Il comune di La Cassa diffida il buffet referendario e il sito che ne ha parlato

La Cassa è uno splendido comune che ha una splendida comunità online gestita dal “nostro” Italo Losero.

A La Cassa hanno organizzato un buffet referendario per il giorno 12 giugno (copia dalla cache di Google) e il comune di La Cassa ha pensato bene di diffidare il sito a pubblicare l’invito e visto che c’era anche a permetterne lo svolgimento.

Ogni commento lo lasciamo ai lettori della vicenda …

L’ispettore di pubblica sicurezza (il vigile) di La Cassa mi ha notificato una diffida (di cui allego copia) indirizzata a Italo quale amministratore del sito e p.c. a me, quale autrice dell’Articolo “Buffet Referendario”.

La diffida fa riferimento ad una presunta violazione all’art. 29 c. 5 della L. 25/03/1993 n. 81 riferita alla Legge 04/04/1956 n 212 concernente norme per la disciplina della propaganda elettorale

La seconda norma citata, la legge 212 del 04/04/1956 che all’articolo 9 cita:

Art. 9
1. Nel giorno precedente ed in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri e manifesti di propaganda.
2. Nei giorni destinati alla votazione altresì è vietata ogni forma di propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali.
3. È consentita la nuova affissione di giornali quotidiani o periodici nelle bacheche previste all’art. 1 della presente legge.
4. Chiunque contravviene alle norme di cui al presente articolo è punito con la reclusione fino ad un anno e con la multa da lire 100.000 a lire 1.000.000.

Vi è però, in tutta questa premessa, un vizio formale. Nell’articolo da me pubblicato “Buffet Spontaneo Referendario” non si fa riferimento ad alcuna propaganda politica. Si invita semplicemente a trovarsi in allegro convivio mangiando, bevendo e andando a votare.
Non si fa propaganda nè per il Si, nè per il No.
Non erano e non sono previsti bandiere, manifesti, cartelloni o volantini che possano ricondurre a propaganda elettorale. Verrà però distribuito del vino, del salame e forse un po’ di musica.

L’unica norma che verrebbe trasgredita, nel caso ci intestardissimo a voler fare il Buffet sotto l’ippocastano, e soprattutto nel caso che volessimo fare propaganda politica (cosa che non è nelle intenzioni degli organizzatori) è il comma 2 del l’art. 9 della legge del 1956: nei giorni destinati alla votazione altresì è vietata ogni forma di propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali.
In effetti l’ippocastano dista 56 metri dal cancello dei seggi elettorali…

In tutto questo gran discernere di leggi e commi e frizzi e lazzi, perdiamo però forse di vista il vero senso (deprimente) di tutta questa faccenda.

La nostra amministrazione comunale ha ritenuto di fermare un atto di dimostrazione civile, civico, pacifico e non di propaganda politica, nel modo più cruento e bellicoso che aveva: inviando una diffida agli organizzatori.

Non mi aspettavo che una mia proposta, proprio perchè proveniente da una minoranza, fosse accolta con fuochi d’artificio e banda musicale (anche se la causa da sposare mi sembra più che onorevole), ma a mio parere questa amministrazione ha perso l’occasione di dimostrarsi virtuosa.

Senza contare il fatto che qualcuno del Consiglio o il vigile stesso, avrebbero potuto, come altre volte è successo, fare una telefonata, farmi notare che sono una stupida e avventata ingenua e consigliarmi di ritornare sui miei passi. Tutto il consiglio comunale conosce il mio numero di telefono, sa dove abito, ogni venerdì un assessore viene in biblioteca e si dialoga in modo civile e spesso costruttivo. Prima e dopo i consigli comunali si hanno scambi di vedute con il Sindaco e i vari assessori. Ricordo che l’ultimo consiglio comunale si è svolto un paio di settimane fa e l’articolo sul Buffet era già stato pubblicato, eppure, non si è ritenuto di parlarmene francamente ma si è ricorsi ad una diffida.

Che dire, naturalmente non ci metteremo, io e Italo, a fare la testa d’ariete e a rischiare di dover trascorrere tempo prezioso della nostra vita tra cause in tribunale e avvocati, ma, ripeto, la nostra attuale amministrazione comunale ha veramente perso una buona e bella occasione per dimostrarsi virtuoso e in due momenti differenti: non approvando la mia proposta di delibera del 2009 che proclamava l’acqua un bene comune e non monetizzabile e oggi, nel momento in cui ha deciso di diffidare i cittadini di La Cassa a ritrovarsi in allegria per una buona causa

Autore: Redazione QP

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