Alberto Barbera, direttore del Museo del Cinema di Torino e parte importante della storia del cinema torinese, è stato confermato direttore della Mostra di Arte Cinematografica di Venezia per il 2016. Con lui sono stati confermati anche i direttori delle altre sezioni. Leggi tutto “Alberto Barbera confermato direttore a Venezia”
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Torino Film Festival, le solite beghe sabaude per la scelta del nuovo direttore
Ormai è diventata un’abitudine. Alla scadenza di un mandato, la scelta del nuovo direttore del Torino Film Festival (ma anche di tutti gli altri enti culturali meritevoli in cui Regione e Comune mettono becco) diventa occasione di scontro tra le parti e porta alla luce vecchie nuove ruggini.
Era già successo all’arrivo di Nanni Moretti (ricordate il delirio di quei giorni con l’abbandono di Gianni Rondolino) e poi di nuovo con Gianni Amelio.
Ora siamo alle solite.
Figuraccia con Gabriele Salvatores e spaccature interne. Leggi tutto “Torino Film Festival, le solite beghe sabaude per la scelta del nuovo direttore”
Loach, Barbera, la Rear… e in mezzo Amelio e il suo #TFF30
La faccenda è complessa, me ne rendo conto!
Provo a dire la mia sui vari attori della faccenda.
Abbiamo Ken Loach che decide (all’ultimo momento) di non venire a Torino e non ritirare il Gran Premio per schierarsi dalla parte dei lavoratori vessati e sottopagati e pure (pare) licenziati ingiustamente.
Avrebbe potuto provare a capirci qualcosa di più, ad interpellare tutti i protagonisti, avrebbe potuto scegliere di venire a Torino e lasciare il suo spazio di ringraziamento ai lavoratori in questione per spiegare la situazione.
Non avrebbe potuto devolvere il premio ai lavoratori come suggerisce Gramellini perchè a quanto ne so il Gran Premio Torino non è un premio in denaro (Loach da solo ha più disponibilità finanziaria di tutto il Torino Film Festival).
Ha deciso di non venire… mi sembra la scelta peggiore che potesse fare ma amen! Leggi tutto “Loach, Barbera, la Rear… e in mezzo Amelio e il suo #TFF30”
Perchè Marco Muller ce l’ha con il Torino Film Festival
Questa mattina la Torino cinematografica si è svegliata con il grido d’allarme lanciato da Gianni Amelio attraverso La Stampa (il cui sito al momento non funziona granchè bene).
La questione è che il neodirettore del Festival di Roma Marco Muller (in realtà non ancora nemmeno nominato ufficialmente) ha comunicato per mail al nostro le date della prossima rassegna romana, che guarda caso sono le stesse del Torino Film Festival.
In aggiunta ha pensato bene di comunicare anche quelle delle prossime sei edizioni (sebbene il suo mandato duri solo quattro anni) che confermano come periodo fine novembre.
Amelio lamenta l’arroganza di Muller e l’intenzione evidente di voler far fuori il TFF che non potrebbe competere in quanto a budget con il colosso (economicamente parlando ma mai veramente decollato dal punto di vista culturale) romano.
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La crisi mette a rischio i nostri festival?
Siamo alle solite!
Si arriva a gennaio e si ventila l’ipotesi di drastico ridimensionamento se non di chiusura di qualcuno dei festival cinemtografici cittadini.
Quest’anno è il turno di GLBT e CinemAmbiente, mica robetta.
Il problema sembra però essere un po’ più serio del solito (e già “il solito” non è che fosse una bellezza).
Durante l’ultima riunione la Fondazione che cura il Museo Nazionale del Cinema (e che gestisce anche TFF, GLBT e CinemAmbiente) non è riuscita a chiudere il bilancio.
I costanti cali di immissione di denaro da parte di Regione e Comune quest’anno subiranno un ulteriore colpo (pare 2 milioni sui 15 rimasti).
Considerando che i tre festival vivono con l’incredibile cifradi 3,5 milioni di euro (2,5 per il TFF, 550.000 per il GLBT e 400.000 per CinemAmbiente) è evidente che un ulteriore sottrazione non sarebbe sostenibile.
E visto che il TFF è giustamente intoccabile, le vittime sembrano predestinate.
Cosa cambia per Torino con Alberto Barbera direttore a Venezia
La notizia che Alberto Barbera è il nuovo direttore della Mostra del Cinema di Venezia tocca in maniera diretta Torino e l’intero suo sistema cinema.
Come sapete Barbera è il direttore del Museo Nazionale del Cinema, vanto locale per importanza internazionale.
E siccome ha annunciato che non lascerà la carica al MNC perchè ben si abbina a quella di direttore a Venezia, il nostro raccoglie ora la direzione di quelle che probabilmente sono le due istituzioni cinematografiche più importanti in Italia.
Detto che la cosa è ovviamente soddisfacente per il diretto interessato, che ripercussioni può avere su Torino, sul Museo, sul Torino Film Festival ed anche sulla Film Commission nostrana?
Barbera è uomo torinese a tutti gli effetti ed è fortemente addentro ai fatti di tutti questi enti, sinceramente è impensabile che butti tutto all’aria per dedicarsi completamente al bene di Venezia, e del resto ha già dichiarato che non sarà così.
Molto più facile (ed auspicabile) che riesca a creare una sinergia importante tra tutto.
Proviamo a vedere cosa può succedere ad ognuna delle nostre eccellenza cinematografiche.
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Torino Film Festival 29 – considerazioni finali
Vi dovevo qualche conclusione sul Torino Film Festival di quest’anno.
I dati ufficiali dicono 6% in più di spettatori, 191.000 euro di incasso, 25% in più di giornalisti accreditati.
Numeri che stanno ad indicare che il nostro festival è andato alla grande.
Impensabile l’aumento di pubblico (costante ormai da cinque edizioni), ed evidentemente le continue polemiche su tappeti rossi e star presenti hanno anche sollevato quell’attenzione che l’assessore Coppola ritiene fondamentale.
La mia impressione è che in realtà i grossi quotidiani abbiano abbastanza snobbato il TFF (forse più ancora degli altri anni), ma a questo siamo abituati ed i giornalisti presenti evidentemente si sono goduti i film ma non ne hanno scritto moltissimo.
Ad onor del vero mai come quest’anno la sala stampa è stata piena di gente.
E i film? (che lo sapete che a Torino quello che conta sono i film!)
La qualità media è stata molto alta (ma questa non è una novità), non mi sono però quest’anno imbattuto in quel film che ti lascia a bocca aperta e che ricordi per gli anni a seguire.
Potrebbe anche essere un caso.
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Umberto Lenzi a parlare di gialli (i suoi) e di cinema
Se vi capita la possibilità di assistere ad un incontro in cui ci sia Umberto Lenzi tra i protagonisti vi consiglio di non perderlo per nessuna ragione al mondo.
Il soggetto è talmente appassionato di cinema ed ha un’esperienza ed una storia talmente vasta da diventare inevitabilmente una macchina inarrestabile di aneddoti che affondano le radici ovunque nella storia.
Ieri era al Cinema Massimo per presentare il suo ultimo giallo Scalera di Sangue, Coniglio Editore (quarta puntata della divertente saga con Bruno Astolfi protagonista) ed ha finito per raccontare decine di curiosità.
L’ho incrociato in compagnia di Alberto Barbera all’uscita dal Museo Nazionale del Cinema dove non manca di fare tappa ogni volta che capita in città per perdersi – dice lui – nella galleria dei manifesti.
I due chiacchieravano amabilmente (Lenzi chiacchierava, Barbera si godeva le chiacchiere) di Billy Wilder, di Truffaut e di quella volta che Marilyn Monroe proprio non riusciva a dire correttamente la battuta “it’s me: Baby”, insistendo col dire “it’s me, baby”.
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