Ricerca. In palio fino al 18 settembre 35 borse del “Progetto Lagrange” di Fondazione CRT

Fino al 18 settembre sono aperte le domande per 35 borse di ricerca applicata della durata di un anno, finanziate dalla Fondazione CRT per progetti di eccellenza scientifica e tecnologica nel campo dei sistemi complessi. Diplomati, laureati (anche con laurea triennale) e dottorandi potranno partecipare a questo primo bando del “Progetto Lagrange”, ideato, promosso e sostenuto dalla Fondazione CRT con il coordinamento scientifico della Fondazione ISI, con l’obiettivo di consolidare un ponte tra università, ricerca e mondo delle imprese. Entro il 31 dicembre saranno bandite anche le borse di ricerca applicata nel campo dei Big Data.

Dai nuovi materiali all’innovazione dei processi, dalle tecnologie meccaniche alle biotecnologie, dall’alimentazione alla salute pubblica, il progetto Lagrange-Fondazione CRT sostiene progetti di ricerca applicata nell’ambito dello studio, della gestione e dell’organizzazione di sistemi complessi basati sui grandi dati. Fermo restando il supporto e il controllo scientifico di un dipartimento universitario, del Politecnico o di un centro di ricerca, i progetti potranno essere condotti presso imprese co-finanziatrici fino a 250 addetti e sede operativa in Piemonte o Valle d’Aosta: per ognuna delle borse, 11.000 euro saranno messi a disposizione dalla Fondazione CRT e almeno 9.000 euro dall’impresa co-finanziatrice. 

Con il Progetto Lagrange, la Fondazione CRT ha sostenuto finora 665 giovani ricercatori con borse di dottorato e di ricerca applicata, per un investimento complessivo di 38 milioni di euro

A Fondazione ISI di Torino, che da oltre trent’anni è leader internazionale nello studio della scienza della complessità e oggi opera all’avanguardia nell’area dei Big Data, è affidato il coordinamento scientifico del progetto.

Le richieste vanno inviate alla Fondazione ISI entro le ore 17 del 18 settembre 2016. Il testo integrale del bando è consultabile online (link: www.progettolagrange.it/it/strumenti/borse_di_ricerca_applicata.htm). 

Ulteriori info sul sito www.fondazionecrt.it

Gaudenzio Cattaneo: un protagonista del 900 novarese

Mi è capitato nei giorni scorsi tra le mani un’interessante pubblicazione di Gianfranco Quaglia, noto giornalista del quotidiano “La Stampa”,  dal titolo significativo  “ L’ ingegnere” .  Questo libro mi ha fatto ricordare Gaudenzio  Cattaneo, perché l’ingegnere  del volume  è  proprio lui, e soprattutto, rivedendo la presentazione della sua attività politica, mi ha fatto emergere tratti molto significativi della sua personalità. Parlare di lui, dopo qualche anno dalla sua morte, permette di ricordare il personaggio, in modo particolare il suo pensiero sociale, perché nella sua attività ha sempre avuto davanti lo sviluppo sociale della comunità nella quale ha operato, in particolare in quella novarese e piemontese. Il tempo del resto cancella tutti gli aspetti marginali, per lasciare solo ed esclusivamente i tratti più significativi di un personaggio. Devo dire che, nonostante che il tempo cancelli impietoso gli eventi umani ciò che resta dell’ing. Cattaneo non è poco, né di scarsa importanza.

La sua biografia di amministratore: cenni

Non ritengo opportuno parlare in questa sede del Cattaneo imprenditore molto conosciuto nel suo settore,perché richiederebbe troppo spazio. Desidero parlare qui del Cattaneo amministratore pubblico e desidero mettere in evidenza le linee fondamentali del suo servizio pubblico.  Egli, amministratore profondamente cattolico, vive,  negli anni che vanno dal quaranta al novanta del 900, il suo impegno sociale nelle fila della Democrazia Cristiana, di quella Democrazia Cristiana, che tanto ha dato, e questo è un giudizio condiviso dagli storici, per la ricostruzione dell’ Italia dopo la seconda guerra mondiale.

Molte sono le tracce dell’attività di Gaudenzio Cattaneo a cominciare dal suo incarico di assessore ai lavori pubblici nel 1951 al comune di Novara.Un impegno che  ci permette di scoprire la sua visione urbanistica e territoriale: Novara non deve essere isolata dal contesto, magari bloccata dalla ferrovia, che la attraversa proprio nel centro storico. Per questo è necessario progettare  e costruire sottopassi e cavalcavia. Grazie a questa impostazione oggi la città non è divisa né isolata. L’intuizione di Cattaneo mette in evidenza una sua idea chiave: una comunità urbana deve potersi sviluppare senza particolari limitazioni, che possono derivare da infrastrutture certamente importanti, ma che nello stesso tempo corrono il rischio di creare vincoli  e disagi per gli abitanti.

Cattaneo Ha però altre intuizioni: come sindaco di Stresa (ricopre questo incarico ininterrottamente dal 1956 al 1970) coglie l’importanza del turismo legato alla cultura, in particolare con la cultura musicale. Stresa, durante il suo mandato di sindaco diventa certamente un significativo centro culturale, perché Cattaneo fa di Stresa una località a dimensione non solo europea, ma anche internazionale. Le settimane musicali della città del Lago Maggiore, con l’impulso anche imprenditoriale del suo sindaco, sono da allora giudicate evento d’eccellenza a livello mondiale. Tra l’altro Stresa si attrezza per essere anche una comunità organizzata da un punto di vista delle infrastrutture. Con il nuovo Palazzo dei congressi è in grado infatti di mettere a disposizione delle istituzioni l’ambiente per convegni ad alto livello.

Presidente della provincia di Novara: università ed autostrada Voltri-Sempione

L’attività di Cattaneo come amministratore non si chiude a Stresa. L’ingegnere lascia infatti la carica di sindaco, perché destinato dal suo partito a ricoprire la carica di presidente della Provincia di Novara, quando questa andava da Trecate nella bassa novarese fino alle valli dell’Ossola, con una lunghezza di circa  centotrenta chilometri. Il suo impegno come presidente, che comunque crede nella integrità del territorio provinciale e difende questa integrità contro i sostenitori della divisione nelle attuali due province, è concentrato su due obiettivi: la creazione dell’università a Novara e la realizzazione sul territorio novarese di un tratto dell’autostrada Voltri-Sempione. Raggiunge tutti e due gli obiettivi, anche se per lui questo è un periodo (1970- 1975) delicato per problemi di salute non da poco.

L’università

L’ing. Cattaneo, guardando la realtà novarese, avverte l’esigenza che questo territorio sia dotato di un’università, con almeno due facoltà: ingegneria e medicina. Arriva a questa conclusione, partendo  da un postulato: l’ università ha un particolare valore se è legata al territorio, nella quale viene insediata ed opera. Il presidente della provincia vede due strutture, che possono legarsi all’università, l’ istituto tecnico industriale Omar e  l’ Ospedale Maggiore della Carità. Il primo, che prepara certamente molto bene gli studenti come periti pronti ad entrare nell’ambito delle strutture industriali meccaniche con invidiate competenze, può essere il bacino, dal quale prendere gli allievi per ingegneria. L’altra istituzione, che è in Piemonte ospedale di quadrante, ha bisogno di nuovi laureati in medicina e nello stesso tempo può offrire ampi spazi per le esercitazioni di laboratorio. Di tutto questo suo modo di  vedere le questioni ho un ricordo anche molto personale. Nel luglio del 1972 siamo insieme a Roma per una vertenza al Ministero del Lavoro una serie di valutazioni e condividiamo, che riguarda la Rossari e Varzi, industria tessile presente anche nella zona novarese in grave crisi. Dopo l’incontro di mezzogiorno con il neo titolare del ministero, il sen. Coppo, andiamo a pranzo insieme. In questa circostanza parliamo di università a lungo, condividendo una serie di valutazioni, che rafforzano le sue convinzioni.

Tra l’altro lo incoraggio a perseverare e gli garantisco anche il mio appoggio, perché all’epoca non solo sono assessore al comune di Trecate, ma sono anche vice-segretario provinciale della DC, quindi nello stesso partito, anche se in correnti diverse. Riconoscendo  il valore delle sue idee e delle sue convinzioni, appoggerò da questo momento in tutte le sedi le sue tesi. In questa occasione nasce un rapporto di stima, che durerà tutta la vita.

Cattaneo sa superare tutte le difficoltà e oggi l’università di Novara  in lui ha un padre, che deve essere riconosciuto e ringraziato come tale. E’ opportuno aggiungere qualcosa in più: la tenacia di Cattaneo per l’insediamento universitario a Novara produce effetti anche più ampi. Se esiste infatti l’università del Piemonte Orientale e quindi se esistono le sedi di Alessandria e Vercelli, il merito di favorire questi sviluppi è da collegarsi all’impegno di Cattaneo, che lottando per Novara, produce vantaggi anche alle altre città.

Novara e l’autostrada Voltri Sempione.

La presidenza Cattaneo va ricordata anche per un altro grande risultato, che rappresenta la realizzazione di un suo sogno. Egli parte infatti dalla convinzione che per Novara è garantita una significativa presenza geografica solo se la provincia è coinvolta da una serie di collegamenti internazionali. L’occasione viene per la provincia di Novara nel momento in cui si incomincia a discutere di un asse autostradale idoneo a collegare Voltri, quindi il porto di Genova, con il mare del Nord, quindi il porto di Amburgo in Germania.In questo momento una serie di istituzioni piemontesi e lombarde tentano di modificare le ipotesi di tracciato per recuperare a proprio favore i vantaggi del tracciato. Solo l’ostinata intelligenza di Gaudenzio Cattaneo riesce a garantire un risultato, che assicura alla provincia di Novara e del VCO un percorso autostradale di grande valenza europea. Quando oggi un  novarese percorre questa autostrada  e raggiunge in fretta l’ossola deve rivolgere un pensiero di gratitudine a Cattaneo, che pone con il suo lavoro di presidente della Provincia le premesse per dare ad un altro novarese, Franco Nicolazzi, ministro dei Lavori Pubblici la possibilità di realizzare l’opera con le caratteristiche, quelle volute dal Cattaneo, che oggi presenta.

Considerazione finale

Quanto resta oggi di Gaudenzio Cattaneo, come politico ed amministratore pubblico,  è molto importante. Per lui  parlano le sue opere. E’ infatti per tanti aspetti un fulgido esempio di impegno, basato su una solida preparazione culturale e professionale. Modello dunque da prendere come esempio in un mondo dove preparazione e competenza diventano sempre di più caratteristiche e valori non prioritari.

Franco Peretti
Docente Università Popolare degli Studi di Milano

Università e Politecnico di Torino aderiscono al Torino Pride 2016

Come già avvenuto per le passate edizioni, Politecnico e Università di Torino si sono coordinati in merito alla loro adesione al contrasto a ogni tipo di discriminazione e pertanto il CUG del Politecnico e il CUG dell’Università hanno concordato una partecipazione congiunta, sotto l’egida della Rete CUG.
Università e Politecnico di Torino hanno inoltre rinnovato la concessione del patrocinio alla manifestazione del Torino Pride, attivo fin dal 2014 nell’ambito del progetto Study in Torino promosso dal Comune di Torino.

Il Politecnico di Torino premia le 8 idee più brillanti nel design dell’abitare

Nell’architettura e nel design contemporaneo la sproporzione evidente che intercorre tra domanda ed offerta ha assunto dimensioni tali da farle ormai sembrare nella più parte dei casi prive di effettive connessioni. Per ristabilire il necessario equilibrio, NEST parte dalla domanda stessa, proponendosi di formare una nuova committenza consapevole, capace di considerare il design come linguaggio.

Il bando è aperto a imprese, startup, progetti di ricerca, makers e a tutti i soggetti che abbiano sviluppato un progetto, anche solo a livello prototipale, e che siano attivi sul territorio con almeno un cliente/utente all’attivo.
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Partecipazione gratuita. 

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Tutte le info su http://www.nest.city/it/

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Come cambiano gli investimenti dopo Brexit

L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea è un evento negativo dal punto di vista di un’unione che – pur non essendo perfetta – è garante di pace, libertà e solidarietà. Ora più che mai è necessario analizzare i rischi e le opportunità per l’Italia ed il resto dell’Europa.

Non bisogna d’altronde dimenticare che ci saranno anche rischi e costi aggiuntivi nel medio termine. L’essenziale di queste sfide è la velocità con cui le nostre aziende ed il nostro governo sapranno rispondere.

Molte aziende dovranno rivedere i propri piani strategici e valutare attentamente gli impatti diretti ed indiretti. Dovranno inoltre tener conto di cosa cambierà al di fuori dell’UE, per esempio con paesi con cui la Gran Bretagna ha stretto patti attraverso l’UE e che in futuro non avranno più valore – soprattutto cosa cambierà con il progetto TTIP e quali saranno le percussioni per le industrie Italiane.
Una cosa è certa, chi vuole approfittare di queste nuove dinamiche deve muoversi subito ed analizzare tutti i diversi scenari, per poter prendere rapidamente decisioni basate su un’informazione approfondita ed a 360 gradi.
Il convegno  “Come cambiano gli investimenti dopo Brexit”  è previsto l’11 luglio dalle ore 18.00 (presso la sede di APID in via Pianezza 123 a Torino). 

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Sarà l’occasione per dotarsi di elementi utili a capire cosa sta succedendo ai mercati europei ancora scossi dal risultato del referendum nel Regno Unito.

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È necessario confermare la propria partecipazione entro l’8 luglio a [email protected] oppure [email protected] 

 

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Importante progetto europeo per le PMI piemontesi

CONFAPI e API Torino partecipano al progetto europeo MobiliseSME (Mobilities for professionals and qualified employees of MSMEs).

Si tratta di un’occasione importante per migliorare i rapporti con gli altri Paesi dell’Ue attraverso la mobilità transfrontaliera dei dipendenti di micro, piccole e medie imprese.

Obiettivo del progetto è dare vita ad un meccanismo stabile di mobilità per dipendenti di PMI analogo al programma Erasmus per gli studenti universitari. E’ una importante opportunità per le imprese che vogliono aprirsi all’Europa.

L’iniziativa prevede la compilazione di un breve questionario, che rimarrà anonimo.

PARTECIPA AL SONDAGGIO (entro venerdì 8 luglio)

Chi lo desidera, può indicare nel sondaggio l’indirizzo di posta elettronica per ricevere più informazioni sul programma di scambio.

Ulteriori dettagli possono essere richiesti anche al Servizio Relazioni Internazionali (tel. 011 4513.276/209 – [email protected]).

Dalla terra… la salute: a Chieri incontro su cibo e vita sana

Lunedì 11 luglio alle ore 20
ingresso libero
Degustazione e intermezzo musicale
Caffé della Stazione
Piazza Don Bosco 2 – Chieri (TO)

Intervengono:

Giusto Giovannetti – Cibo e salute
“Sono miliardi. Sono invisibili. Sono i progenitori delle piante. Sono i microrganismi che con il loro cibo arrivano nel nostro organismo. Li si dovrebbe ringraziare uno a uno: dal loro lavoro dipende la nostra salute”.
Microbiologo specializzano nello studio della rizosfera. Fonda e dirige il centro colture sperimentali di Aosta. Oggi azienda leader nella produzione di bioti microbici. Autore di varie pubblicazioni tra cui la ricerca sul comportamento biologico dei microrganismi simbionti, da cui la loro importanza sulle qualità nutraceutiche delle coltivazioni agrarie.

Pierpaolo Rivello – Cibo e economia
“Un modo diverso di alleanze fra aziende agricole attente alla specificità e qualità dei beni prodotti può aiutare i consumatori e il territorio”
Procuratore Generale militare presso la Corte di Cassazione, docente presso la SIUSS e l’Università Bicocca di Milano. Ha insegnato presso alcune delle maggiori Università italiane, dalla Bocconi di Milano all’Università di Pisa. È autore di oltre trecentosettanta pubblicazioni e quattordici monografie.

Vincenzo Longo – Cibo e qualità
“È più facile di quanto si pensi fare il pieno di energie fisiche e mentali. Il cibo sano, quindi di qualità, fa restare giovani le nostre cellule e rinforza ne nostre difese immunitarie”
Ricercatore e responsabile della Sede Secondaria dell’Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria Consiglio Nazionale delle Ricerche di progetti Nazionali ed Internazionali. Valutatore della qualità di alimenti con studio delle capacità antiossidante totale e del contenuto di molecole bioattive.

Beppe Rocca – Cibo e cultura
“Cibo: quantità, sterilità e conservazione a discapito di qualità e biodiversità.
Ecco il dubbio: cultura e civitòà hanno davvero contribuito alla salute dell’uomo e alla sua qualità della vita?”
Medico Chirurgo, scrittore e ricercatore. Direttore del Master Sperimentale di Medicina Moderna con sede alle Biotecnolgoie di Torino. Tra i precedenti incarichi: Dirigente Medico, Città della Slute e della Scienza di Torino; Dirigente Medico di II livello, Direzione Scientifica Policnicico di Milano.

Giovanni Allegro – Cibo e prevenzione
“Il cibo buono non solo non mi farà ammalare in futuro, ma lo percepisco subito: mi fa sentire meglio e mi dà energia”.
Chef di cucina preventiva. Docente alla scuola di cucina preventiva e adiuvante dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. A torio partecipa al progetto Diana perla prevenzione delle recidive del tumore al seno; collabora con il Cpo Piemonte – Centro di Riferimento pre l’epidemiologia e la prevenzione oncologica. Autore di ricette pubblicate sul libro di OK 100 ricette di lunga vita – Dall’antipasto al dolce: i sapori della salute.

 

 

La pizza al microscopio – storia, fisica e chimica di uno dei piatti più amati e diffusi al mondo

I loro nomi sono Walter Caputo e Luigina Pugno, e sono gli autori di un libro fin’ora assente nel panorama enogastronomico internazionale. Sì perché, sulla “scienza della pizza”, nessuno aveva ancora scritto alcunché, nonostante si tratti di uno dei piatti più conosciuti e apprezzati al mondo.

Pizza al Microscopio - pizza e scienza Cosa dobbiamo mettere nella pizza napoletana? Come si prepara? E perché? Come funziona la lievitazione? Cosa accade durante la cottura? La pizza fa bene alla salute? E se sono intollerante o allergico, cosa devo sapere? Se dal “biologico” tolgo il marketing, cosa resta? Infine, posso mangiare una buona pizza fuori dagli italici confini?

A queste domande hanno cercato di rispondere Walter Caputo e Luigina Pugno, nel libro “La pizza al microscopio – storia, fisica e chimica di uno dei piatti più amati e diffusi al mondo” (160 pagine; 14,90 euro), pubblicato da Gribaudo il 23 giugno 2016.

La casa editrice è la Gribaudo e non si tratta solo di scienza nella pizza, ma anche di divulgazione della scienza attraverso la pizza. Perché, in fin dei conti, tutti abbiamo a casa un laboratorio scientifico attrezzato: è la nostra cucina.”La pizza al microscopio” è in libreria dal 23 giugno 2016.

pizza napoletana marinana Se vi piace la pizza, nel libro scoprirete che cosa rende la pizza ciò che è. Se siete un pizzaiolo professionista potrete usare la chimica e la fisica della pizza per evitare di commettere errori nella preparazione. Se siete in generale interessati alla scienza in cucina troverete ciò che fa al caso vostro: una serie di interessanti esperimenti scientifici da realizzare a casa. Perché non cimentarsi allora con l’estrazione del DNA dal pomodoro? Perché non provare a ricavare il glutine con le proprie mani?

Se infine pensate che la scienza sia difficile, allora è giunto il momento di ricredervi. La fisica del taglio, la matematica della circonferenza, la chimica dell’olfatto, la fisica della cottura e la biologia dei lieviti possono essere alla portata di tutti. Basta partire dalla pizza.

GLI AUTORI

Walter Caputo ha un diploma universitario in Amministrazione Aziendale, con specializzazione in Finanza. È laureato in Economia e in Scienze Statistiche. In varie scuole insegna sia materie scientifiche che economiche. Come formatore si occupa di scienza, economia e sicurezza sul lavoro, soprattutto relativamente a carrelli elevatori, piattaforme di lavoro elevabili, rischio chimico e cancerogeno, rischio biologico e HACCP. Come science writer e animatore scientifico cerca di diffondere la scienza fra i non addetti ai lavori. Come autore ha scritto libri – di contabilità, controllo di gestione e paghe e contributi – per il marchio Finanze e Lavoro (Gruppo Simone), ebook per l’Associazione E.C.O. e più di 200 articoli di divulgazione scientifica per Gravità Zero, testata di divulgazione scientifica e trasferimento tecnologico. Ha collaborato con il blog pizzaescienza.blogspot.it. È autore del blog ciboalmicroscopio.blogspot.com.

Luigina Pugno, psicoterapeuta cognitivista e sessuologa clinica ha insegnato psicologia, antropologia e sociologia. Ha lavorato per diverse case editrici italiane. Dal 2001 al 2003 ha lavorato per il Touring Club Italiano come aggiornatrice della collana Guide Verdi. In particolare, si è occupata dell’aggiornamento di tutti i contenuti delle guide su: Paesi Baltici, Finlandia, Olanda, Croazia, Danimarca-Islanda-Groenlandia. Nel 2002 ha aggiornato per la casa editrice De Agostini la parte inerente il ponente ligure della loro guida sulla Liguria; nello stesso anno ha scritto articoli di viaggio per Garba srl. Tra il 2002 e il 2003 ha lavorato per la casa editrice Giunti, per la quale ha aggiornato le guide Campeggi in Italia e Agriturismi in Italia, e ha svolto una ricerca e la produzione iconografica per la guida Weekend a… Torino. Sempre per la casa editrice Giunti si è occupata della stesura dei testi e della produzione iconografica della guida turistico-gastronomica Langhe, Monferrato, Roero. Dal 2008 collabora con la testata scientifica Gravità Zero, per il quale scrive articoli inerenti tematiche psicologiche, ambientali e alimentari. È autrice del blog ciboalmicroscopio.blogspot.com.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI E CONTATTI

La pagina Feltrinelli – Gribaudo per acquistare il libro 

Il blog degli autori       ciboalmicroscopio.blogspot.com

Contatti                [email protected]

Game of Thrones “Italia” in una tesi al Politecnico di Torino

“Game of Thrones Italy – The Project” è l’incredibile viaggio reso possibile dal video/cortometraggio, ispirato alla sigla originale della serie tv americana e realizzata da Elastic per HBO, e nato come Progetto di tesi per la Laurea Magistrale presso il Politecnico di Torino.


Il video ci è stato segnalato dagli stessi autori: il progetto,  ha richiesto circa quattro mesi di lavoro ed è stato possibile grazie all’impiego della grafica digitale.
È un viaggio che ci conduce attraverso sei tra le principali  città italiane (rispettivamente Roma, Napoli, Palermo, Venezia, Torino, Firenze), da sempre fulcro della vita culturale, politica ed economica del nostro Paese, presentate in una chiave inedita.
“L’obiettivo della nostra tesi – spiega Chiara Sapio, del team di progetto – è quello di analizzare come le nuove tecnologie e i social media abbiano favorito la produzione e la diffusione di contenuti ispirati alle serie tv da parte delle comunità di fans”. 
Edifici e monumenti, infatti, sono stati completamente ricostruiti in computer grafica come se fossero dei modellini realizzati a mano da esperti artigiani, in cui tutti gli elementi si muovono e si compongono grazie ad ingranaggi e meccanismi che ricordano le macchine di Leonardo Da Vinci.
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Per tutte le info relative al team e al progetto si trovano sul sito ufficiale:
http://got.fronteffects.com/

CREDITI VIDEO


Docente Relatore: Riccardo Antonio Silvio Antonino Regia, Modellazione e Animazione, Montaggio, Compositing ed Effetti Speciali: Chiara Sapio, Manoj Rollo Texture: Filippo Silvestro, Mara Guarneschelli
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Premio Chiave a Stella per l’innovazione delle PMI piemontesi

Il Premio sarà attribuito a due aziende del Piemonte che si sono contraddistinte per la capacità di esprimere e coniugare innovazione e tradizione, nonché per l’eccellenza del proprio prodotto e la valorizzazione del territorio in Italia e all’estero. Menzioni d’onore vengono anche attribuite ad aziende di particolari settori d’attività. All’edizione 2016 del Premi possono partecipare tutte le PMI con sede in Piemonte.
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A tutte le imprese che partecipano all’iniziativa, viene data la possibilità di usufruire di un plafond di 40 milioni di euro messo a disposizione da Unicredit per investimenti legati allo sviluppo della produzione e dell’innovazione.
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Il Premio è promosso da API Torino, Fondazione Magnetto e il quotidiano la Repubblica, in collaborazione con UniCredit, la Camera di commercio di Torino, Unioncamere Piemonte e Confapi Piemonte e con il supporto scientifico del Politecnico di Torino e della Scuola di Management e Economia dell’Università degli Studi di Torino.
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L’obiettivo dell’iniziativa è quello di mettere in luce quelle realtà produttive che costituiscono la linfa del tessuto economico locale, capaci di generare ricchezza sul territorio in modo responsabile, di offrire fondamentali occasioni di esperienza e crescita professionale ai giovani, con significative ricadute sull’intero contesto territoriale in cui esse operano. Imprese in grado di portare per il mondo la maestria produttiva piemontese, ma che possano anche testimoniare delle capacità di fare imprese dei giovani, delle donne e degli stranieri che nel nostro territorio hanno trovato l’ambiente giusto per far crescere la loro idea d’impresa.
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Il Premio è aperto a tutte le Piccole e Medie Imprese piemontesi con un fatturato compreso fra i 500mila e i 25 milioni di euro. Sono previste due classi di premio: la prima per le aziende con un fatturato fino a tre milioni, la seconda per quelle fino ai 25 milioni di euro.
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La partecipazione è gratuita.
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La candidatura dovrà essere presentata dalle imprese mediante la stesura di un testo che racconti la “storia d’impresa”. Il format “storia d’impresa” è disponibile sul sito di API Torino www.apito.it e dovrà essere compilato e inviato entro giovedì 30 giugno 2016.
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Le imprese saranno valutate da una Commissione Tecnica Esaminatrice composta da rappresentanti dei promotori e dei collaboratori del Premio, insieme ai docenti del Politecnico e della Scuola di Management e Economia dell’Università degli Studi di Torino.
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Le imprese che partecipano potranno usufruire gratuitamente per il 2016 di un “pacchetto di servizi” messo a disposizione dai partner del Premio. Il “pacchetto” è stato pensato per sostenere l’innovazione dell’impresa – con uno sguardo sempre più attento alla progettualità europea –, mettendo a disposizione delle imprese vincitrici l’esperienza maturata dai partner del Premio nel campo dell’innovazione tecnologica.
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Il nome Chiave a Stella nasce dal titolo del romanzo di Primo Levi, il cui protagonista, Tino Faussone, si propone come precursore e paradigma della strada seguita da molte imprese piemontesi: dalla catena di montaggio a girare il modo montando gru, ponti sospesi, impianti petroliferi e mettendo a disposizione oltre alla capacità tecnica anche quella di saper innovare.
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Le imprese selezionate verranno premiate nel corso di un apposito evento, che si terrà il prossimo novembre.
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Scarica il bando cliccando qui, ulteriori informazioni sono disponibili sul sito di API Torino.
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Per maggiori informazioni contattare l’Ufficio Studi di API Torino all’indirizzo [email protected] o al numero di telefono 011.4513337
Guarda chi ha vinto l’edizione precedente