Storia a lieto fine per Lili, cane anziano con un occhio solo

Una storia a lieto fine. Ci vuole proprio e non perché le troppe vicende di violenze, maltrattamenti e abusi sugli animali debbano essere messe a tacere, assolutamente NO, ma perché, ogni tanto, una bella storia fa bene al cuore, quello umano e quello animale, in questo caso canino!Protagonista del racconto è Lili, un cane meticcio anziano, maschio, cieco ad un occhio, con problemi di sordità. La sua età è imprecisata, ma diciamo che sicuramente è un over.

Lili (lo so, è un nome femminile, ma che volete fare, al cane piace!) ha sempre vissuto con un’anziana signora in una vecchia cascina, un po’ fatiscente, nella campagna piemontese. La sua padrona, pur cercando di accudirlo, non sempre ci riesce.

Un giorno la donna cade e si frattura il femore finendo in ospedale dove resta per un lungo periodo al termine del quale non può far ritorno a casa, impossibilitata a vivere da sola. E il cane? Che fare del povero Lili? Come gestirlo? A chi affidarlo? La risposta della signora arriva sotto forma di suo figlio, un uomo già di una certa età che, vivendo altrove decide di abbandonare cascina e cane.

L’abbandono però non è sufficiente, in fondo i vicini di casa possono notare la povera bestiola, sentire i suoi guaiti e lui può rischiare una denuncia o una brutta figura, così decide di optare per un’alternativa. Assassinare Lili a bastonate. Qui, mi fermo e scelgo di non commentare. E’ superfluo.

Una mattina, l’uomo arriva nella cascina nel cui cortile si trova Lili che, inizialmente è felice di rivederlo, in fondo è rimasto solo per molte settimane ricevendo, solo ogni tanto, cibo e acqua (e in alcuni casi dai vicini impietositi che le sporgono, attraverso il cancello della proprietà, pane, crocchette e altro), gli va incontro e lo saluta.

Lui, però con un bastone cerca di fracassargli la testa. Lo picchia più e più volte, mentre la vittima tenta di fuggire, ma il cortile è piccolo, lui è cieco ad un occhio e la paura è grande. Sentendo i latrati e le imprecazioni dell’uomo che non riesce ad acciuffare il cane per finirlo, una giovane vicina di casa, trasferitasi lì da pochi giorni, si precipita, ancora in ciabatte, a soccorrere Lili.

Per evitare che lui, il bipede aggressivo, l’allontani fingendo di risparmiare il cane per poi accopparlo successivamente, la buona vicina lo convince a lasciarglielo. Dopotutto a lui cosa costa? Non deve nemmeno sporcarsi le mani. E così, la ragazza torna a casa con il cane e, avendone già uno, più un gatto, cerca di fare andare d’accordo il nuovo arrivato con gli altri.

All’inizio l’impresa è ardua. Lili è un po’ aggressivo, solitario. Ha paura. Non è abituato a ricevere attenzioni, amore e cure come quelle che questa giovane donna gli riserva in maniera incondizionata.

Non è abituato a pensare che gli esseri umani siano capaci anche di tanto affetto. Non è abituato a non esser bastonato, a non aver paura. Non è abituato a mangiare tutti i giorni, alle carezze e alle medicine che lo aiutano a star meglio.

Passano le settimane e Lili prende confidenza con l’ambiente, con la nuova famiglia (che si può davvero definire tale) di cui fa parte anche una bambina di 3 anni che, oggi, a distanza di pochi mesi dal salvataggio di Lili, gioca con lui abbracciandolo e accarezzandolo senza che il cane abbia alcuna minima reazione violenta, anzi è talmente docile e mansueto che, persino il gatto gioca con lui, dorme nella sua cuccia e, a volte gli ruba pure i giochini, mentre Lili, dal solo occhio sano, lo guarda e sembra pensare “che pazienza che ci vuole con i gatti!”.

E’ tornato ad essere un cane tranquillo che non ha bisogno di ringhiare e mordere per scampare alle bastonate. La bambina, per settimane, ha raccontato all’asilo la storia del cagnolino con un occhio solo. Per lei, educata al rispetto di tutte le creature, il mondo è mamma, papà, nonni, cani, gatti, asinelli, animali in generale ed è naturale che sia così. Naturale nel senso più ampio del termine, visto che sul pianeta non ci sono, e non ci sono mai stati, solo i bipedi.

 

Nella foto: Lili