TorinOpen

Domenica 21 Giugno 2009 dalle ore dalle ore 19.00 presso il Museo di Scienze Naturali in Via Giovanni Giolitti, 36 a Torino si svolgerà TorinOpen. Con questa iniziativa la festa della Musica dell’Arci di Torino 2009 promuove la diffusione delle licenze Creative Commons  e tutte le altre Libertà Digitali a cominciare dal File sharing, p2p, e per l’afferazione del software libero e gratuito.

All’interno della manifestazione uno spazio denominato SOS (Sportello Open Source) verrà presidiato da un nucleo di esperti di software libero pronti a rispondere alle domande dei curiosi sui temi della libertà e della condivisione in contesto tecnologico, e non si disdegnerà di procedere con l’installazione di Linux sui PC sottoposti; per coloro che vogliono portarsi a casa un souvenir, si consiglia di premunirsi di un CD vergine su cui verrà masterizzata una copia di Linux da provare a casa.

A Torino il terzo Creative Commons Technical Summit

creative-commonsIl Centro NEXA su Internet & Società ospita la terza edizione del Creative Commons Technical Summit. L’incontro avrà luogo venerdì 26 giugno 2009 presso l’Aula Magna del Politecnico di Torino presso il Lingotto.

Le precedenti edizioni si erano tenute presso il campus di Google (Mountain View, giugno 2008) e presso l’MIT (Boston, dicembre 2008). Le iscrizioni sono aperte qui.

Il Terzo CC Tech Summit è un evento satellite della Conferenza COMMUNIA 2009 “Global Science & Economics of Knowledge-Sharing Institutions”, che si terrà, sempre a Torino, da domenica 28 giugno a martedi’ 30 luglio 2009.

Creative Commons sceglie Torino

Sara Arrigone su Lastampa.it

Si prospetta un’inizio estate denso di appuntamenti con la tecnologia per Torino, che a fine giugno ospiterà due importanti eventi internazionali: il terzo Technology Summit di Creative Commons e la COMMUNIA Conference 2009. L’evento firmato Creative Commons è stato appena annunciato sul blog internazionale e seguirà i due precedenti summit di giugno e dicembre 2008 tenutisi negli Stati Uniti, prima a Mountain View, California, presso il Googleplex, poi a Cambridge, Massachussets, presso lo storico MIT.

Il fatto che come terza meta sia stata scelta Torino, già sede di numerosi eventi a sfondo tecnologico-sociale, ribadisce come Torino stia diventando un vero e proprio punto di riferimento internazionale, in particolare nell’ambito dell’innovazione e delle questioni legate alla condivisione e alla libertà della conoscenza. Le tematiche dell’incontro, che si terrà venerdì 26 giugno presso il Politecnico di Torino, riprenderanno i discorsi iniziati negli appuntamenti precedenti, e si focalizzeranno in particolare sul “Copyright 2.0” e sul Web Semantico, nonché sulle numerose applicazioni delle licenze Creative Commons.

La conferenza di Communia, la Rete Tematica Europea sul pubblico dominio digitale, avrà luogo nei giorni successivi, ovvero da domenica 28 a martedì 30 giugno e, come si evince dall’argomento, “Global Science & Economics of Knowledge-Sharing Institutions”, sarà dedicata ai modelli e alle iniziative sviluppate nell’ambito del pubblico dominio al fine di ampliare e migliorare l’accesso condiviso alle risorse disponibili in diversi campi della ricerca. L’obiettivo è infatti quello di riunire un certo numero di comunità scientifiche e ricercatori operanti nell’ambito delle scienze sociali, della scienza, della tecnologia e dell’innovazione per discutere delle strategie e degli interventi da proporre per incentivare un approccio collaborativo alla ricerca, che sia sostenibile anche dal punto di vista economico e legale.

Verso il copyright 2.0

Il Forum Innovazione del PD Piemontese organizza un dibattito sulle prospettive del diritto d’autore nell’era delle reti e della digitalizzazione dei contenuti multimediali: “Verso il copyright 2.0: reti e nuove forme di condivisione dei sapere”. Un confronto tra la politica e i maggiori esperti del settore che spazierà dalle nuove licenze per musica, immagini e testi, al software libero, dalla tutela dei diritti digitali di ciascuno all’esplodere di nuove fomre di condivisione di ogni sorta di contenuto autoprodotto.
L’incontro fa parte della Festa Democratica presso lo Sporting Dora di Corso Umbria, 83 e si svolgerà il
13 settembre alle ore 15.00
Introduce: Piera Levi Montalcini Coordinatore Forum “Innovazione e Nuove Tecnologie” del PD-Piemonte
Parteciperanno

  • Andrea Bairati: Assessore università, ricerca, politiche per l’innovazione e l’internazionalizzazione, telecomunicazioni, e-government, industria ed energia della Regione Piemonte
  • Alessandra Speranza Assessore personale, patrimonio, provveditorato e sistema informativo della Provincia di Torino Vincenzo Vita Senatore PD
  • Juan Carlos De Martin Docente di ingegneria dell’informazione al Politecnico di Torino, responsabile di Creative Commons per  l’Italia, coordinatore del progetto europeo COMMUNIA sul pubblico dominio digitale, co-direttore di NEXA, il Centro di Ricerca su Internet e Societa’ del Politecnico di Torino.
  • Angelo Raffaele Meo Presidente della “Commissione per il software  a codice sorgente aperto nella Pubblica Amministrazione”
  • Marco Ricolfi Docente di diritto industriale all’Università di Torino, coordinatore giuridico del gruppo di lavoro Creative Commons Italia, direttore del Master WIPO-UNITO sulla proprietà intellettuale, co-direttore di NEXA, il Centro di Ricerca su  Internet e Società del Politecnico di Torino

Modera Antonello Ghisaura Relatore Forum “Innovazione e Nuove Tecnologie” del PD-Piemonte

Science Commons

Science Commons ha il compito di incoraggiare l’innovazione scientifica, facilitando agli scienziati, alle università e alle industrie, l’uso di letteratura, dati e altri oggetti di proprietà intellettuale e la condivisione della loro conoscenza con gli altri. Science Commons si vale della vigente legislazione sul copyright e sui brevetti per promuovere strumenti giuridici e tecnici volti a eliminare le barriere alla condivisione.

Presupposti

La scienza dipende dall’accessibilità e dall’uso di dati di fatto. Grazie ai progressi nell’archiviazione e nel calcolo elettronico, l’indagine scientifica, in quasi tutte le discipline, sta diventando sempre più ricca di dati. Sia che si tratti di meteorologia, o di genomica, o di medicina, o di fisica delle alte energie, la ricerca dipende dalla disponibilità di database molteplici, provenienti da molteplici fonti, pubbliche e private, e dalla loro apertura ad essere ricombinati, esplorati ed elaborati agevolmente.

Le tradizioni statunitensi

Negli Stati Uniti, questo processo è stato tradizionalmente sostenuto da una serie di politiche, leggi ed usanze per lo più invisibili perfino a chi lavorava nel campo della scienza.
In primo luogo, il diritto americano sulla proprietà intellettuale (e, fino a poco tempo, quello dei paesi più sviluppati) non concedeva la tutela della proprietà intellettuale sui “meri fatti”. Si poteva brevettare la trappola per topi, ma non i dati sui comportamenti dei topi, o sulla resistenza a trazione dell’acciaio. Un articolo scientifico poteva essere sottoposto a diritto d’autore, ma i dati su cui si fondava no. La proprietà commerciale doveva essere limitata alla fase prossima al punto in cui un prodotto finito entra nel mercato. I dati al di sopra rimanevano a disposizione di tutto il mondo. In secondo luogo, la legge degli Stati Uniti imponeva che anche le opere del governo federale che potevano essere sottoposte a diritto d’autore ricadessero immediatamente nel pubblico dominio – una disciplina di grande importanza, a causa dell’enorme coinvolgimento dello stato nelle ricerca scientifica. In senso più ampio, la consuetudine, nel campo della ricerca scientifica a finanziamento federale, era quella di incoraggiare una diffusa disseminazione di dati a prezzo di costo o sottocosto, nella convinzione che, similmente alla rete delle strade interstatali, l’offerta di questo bene pubblico avrebbe prodotto incalcolabili vantaggi economici.
In terzo luogo, nelle scienze stesse, e in particolare nelle università, una forte tradizione sociologica – talvolta detta tradizione mertoniana della scienza aperta – scoraggiava lo sfruttamento proprietario dei dati – in quanto opposto alle invenzioni derivanti dai dati – e richiedeva, come condizione per la pubblicazione, la disponibilità degli insiemi di dati su cui si basava l’opera.

Innovazione tecnologica e attrito giuridico

Questi tre principi fondamentali si sono evoluti – con il passo naturalmente lento degli ordinamenti giuridici – da concetti che esistevano anche prima della Rivoluzione Industriale. Analogamente, la pubblicazione scientifica ha una tradizione assai antica. Le tecnologie moderne, e soprattutto l’impiego progressivo del World Wide Web come biblioteca, hanno cambiato per sempre il meccanismo della trasmissione e della riproduzione dei documenti. In molti campi i risultati sono pubblicati quasi alla stessa velocità con cui vengono ottenuti. Ma il diritto d’autore è mutato con un passo diverso. La combinazione del progresso della tecnologia moderna con un sistema giuridico progettato per un ambiente basato su una tecnologia diversa sta oggi producendo alcune conseguenze non volute. Una di queste è una specie di “attrito” giuridico che ostacola l’uso delle scoperte scientifiche e può condurre a scoraggiare l’innovazione.
Per contrapporvisi, una comunità ampia e vigorosa si è unita a sostenere il concetto di Open Access per la letteratura scientifica. “digitalizzato, on-line, gratuito, e libero dalla maggior parte delle restrizioni connesse al diritto d’autore e alle licenze”. I National Institutes of Health statunitensi hanno proposto un Open Access obbligatorio per tutte le ricerche da loro finanziate, a partire da sei mesi dopo la data di stampa, e nel Congresso c’è sostegno per questa iniziativa. La maggior parte delle riviste importanti hanno concesso agli autori il diritto di pubblicare per proprio conto delle versioni dei loro articoli peer-reviewed. Ma le questioni giuridiche sono ancora senza risposta: come un autore può rendere disponibile al pubblico la sua opera, pur assicurandosi di conservare qualche diritto su di essa?
Il passo diverso del cambiamento della tecnologia moderna rispetto diritto crea attrito anche altrove. Per esempio, nell’ambito della genetica, la disciplina sui brevetti si è approssimata pericolosamente a un diritto di proprietà intellettuale sui meri fatti – i C, G, A e T di una particolare sequenza genetica. In altri ambiti, complicati contratti per adesione creano diritti di proprietà intellettuale de facto sui database, completati da accordi di estensione e da molteplici limitazioni sull’uso. Sul piano legislativo, gli Stati Uniti stanno considerando e l’Unione Europea ha già adottato un “diritto sui database” che effettivamente concede la tutela della proprietà intellettuale sui fatti – mutando una delle premesse fondamentali della proprietà intellettuale: che non si possono mai possedere fatti o idee, ma solo le invenzioni o le espressioni prodotte dalla loro intersezione.
Anche il ruolo del governo federale sta cambiando. Ai sensi dell’importante e meraviglioso Bayh-Dole Statute, i ricercatori con finanziamento federale sono incoraggiati a cercare un uso potenzialmente commerciale della loro ricerca. Le università sono divenute partner nello sviluppo e nella mietitura dei frutti della ricerca. Questo processo ha prodotto, in molti casi, dei risultati stupefacenti, convertendo la scienza nuda ed essenziale in prodotti utili per molte industrie. Ma, di conseguenza, il perseguimento della commercializzazione ha risalito la corrente, raggiungendo, in qualche caso, i livelli della ricerca e dei dati fondamentali, e ciò ha creato complicati requisiti giuridici. Se i particolari possono diventare complicati quando la proprietà intellettuale incombente è un nuovo “metodo” per mettere alla prova l’attività biologica, ci sono ancora più problemi per la tutela tramite brevetto dei geni, delle proteine e delle funzioni che se ne derivano.
Il mero costo, in termini di tempo e di denaro, di un lavoro legale così complesso e multilaterale può mettere la proprietà intellettuale in fuorigioco – le spese legali, semplicemente, sono più costose di quanto il prodotto potrebbe guadagnare sui mercati aperti una volta fatto il lavoro legale. Questo ostacola l’innovazione scientifica, poiché il valore dell’informazione scientifica aumenta esponenzialmente se è connessa ad altra informazione scientifica, e si minimizza quando essa è tenuta segregata dal diritto.

Il sito Science Commons

La rivincita di Prometeo, Tecnologia, informazione e diritti nella nuova era digitale

La Stampa Web in collaborazione con il Politecnico di Torino e con Creative Commons Italia organizza il 19 settembre 2006 presso il salone d’onore della Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino il convegno “La rivincita di Prometeo, Tecnologia, informazione e diritti nella nuova era digitale”
Il programma
Ore 9.00 – Apertura dei lavori
Francesco Profumo, RETTORE POLITECNICO DI TORINO
Sergio Chiamparino, SINDACO DI TORINO
John Elkann, VICEPRESIDENTE FIAT E PRESIDENTE ITEDI
Giulio Anselmi, DIRETTORE LA STAMPA
Ore 9.30 – Intervengono
Juan Carlos De Martin, CREATIVE COMMONS ITALIA
Domenico Ioppolo, LA STAMPA – INTERNET
Stefano Rodotà, EX-GARANTE PER LA PRIVACY
Ore 11.30 – Tavola Rotonda
Andrea Bairati, ASSESSORE RICERCA E INNOVAZIONE, REGIONE PIEMONTE
Piero Bianucci, GIORNALISTA LA STAMPA – TUTTOSCIENZE
Angelo Raffaele Meo, POLITECNICO DI TORINO
Nico Orengo, GIORNALISTA LA STAMPA – RESPONSABILE TUTTOLIBRI
Michelangelo Pistoletto, FONDAZIONE CITTÀ DELL’ARTE
Marco Ricolfi, UNIVERSITÀ DI TORINO
Stefano Rodotà, EX-GARANTE PER LA PRIVACY
Modera: Anna Masera, GIORNALISTA RESPONSABILE LA STAMPA WEB