Butta via i Fazzoletti: cura le allergie con il libro di Sabrina De Federicis

Continuano gli appuntamenti su Radio Antenna 1 all’interno del programma “Alziamo le vibrazioni“,  il contenitore del benessere condotto da Carla Canapè nel quale Radio Antenna 1 fa palestra insieme per il corpo, la mente e l’anima, con il contributo di professionisti ed operatori dello stare bene.

Ospite giovedì 9 giugno dalle 10.30 Sabrina De Federicis, che presenterà il libro “Butta via i fazzoletti” edito da Libri D’Impresa, un libro in grado di strappare una risata e di aiutare il popolo degli allergici.
  • MOLTE DELLE TUE GIORNATE INIZIANO CON UNA RAFFICA DI STARNUTI E TOSSE CANINA?
  • NON ESCI MAI SENZA UN ANTISTAMINICO IN BORSA?
  • L’IDEA DI UNA ROMANTICA GITA AGLI CHAMPS ELISÉE IN FIORE TI FA INORRIDIRE?

Forse non lo sai, ma nella maggior parte dei casi le allergie possono essere curate. Scopri come curare le cause della tua allergia senza limitarti ad addormentarne soltanto i sintomi e butta via i fazzoletti!

“Questo libro porta – e mai termine fu più consono – una ventata di respiro nuovo a tutti quelli che soffrono di questa patologia, e lo fa in modo diretto, semplice e divertente. I casi riportati in chiave ironica e leggera sono alquanto significativi ed emblematici del fatto che oggi è possibile vivere buttando via i fazzoletti»

(Dott. Paolo Ciani, Consigliere Regionale Lazio, Presidente Commissione speciale emergenza COVID-19)

“La terapia desensibilizzante è l’esempio più importante della medicina di precisione: una terapia personalizzata preparata in base alle esigenze e alle specificità di ogni singolo paziente”

(Dott. Andrea Di Rienzo Businco, specialista in Allergologia e Immunologia Clinica)

 

Gli allergici sono un popolo silenzioso (tranne quando starnutiscono a raffica) nel panorama delle patologie socialmente più note, anche se i sintomi di cui soffrono possono diventare un grande ostacolo al diritto di avere una buona qualità della vita.
Un allergico sta sempre “sul chi vive”, con la paura di essere colto da un attacco improvviso di prurito, rinite o asma nelle più disparate situazioni.

Un allergico non può godere in tutta tranquillità di una festa in campagna, di un pomeriggio passato a rovistare tra vecchi cimeli polverosi tra i banchi di un mercatino dell’antiquariato o, ancora, non può sperimentare la gioia della compagnia di un “pelosetto” domestico.

Almeno questo è ciò di cui ormai si è convinto dopo anni di momenti importanti rovinati da quel primo starnuto premonitore, Quello che non sa (e non per colpa sua) è che nella maggior parte dei casi le allergie si possono curare in modo definitivo, alla radice.

Con questo libro, in modo chiaro e leggero, l’autrice vuole tendere la mano a tutti gli allergici e ai loro familiari per restituir loro il piacere semplice di vivere bene.

Scegli di CURARE l’allergia, non di addormentare i sintomi
BUTTA VIA I FAZZOLETTI

buttaviaifazzoletti.it

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SABRINA DE FEDERICIS
Sabrina De FedericisCountry manager dell’azienda farmaceutica HAL Allergy, pur lavorando nel farmaceutico Sabrina de Federicis coltiva da sempre anche altri interessi. Laureata in materie scientifiche con specializzazione in Paleontologia Umana, è divulgatrice scientifica, counselorrelazionale a indirizzo Media Comunicativo, ed è esperta nella creazione di relazioni efficaci, nello sviluppo della brand identity, nella negoziazione, nella pianificazione del business e nello sviluppo di soluzioni creative. “Butta via i fazzoletti” è il suo primo libro.

Al Science Web Festival l’ebook comunicare la scienza del benessere

Il testo presentato quest’anno al Science Web Festival dimostra come sia possibile fare scienza in modo creativo adottando le strategie narrative e di marketing tipiche dei social network. Questo lavoro illustra come comunicare efficacemente argomenti difficili ma fondamentali, come quelli relativi al benessere e alla salute, in maniera semplice e attraente utilizzando tecniche, come lo storytelling ed il retromarketing, tipiche della comunicazione digitale. Il manuale è disponibile gratuitamente su richiesta alla Accademia Telematica Europea ([email protected]) o all’autrice stessa ([email protected]).

 

 

Lo Science Web Festival 2021, festival della divulgazione scientifica online, si tiene quest’anno dal 12 al 18 Aprile.  Il festival, che quest’anno vede la partecipazione di circa 200 divulgatori per oltre 230 eventi, è sostenuto dal contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo.

Tra le 29 rubriche, suddivise in base alla tipologia del contenuto, in cui si articola la manifestazione è stato anche presentato, nella rubrica dedicata alla storia della scienza, il lavoro della dottoressa Immacolata Vecchio.

La ricercatrice ha presentato l’e-book dal titolo “Dai vecchi ai nuovi media. Com’è cambiata la comunicazione pubblica della scienza nell’era digitale”, che nasce come lavoro conclusivo del corso in Giornalismo Scientifico dell’Accademia Telematica Europea. 

Il libro digitale, disponibile gratuitamente sulla piattaforma lulu.com, affronta il tema della divulgazione scientifica in una prospettiva storica analizzando i modelli comunicativi che hanno caratterizzato l’informazione scientifica nel corso del tempo.

Particolare attenzione è stata concentrata sugli effetti della rivoluzione digitale nel modo di comunicare al pubblico la scienza con particolare enfasi sui limiti e le problematiche del fare scienza ai tempi dei social network.

Edizioni come queste hanno  dimostrato di saper dare voce alla community della divulgazione scientifica, anche in un momento delicato come quello che stiamo attraversando, provando a mettere in luce quanto la scienza sia, se comunicata bene, divertente, oltre che interessante.

Ciriè: a “Libri in Piazza” anche gli autori del successo editoriale “La Pizza al Microscopio”

Sabato 13 aprile 2019 – a partire dalle 9:00 – a Cirié ci sarà “Libri in Piazza“, un’importante manifestazione il cui scopo è raccogliere fondi per le associazioni senza scopo di lucro, tramite la vendita di libri per tutti i gusti (saggistica, romanzi, poesie, letteratura per bambini e per ragazzi, divulgazione scientifica, gialli, noir, thriller…).

I fondi raccolti il 13 aprile verranno devoluti all’Associazione E.C.O., che – in questo modo – potrà continuare a tenere basse le tariffe degli psicoterapeuti, offrendo numerosi servizi low-cost a tutti gli associati.

È questo il motivo per cui siete tutti invitati a Cirié , per trascorrere una bella giornata tra libri e intrattenimenti vari. A tal proposito, il 13 aprile alle 11:00 circa ci saranno anche gli autori del libro: “La pizza al microscopio“. Non si tratta solo di una presentazione, in quanto Walter Caputo e Luigina Pugno eseguiranno esperimenti scientifici in diretta, per la gioia dei piccoli e dei grandi.

Le Persone Oltre i Numeri: per la business intelligence non siamo numeri ma storie da raccontare

Dai Big data alla centralità dell’utente, del cliente, dell’abitante. La prima cosa che ci chiediamo è che cos’è realmente  la Business Intelligence?Potremmo definirla come un insieme di processi aziendali per raccogliere dati ed analizzare informazioni strategiche; la tecnologia utilizzata per realizzare questi processi ma anche le informazioni ottenute come risultato di questi processi. Un processo dunque che permette  di trasformazione dati e informazioni in conoscenza  per permettere ai dirigenti di trasformarla n processi decisionali strategici. È dunque una metodologia interessante per qualsiasi azienda di qualsiasi settore merceologico o industriale.

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Gianni Bientinesi è esperto in Business Intelligence, studi e ricerche di mercato a livello internazionale. Ideatore dell’Osservatorio sulla casa di Leroy Merlin, ha messo a frutto tutta la sua esperienza per cercare di capire come sta cambiando il modo di raccogliere e analizzare le informazioni sui clienti. I dieci punti principali per sviluppare un business che sia davvero intelligente

Un antico proverbio orientale dice che quando il dito indica la luna, lo sciocco guarda il dito. Riprendendo questo concetto e inserendolo nel contesto in cui viviamo, strangolato dalla digitalizzazione delle nostre vite, riflettiamo sul ruolo predominante che oggi gli strumenti hanno rispetto ai sentimenti. In una società in cui si associa ai Big Data la risposta a tutti i quesiti del business, spesso ci dimentichiamo che dietro l’analisi dei numeri ci sono le persone.

La Business Intelligence  si propone oggi come un nuovo approccio multidisciplinare che parte dall’analisi dei dati, Big e Small, fino alle storie delle persone, per indirizzare le aziende ad adottare una strategia più completa. Non solo algoritmi, ma approccio, apertura mentale, condivi- sione e comunicazione di quelli che sono gli obiettivi strategici dell’azienda.

Questo saggio dunque cerca di offrire una visione più profonda della Business Intelligence, la disciplina che ripensa al ruolo del marketing per proporre un nuovo mo dello, più consapevole e responsabile, per guidare le strategie aziendali. Un business intelligente, infatti, che non si ferma al su- perfluo, ma ascolta le storie delle persone e migliora la qualità della vita di tutti noi.

Un saggio rivolto a tutti, in particolare a chi deve prendere decisioni strategiche a partire dai big data, e che permette di riconsiderare la centralità del cliente, della persona, dell’abitante, rendendosi conto che sopravvive nel tempo solo l’organizzazione in grado di soddisfare sempre tutti i suoi clienti.

Un libro che vi permetterà di:

1. Rimettere le emozioni al centro: le informazioni devono diventare delle storie che emozionano.
2. Spingere verso l’innovazione continua: la ricerca ha il compito di spingere verso il cambiamento.
3. Ripartire dalle idee: le aziende devono rifocalizzare le loro strategie.
4. Ascoltare i bisogni delle persone: le aziende devono imparare ad ascoltare.
5. Favorire la condivisione: lo scambio con le persone può essere una ricchezza per le aziende se spontanea.
6. Ripensare all’approccio con le persone: dobbiamo rivoluzionare l’approccio metodologico.
7. Ridare fiducia alle persone: occorre lavorare sul concetto di fiducia.
8. La parola chiave diventa “Rilevanza”: le aziende devono sviluppare contenuti rilevanti.
9. Riempire il tempo di senso: il tempo è la risorsa chiave per le aziende.
10. Valorizzare la relazione con le persone: le persone devono ritornare al centro delle riflessioni aziendali.

 

INCONTRO CON L’AUTORE  Martedì 30 ottobre 2018 ore 18:00 a Torino presso la fondazione PAIDEIA in via Moncalvo 1 Torino
INGRESSO LIBERO  – Seguirà rinfresco.

 

Laureato presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università degli studi di Torino nel 1999, Gianni Bientinesi si è specializzato in Sociologia della comunicazione e Metodologia della ricerca sociale con menzione al premio “Migliore tesi di laurea”, che viene depositata presso la Biblioteca nazionale universitaria e dal Centro Unesco di Torino.

Durante il percorso di studi inizia le sue prime esperienze lavorative nel campo della Ricerca presso AC Nielsen Customized, specializzandosi in indagini continuative su utenza consumer e business della telefonia fissa, mobile e internet.
Nel 2002 inizia la sua collaborazione presso Ipsos come ricercatore dell’indagine nazionale Audiopress e nel 2005 presso Tns si occupa delle indagini di mercato legate al settore mobile e internet.

Nel 2009 entra in Leroy Merlin Italia e nel 2013 lancia l’Osservatorio sulla Casa, il progetto che mette al centro i bisogni degli abitanti italiani, diventando punto di riferimento per la conoscenza del mercato del mondo della casa in Italia.
È da qui che è chiamato a tenere corsi di formazione sul marketing, comunicazione e ricerche di mercato nelle principali università di design e architettura italiane. Grazie a questa esperienza, sperimenta e sviluppa nuovi metodi di ricerca mettendo al centro le persone e proponendo un nuovo approccio alla Business Intelligence.

LA FONDAZIONE PAIDEIA 

Il progetto sostiene la Fondazione Paideia di Torino, che da oltre vent’anni lavora ogni giorno a fianco di famiglie e bambini in difficoltà, promuovendo progetti efficaci e innovativi, garantendo la creazione di contesti attenti e rispettosi delle necessità dei più piccoli. Perchè nessuna famiglia possa sentirsi sola e nessun bambino escluso.

 

 

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La pizza al microscopio – storia, fisica e chimica di uno dei piatti più amati e diffusi al mondo

I loro nomi sono Walter Caputo e Luigina Pugno, e sono gli autori di un libro fin’ora assente nel panorama enogastronomico internazionale. Sì perché, sulla “scienza della pizza”, nessuno aveva ancora scritto alcunché, nonostante si tratti di uno dei piatti più conosciuti e apprezzati al mondo.

Pizza al Microscopio - pizza e scienza Cosa dobbiamo mettere nella pizza napoletana? Come si prepara? E perché? Come funziona la lievitazione? Cosa accade durante la cottura? La pizza fa bene alla salute? E se sono intollerante o allergico, cosa devo sapere? Se dal “biologico” tolgo il marketing, cosa resta? Infine, posso mangiare una buona pizza fuori dagli italici confini?

A queste domande hanno cercato di rispondere Walter Caputo e Luigina Pugno, nel libro “La pizza al microscopio – storia, fisica e chimica di uno dei piatti più amati e diffusi al mondo” (160 pagine; 14,90 euro), pubblicato da Gribaudo il 23 giugno 2016.

La casa editrice è la Gribaudo e non si tratta solo di scienza nella pizza, ma anche di divulgazione della scienza attraverso la pizza. Perché, in fin dei conti, tutti abbiamo a casa un laboratorio scientifico attrezzato: è la nostra cucina.”La pizza al microscopio” è in libreria dal 23 giugno 2016.

pizza napoletana marinana Se vi piace la pizza, nel libro scoprirete che cosa rende la pizza ciò che è. Se siete un pizzaiolo professionista potrete usare la chimica e la fisica della pizza per evitare di commettere errori nella preparazione. Se siete in generale interessati alla scienza in cucina troverete ciò che fa al caso vostro: una serie di interessanti esperimenti scientifici da realizzare a casa. Perché non cimentarsi allora con l’estrazione del DNA dal pomodoro? Perché non provare a ricavare il glutine con le proprie mani?

Se infine pensate che la scienza sia difficile, allora è giunto il momento di ricredervi. La fisica del taglio, la matematica della circonferenza, la chimica dell’olfatto, la fisica della cottura e la biologia dei lieviti possono essere alla portata di tutti. Basta partire dalla pizza.

GLI AUTORI

Walter Caputo ha un diploma universitario in Amministrazione Aziendale, con specializzazione in Finanza. È laureato in Economia e in Scienze Statistiche. In varie scuole insegna sia materie scientifiche che economiche. Come formatore si occupa di scienza, economia e sicurezza sul lavoro, soprattutto relativamente a carrelli elevatori, piattaforme di lavoro elevabili, rischio chimico e cancerogeno, rischio biologico e HACCP. Come science writer e animatore scientifico cerca di diffondere la scienza fra i non addetti ai lavori. Come autore ha scritto libri – di contabilità, controllo di gestione e paghe e contributi – per il marchio Finanze e Lavoro (Gruppo Simone), ebook per l’Associazione E.C.O. e più di 200 articoli di divulgazione scientifica per Gravità Zero, testata di divulgazione scientifica e trasferimento tecnologico. Ha collaborato con il blog pizzaescienza.blogspot.it. È autore del blog ciboalmicroscopio.blogspot.com.

Luigina Pugno, psicoterapeuta cognitivista e sessuologa clinica ha insegnato psicologia, antropologia e sociologia. Ha lavorato per diverse case editrici italiane. Dal 2001 al 2003 ha lavorato per il Touring Club Italiano come aggiornatrice della collana Guide Verdi. In particolare, si è occupata dell’aggiornamento di tutti i contenuti delle guide su: Paesi Baltici, Finlandia, Olanda, Croazia, Danimarca-Islanda-Groenlandia. Nel 2002 ha aggiornato per la casa editrice De Agostini la parte inerente il ponente ligure della loro guida sulla Liguria; nello stesso anno ha scritto articoli di viaggio per Garba srl. Tra il 2002 e il 2003 ha lavorato per la casa editrice Giunti, per la quale ha aggiornato le guide Campeggi in Italia e Agriturismi in Italia, e ha svolto una ricerca e la produzione iconografica per la guida Weekend a… Torino. Sempre per la casa editrice Giunti si è occupata della stesura dei testi e della produzione iconografica della guida turistico-gastronomica Langhe, Monferrato, Roero. Dal 2008 collabora con la testata scientifica Gravità Zero, per il quale scrive articoli inerenti tematiche psicologiche, ambientali e alimentari. È autrice del blog ciboalmicroscopio.blogspot.com.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI E CONTATTI

La pagina Feltrinelli – Gribaudo per acquistare il libro 

Il blog degli autori       ciboalmicroscopio.blogspot.com

Contatti                [email protected]

L’Annuario Scienza Tecnologia e Società 2016 al Circolo dei Lettori

Maggiore fiducia del pubblico nei confronti degli scienziati: i più popolari in Italia sono Samantha Cristoforetti, Stephen Hawking e Umberto Veronesi.  
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Ma aumenta anche l’interesse per la ricerca sui temi ambientali. E se la TV rimane il mezzo più utilizzato, cresce anche l’importanza del web per informarsi su eventi di tipo scientifico. Questo ed altri sono i dati che emergono dal nuovo Annuario Scienza Tecnologia e Società di Observa – Science in Society che verrà presentato il 19 febbraio 2106 alle 17,30 presso il Circolo dei Lettori di Torino.
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Annuario Scienza Tecnologia e Società 2016
“L’Annuario – spiega Helga Nowotny, presidente dell’European Research Council dal 2009 al 2013 – è riuscito ad avvicinare i cittadini e la scienza. C’è sempre una maggiore consapevolezza a coinvolgere il pubblico nell’uso delle più moderne tecnologie”.
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L’edizione 2016 dell’Annuario Scienza, Tecnologia e Società si occupa in modo particolare delle tematiche legate alla comunicazione pubblica della scienza e alle attività di terza missione delle Università. Il volume propone, in forma sintetica e accessibile, una raccolta aggiornata di dati e informazioni provenienti dalle più accreditate fonti nazionali e internazionali, utili a comprendere lo stato e le trasformazioni della ricerca e dell’innovazione nella nostra società.
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La prima parte si apre con i risultati dell’Osservatorio Scienza e Società sulle evoluzioni del rapporto tra scienza, tecnologia e opinione pubblica in Italia.
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Seguono tre contributi dedicati alla riflessione sulla diffusione dei risultati della ricerca nell’ambito pubblico. Il primo è dedicato alle modalità con cui i ricercatori propongono il frutto delle loro attività in contesti diversi dai laboratori. Il secondo saggio propone una riflessione sulle attività di terza missione sviluppate dalle università e dagli enti di ricerca con particolare riferimento alle modalità di valutazione. Il terzo contributo presenta l’iniziativa Famelab, un format europeo di comunicazione per trasmettere al pubblico argomenti scientifici in modo breve ed efficace.
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La seconda parte, come di consueto, si struttura in tre sezioni. La prima è dedicata alle «Politiche della ricerca»: percorsi professionali di laureati, dottori di ricerca e ricercatori nelle discipline scientifiche, finanziamenti destinati alla ricerca, dati su pubblicazioni scientifiche e richieste di brevetto. La seconda sezione si occupa degli orientamenti dell’opinione pubblica nei confronti della scienza, del cibo e dei consumi alimentari e dei dati sulla diffusione della tecnologia nella vita quotidiana. La terza offre una cronologia dei principali eventi che hanno segnato i rapporti tra scienza e società nel corso del 2015, i volumi pubblicati sul tema durante l’anno, le fonti da cui sono tratti i dati citati e un glossario dei termini usati.
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Annuario Scienza Tecnologia e Società 2016
Dodicesima edizione.
A cura di G. Pellegrini e B. Saracino.

Mario Furlan, Angelo e Life Coach

Mario_Furlan
Mario Furlan – Wikipedia

Non sono molti gli italiani che possono vantare una voce su Wikipedia, e Mario Furlan è uno di questi. Classe 1964, è un noto giornalista, scrittore e docente italiano noto per essere il fondatore e leader dei City Angels, che ora sono diffusi in 18 città italiane e a Lugano, in Svizzera. Per queste e altre sue attività umanitarie ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il prestigioso Ambrogino d’oro, la qualifica di membro onorario del Rotary Club e del Lions Club, il Paul Harris Fellow e il premio Carlo Porta.

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Dopo la laurea presso l’Università Cattolica di Milano ottiene il PhD in psicologia. È giornalista professionista dal 1989, formatore, life coach.
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In Italia è stato il primo docente universitario di Motivazione: insegna “Motivazione e crescita personale” all’Università e-Campus di Novedrate (Como), a Roma, a Bari e a Messina. È stato docente di Teoria e tecnica della comunicazione all’Università Cattolica di Milano e docente di Motivazione all’Università LIUC di Castellanza (Varese). Collabora con l’Università Popolare di Milano per la formazione BTS-Business Training Solution, rivolta ai manager e ai dirigenti aziendali.

 

DI COSA SI OCCUPA ESATTAMENTE UN LIFE COACH?
Di aiutare le persone a trasmettere il meglio di sé, trovando le risorse e le motivazioni necessarie per ottenere i propri obiettivi motivazionali.
QUANTO DEVI ALLA TUA FORMAZIONE UNIVERSITARIA PER ESSERE QUELLO CHE SEI DIVENTATO OGGI? 
Molto: una buona università serve ad acquisire una buona forma mentis, indispensabile per raggiungere risultati importanti.
QUALI SONO LE MATERIE CHE INSEGNI PRESSO L’UNIVERSITÀ POPOLARE DI MILANO
Corsi di motivazione, comunicazione, leadership e management per le aziende.
“L’ITALIA NON È UN PAESE PER GIOVANI”: LO SI SENTE SPESSO DIRE A CHI HA INTENZIONE DI CREARSI UN FUTURO LAVORATIVO. COSA CONSIGLIERESTI A UN GIOVANE CHE SI TROVI A FARE DELLE SCELTE DI VITA? 
Gli consiglierei di credere in se stesso più di quanto si può credere nel nostro Paese. Se è attaccato all’Italia può provare a realizzare i suoi obiettivi qui; se invece si sente cittadino del mondo conviene che vada all’estero finché è giovane. Perché più invecchi più diventa difficile inserirsi nel mondo del lavoro, non solo in Italia. E più diventa difficile cambiare Paese, lingua, abitudini…
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A CHI CONSIGLIERESTI IL TUO ULTIMO LIBRO: “BASTA PAURA?
Lo consiglio a chiunque voglia trasformare la paura da nemica ad amica. E a chiunque voglia imparare la vera autodifesa: che non è soltanto “fare a botte”, ma soprattutto prevenzione e psicologia.
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Mario Furlan è istruttore di due arti marziali, Krav Maga e Jeet Kune Do, e di autodifesa.  È tra i primi in Europa ad aver approfondito il tema dell’aspetto psicologico dell’autodifesa: è infatti l’ideatore dello psicokrav, la psicologia applicata al krav maga e all’autodifesa in genere. Nel 2012, dopo 12 anni di pratica sulla strada con i City Angels, ha creato una nuova disciplina: il Wilding, una nuova forma di autodifesa che si basa sulla riscoperta dei nostri istinti primordiali e selvaggi (il termine deriva dalla parola inglese wild, che significa selvaggio). Una tecnica, il Wilding, che non si basa su mosse o tecniche bensì sulla psicologia e su principi di comportamento, è stato sviluppato per essere adatto principalmente alla difesa personale femminile, degli anziani e delle persone prive di preparazione atletica. Gli chiediamo dunque di parlarci di questa forma di autodifesa.
AUTODIFESA PSICOFISICA BASATA SULL’ISTINTO: SE DOVESSI SPIEGARE IN UN MINUTO IN COSA CONSISTE QUESTA TECNICA? 
Il Wilding (l’autodifesa istintiva da me creata) insegna a non essere vittime. A non avere, cioè, le due D: debolezza e distrazione. I delinquenti cercano infatti persone deboli (fisicamente, ma soprattutto psicologicamente) e distratte, facili da sopraffare.
 
Mario Furlan è attivo dalla metà degli anni Novanta in varie iniziative sociali, in particolare in quelle a favore delle fasce deboli della popolazione e delle categorie discriminate.
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DALLA TUA AUTOBIOGRAFIA SI EVINCE CHE HAI VISSUTO UNA GIOVENTÙ TURBOLENTA SALVO POI ABBRACCIARE UNA FILOSOFIA PACIFISTA E FORTEMENTE SPIRITUALE. C’È UN EPISODIO CHE TI HA SEGNATO E CHE TI FATTO CAMBIARE IDEA SUL MODO DI ABBRACCIARE LA VITA? 
Quando mi sono innamorato ho capito che la vita valeva la pena di essere vissuta nell’amore, e non nella violenza. Inoltre quando ho trovato lavoro ho capito che adesso avevo qualcosa da perdere. Quindi non era più il caso di comportarmi da imbecille e di rischiare l’arresto…
Il sito web di Mario Furlan: www.mariofurlan.com
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Presente e futuro della raccolta differenziata

a cura di Fabiana Luise 
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Se chiediamo al nostro vicino se “fa la raccolta”  difficilmente penserà all’album dei calciatori o alle sorprese contenute nelle uova di cioccolato.
Penserà immediatamente alla “differenziata“, cioè all’atto quotidiano di gettare i propri rifiuti nell’apposito contenitore predisposto. La raccolta differenziata è diventata infatti una pratica diffusa e scontata in tutte le famiglie ed è addirittura indice del grado di civiltà di una società. Ma questa non riguarda solo gli oggetti con cui i cittadini vengono a contatto ogni giorno. Ce ne sono tanti altri di rifiuti, scarto delle attività industriali e commerciali.
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Ponendo purtroppo l’attenzione sul cittadino e le sue responsabilità civili verso la società, si distoglie lo sguardo dal sistema che i rifiuti li produce, li riceve, li trasporta, li ricicla, per trarne profitto. Un sistema ben regolato da meccanismi normativi complessi e articolati di cui gli italiani sono poco a conoscenza. Proprio di questo sistema si parla nel libro La raccolta differenziata edito da Ediesse nella collana I Fondamenti, lavoro scritto a quattro mani da Daniele Fortini e Nadia Ramazzini.
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Un libro sulla raccolta differenziata potrebbe apparire curioso oggigiorno, dato che pare essere un tema noto a chiunque. E invece no. Gli autori, infatti, grazie alla loro decennale esperienza sul campo, offrono un quadro critico della situazione della attuale gestione del meccanismo della raccolta differenziata.
Con linguaggio semplice e scorrevole, si analizza in maniera approfondita il problema dello smaltimento dei rifiuti, demistificando credenze perpetuate nel tempo nella popolazione e smascherando errori che si sono propagati negli anni e che hanno spesso portato il nostro Paese ad affrontare, impreparato, situazioni di emergenza, come accaduto a Napoli nel 2007.
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Il libro sottolinea come la raccolta differenziata sia solo una parte del ciclo integrato dei rifiuti, la cui corretta gestione è fondamentale per evitare che essi diventino un problema irrisolvibile e le conseguenze negative per la salute e l’ambiente in futuro.
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Questa conclusione, che può sembrare scontata, viene presentata non in maniera ideologica, ma supportata da fatti e cifre concreti. Ogni affermazione è completata da esempi reali e paragoni puntuali: le disparità vengono analizzate non soltanto a livello nazionale, ma europeo e mondiale. I punti chiave, riproposti più volte nei quattro capitoli del libro in maniera apparentemente ridondante, vengono in realtà di volta in volta arricchiti fornendo evidenze differenti e riassunti nei box di sintesi alla fine di ogni capitolo.
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Analogo spazio viene dato a proposte concrete di cambiamento, che devono necessariamente riguardare non soltanto il modo in cui la raccolta differenziata viene effettuata da ognuno di noi, ma ancora di più calandola in un contesto politico e industriale di trattamento, valorizzazione e smaltimento dei rifiuti, al fine di ottenere l’effettivo recupero di materia e il benessere del pianeta.


“La raccolta differenziata dei rifiuti urbani è parte, dunque, di un ciclo industriale ed economico che non nasce nelle nostre case, ma molto prima.
Nasce dalle scelte dell’apparato produttivo, dal suo interesse a suscitare e soddisfare consumi, dal suo modo di concepire il confezionamento e l’imballaggio delle merci, di organizzare la distribuzione capillare, di trarre economie e vantaggi dal circuito del riuso, del riciclo e del recupero. Quello che chiamiamo ‘ciclo integrato dei rifiuti’ è l’insieme delle politiche e delle strategie che adottiamo dal momento in cui si entra in contatto con il rifiuto. Da casa, come dal luogo di studio o di lavoro, nel momento in cui si genera il rifiuto si attiva il ‘ciclo integrato’ cioè il meccanismo, regolato da norme europee recepite dalla legislazione nazionale, utile a qualificare come ‘risorsa’ ciò che, nel momento in cui si abbandona, non lo è”. 

Questa definizione racchiude, in sostanza, il messaggio del libro. Il saggio parte da una particolare descrizione dei cenni storici e ideologici relativi alla raccolta differenziata. Infatti “la storia dei rifiuti è la storia della vicenda dell’umanità intera” e già nell’antica Atene, come adesso, i rifiuti più problematici erano gli imballaggi, cioè anfore e brocche. Gli stessi che, nell’antica Roma, venivano rotti dagli schiavi per ridurne il volume da occupare al Testaccio, la più antica discarica della capitale.
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Il primo capitolo procede ad analizzare le normative di riferimento, in Europa e in Italia, realizzate per promuovere lo sviluppo di uno schema gerarchico di gestione del rifiuto, che mira alla riduzione del rifiuto alla fonte e al recupero di materia ed energia tramite il riciclaggio. In questo schema la raccolta differenziata è solo uno degli obiettivi che gli Stati membri dell’Unione Europea devono perseguire per facilitare le operazioni di riciclaggio.
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Quanto sappiamo davvero dei rifiuti? Che fine fanno? Sempre il primo capitolo esamina attentamente le principali tipologie di rifiuti prodotti dalla raccolta differenziata. Senza mancare di mettere in luce aspetti controversi. E’ il caso degli imballaggi, che costituiscono oltre il 20% dei rifiuti urbani prodotti nel nostro Paese. Infatti, a differenza di Paesi come la Germania, in cui i produttori di imballaggi sono costretti a pagare un corrispettivo per aiutare verso la raccolta differenziata, in Italia questo meccanismo stenta a decollare.
A rimetterci sono le tasche degli italiani, costrette a pagare non solo il bene, ma anche l’involucro che lo contiene, attraverso le tasse. Ancora, l’Italia è al primo posto per il consumo di acqua in bottiglie, seppure quinta per la qualità dell’acqua del rubinetto. Di tutta quella plastica accumulata, solo il 45% può essere reimpiegata tramite metodiche laboriose e costose. Illusoria inoltre la credenza secondo cui il trattamento meccanico biologico sia la soluzione definitiva per il ciclo di riciclaggio dei rifiuti indifferenziati: la metodica è infatti dispendiosa, e il compost che si ottiene non è quasi mai utilizzabile.
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L’ obiettivo “zero waste” -rifiuti zero- iniziato in America, ha assunto, in Europa e Italia, un significato differente da quello originario. Rifiuti zero, infatti, non vuol dire evitare di conferire i rifiuti in discarica e preferire o meno a questa l’inceneritore. Rifiuti zero può diventare una realtà soltanto con l’impegno e la partecipazione attiva da parte di tutta la popolazione a mettere in atto misure di prevenzione.

“Per perseguire veramente la finalità della riduzione ed eliminazione dell’idea stessa di ‘rifiuti’, abbiamo bisogno di conoscere la verità di tutti i fenomeni, le problematiche, le connessioni e quant’altro interseca l’autentica fisiologia delle materie che scartiamo, rifiutiamo o gettiamo via. Per compiere questa ‘analisi olistica’ abbiamo bisogno di una lente critica laica, che ci mostri la reale verità dell’insieme e che non possa deformare l’immagine per confortarci la coscienza”. 

Non basta dire di fare la raccolta o limitarsi a ad accettare l’inceneritore per risolvere il problema delle discariche. “L’ipocrisia, insomma, non risolve i problemi”. Proprio per fare chiarezza, nel secondo capitolo si analizzano, tra l’altro, in dettaglio, i fattori che vanno presi in considerazione nella pianificazione di un determinato tipo di raccolta differenziata in un Comune rispetto ad un altro.
La realtà di un piccolo comune come Treviso, infatti, non può essere paragonata alle grandi città. Pertanto, un sistema ‘porta-a-porta’ può funzionare solo in determinate realtà virtuose e facili da controllare, ma risulta ingestibile nelle città con livelli demografici e flussi di popolazione molto più elevati. Questi fattori sono fondamentali per la ricerca del livello ottimale tra sostenibilità economica e sostenibilità ambientale. In Italia, invece, le società responsabili, hanno agito, nel tempo, solo a difendere gli interessi personali e non quelli pubblici, incapaci di usare adeguatamente i soldi dei cittadini per gestire i rifiuti in maniera corretta.
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Le uniche lobbies cresciute in Italia sono quelle legate all’ambiente della criminalità. Complici della situazione di emergenza che città come Napoli e Roma si sono trovate a dover fronteggiare di recente, dove la pianificazione si è orientata a indurre il sistema della raccolta differenziata in maniera ossessiva senza, però, fornire sistemi di sostegno opportuni, e causando, di conseguenza, squilibri impressionanti.
Questi i casi analizzati in dettaglio nel capitolo finale, di cui si presentano le attuali lacune e si avanzano proposte di soluzione. Si accenna inoltre, l’importanza della corretta informazione e l’urgenza di incentivare la ricerca verso l’individuazione di quelle metodiche che consentano di progettare i beni in vista del loro fine ultimo prima ancora della loro messa in commercio. In sostanza, il libro si rivolge ad ognuno di noi, ad ogni cittadino a qualunque livello della scala sociale.
Perché:

“…occuparci dei ‘nostri’ rifiuti ci obbliga ad allargare gli orizzonti dei dubbi e della ricerca, delle consapevolezze e delle responsabilità. Ci obbliga, cioè, a interrogarci per progredire verso una ‘cultura differente’, che esamina le moderne contraddizioni dello sviluppo e si fa capace di progettare un futuro differente, per sé e per le generazioni che verranno”.

 
Autori: Daniele Fortini – Nadia Ramazzini
Casa editrice Ediesse
Pubblicato nel: Gennaio 2015
Pagine: 350
ISBN: 978-88-230-1935-5
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Fabiana Luise 
Dopo una Laurea in Scienze e Tecnologie Genetiche all’Università del Sannio,
al momento è PhD student presso
l’University of Manchester (UK) in Stem Cell Biology.
I suoi interessi scientifici riguardano:
Biologia Molecolare e Cellulare, Genetica e Biotecnologie.

CNA Piccola Editoria debutta al Salone Internazionale del Libro 2013

Quest’anno al Salone del Libro di Torino ha fatto ufficialmente il suo debutto CNA Piccola Editoria, il nuovo raggruppamento di imprese coordinato dal sistema nazionale della CNA per dare voce e rappresentanza ad un settore strategico dell’economia e della cultura italiana.
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Le piccole e piccolissime case editrici indipendenti sono una risorsa del nostro Paese e meritano di essere difese e aiutate a crescere in un mercato sempre più dominato dai grandi gruppi industriali.
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La piccola editoria è sempre stata e rimane una garanzia della libertà di informazione e della libertà di scelta del consumatore e una grande opportunità per conoscere autori poco noti o emergenti che non di rado hanno poi raggiunto la notorietà a livello nazionale e internazionale.
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Per tutti questi motivi, CNA, associazione di rappresentanza datoriale che in Italia conta 500 mila imprese nell’artigianato e nella piccola industria, ha dato il via a questo nuovo progetto, destinato a crescere nei prossimi mesi e anni.
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La prima uscita pubblica di CNA Piccola Editoria è avvenuta a Roma, alla fieraPiù Libri Più Liberi, e ora a Torino, grazie all’impegno organizzativo dell’Unione CNA Comunicazione e Terziario Avanzato, si intende dare il giusto risalto a questo progetto all’interno del più importante salone italiano dell’editoria.
A questo proposito, CNA Torino ha già chiuso un accordo di collaborazione con FIDARE, la federazione italiana degli editori indipendenti, all’interno del cui stand CNA Piccola Editoria è stata ospite dal 16 al 20 maggio, al Lingotto Fiere di Torino.

 

Nei prossimi mesi CNA Piccola editoria si impegnerà per:
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1. Rappresentare sindacalmente gli interessi delle piccole e piccolissime imprese;
2.Fornire supporto logistico-economico ai piccoli editori per la partecipazione a fiere ed eventi nazionali e internazionali di settore;
3. Dare visibilità al lavoro dei piccoli editori, promuovendo attività di sensibilizzazione e promozione della lettura, costruendo un rapporto attivo con il ministero della Cultura;
4. Contaminare la piccola editoria con altre forme artistiche (fotografia, arte e artigianato artistico, grafica e comunicazione) per promuovere in altri ambiti la diffusione del patrimonio culturale;
5. Organizzare corsi di aggiornamento e formazione, convegni e manifestazioni per favorire la crescita professionale dei piccoli editori;
6. Tutelare il diritto d’autore e rafforzare i rapporti con la SIAE
7. Convenzioni con partner e altri operatori della filiera del libro (stampatori, spedizioni, grafica, fotografia, servizi web, etc);
8.Facilitare i rapporti con l’agenzia ISBN.

 

CNA Piccola editoria è presente al Salone del Libro di Torino 2013 nel padiglione 1, Stand E46 F45 contrassegnato dalle insegne di FIDARE e CNA Piccola Editoria.

Enrico Capirone
Presidente CNA Comunicazione e Terziario Avanzato

Daniele Vaccarino
Presidente CNA Torino

Ettore Cenciarelli
Responsabile nazionale
CNA Comunicazione e Terziario Avanzato

Alla scoperta dei parchi di Torino: 18 chilometri quadrati di aree verdi

“Torino è la città con la più bella posizione naturale”…così la descriveva il grande urbanista e architetto Le Corbusier già a inizio ‘900.
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Ancora oggi, con i suoi 18 chilometri quadrati di natura, è tra le metropoli più verdi d’Italia.
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Il libro di Ornella Paletto (laurea in pedagogia e insegnante di Lettere) e Giuseppe Parola (pluripremiato fotografo) descrive le passeggiate nelle aree verdi della Città, all’interno dei suoi giardini e parchi dove si nascondono spesso veri gioielli storici e architettonici.
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Parchi urbani, fluviali, collinari, extraurbani: tra tutti spicca per bellezza e dimensioni il Parco del Valentino, forse il parco più caro a tutti i torinesi, con il suo elegante Castello del Settecento, il Borgo Medioevale, invenzione dell’Esposizione Universale del 1884; il Giardino Roccioso, la Fontana dei mesi e l’Orto Botanico, con le sue 4.000 specie diverse di flora. Dal Valentino è possibile prendere il battello e fare una gita lungo il Po , alla scoperta delle bellezze del tratto torinese del Parco fluviale del Po.
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Un’altra area verde è la Pellerina (quasi 1 milione di metri quadrati), lungo le sponde della Dora Riparia, con diverse strutture per lo sport come piste di pattinaggio e campi da tennis, nonché sede, specialmente in estate, di eventi e spettacoli.
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Il viaggio alla scoperta dei parchi torinesi prosegue con la vistia ai Giardini Reali, alle spalle di Palazzo Reale. Questi spazi sono stati progettati nel 1697 da André le Nôtre, l’architetto che ha firmato anche il parco di Versailles. A Torino il piacere di passeggiare nel parco si gusta anche in collina: dal Parco della Rimembranza, sul Colle della Maddalena, con il suo suggestivo panorama sulla città, al Parco Naturale della Collina Torinese di Superga.
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Fino ad arrivare ai confini di Torino; ai giardini della bellissima Reggia di Venaria, che l’Unesco ha dichiarato essere patrimonio dell’umanità, insieme al cosiddetto “sistema dimore sabaude” (che comprende Agliè, Casotto, Govone, Moncalieri, Pollenzo, Racconigi, Rivoli, Stupinigi e Torino).
I giardini della reggia di Venaria Reale rappresentano uno dei più significativi esempi di giardinaggio barocco delXVII e XVIII secolo e, grazie alla straordinaria opera di recupero ancora in corso, in perfetto equilibrio tra antico e moderno, sono state riprostinate le meraviglie prospettiche e il panorama naturale che si estende tra i boschi del parco della Mandria e la catena delle Alpi: 800.000 metri quadri di aree incolte ritrasformate in giardini secondo i progetti originali.
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Il libro ripercorre dunque i 18 chilometri quadrati e aree verdi, 160.000 alberi, 300 km di strade alberate che fanno di Torino una delle poche metropoli con un patrimonio ambientale così vasto.

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Alla scoperta dei parchi di Torino
Ornella Paletto, Giuseppe Parola
Formato: 19 x 25,5
Pagine: 180 – €9,90
ISBN: 978-88-7707-161-3