La logica degli eventi eccezionali.

Le Olimpiadi, come il Giubileo o le Colombiadi sono eventi tramite i quali una comunita` locale riesce a farsi dare dalla collettivita` nazionale delle somme, che, in tempi normali, non le verrebbero assegnate. Qualcosa di simile, anche se piu’ cruento, avviene con le guerre. Grazie alle guerre, tante spese, che non verrebbero mai tollerate in tempi di pace, vengono accettate e finanziate. Volenti o nolenti, tanti, che in tempi di pace avrebbero contestato una certa spesa ed avrebbero  rifiutato di farsi tassare, in tempo di guerra sono costretti a pagare.
E` per questo motivo che le guerre sono state spesso considerate strumenti per stimolare l’economia.
Dobbiamo rallegrarci del fatto che il nostro sistema politico possa spesso fare a meno delle guerre, e le sostituisca con eventi piu’ innocui.
Dobbiamo rattristarci che la maturita’ civica della nostra nazione spesso non permetta di far finanziare certe spese (trasporti, pubblicita` di citta`, restauri di monumenti, ampliamento di ospedali, creazione di impianti sportivi, ecc.) semplicemente perche’ sono necessarie o utili. Si deve invece ricorrere alla scusa del grande evento  per renderle finanziabili. Purtroppo il grande evento eccezionale ha una logica tutta sua e cosi’ esso richiede tante spese di cui non ci sarebbe bisogno, sottraendo risorse preziose da usi piu’ produttivi e  benefici alla nazione. Per la nazione in generale cio’ porta a delle perdite, ma per una comunita` locale cio’ puo’ portare dei benefici. Cio’ funziona a patto che altre comunita` locali non imparino il trucco, dirottando su di esse le risorse, con opportuni eventi eccezionali. E` un po’ la logica di chi passa avanti nella coda: il suo vantaggio esiste finche` gli altri stanno in coda buonini; se anche essi non rispettassero la coda, il vantaggio di tagliare la coda non ci sarebbe piu’.
Torino va almeno un po’ giustificata perche` in passato il valore aggiunto (salari e profitti) prodotto a Torino servi’ a creare stabilimenti moderni altrove (Melfi, Cassino, Termoli). In qualche misura le olimpiadi sono state un modo per una Torino in crisi per chiedere un indennizzo (qualche miliardo di euro)  alla comunita` nazionale. Se fossimo andati a chiedere qualche miliardo per i trasporti, la ricerca scientifica e la promozione del turismo in Piemonte, non ce l’avrebbero dato.
Pero’, se fosse stato possible, sarebbe stato meglio farlo a viso aperto; ci avremmo guadagnato tutti. Il nostro sistema (cioe` la mentalita` di tutti noi) pero’, per ora, non lo permette.

Autore: Gustavo Rinaldi

Nato a Torino nel 1967, la sua prima maestra e` stata una vittima delle repressioni bolsceviche, Maria Bruch. Ha frequentato sia la scuola pubblica che quella dei Gesuiti. Come volontario ha promosso prima una raccolta carta e poi la riorganizzazione del gentro di formazione agricola di Andriamboasary in Madagascar. Ha fondato l'associazione Enthusiasmus che per piu' di dieci anni si e` occupata di formazione politico-sociale dei giovani, permettendo a molti giovani di conoscere il mondo esterno ed a qualcuno/a di trovare moglie o marito. Nel 1991 e` stato testimone oculare dei moti di piazza che a Leningrado si opponevano al tentato golpe anti-riformatore. Nel 1994 si e` laureato in economia con Sergio Ricossa ed ha prestato servizio presso l'Istituto Penale Minorile "Ferrante Aporti", occupandosi dei denari e delle spese dei detenuti. Dal 1995 ha iniziato a lavorare per diversi progetti di valutazione e formazione promossi dall'Unione Europea e da altri enti nell'ex Unione Sovietica. Nel 2000-2001 e` stato consigliere economico del governo della Georgia. Nel 2006 ha conseguito il Ph.D. in economics all'Imperial College dell'University of London. Ha lavorato come economista per l'Institute of Alcohol Studies di Londra. Dal 2008 lavora per l'universita' di Torino dove oggi insegna public economics; insegna inoltre fundamentals in mathematics ed economics for managers ad ESCP-Europe.