp tra cui formaggi, salumi e nocciole piemontesi. La Douja 2020 tiene inoltre a battesimo la neonata collaborazione tra Piemonte Land ed il Consorzio Tutela Gorgonzola Dop: un’occasione unica per assaggiare il Gorgonzola in abbinamenti anche insoliti. Sempre in piazza San Secondo nella “Cantina della Douja”, gestita da Piemonte Land, si possono acquistare le bottiglie proposte in degustazione.

Appuntamenti imperdibili per gli amanti del vino sono le 12 Masterclass sui diversi vitigni piemontesi, organizzate da Piemonte Land nel Ridotto del Teatro Alfieri in tutti i fine settimana della Douja d’Or. Un approfondimento sulle denominazioni della regione Piemonte, sui vitigni e sulle uve; un viaggio esclusivo tra i territori culla del patrimonio enoico regionale, con i sommelier professionisti AIS che accompagnano con la loro esperienza il pubblico attraverso l’eterogeneità e la ricchezza dei calici in degustazione.

Guidato dai ragazzi di @CantinaSocial, venerdì 25 settembre Piemonte Land propone un Unconventional Wine Tasting, appuntamento imperdibile all’insegna della condivisione per scoprire i vini piemontesi. Una degustazione sui generis che potrà essere seguita dalla postazione di Piazza San Secondo o direttamente dal divano di casa attraverso i social.

Chiude gli appuntamenti del super Consorzio Piemontese “Let’s talk: vino, arte e comunicazione” – sabato 3 ottobre – incontro digital per parlare di come si è evoluta la comunicazione e il ruolo centrale che ha svolto negli ultimi mesi, del legame con l’arte in tutte le sue accezioni e il grande valore aggiunto che porta al territorio e alle aziende produttrici. Una chiacchierata in orario aperitivo tra @CantinaSocial, alcuni esponenti del giornalismo italiano, stakeholder dell’arte e della comunicazione per fare il punto davanti ad un calice di vino.

Casa Asti in Piazza Roma, la sede del Consorzio dell’Asti Docg, apre le sue porte proponendo, tutti i venerdì e sabatoAlessandro Borghese, il Lusso della semplicità”, esclusiva cena in abbinamento all’Asti spumante, in tutte le sue tipologie, e al Moscato d’Asti Docg per 30 persone, prenotabile sul sito della Douja d’Or. Il celebre chef, Ambassador della denominazione, delle tradizioni, della cultura e dei vignaioli del territorio, sarà presente la sera di venerdì 11 settembre. Protagonista delle domeniche sera è “AstiCocktail” con il bar tender Nicola Mancinone de “Il Confessionale” che propone 3 cocktail a base Asti e Moscato d’Asti Docg in abbinamento alle tipicità alimentari del territorio dai salumi, ai formaggi, frutta e dolci. A disposizione dei visitatori è anche il “Tour di Asti e delle aziende dell’Asti Docg”, una mezza giornata in vigna presso le aziende produttrici di Asti Spumante e Moscato d’Asti Docg, oppure un percorso culturale nella città di Asti al termine del quale degustare una coppa dei vini e spumanti dell’Asti Docg in purezza o miscelato, in un locale tipico di Asti.  Infine una Masterclass dedicata ai grandi vini aromatici del territorio, venerdì 18 settembre al Ridotto del Teatro Alfieri.

Nei giardini di Palazzo Alfieri, circondati da un’atmosfera che richiama i colori, il paesaggio e il territorio dei vini del Monferrato, gli ospiti del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato con “Douja del Monferrato” tutte le serepossono spaziare tra i grandi vini, bianchi e rossi del territorio eventualmente accompagnandoli con una box di stuzzicherie, presso isole tematiche organizzate nel rispetto del distanziamento e accessibili, come tutti gli altri eventi, a ingressi limitati per slot orari da prenotare sul sito della Douja d’Or.

Focus sulla Barbera, la regina del Piemonte, anche nella Masterclass dedicata al vitigno più coltivato sulle colline meglio esposte del territorio, venerdì 11 settembre al Ridotto del Teatro Alfieri per scoprire le diverse sfumature del Barbera d’Asti, Barbera d’Alba, Monferrato e Nizza.

Palazzo Ottolenghi, tutti i venerdì e sabato, ospita “La Douja del Vermouth”, una serie di degustazioni che hanno come elemento catalizzatore il Vermouth, il vino aromatizzato la cui produzione ha forti radici storiche nella provincia di Asti. In assaggio 5 prodotti in miscelazione (cocktail a base vermouth) o 5 vermouth in purezza con momenti di didattica e con il racconto di curiosi aneddoti sui cocktail proposti. Sabato 19 settembre e sabato 3 ottobre sono dedicati a “Esperienza Vermouth”, evento in cui si ripercorre la storia millenaria del Vino Aromatizzato, dalle sue origini fino alle forme più moderne, durante il quale i partecipanti realizzano il proprio vermouth personalizzato.

‘Oltre al Vino, la Cultura è l’altra protagonista della Douja d’Or 2020, nelle sue diverse dimensioni, dai Beni culturali alle Mostre – sottolinea Mario Sacco, Presidente della Fondazione Asti Musei… ” Asti, città dell’accoglienza in sicurezza, consente al pubblico di visitare durante la giornata i monumenti, i palazzi storici e i poli museali della città, ampliando l’esperienza anche al territorio astigiano. L’obiettivo – prosegue Sacco – è valorizzare le eccellenze artistiche, culturali ed ambientali del nostro comprensorio in maniera integrata”.

Inaugura venerdì 18 settembre, e sarà in esposizione nelle eleganti sale di Palazzo Mazzetti fino al 17 gennaio 2021, la mostraAsti, città degli arazzia cura della Fondazione Asti Musei. L’antica e rinomata arte arazziera, parte integrante del tessuto artistico e culturale di Asti, vede la nascita del primo laboratorio di tessitura di arazzi con telai ad alto liccio grazie ad Ugo Scassa che porta la manifattura astigiana alla ribalta vincendo, nel 1960, il prestigioso concorso per la decorazione del Salone delle feste di Prima Classe della nave Leonardo Da Vinci. La mostra raccoglie oltre 20 arazzi provenienti da collezioni pubbliche e private tra cui Apollo e Dafne di Corrado Cagli, Composizione astratta nata dall’amicizia di Scassa con Paolo Conte, lo stendardo della Provincia di Asti e il bellissimo Palio progettati da Ugo Scassa, una selezione di arazzi di Vittoria Montalbano, tra cui la Scoperta dell’America, e l’incredibileesplosionefloreale F. Bomb.

La città di Asti, vanta una storica e interessante esperienza nel campo del vino biologico. E’ un Moscato d’Asti nel 1992, il primo vino biologico certificato in Italia e ad Asti e da almeno un quindicennio si svolge ogni anno “Vinissage” – il Salone del vino biologico, animato dai piccoli vignaioli bio piemontesi. Esperienze naturali tra Pellegrino Artusi e le vigne bioè l’evento proposto dall’Associazione produttori di vino biologico sabato 3 ottobre alle 18.30 presso la Sala Platone del Palazzo Comunale di Asti. In occasione del bicentenario della nascita dell’autore del primo codice alimentare, una degustazione guidata tra i vini cru biologici Astigiani in abbinamento a una specialità gastronomica preparata secondo l’Artusi.

 … LA DOUJA D’OR NEL MONFERRATO

Novità della Douja d’Or 2020 è l’ampliamento della manifestazione a tutto il territorio provinciale con l’obiettivo di coinvolgere direttamente anche le imprese vitivinicole, della ristorazione, dell’accoglienza e del turismo che operano nel comprensorio, con l’obiettivo di rilanciare l’economia dell’intera filiera enoturistica e gastronomica astigiana e piemontese.

Sono oltre 110 gli esercizi commerciali, tra ristoranti, agriturismi e caffè di Asti e del Monferrato Astigiano che hanno aderito all’iniziativa della Camera di commercio di Asti Piatto della Douja (piatto di norma non in menù, creato per l’occasione con l’obiettivo di interpretare in modo autentico e originale una ricetta del territorio, anche antica, cui abbinare un calice di vino piemontese), Menù della Douja (proposto dal ristoratore scegliendo tra i piatti in carta quelli che rispondono in modo più autentico e veritiero al recupero della tradizione gastronomica del Monferrato, e del Piemonte più in generale, da abbinare a un massimo di tre vini piemontesi), Aperitivo della Douja (proposta con vini riferibili al Piemonte che devono esaltare il territorio di cui sono espressione, accompagnati da un piattino di prodotti tipici dell’astigiano e del Monferrato).

In prima linea in questa offerta di ‘esperienze turistiche integrate’ è L’Ente Turismo Langhe, Monferrato, Roero che contribuisce alla Douja d’Or 2020 organizzando le informazioni del ricco palinsesto di iniziative e percorsi che si svolgono nel Monferrato Astigiano nel periodo della manifestazione. Vivere la Douja d’Or 2020 in modalità diffusa su tutto il territorio grazie agli Itinerari Astesana tra paesaggi, arte e gusto, i Sentieri Gastronomici da percorrere zaino in spalla o e-bike, gli originali Experience Days proposti da Sistema Monferrato e tutti gli eventi sul territorio che si svolgono in concomitanza con la Douja d’Or.

L’obiettivo è invogliare i visitatori, che hanno colto l’occasione dei voucher della Regione Piemonte, a fermarsi sul territorio per scoprire, ognuno secondo le proprie inclinazioni, il meraviglioso ambiente del Monferrato astigiano, patrimonio UNESCO.

In questo gioco di squadra territoriale piemontese entrano a far parte del programma della Douja d’Or – grazie all’iniziativa del Consorzio dei Vini d’Acqui – anche gli Acqui Wine Days, inedita manifestazione che per tre giorni – da venerdì 25 a domenica 27 settembre – valorizzerà vini, cibi e produzione artistica acquese, protagoniste le bollicine dell’Acqui Rosè, nuova scommessa dei Produttori del territorio.

Informazioni e prenotazioni per tutti gli eventi su www.doujador.it

Casa Martini ospita la mostra personale “Mixing Glass” di Silvio Vigliaturo

Il progetto “Mixing Glass” è stato sviluppato all’interno del XIII Master in Economia e Management dell’Arte e dei Beni Culturali del Sole 24Ore Business School con la progettazione di una mostra che potesse dare spazio ed esaltare la produzione artistica di Silvio Vigliaturo. La location prescelta è Casa Martini che, con il Museo di Storia dell’Enologia, rappresenta la cornice perfetta capace di accogliere ed entrare in dialogo con le opere in mostra.

Il progetto “Mixing Glass” è stato sviluppato all’interno del XIII Master in Economia e Management dell’Arte e dei Beni Culturali del Sole 24Ore Business School con la progettazione di una mostra che potesse dare spazio ed esaltare la produzione artistica di Silvio Vigliaturo. La location prescelta è Casa Martini che, con il Museo di Storia dell’Enologia, rappresenta la cornice perfetta capace di accogliere ed entrare in dialogo con le opere in mostra.

Il museo racconta infatti il legame millenario tra l’uomo, la produzione e il consumo del vino, il simbolo più vivo della convivialità e del piacere di stare insieme: la pregevole collezione comprende al suo interno alcuni rari vetri di epoca romana. Non mancano le testimonianze delle manifatture veneziane, accanto a quelle boeme, francesi e dell’area tedesca: dal Rinascimento all’Ottocento in una carrellata multicolore di raffinati oggetti in vetro per il servizio e la degustazione del vino.

Fulcro della mostra “Mixing Glass” è il tema della Mescolanza – forse il più significativo e ricorsivo elemento del maestro Vigliaturo negli ultimi dieci anni di attività – affrontato, in prima battuta, a livello tecnico. L’artista crea le sue maestose sculture dando vita a una ricca commistione di tecniche e materiali: vetro, acciaio, oro e argento si fondono in una soluzione unica e immediatamente riconoscibile, che trasfigura l’elevata abilità artigianale in un suggestivo procedimento alchemico. I grandi forni della bottega di Vigliaturo, situata di fronte al maestoso Duomo gotico di Chieri, trovano la loro perfetta metafora nel Mixing Glass, il bicchiere usato per la preparazione dei cocktail, un contenitore in cui gli ingredienti, miscelati con sapienza, danno vita a ricette classiche o nuove sperimentazioni. Ognuna delle tematiche che danno corpo alla mostra trae quindi nella Mescolanza il suo fondamento teorico.

Casa Martini parteciperà alle Giornate Europee del Patrimonio 2019 con eventi a tema, realizzati nell’ambito della mostra e in collaborazione con l’artista.

La mostra è organizzata da Casa Martini e I.N.A.C. – Istituto Nazione di Arte Contemporanea con il patrocinio di Federculture e con la collaborazione dell’ Archivio Storico Martini & Rossi.

A proposito di CASA MARTINI

Casa MARTINI si trova a Pessione di Chieri, a pochi km da Torino, un luogo dove vivono ancora oggi gli stessi valori che ispirarono oltre 150 anni fa Alessandro Martini e Luigi Rossi, fondatori dell’impresa. Concepita come una casa vera e propria, composta da comodi ambienti e con un vivo senso dell’ospitalità, è stata pensata come una location d’eccezione per eventi ritagliati su ogni tipo di esigenza. La Terrazza MARTINI è una delle più grandi e note iniziative di comunicazione e di immagine degli ultimi decenni. Straordinario il successo di questa formula, che la Martini & Rossi realizzò presso le sedi più prestigiose delle sue Società: alla metà degli anni Sessanta erano ben otto le Terrazze in attività, la prima fu inaugurata a Parigi nel 1948, a seguire Milano, Barcellona, Pessione, Bruxelles, San Paolo, Londra e Genova. A Pessione, la Terrazza nasce dove nel 1863 Alessandro Martini e Luigi Rossi diedero vita al celebre aperitivo e precisamente nella palazzina in cui lo stesso Luigi viveva con la propria famiglia.

L’Artista

Silvio Vigliaturo nasce ad Acri, in Calabria, nel 1949. Giovanissimo si trasferisce a Chieri (TO), dove tuttora vive e lavora.

Artista e maestro del vetro, la sua tecnica è da sempre volta alla ricerca e alla sperimentazione. Dalle prime esposizioni, nel 1977, passando per la Fundación Centro Nacional del Vidrio, La Granja de San Ildefonso, a Segovia in Spagna, come unico artista europeo rappresentante del movimento dello Studio Galss nel 2001, sino al Made in Italy al Quality and life style di Hong Kong nel 2006 e alla personale al Hsinchu Municipal Glass-Museum di Hsinchu, Taipei in Taiwan e alla partecipazione al Padiglione Italia della 54. Biennale di Venezia, sino alla personale nel giugno 2012 al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, il percorso artistico di Vigliaturo si presenta in costante evoluzione. Un cammino graduale e tenace ha portato l’artista ad affrontare una grande varietà di tematiche con stili e strumenti diversi. Il dipinto, il vetro, l’acciaio, la terra cotta sono tutti trattati allo stesso tempo come materia e come scelta ideologica. È proprio grazie alla mescolanza delle tecniche che l’orizzonte delle esperienze di Vigliaturo si è dilatato esponenzialmente e ha aperto la strada a una visione originale e inedita, capace di rivisitare i temi e le modalità espressive della pittura e che lo ha condotto agli esiti attuali del suo lavoro. L’approccio che l’artista adotta nel lavorare il vetro è derivato dalla sua instancabile attività pittorica. Il forte impatto visivo delle sue opere nasce dalla trasparenza dei colori, capace di generare un’affascinante sembianza di fluidità, e dall’antinomia tra il peso della materia utilizzata e la leggerezza delle forme che l’artista riesce a foggiare attraverso di essa.

Nel 2006, Vigliaturo riceve la nomina di testimonial artistico dei XX Giochi Olimpici Invernali svoltisi a Torino. Nel giugno dello stesso anno, la Città di Acri gli dedica un museo – il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) – che ospita una collezione permanente delle sue opere intesa come un biografico che si snoda attraverso più di duecento esemplari, tra sculture e dipinti. Nel 2010, la Regione Calabria lo ha invitato quale artista testimonial all’Expo Shanghai 2010. Nel 2013, prende parte alla mostra Contemporary Glass Sculpture, dell’Orlando Museum of Art, che raccoglie i più importanti artisti del vetro, in occasione dei cinquant’anni del movimento Studio Glass. Espone sue opere in Europa, America e Asia e nel 2016 rappresenta l’Italia all’European Glass Festival a Wroclaw (Polonia), Capitale Europea della Cultura 2016.

I partner della mostra

Azimut, AVIP Italia, Torino Magazine, Eccellenze Italiane, Turismo Torino e Provincia, Maca Museo, Verso L’Arte, Piero Muscari, Archivio, Corriere di Chieri.

AZIMUT

Azimut è la prima realtà finanziaria indipendente nel settore del risparmio gestito in Italia, attiva da 30 anni e quotata alla Borsa di Milano dal 2004. Una vera Public Company che non appartiene a nessun gruppo bancario o assicurativo, la cui governance è detenuta dalle persone che lavorano nella società: consulenti, gestori, manager e dipendenti del Gruppo.

Un modello unico che garantisce indipendenza, assenza di conflitti di interesse e continuità aziendale. Azimut ha sviluppato una piattaforma di prodotti e servizi ad architettura aperta, finalizzata a offrire la soluzione più adatta alle specifiche esigenze del cliente, siano esse attinenti al patrimonio personale, familiare e dell’impresa. Senza i nostri valori non saremmo quello che siamo che ci contraddistingue da tutti i principali competitors grazie alle nostre caratteristiche:

  • INDIPENDENZA: fondamentale per potere offrire soluzioni d’investimento studiate ad hoc sui nostri clienti e non su interessi e variabili esterne.
  • PARTNERSHIP: il nostro interesse coincide da sempre con la soddisfazione dei clienti, ci appoggiamo a diverse realtà per far si che ciò accada, con un rapporto di collaborazione, negoziando per i nostri clienti condizioni estremamente competitive e servizi unici e dedicati.
  • STABILITÀ: management, Financial Partner e Gestori vantano il turnover più basso di tutto il settore. Noi puntiamo alla massima fiducia da parte del cliente, garantire la nostra presenza costante è fondamentale.
  • INTERNAZIONALITA’: Siamo presenti in 17 paesi al mondo, direttamente sul territorio di ogni singolo paese. Con NOI il mondo è un unico network integrato: Italia, Lussemburgo, Irlanda, Cina (Hong Kong e Shangai), Marocco, Svizzera, Singapore, Brasile, Messico, Taiwan, Cile, Usa, Australia, Turchia ed Emirati Arabi.

Non abbiamo la presunzione di volerci sentire diversi dagli altri, perché semplicemente lo siamo.

Know how, esperienza ,valori imprescindibili: QUESTO E’ IL GRUPPO AZIMUT 

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Tra i brand più iconici al mondo, MARTINI è leader nel mercato degli aperitivi italiani di alta gamma e dei vini spumanti. Vincitore di numerosi premi, dal gusto intenso e dolceamaro, è il risultato di una miscela segreta di oltre 40 piante provenienti dalle migliori località di tutto il mondo.

Il portafoglio MARTINI include:

MARTINI Bianco, MARTINI Rosato, MARTINI Rosso, MARTINI Extra Dry, MARTINI Riserva Speciale Rubino, MARTINI Riserva Speciale Ambrato, MARTINI Asti Spumante d.o.c.g., MARTINI Montelera Metodo Classico Talento, MARTINI Riesling

d.o.c., MARTINI Prosecco d.o.c.

Creato a Torino nel 1863, MARTINI fa oggi parte del portafoglio del Gruppo Bacardi e continua ad essere il leader di mercato della categoria.

Il marchio MARTINI® fa parte del portafoglio di Bacardi Limited, con sede a Hamilton, Bermuda.

Bacardi Limited si riferisce alle società del Gruppo Bacardi, che comprende Bacardi International Limited.

Il Gruppo Bacardi è da anni attento alle attività volte a proteggere l’ambiente e a diffondere le buone pratiche del Consumo Responsabile.

In quest’ottica, nel 2012 ha dato vita allo Slow Drinking, un’iniziativa volta a diffondere i principi dello Stile Mediterraneo e del Consumo Moderato, per portare i propri consumatori verso la filosofia della “Degustazione” anziché del Consumo, dando spazio al piacere del palato e al tempo necessario per assaporare il drink, in un ambito di amichevole convivialità. Il tempo ai nostri giorni è la vera ricchezza e il mezzo per un approccio consapevole e moderato verso le bevande alcoliche in generale.

I 10 principi semplicissimi sono illustrati nel sito: www.slowdrinking.com/it/it/, dove si trovano anche suggerimenti di ricette di cocktail e di food pairing, affinché il momento dell’aperitivo e non solo sia vissuto al meglio, in un’esperienza memorabile, pur conoscendo i limiti da non oltrepassare. 

Al Circolo dei Lettori: “Il potere dei Sogni e l’arte di Sognare la propria Vita”

“ I sogni – racconta Zuleika Fusco sono segnali offerti dall’inconscio nel momento del sonno e possono diventare chiave di lettura della quotidianità, messaggi ricchi di suggerimenti da applicare nel quotidiano per migliorare la qualità della nostra vita. Imparare a ricordarli e comprenderli piano piano, significa fare chiarezza in noi stessi e nei passaggi che costituiscono la nostra esistenza.”.

Ed è proprio del potere dei sogni e dei loro messaggi che Zuleika Fusco racconta nella conferenza di Mercoledì 16 Ottobre 2019, ore 18.00 nella sala Biblioteca del Circolo dei lettori di Torino – in via Bogino, 9 .

I sogni, segnali offerti dall’inconscio nel momento del sonno, liberi quindi da offuscamenti mentali, possono diventare chiave di lettura della quotidianità, messaggi ricchi di suggerimenti da applicare giorno per giorno per crescere e per migliorare la qualità della nostra vita. Apprendere a ricordare questi messaggi e poi a farne proprio il senso, a piccoli passi e secondo i tempi di ognuno, significa fare chiarezza in noi stessi e nei passaggi che costituiscono la nostra esistenza.

La conferenza è gratuita e aperta a tutti quelli che hanno piacere di comprendere meglio l’esperienza onirica.

Counselor Relazionale Supervisor, Zuleika Fusco è formatrice esperta in Comunicazione, risoluzione pacifica del conflitto, problem solving, Scrittrice. Ha creato tecniche d’integrazione dell’inconscio attraverso l’interpretazione dei sogni e un laboratorio – Oniromanteion- in cui il gruppo le sperimenta. Dirige la scuola di Counseling e Media- Comunic-Azione di cui ha fondato il modello di Counseling ad indirizzo media-comunicativo e Avalon Formazione, società di servizi che favoriscono il benessere  psichico della persona in contesti privati e organizzativi.

Mercoledì 16 Ottobre, ore 18.00 presso Il Circolo dei Lettori, via Bogino 9 – Il potere dei Sogni e l’arte di sognare la propria vita”.

È gradita conferma via email: [email protected]  / via sms: 339 1168748.

 

 

L’Italia del “bello scrivere”: il nuovo libro di Ada Fichera

Abbiamo intervistato la dottoressa Ada Fichera, che avevamo già avuto modo di conoscere durante il Master in Teoria e Tecnica di Comunicazione Politica e Istituzionale presso l’Università Popolare degli Studi di Milano.

Il suo ultimo libro sta diventando un successo editoriale. Si intitola L’Italia del ‘bello scrivere’ – Storie del giornalismo cultura dalla terza pagina ad oggi.” Una analisi storica, sociologica e filosofica, del giornalismo culturale di ieri e di oggi in Italia. Dalla “Terza pagina”, perfetto connubio di letteratura e informazione, alle rubriche dei quotidiani odierni, Ada Fichera ripercorre più di un secolo di storia culturale del nostro Paese, narrando le vicende, ma anche le polemiche e i dibattiti relativi a un mondo tanto affascinante quanto complesso.

C’era una volta la terza pagina, una invenzione tutta italiana, con contenuti culturali e di critica letteraria, all’interno della quale per il gusto del “bello dello scrivere” e del leggere si concentrava il vanto dei grandi quotidiani. Molti affermano che il suo declino sia dovuto all’avvento del web: anche gli esperti e i giornalisti più blasonati infatti oggi possiedono un blog su cui possono approfondire tematiche che non troverebbero spazio nell’incapsulamento di uno schema finito e limitato come le pagine a stampa.

Tuttavia, il primo quotidiano storico ad abbandonare la Terza pagina fu «La Stampa», nel 1989, ben prima dell’avvento del World Wide Web (che nascerà solo nel 1991 e solo per pochi, mentre il primo blog ad esempio comparirà nel 1997).
Alcuni spiegano che la terza pagina si sia solo spostata nei supplementi come «Tuttolibri», «La Domenica» (Sole 24 Ore) e «La Lettura» (Corriere della Sera).

Quale è la sua percezione di questo cambiamento? E poi: è possibile “fare cultura” anche con la rete?

Il cambiamento, più che una percezione, direi che è un dato di fatto, e non è riscontrabile solo sui giornali, ma ritengo che sia un segno dei tempi relativo al panorama culturale del nostro Paese. Abbiamo una involuzione, più che una evoluzione, nell’ambito dell’affezione alla lettura, al sapere umanistico, alla rilevanza di una formazione culturale in tutti gli ambiti (si veda la politica attuale, la tv, etc…).

Non si vuole comprendere che un Paese senza cultura e senza storia è un Paese senza identità e senza forti radici, ed essendo privo delle quali rimane come un palazzo in cemento costruito su basi di biscotto!

Il punto però non è nostalgicamente lamentare ciò che non va o ciò che è cambiato, ma presa coscienza, con realismo, del problema si deve capire come affrontarlo e con quali mezzi, anche “nuovi”, si può fare cultura oggi.

Da questo punto di vista anche la rete può aiutare, anzi è essenziale ormai. Giornali on line, comunicazione social ed altro sono fondamentali, basta che non vengano visti come sostitutivi. Io ritengo che Internet e la comunicazione veloce dei social sia un ottimo mezzo e un supporto all’informazione culturale, ma le pagine culturali e i supplementi settimanali non possono essere considerati qualcosa di vecchio, semmai bisogna lavorare in modo aggiornato per porgere al lettore anche quello che può sembrare per lui ostico, ma se non si scommette, se non si alza l’asticella, come si fa a pensare di compiere un salto… L’uomo, come scrivo nel mio ultimo libro, è geneticamente fatto per elevarsi. Abbiamo l’obbligo di guardare in alto, senza farci al contrario travolgere dall’abisso.

Che il mondo dell’editoria, e quello dei quotidiani nazionali, sia in crisi, è un dato di fatto. Basta guardare le classifiche di vendita, in calo ormai da una decina d’anni. Inoltre, come Lei stessa afferma, gli editori non hanno abbastanza fondi per finanziare, come fanno all’estero, servizi di grande spessore. Come potrà uscire la stampa italiana da questo enpasse? Forse lavorando insieme ad altre testate come è successo nell’inchiesta sullo scandalo dei Panama Papers, in cui giornalisti di ogni parte del mondo si sono aiutati nelle ricerche scambiandosi dati preziosi e svolgendo un lavoro di investigazione di gruppo?

Beh, tutte le soluzioni, se finalizzate a dare benzina ad un mondo che ha un motore in difficoltà, sono ben accette. Non può essere questa, tuttavia, l’unica maniera per uscire da tale enpasse.

Intanto credo che debba necessariamente ricrearsi una coscienza di Stato relativa agli investimenti per la cultura. Un Paese che non investe in cultura è un Paese già morto.

Spesso la politica vede il mondo dell’editoria come un nemico o come uno strumento a proprio uso e consumo, manca un vero progetto statale in Italia che abbia come suo scopo l’investire sull’editoria e sull’informazione a lungo termine e che intenda l’editoria e il mondo del giornalismo come un patrimonio da tutelare e sul quale spendere. Basterebbe guardare ad altri paesi europei, come l’Olanda, dove gli investimenti anche per i reportage sono di tutt’altra portata, o in Inghilterra relativamente alla promozione e diffusione capillare dei giornali.

Inoltre, l’augurio può essere quello che un settore, che a volte può apparire datato, trovi il coraggio e la volontà di rinnovarsi, aprendosi anche ad una classe giornalistica e di scrittori nuova, più giovane, sulla quale scommettere. Invece, di fronte alle difficoltà, come spesso accade, ci si arrocca sulle proprie posizioni e ci si chiude a tutela dei propri spazi. Questo è uno dei primi errori. Servono ancora, e sempre, le grandi firme e i grandi maestri, ma non si può pensare che tale mondo possa rinunciare per questo a rinnovarsi tramite nuove firme, e quindi nuove idee e nuova linfa che possa fecondare un terreno un po’ inaridito.

Se invece il metro è quello di prendere i giovani per collaborazione estern per dargli 10 euro a pezzo, la vedo difficile. E quindi non ci si può impressionare se poi il lettore medio sotto i 30 anni in Italia non legge i quotidiani o li sente lontani da sé e poco utili.

A questo aggiungerei che inserire la lettura dei quotidiani, almeno una volta a settimana, in classe, sarebbe non solo utile, ma formerebbe una classe di lettori del domani. Se non lavoriamo per investire sui lettori giovani che sono “gli italiani del domani”, come possiamo pensare di sopravvivere…?

Vittorio Sabatin nel libro “L’ultima copia del New York Times” spiega come secondo i calcoli di Philip Meyer, studioso dell’editoria americana, l’ultima sgualcita copia su carta del “New York Times” sarà acquistata nel 2043. La crisi di vendite che affligge i quotidiani da una ventina d’anni lascia pensare che la previsione sia realistica, se non addirittura ottimistica. Eppure, nell’ultimo capitolo del Suo libro, “L’Italia del bello scrivere”, Lei fa intendere come i dati dichiarino un declino del digitale (-15,9%) rispetto al cartaceo (+9,2%) in Italia. Tuttavia, Lei spiega che i giornali all’estero hanno saputo reinventarsi. Chi ha avrà ragione secondo lei?

Io non credo e, mi perdoni, mai crederò all’estinzione della carta. Mi capita frequentemente di girare l’Italia per la promozione dei miei libri e di trovare sempre, anche molti giovani, che amano ancora l’odore della carta del libro appena edito o che manifestano la preferenza di leggere una rivista su carta.

Il digitale ha una buona diffusione e ormai è essenziale, anche io che leggo tutte le mattine una media di quattro o cinque quotidiani, di questi, due, per abitudine e per praticità, li leggo tramite tablet e abbonamento on line. Girando spesso, e avendo la “malattia della rassegna quotidiana” appena sveglia, trovo utilissimo e comodo avere alcuni giornali principali disponibili subito e in qualsiasi posto. Però poi scendo all’edicola quando sono a casa a Roma, o cerco un giornalaio ovunque sia in Italia, per leggere su carta gli altri due o tre quotidiani che prediligo ogni giorno, perché il vero lettore non sa rinunciare all’odore del giornale della mattina o alla bellezza del fruscio delle pagine, non può rinunciare a stringere la copia tra le proprie mani.

E come me, per fortuna, ancora i molti condividono queste sensazioni.

La prova l’abbiamo del resto dalla sfera degli e-book. Un esperimento che gli stessi editori, per problemi di costi elevati con la carta, hanno provato con determinazione a spingere solo qualche anno fa, ma che a breve ha dimostrato che, per quanto siamo nell’epoca del digitale, in larga parte, un buon libro è ancora letto preferibilmente nel formato di carta.

Credo sia non solo un problema di fascino e romanticismo da lettore, piuttosto la scienza ci supporta. Un recente studio americano ha provato infatti che ciò che leggiamo dall’oggetto libro viene recepito più in fretta e memorizzato in maniera migliore e più a lungo per un fatto di percezione del cervello. Poi trovo, personalmente, che la vista faccia meno fatica a leggere su carta anziché su pc o tablet. Io, ad esempio, posso leggere 100 pagine cartacee nel tempo in cui leggo 20 pagine digitali!

Credo quindi che il lettore accanito, che molto legge, tende sempre a preferire la carta, mentre il digitale resta relegato ad un lettore molto giovane e/o comunque a colui che legge poco. E del resto, ripeto, i dati di vendita e-book, anche di uno stesso libro, danno testimonianza che si legge di più il formato cartaceo.

Si parla spesso di post-verità, fake-news. Ai tempi in cui era possibile informarsi unicamente tramite i giornali, il filtro del bravo giornalista impediva che questo genere di notizie trapelassero e si diffondessero con la stessa rapidità con cui si diffondono oggi tramite i social network.

Si sta ancora dibattendo su quali siano le regole e le tecniche da adottare per impedire che le false-verità siano messe sullo stesso livello delle notizie verificate da fonti certe.

Alcune testate si sono autoregolamentate, con una sorta di carta dei doveri, all’insegno del fact checking. So che è una domanda che ancora forse non ha risposta, ma come pensa sia possibile diminuire il diffondersi di questo genere di pseudonotizie attraverso la rete? C’è un antidoto o quanto meno un metodo per difendersene?

Difficile, forse impossibile, trovare una soluzione o individuare un antidoto. Con la fruizione così varia e rapida, anche dei social network che a loro volta rilanciano notizie da altri siti, è davvero difficile. Forse uno strumento di difesa di buona qualità può essere quello, semplice e antico ma probabilmente ancora valido, del verificare la fonte, ossia valutare prima di tutto l’attendibilità della testata che la comunica o della firma che la mette in circolo.

 

L’Italia del “bello scrivere” 
Storie di giornalismo dalla Terza pagina ad oggi 
MINERVA 

 

 

 

Lo stupore per Torino nel nuovo progetto fotografico di Giuseppe Parola e Ornella Paletto

Torino è una città particolare, divisa fra pianura e collina, in cui i moderni grattacieli di Torino si integrano con un centro storico in cui è possibile sentire e vivere la Storia che ha portato all’Unità d’Italia, il tutto con lo sfondo naturale dato dalla catena alpina. Di Torino si sentono ancora i luoghi comuni legati alla FIAT, e alla città grigia e triste, che non accoglie, e popolata da persone fredde e cortesi. Torino allo stesso tempo è vittima di numerosi malintesi e fraintendimenti, spesso legati alla sua apparente freddezza e all’aura aristocratica che sembrava trasmettere, per via della presenza delle tracce visibili dei Savoia, i Re d’Italia. Allo stesso modo, è stata fraintesa e resa icona allo stesso tempo, durante lo sviluppo industriale italiano: vera “capitale del lavoro”, “città dell’automobile” e “metropoli operaia”. Tutto ciò non risponde appieno a quello che è il vero cuore pulsante di Torino, il suo costante slancio imprenditoriale e produttivo, sia all’interno della regione sia, storicamente, ben oltre la cinta (solo apparentemente invalicabile) delle Alpi.

Torino (libro) Il libro “Torino”, edito da Sassi Editore, grazie alle fotografie di Giuseppe Parola e ai testi di Ornella Paletto, sfata numerosi miti, mostrando una Torino nuova, eppure in parte simile a se stessa. È facilmente rintracciabile la Torino aulica delle regge barocche, ma è possibile allo stesso riscoprirne la storia, che arriva dalle fondazioni romane, ben visibili ancora adesso vicino a Palazzo Reale, dove si trova la Porta Palatina, che dà il nome al mercato scoperto più grande d’Europa, fulcro della multiculturalità di questa città, tanto che vi si parlano 20 lingue differenti. Un luogo nel quale è possibile anche grazie alle fotografie e ai testi, vivere la storia cittadina è Palazzo Madama, grazie ai numerosi rimaneggiamenti di quella che era una porta di costruzione romana.

Torino non è solo storia e palazzi, è anche giardini e verde, e i parchi cittadini sono parte integrante della vita cittadina, diventando in alcuni casi mete loro stessi di visite, storia e cultura, come il Parco del Valentino, che ospita il Borgo Medievale, piccola rocca costruita in occasione dell’Esposizione Universale del 1884 e oggetto di alcune delle fotografie più scenografiche.

Altrettanto scenografiche e imponenti sono le fotografie scattate in quello che è una delle eccellenze torinesi, italiane ed europee: il Museo Egizio di Torino. Si tratta del secondo museo egizio per importanza al mondo, secondo solo a quello de Il Cairo, e ospita reperti importantissimi, tanto che alle origini dell’egittologia, Champollion dichiarò che “la strada per Menfi e Tebe passa da Torino”. Nella sua semplicità esteriore dei palazzi, Torino nasconde gemme e tesori, come la Camera dei Deputati del Parlamento Subalpino, conservata a Palazzo Carignano ma anche gioielli  come la Cappella dei Banchieri, commercianti e Mercanti, conosciuta in tutto il mondo (arrivano dal giappone per ammirarla) ma poco nota agli stessi torinesi e che contiene, oltre a opere artistiche di gran pregio, anche un importante Calendario Perpetuo meccanico ideato tra il 1831 e il 1835 dal matematico e astronomo Giovanni Plana.

Non bastano 176 pagine a narrare l’evoluzione, anche stilistica e artistica di Torino, che ospita diversi esemplari di edifici liberty che, da soli, meriterebbero una pubblicazione dedicata. Non va dimenticato che Torino non è completa senza ciò che la circonda, a partire da Superga, basilica che domina la città, arrivando alla Corona di Delizie, le regge sabaude che circondano la città, a partire da Venaria Reale, passando per la Palazzina di Caccia di Stupinigi, e arrivando a Villa della Regina.  La città non si è fermata sui fasti del passato, e in occasione delle Olimpiadi Invernali del 2006 è iniziato un profondo rinnovamento, che ha portato la città a diventare la capitale della cultura. Grazie a questo libro e alle fotografie che illustrano la storia e la città, avrete modo di iniziare a conoscere una città che, nonostante la fama di freddezza e di scarsa ospitalità, non vede l’ora di farsi scoprire.

 

Titolo: TORINO
Autori:  Giuseppe Parola, Ornella Paletto
Editore: SASSI Editore 
ISBN: 978-88-6860-501-8
Pagine: 176
Immagini: Più di 150 a colori
Sito Web: www.sassieditore.it/product/torino/

 

 

 

Le Nuove Musiche: Festival di musica antica e contemporanea

LE NVOVE MVSICHE è una collezione di musica per canto e basso continuo scritto da Giulio Caccini nel 1602 che ha segnato nel periodo un importante cambiamento di stile: dalla polifonia alla monodia. Questo stile veniva anche chiamato “recitar cantando” infatti si trattava di una raffinata tecnica esecutiva , consistente nell’applicare liberamente alla monodia figure ornamentali, accentuazioni espressive, varietà agogiche che seguivano il senso delle parole sorrette armonicamete da un elastico basso continuo.

Scarica il programma di sala

Questo trattato può essere considerato il primo e più importante di arte vocale e il primo documento di una raggiunta consapevolezza della peculiarità del fatto interpretativo. Il festival vorrà percorrere le tappe di questo cambiamento e, approfittando del gioco di parole, estendere la definizione di “Nvove Mvsiche” al cambiamento in genere dei vari stili musicali mettendo in contrapposizione quelli che vanno dal XVI al XVII secolo ai nuovi stili del XX e XXI secolo. I concerti
saranno quindi un susseguirsi ed una alternanza di stili vocali e strumentali passando dalla musica sacra alla profana.

La VILLA DELLA REGINA è uno splendido complesso architettonico di impianto seicentesco costruito sulla collina torinese su modello delle ville romane del primo rinascimento, voluto e finanziato dal principe cardinale Maurizio di Savoia, ricco e colto mecenate. Essa appartiene alla vasta categoria delle ville suburbane, luoghi dove i nobili cercavano una dimensione più privata della vita di corte: era infatti una consuetudine piuttosto diffusa quella di possedere una residenza più appartata rispetto ai palazzi cittadini, dove poter organizzare feste private, spettacoli e, spesso, incontri galanti, al riparo dagli occhi indiscreti della città.

Domenica 13 gennaio 2019 ore 11.00
Mario Rigoni Stern e Bepi de Marzi
I POLIFONICI DELLE ALPI
Gli amici dell’”arTEatro”, letture Per il concerto
ANIME NEI MONTI
La montagna e la guerra nei racconti e nei canti di due amici
Ingresso alla Villa della Regina € 5,00
ingresso libero fino ad esaurimento posti
A sostegno del Festival è gradita una offerta
Villa della Regina
Strada Comunale Santa Margherita, 79

Scarica il programma di sala

 

 

 

Claudio Pasqua 

Sette nuovi congregati alla Cappella dei Mercanti di Torino

Chi percorra fino al numero civico 25 di via Garibaldi a Torino, attraversando l’alto portone di ingresso, troverà nascosta una sorpresa artistica e storica di Torino: la Cappella dei Banchieri, Negozianti e Mercanti, luogo di cultura e culto dedicato all’omonima corporazione. Una “bomboniera barocca” che anima il cuore di Torino anche per l’organizzazione, quasi tutte le settimane e grazie alla meravigliosa acustica del luogo, di prestigiosi concerti di musica classica, e per per la presenza, al suo interno, di una autentica rarità scientifica: il Calendario Perpetuo dell’astronomo piemontese Giovanni Plana: Antica macchina di calcolo combinatorio che permette la determinazione precisa del calendario dall’anno zero e fino a 4000 anni, incluse le lunazioni, i giorni della settimana e le feste cristiane. Un piccolo computer con un algoritmo meccanico ante litteram, essendo il Calendario di Plana del 1831: il congegno include infatti delle memorie a tamburo, cilindri su cui si trovano i dati numerici. Recentemente un team di tre studenti del Politecnico di Torino ha scoperto l’algoritmo che lo regola come fosse un computer e ne hanno realizzato una copia funzionante sempre conservata nei locali della Cappella.  A questo link  ulteriori approfondimenti sul calendario universale. Altre info sulla pagina TEDx Torino.

La Pia Congregazione dei Banchieri, Negozianti e Mercanti di Torino fu riconosciuta nel 1663, all’interno del palazzo dei Gesuiti per garantire a membri della Congregazione uno spazio di incontro e di preghiera. Questo luogo ha un legame speciale con il giorno dell’Epifania, il 6 gennaio: sulle sue pareti, infatti, enormi e antichi dipinti rappresentano le storie dell’Epifania, realizzate da diversi artisti nel corso del Settecento, che esaltano i Re Magi e le storie evangeliche che li vedono protagonisti, dalla comparsa della stella cometa, al viaggio verso Betlemme. Nel tempo la Cappella è stata arricchita con decori e il soffitto della cappella, fu magnificamente affrescato da Stefano Maria Legnani detto il “Legnanino”, che appare agli occhi dei visitatori come una grande finestra aperta sul cielo e tratteggia il tema del trionfo del Paradiso. Nel dipinto si possono scorgere le figure di Dio Padre, del Figlio Redentore e di altri personaggi del vecchio e nuovo testamento.

Nel corso del ‘700, i confratelli si dedicarono ad abbellire ulteriormente la cappella con importanti opere come la realizzazione dell’altare in marmo o le opere lignee di Carlo Giuseppe Plura, come l’organo (tuttora funzionante) e i banchi intarsiati. Altri particolari importanti sono le statue lignee dei pontefici.

I SETTE NUOVI CONGREGATI NELL’ANNO 2019

Il libro d’oro con le firme dei Congregati

Sempre il 6 gennaio è la ricorrenza in cui la Congregazione celebra la propria festa nominando i nuovi congregati. Sull’altare si trova il Libro d’oro, albo che contiene tutte le firme degli appartenenti alla Congregazione

I nomi dei congregati accettati a far parte della Congregazione  il giorno 6 gennaio 2019 sono, in ordine di presentazione della domanda: Rosalba Giuri, Angelina Serra, Annamaria Olivero, Pierangela Schimenti, Ivano Raiteri, Mirella Scanavino, Aldo Bergamini.

Informazioni Pratiche

Indirizzo:
Via Giuseppe Garibaldi, 25 – 10122 Torino

Orari Messa:
Domenica alle 11.00

Visite:

La cappella è visitabile gratuitamente il sabato dalle 15.00 alle 18.00, la domenica dalle 10.00 alle 12.00 con Santa Messa alle 11.00, e in altri giorni solo su prenotazione. Ulteriori informazioni sul sito ufficiale della Congregazione oppure inviando una e-mail all’indirizzo: [email protected].

Claudio Pasqua