Tornano in Piemonte i 40 milioni del Post-Olimpico

I politici piemontesi hanno ottenuto che i soldi destinati alle opere post-olimpiche restino in Piemonte e non vadano a Roma. Ottimo.

Speriamo solo che non li utilizzino per finanziare impianti come quello del bob  di Cesana, che sono dei pozzi senza fondo, con nessuna speranza di andare mai in pareggio.

Il fatto che su quell’impianto si siano sprecati tanti soldi non e` una buona giustificazione per sprecarne altri.

La logica degli eventi eccezionali.

Le Olimpiadi, come il Giubileo o le Colombiadi sono eventi tramite i quali una comunita` locale riesce a farsi dare dalla collettivita` nazionale delle somme, che, in tempi normali, non le verrebbero assegnate. Qualcosa di simile, anche se piu’ cruento, avviene con le guerre. Grazie alle guerre, tante spese, che non verrebbero mai tollerate in tempi di pace, vengono accettate e finanziate. Volenti o nolenti, tanti, che in tempi di pace avrebbero contestato una certa spesa ed avrebbero  rifiutato di farsi tassare, in tempo di guerra sono costretti a pagare.
E` per questo motivo che le guerre sono state spesso considerate strumenti per stimolare l’economia.
Dobbiamo rallegrarci del fatto che il nostro sistema politico possa spesso fare a meno delle guerre, e le sostituisca con eventi piu’ innocui.
Dobbiamo rattristarci che la maturita’ civica della nostra nazione spesso non permetta di far finanziare certe spese (trasporti, pubblicita` di citta`, restauri di monumenti, ampliamento di ospedali, creazione di impianti sportivi, ecc.) semplicemente perche’ sono necessarie o utili. Si deve invece ricorrere alla scusa del grande evento  per renderle finanziabili. Purtroppo il grande evento eccezionale ha una logica tutta sua e cosi’ esso richiede tante spese di cui non ci sarebbe bisogno, sottraendo risorse preziose da usi piu’ produttivi e  benefici alla nazione. Per la nazione in generale cio’ porta a delle perdite, ma per una comunita` locale cio’ puo’ portare dei benefici. Cio’ funziona a patto che altre comunita` locali non imparino il trucco, dirottando su di esse le risorse, con opportuni eventi eccezionali. E` un po’ la logica di chi passa avanti nella coda: il suo vantaggio esiste finche` gli altri stanno in coda buonini; se anche essi non rispettassero la coda, il vantaggio di tagliare la coda non ci sarebbe piu’.
Torino va almeno un po’ giustificata perche` in passato il valore aggiunto (salari e profitti) prodotto a Torino servi’ a creare stabilimenti moderni altrove (Melfi, Cassino, Termoli). In qualche misura le olimpiadi sono state un modo per una Torino in crisi per chiedere un indennizzo (qualche miliardo di euro)  alla comunita` nazionale. Se fossimo andati a chiedere qualche miliardo per i trasporti, la ricerca scientifica e la promozione del turismo in Piemonte, non ce l’avrebbero dato.
Pero’, se fosse stato possible, sarebbe stato meglio farlo a viso aperto; ci avremmo guadagnato tutti. Il nostro sistema (cioe` la mentalita` di tutti noi) pero’, per ora, non lo permette.

Dicono di noi: male Sestriere, bene il cioccolato

Un sito legato a Deutsche
Presse-Agentur cita la cattiva qualita` delle strutture
del
villaggio olimpico di Sestriere, che vengono definite poco o male finite e
sporche. Parla male di Sestriere anche il Mercury News, che invece parla bene di Sauze D’Oulx. Un bel posto.
Sempre Deutsche Presse riporta, incredibile
ma vero, ampie lamentele circa il cibo a
Sestriere. Pare che un po` tutti gli
atleti se ne lamentino.
Anche il Mercury News dice che in generale
in Italia I sandwich sono cattivi. E` vero che noi, non facendone grande uso,
li curiamo spesso poco.
Altra lamentela: poco pubblico, per gli atleti a volte e` deprimente.

A Torino, secondo Ann Killion  del  San Jose Mercury News. le Olimpiadi sono
iniziate con molta disorganizzazione ( cattivi orari dei pulmann, vernice
fresca sulle pareti, cattive condizioni di lavoro per i giornalisti) . “Meglio
tardi che mai” sembra il tema di queste
olimpiadi, secondo lei. Killion trova pero’  la gente di Torino e dintorni meravigliosa (Tom Powers del
St. Paul Pioneer Press conferma),
disposta ad aiutare, sorridente e tollerante. Il cibo in ogni bar ottimo
(Panini inclusi?), perfino il traffico pare che si muova e, dove e` lei, funziona
anche l’internet senza fili (fortunata lei!). Ha scoperto  il Barolo e le piace.

Tom Powers del
St. Paul Pioneer un po` si lamenta che
tutti cerchino d’aiutare anche quando non sanno, ma in fondo lo trova anche
affascinante, tempo perso in giri inutili, a parte.

John Ross corrispondente del Greco Ekathimerini (e dell` Herald Tribune) trova che il confronto dell`organizzazione dei
Greci  di Atene 2004 con quella dei Piemontesi non e` vantaggioso per Torino. Le indicazioni
ed I cartelli lasciano molto a desiderare (Brignone l’aveva detto, perche’
nessuno lo ascolta?), cosi’ I trasporti. In Piazza Castello, a quanto dice Ross, ci
sono 30.000 persone ogni sera e non un gabinetto pubblico.

Phil Sheridan (Philadelphia
Inquirer) e` contento d`aver visto la Mole ed il suo collega
Frank Fitzpatrick,
dello stesso giornale, fa un bel ritratto di
Torino,
senza soffermarsi troppo sugli aspetti organizzativi.

Dulcis in fundo:
Lusinghiero articolo del

francese ed elegantissimo  Le Monde su
Torino “capitale
del
cioccolato”. Detto da dei francesi, non e` poco.

G.R.

Le nostre Fonti:

http://www.mercurynews.com/mld/mercurynews/sports/13906397.htm

http://sport.monstersandcritics.com/othersport/article_1131019.php/Olympics_Week_One_Doughnut_medals_village_complaints_and_average_attendance?page=2

http://www.miami.com/mld/miamiherald/sports/special_packages/olympics/13881454.htm

 http://www.philly.com/mld/philly/sports/13892250.htm

http://www.mercurynews.com/mld/mercurynews/sports/13906397.htm

http://sport.monstersandcritics.com/othersport/article_1131019.php/Olympics_Week_One_Doughnut_medals_village_complaints_and_average_attendance?page=2

http://www.iht.com/getina/files/310312.html

http://www.miami.com/mld/miamiherald/sports/special_packages/olympics/13881454.htm

http://www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@2-3546,36-740002@51-654597,0.html 

Le olimpiadi sono di tutti

Tre
corrispondenti de El Mundo sono rimasti oltraggiati dal fatto che non ci siano
riduzioni di prezzo per i giornalisti che, non avendo atleti della loro nazione
in gara o non avendo una lunga tradizione in quello sport, non siano stati
ammessi nella tribuna stampa di una gara. Gli spagnoli parlano di “cose da terzo mondo”. Ad Atene in
questi casi, c’erano dei biglietti a meta` prezzo.
Le olimpiadi sono
di tutti i paesi del mondo, non solo di quelli in gara o di quelli che han sempre gareggiato e vinto .
Non so di chi sia
la colpa, ma qualcuno (CIO ? TOROC?) s’e` comportato male.

G. R.

http://www.elmundo.es/jjoo/2006/html/diarios/bajocero/cronica3.html