Il nuovo miracolo spagnolo, esiste davvero?

Una delle grandi notizie del momento e` che la Spagna si sta riprendendo, grazie sopra tutto all’export.
E` quindi opportuno andare a consultare i dati dell’INE, l’ente statistico spagnolo. Come si puo’ osservare le esportazioni spagnole stanno si’ crescendo , come sono sempre cresciute dal 2000  ad oggi, con la sola eccezione del 2009 quando, a causa della crisi, diminuirono fortemente. Ne’ il periodo 2000 2008,  quando si misero le condizioni per le successive crisi, ne il periodo 2010-2013 possono essere considerati periodi  particolarmente felici per l’economia spagnola.

E’ vero, il saldo commerciale spagnolo oggi va assai bene, ma questo e` semplicemente dovuto al calo delle importazioni, diretta conseguenza dell’impoverimento della popolazione spagnola.

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Lo Scopo della Forza.

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Troppo spesso il discorso circa chi e` piu’ forte prende il posto del discorso circa quale sia la cura migliore per curare un malato. Tante volte non si sa come curare il malato, tante volte nemmeno ce ne importa; ci interessa solo far vedere che siamo forti. Il malato e` un pretesto per esercitare la nostra forza. La forza serve solo se si sa per cosa usarla.

 

Il protocollo di Kyoto va eliminato.

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Il protocollo di Kyoto cosi’ com`e` non funziona. Rende vantaggioso demolire un impianto, che per ogni tonnellata di acciaio produce 100 di CO2 in Italia, per attivarne uno, magari in Cina, che per ogni tonnellata di acciaio produce 200 di CO2. Non ha senso. Il Parlamento Europeo dovrebbe decidere di abbandonarlo e sostituirlo con una tassa zsul CO2 emesso. Qualunque prodotto deve venire tassato proporzionalmente al CO2 che ha causato con la sua esistenza (produzione, uso e smaltimento). Non conta da dove viene il prodotto, conta quanto inquina. Questa nuova tassa deve poi venire completamente compensata con tagli di tasse sul lavoro e sull’impresa.

C’e` solo da sperare che qualcuno vada a dire queste cose a Bruxelles.

All’UE dobbiamo chiedere che combatta la concorrenza sleale.

Presto ci saranno le Elezioni Europee ed e` facile immaginare che le forze politiche faranno parecchie proposte su temi dove la competenza del Parlamento Europeo non c’e’. Una materia su cui il parlamento UE ha certo competenza e potere e` quella della concorrenza sleale. Oggi in Europa la Germania fornisce indebiti aiuti di stato alle sue imprese finanziandone una cospicua parte del loro costo del lavoro. In questo modo quelle imprese vengono ad essere piu’ competitive delle nostre. A confermare cio’ e` un ministro del governo federale tedesco, Michael Roth.
I nostri eurodeputati dovranno chiedere con forza che politiche del genere vengano interrotte subito e mai piu’ si ripresentino. Il mercato unico ha senso se si rispettano le regole.

I grulli festeggiano il calo dello spread

La notizia del momento e` che lo spread italiano non e` mai stato cosi’ basso se non in tempi assai lontani. Evviva!
Peccato che lo spread sia solo una misura della rischiosita` del prestare ad un paese rispetto ad un altro, ma nulla ci dica della facilita` o difficolta` nel sostenere un debito. Sarebbe un po’ come se il geometra Pautasso facesse i suoi conti confrontando l’interesse che paga sul suo mutuo con quello pagato dalla signora Ferrero e gioisse o piangesse al ridursi o all’accrescersi di questa differenza. Pura idiozia. Il geometra Pautasso sa benissimo che per lui il peso dei debiti cresce quando il tasso d’interesse cresce piu’ dell’inflazione e diminuisce, quando l’inflazione cresce piu’ del tasso di interesse; quanto paghi la signora Ferrero sui suoi debiti, per il destino di Pautasso e` semplicemente irrilevante. Cio’ che conta e` il tasso di interesse reale. E allora? E allora 12 mesi fa l’Italia pagava il 4,21% quando l’inflazione era al 2,4% e pagava un tasso reale del 1,77%. Oggi l’Italia paga un interesse del 3,87% quando l’inflazione e dello 0,7% e quindi paga un tasso reale del 3,15%. C’e` davvero da festeggiare. I tassi reali sono in forte crescita, l’Italia si sta indebitando a tassi assai piu’ cari e cio’ rendera` tutto piu’ difficile.  E al Corriere della Sera chi glielo spiega?

Lo smantellamento del sistema industriale italiano

Il Financial Times del 28 gennaio 2014 conferma quello che molti gia` sanno.

Vi e` un processo di acquisizione da parte di medie aziende tedesche delle piccole-medie imprese italiane.

L’acquisizione in se` sarebbe gia` problematica per  i suoi effetti negativi sulle partite correnti della bilancia dei pagamenti (dividendi in uscita dall’Italia) nonche` sulla sostenibilita` finanziaria dell’Italia, ma vi e` di peggio.

La parte a piu’ alto valore aggiunto delle imprese viene trasferita in Germania. In Italia in molti casi non resta che il lavoro manuale e, a volte, neanche  quello. Leggi tutto “Lo smantellamento del sistema industriale italiano”

Letta e` peggio di Monti

Perche` Letta e` peggio di Monti? Monti aumentava le tasse e faceva tagli. Letta fa lo stesso, ma riesce a farsi notare meno, tagliando oltre al presente, il futuro degli italiani, vendendo le poste, i cantieri, le quote azionarie,  ed altre proprieta` dello Stato nonche` regalando denaro ai partecipanti di Banca d’Italia . In questo modo gli Italiani percepiscono meno il dolore del taglio, anche se la ferita` e` assai piu’ profonda.

Detto cio’, ripeto:  Letta  e` un mero esecutore. Dietro di lui c’e` il sistema finanziario che vuole agire indisturbato, impossessandosi per pochi soldi dei beni altrui. E ad esso che dobbiamo guardare. E` esso che dobbiamo regolamentare.

Benefici oggi, in cambio di disastri domani.

“Benche` le operazioni che comportano con bassa probabilita`grandi perdite e con alta probabilita` piccoli guadagni, possano portare dei disastri, esse possono sembrare attrattive  a molti per lunghi periodi o sempre.

Piacciono a tutti quelli in affari o in politica hanno una prospettiva di breve termine. Questi oggi sono la maggioranza. I benefici si vedono ora, i costi, se ci saranno,  saranno il problema di qualcun’altro.”

John Kay sul FT del 11/12/2013

Irlanda: se questo e` un successo, …

L’eurozona in ripresa, l’export italiano che migliora sempre, ma sopratutto il risanamento dell’Irlanda. Questi sono i grandi successi delle recenti politiche europee. Ricordo per chi si fosse distratto che l’eurozona nel terzo trimestre 2013  e` stata in recessione cosi’ come si prevede per tutto il 2013 (-0,4 %)  nel suo insieme e  che l’export italiano tra gennaio e settembre e` diminuito dello 0,3% rispetto al periodo corrispondente dell’anno precedente. Beh, almeno possiamo consolarci con l’Irlanda, infatti. L’Irlanda e` tornata ad indebitarsi sui mercati finanziari ad un tasso abbastanza basso (3,5%) , ma le cose non vanno bene.  Il debito e` a livelli quasi italiani (124%) con la differenza che in gran parte il loro e` posseduto da stranieri. Il loro deficit al7,4%  e` terzo dopo Grecia e Cipro, in compenso sono in recessione (-0,3 nel 2013). Per trovare un valore a due cifre, bisogna guardare alla disoccupazione (12,5%).  IrelandSe questo e` un successo, cos’e` una sconfitta?

Il divorzio tra Tesoro e banca d’Italia e la lotta all’inflazione

Qualcuno pensa che il divorzio nel 1981 tra Tesoro e Banca d’Italia che tanto e` costato all’Italia in termini d’ interessi reali   e che fece esplodere il debito pubblico italiano  sia almeno servito a farci combattere l’inflazione.

Cio’ e` falso. L’Italia negli anni 70 era fortemente dipendente dal petrolio e tra il 1973 ed il 1981 il prezzo del petrolio passo’ da circa 16 a circa 75 dollari al barile, praticamente aumentando del 400% . Per l’economia Italiana si tratto’ evidentemente di un colpo durissimo che avrebbe potuto portare una catena di inflazione fortissima. La Banca d’Italia invece, pur comperando i titoli del Tesoro riusci’ ad avere un inflazione che solo occasionalmente tocco’ qualche punta prossima al 20%.

“Si’ pero’ poi dopo il divorzio l’inflazione diminui’!” . Vero. Ma diamo un ‘occhiata al  prezzo del petrolio negli anni successivi al divorzio. Esso precipito’, ovviamente con l’effetto di condurre ad assenza di inflazione o addirittura alla riduzione dei prezzi.

E’ il divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia che ha ridotto l’inflazione? No. E` il fortissimo calo del prezzo del petrolio. Invece  che il divorzio abbia fortemente contribuito a far crescere gli interessi reali e` altamente probabile.

Oggi ricongiungere tesoro e banca centrale, far si’ che la banca compri i titoli del tesoro, non porterebbe nessuna pazza inflazione, ma ridurrebbe fortemente gli interessi che noi dobbiamo pagare sul debito, bloccandone  la crescita e liberando risorse per  far vivere il paese.