Parlando di innovazione

Vittorio Pasteris, presidente di Torino Valley, intervistato da Innovation Cafe

Che cosa significa per te “innovare”? Quali sono i tre principali requisiti per poter innovare oggi in Italia?
Innovare vuol dire due cose: cambiare le cose fisiche (le tecnologie, i processi, il modo di fare) e rigirare le cose e vederle diversamente. Questo primo obiettivo è relativamente semplice. Il problema più complesso è cambiare le mentalità e gli status quo.
Tre prerequisiti per innovare? Coraggio, pazienza e competenza.

Quali sono le innovazioni che, secondo te, hanno segnato il 2009 in Italia? E all’estero?
Direi in generale: l’esplosione delle energie verdi, i social network, la politica “dal basso” e dalla rete, Obama Barack (ok, non è una innovazione è un uomo, ma sta dimostrando che “si puo fare”).

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… e quelle che segneranno il 2010?
Buona domanda: la distribuzione digitale dei contenuti sui terminali mobili, le tecnologie dell’idrogeno e del fotovoltaico per produrre energia (meglio se per la mobilità fisica), i social network di nuova generazione.

Qual e’ stata, a tuo parere, la più grande innovazione nelle telecomunicazioni degli ultimi 10 anni in Italia? E all’estero?
Direi internet, ma è troppo facile. Per farla globale direi il microcredito come strumento per stimolare l’imprenditorialità in contesti difficili e disagiati. In Italia direi, anche se sembra tautologico, la “scoperta” da parte del grande pubblico della necessità di innovare in ogni contesto. Anche se troppo spesso siamo ancora alle parole più che ai fatti…

Se potessi consegnare il Premio 2009 per “l’azienda italiana più innovativa”, lo daresti a …? Perché?
Non ho un’azienda, un nome particolare: lo dedicherei all'”innovatore ignoto”. Uno dei tanti che in quest’anno difficile economicamente hanno scelto di continuare a cercare qualcosa di diverso, a lavorare duramente e che alla fine stanno raccogliendo i frutti del loro lavoro ottenendo successi nel loro settore, cambiando le cose, riuscendo non solo a resistere, ma anche a conquistare gli spazi che si sono liberati per il “recedere” delle altre aziende in crisi.

Quale potrebbe essere la prossima killer application destinata a rivoluzionare il mondo del mobile, web e media in generale?
Non so se è una killer application o un auspicio da addetto ai lavori e da cittadino. Applicazioni semplici, potenti e utili per semplificare il rapporto fra i cittadini e pubblica amministrazione: vincere la burocrazia si può e si deve. Per questo fine la rete può essere potentissima, ma spesso si investono troppi soldi e male, si alimentano clientele piuttosto che pensare all’obiettivo finale….

Quale futuro vedi per i social network? Possono essere uno strumento per incentivare e condividere nuove forme di innovazione?
Sicuramente si. Il problema è che i social network sono troppo utilizzati per il cazzeggio e richiedono molto tempo. Occorre trovare un modo intelligente per filtrare il troppo “rumore” che i social network (e in parte i blog) generano distraendo e facendo perdere tempo.

Quale consiglio potresti dare oggi ai giovani intenzionati a sviluppare soluzioni innovative per internet media e mobile?
Portare cose utili all’utente medio non al tecnofilo, cercare soluzioni semplici, usabili. Non innamorarsi troppo della tecnologia e prima di tutto pensare all’uomo non alle macchine.

Che succederà nell’informazione domani e dopodomani?
I giornali cartacei finiranno il loro percorso: i lettori rimangono, sono le persone meno giovani. Trova però difficoltà a rimanere in vita il modello economico a cui sono legati: troppi costi e i ricavi dalla pubblicità drammaticamente diminuiti. La TV reggerà, ma dovrà a sua volta trovare in breve tempo dei modi diversi di essere. La radio (intesa come informazione sotto forma di audio) reggerà sempre. E’ ancora la più flessibile e pervasiva. Devono sorgere nuovi modi di fare informazione che siano più leggeri, meno costosi, che sfruttino tutte le risorse della rete, ma che sappiano essere informazione di qualità, libera, onesta, senza filtri o inibizioni come quella di oggi, sopratutto in Italia. Stiamo lavorando in molti su questa strada…