Il Bilancio dell’Unione Europea: l’1% delPIL

I 27 paesi UE stanno litigando circa il futuro bilancio dell’UE.

Il dissidio e` nella misura del 3% di un bilancio che rappresenterebbe l’1% del PIL UE. Quindi  0.03  X 0.01 = 0.0003 (3 per diecimila) del PIL dell’UE.

Ovviamente questa non puo’ essere una differenza abissale.

La vera differenza e` un’altra. Un’Unione Monetaria per funzionare ha bisogno di un significativo bilancio comune (10% -20%). Questo e` il vero elemento mancante in tutta questa discussione.

Ne abbiamo parlato a Torinow. Leggi tutto “Il Bilancio dell’Unione Europea: l’1% delPIL”

Flessibilita` del lavoro

Io credo che la flessibilita` non vada ne’ deizzata ne’ demonizzata. Di fatto in Italia oggi non e` uno dei problemi principali per cui non si investe e non si assume; contano di piu’ i troppi livelli decisionali, la burocrazia, il prezzo dell’energia, la non trasparenza e la corruzione. E` vero pero’ che sarebbe giusto avere poche forme contrattuali, possibilmente una. I diritti, se sono tali, lo dovrebbero essere per tutti. Oggi invece tutta la discussione verte sui lavoratori dipendenti delle aziende con piu’ di 15 dipendenti. 30% del totale. La cosa che a me pare piu’ grave e` la barriera dei 15 dipendenti. E` un chiaro incentivo a non far crescere le imprese, con brutte conseguenze sul nostro tessuto industriale. Le aziende piccole spesso fan meno ricerca e fan piu’ fatica a penetrare i mercati in crescita lontani, con ovvie conseguenze per chi vi lavora. In ultimo ricordiamoci che non ci sarebbe nulla di male ad aumentare la licenziabilita`, se esistesse un sistema di indennita` di disoccupazione e di formazione degni di questo nome, ossia in grado di proteggere il reddito di chi perde il lavoro ed offrirgli nuove opportunita`. Tutto cio’ purtroppo manca ed e` ovvio che in questo contesto cambiare le cose sia assai arduo se non impossibile.

Quando avevamo iniziato a parlare a suo tempo del maxi debito del Comune di Torino

Due anni fa scrissi un monito per chi avrebbe dovuto essere sindaco di Torino legato ai problemi dell’elefantiaco indebitamente della città. Purtroppo le profezie si stanno avverando

La futura amministrazione comunale avrà risorse limitatissime e potrà offrire poco in termini di quantità di denaro spendibile per i cittadini. Potrà fare affidamento sull’indebitamento solo in misura molto limitata. È vero che qualche cessione di partecipazioni azionarie potrà servire a diminuire l’indebitamento; è altresì vero che questo tipo di manovra si può fare solo una volta. I gioielli di famiglia si vendono una volta e poi basta. Quindi se, dopo aver venduto quote di aziende partecipate, si decidesse di indebitarsi di nuovo, lo si farebbe senza alcun paracadute. Ci si dovrebbe impegnare a pagare tutti i debiti con le decrescenti risorse correnti del futuro. Bisognerà avere una discussione aperta e franca su quanti soldi è bene che il Comune di Torino spenda ogni anno per il servizio del debito. II. Un’amministrazione che non può fornire ai cittadini molti beni e molti servizi può però avvicinare le scelte ai cittadini, con un maggiore decentramento. Oggi troppe decisioni che potrebbero essere prese a livello di circoscrizione vengono prese a livello di amministrazione cittadina. Leggi tutto “Quando avevamo iniziato a parlare a suo tempo del maxi debito del Comune di Torino”

La Cina non e` piu’ quella di un tempo

Benche` i salari stiano crescendo in fretta, i lavoratori sono spesso insoddisfatti. Parecchie aziende stentano a trovare lavoratori.  Non vi e` piu’ la stessa abbondanza di giovani che vi era qualche anno fa. Le donne  cercano di passare dall’industria ai servizi. Gli uomini in fabbrica non sono tanto “docili” quanto le donne. Aumenta quindi il conflitto sociale. La manifattura annoia molti. Forse la soluzione consistera’ nel aumentare l’automazione ed avere meno lavoratori, meglio pagati e con piu’ diritti. Fonte.

Una contabilita` credibile e comparabile e` ancora un obiettivo lontano

Secondo Hans Hoogervorst, ex ministro delle finanze olandese ed oggi presidente di IASB, non si stanno facendo sostanziali progressi nella direzione di avere delle regole contabili che non contribuiscano all’esplodere di altre crisi finanziarie.

La cultura delle banche d’affari non sembra cambiare

Secondo quanto reporta il Financial Times un ex dipendente asserisce che  ancora l’altr’anno Goldman faceva investiva in senso contrario di quanto consigliato ai suoi clienti.

Se fosse vero, potremmo considerare il sistema finanziario riformato? Possiamo fare dei progetti per il futuro senza mettere in conto una possibile nuova crisi finanziaria?