Vinitaly 2015: storie di vini ed emozioni

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Vinitaly è sempre la testimonianza di come il salone internazionale del vino sia il filo diretto tra regia e spettatori. Nessun dubbio nell’affermare che saranno quattro giorni leggendari, il tutto è partito  domenica 22 marzo, per poi concludersi mercoledì 25 Marzo, in questo splendido soggiorno ci avventuriamo per testimoniarvi le numerose varietà di cantine e non solo, protagoniste di questo meraviglioso mondo.

Si parla di oltre 4mila aziende da 24 Paesi, 120 nazioni che operano in rappresentanza di tutti i continenti,  e non vi deve stupire se gireremo oltre 90mila metri quadrati nati a  disposizione per gli espositori.

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L’approccio al Vinitaly  è sempre energicamente originale, perché non comunica solo le realtà vinicole, ma ci da modo di confrontarci verso vari percorsi, infatti si svolgono anche Sol and Agrifood, che ci guida verso le mille facce dell’agroalimentare di qualità,  lanciando  oltretutto appuntamento con Enolitech,  la tecnologia innovativa per la filiera dell’olio e del vino.

Il seme della qualità nella storia del vino rappresenta l’Italia, in cui in essa si lanciano nuovi progetti  che ci permettono di cogliere opportunità importanti come Expo Milano 2015, dove il Padiglione Vino sarà memoria principale della grandezza senza frontiere che può essere l’ Italia, in un momento storico di crisi economica, quindi si capisce che il Made in Italy è un grandissimo valore, forma di potenza per affrontare questo duro momento di prova.

Vincere il Premio Internazionale del Vinitaly, istituito da Veronafiere nel 1996 è un risultato straordinario, la tradizione incorona la famiglia Friulana , L’azienda di Livio Felluga, che si aggiudica il riconoscimento per il prestigio e l’eccellenza raggiunta, in vista agli onori figura anche Pierre Lurton, Chateau Cheval Blanc, Premier Grand Cru Classé A de Saint-Émilion, è universalmente riconosciuto essere uno dei 10 più importanti e famosi vini rossi del mondo.

Al via le grandi degustazioni che ci porteranno a testare le proprietà organolettiche dei wine Italiani e internazionali, la partenza si svela in modalità work araund dei vini della guida tre Bicchieri, selezionata dal Gambero Rosso che ha catalogato in categorie le diverse tipologie di vini, premi speciali miglior rosso, miglior bianco, migliori bollicine, i tre bicchieri sotto i 15 euro ben 108, e i tre bicchieri prodotti dalle aziende sensibili alla sostenibilità ambientale.

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Il vino è come l’amore se è buono non placa la sete, e la mia sete inizia assaggiando un rosso DOCG sublime, il Barolo Cannubi le cinque vigne DAMILANO, racconta di un vitigno nebbiolo 100%, invecchiato 24 mesi in botte grande e 12 mesi di affinamento in bottiglia, generoso e sapiente come l’età che lo caratterizza, ampio e morbido con l’inconfondibile tocco della pienezza del Barolo. Questo tour mi accompagna insieme al mio fedele calice a proseguire entusiasta nell’assaggio di queste meraviglie, incontro la Toscana, che ha catturato il mio interesse con il Brunello di Montalcino 2009 Biondi Santi Tenuta Il Greppo, frutto di una vendemmia eccezionale.

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Nel Trentino trovo sempre delle etichette indimenticabili, Trento Pas Dosé Balter Ris 2009 Nicola Balter, ottenuto dall’80% da Chardonnay e per il 20% da Pinot nero, il risultato? bouquet molto delicato, incisivo, saporito, eccentrico, fresco, e di lunga durata, persiste al palato.

 

La parola rigore è abbandonata, mi lancio con decisione a non perdermi gli assaggi migliori, Amarone della Valpolicella  2010  cantina Allegrini è il vino più complesso che conosca, e io amo le cose complesse, esso merita una grande riverenza.

E’ stato un vero paradiso enologico, la missione del Vinitaly non si smentisce, da gli strumenti necessari per creare l’incessante fluire della cultura vinicola Italiana, insieme alle sue mille sfumature associate. Il profumo del vino ci parla di cose appartenute, vissute, tramandate,  credo nell’anima del vino che racconta la sua creazione, e fa riflettere. E’ questo ciò che realmente mi appassiona scrivendo delle mie impressioni vissute, di una giornata al Vinitaly,  non sempre bisogna essere i migliori nel riconoscere un’etichetta, si può sempre essere i migliori amando quel calice …

 

Che sia questo l’effetto del Vinitaly?

La massoneria e la Chiesa in affari

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In Vaticano si accendono i riflettori. E’ lo scandalo e il mistero che coinvolge le mura sante, col passare del tempo la lista Pecorelli trova nuove conferme, a far chiarezza dei presunti nomi e prelati, sono pochi coraggiosi  che ci invitano a leggere la verità, una via scomoda da percorrere, non tanto per l’omertà e le smentite, quanto al rischio in questione, la propria tranquillità. Il nodo oscuro resta appunto una morale senza pietà, la vita vale meno del fine di ogni scopo, “soldi”, “potere”, aspirazioni che creano il male in se, se l’uso è deviato, oscuro, la dilagante corruzione non lascia fuori, neanche gli uomini di Dio, i cosiddetti conduttori della fede.

In tempi passati lo scandalo della loggia p2 mette il lista numerosi Vescovi, Cardinali, come non citare il Vescovo Paul Casimir Marcinkus (1922-2006), presidente dello IOR, presente nella lista, le gerarchie ecclesiastiche della Chiesa Cattolica non hanno lasciato dubbi alla presunta verità, il lato segreto della Chiesa è massone.

Logge potentissime e schieramenti che si dividono nella massoneria organizzata, quelle ecclesiastiche, l’indicazione sui fatti avvenuti nel 2011,  ricollegandosi  al vescovo Miccichè, ha reso un fardello troppo pesante da sostenere. Insabbiare le manovre dello Ior, l’atmosfera di un rapporto di scontro non ha evitato il declino finale,  che non ha risparmiato nemmeno Papa Benedetto XVI, succube del cardinale Tarcisio Bertone, a quanto pare spregiudicato del potere economico politico, il giudizio alla fine non sono righe di parole in un giornale, la posizione della chiesa non è lontana alle società del potere, le vicende accadute in passato non sono di certo rimaste un caso isolato, Calvi, Sindona, Ortolani, Lercaro, sono esempi e nomi che continuano ad essere costanti nella conferma di questi rapporti impenetrabili, rapporti pericolosi, che hanno contaminato tanti esponenti del Vaticano.

La domanda sorge spontanea, come può accadere che delle figure di alto simbolo religioso, abbracciano gli ideali della massoneria, che tanto si contrappongono a quelli della Chiesa Cattolica? non bisogna andare troppo lontano con i ragionamenti, la religione del potere è l’unico credo.

Potrà anche essere la mia visione condivisa da altrettante considerazioni, ma di certo il frutto col passare del tempo matura, e può accadere che caschi dall’albero prima di essere raccolto.

Parliamoci chiaro, ci sono cose che fanno riflettere attribuite alla responsabilità della Chiesa alle logge massoniche, tali questioni minano il credo di tanti cristiani di buona volontà, alla luce dei giorni odierni, in questo momento di dura prova esistenziale del nostro paese, l’esigenza della verità spirituale, non può essere offerta dietro le spoglie di finte obbedienze, tale legge divina ha bisogno di essere riconsegnata ai cattolici nella dimensione più leale da parte della Chiesa, quando sarà ristabilito tale compito si ridimensionerà il principio della massoneria deviata.

Tutti alla fine dobbiamo rendere conto ad un giudizio finale, ma quello che urge preservare è la posizione della nostra anima, qualunque sia la nostra religione.

 

Isabella Scuderi

 

Quelle due parole “Identità Golose” undicesima edizione

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Ci siamo, dopo il grande successo che per dieci anni rimarca “Identità Golose”, l’undicesima edizione si concentra in un focus dagli stili gourmet più ricercati. Presentare l’eccellenza in tutte le sue declinazioni, proponendo percorsi di food, itinerari, maestri d’arte culinaria, esclusive relazioni dai contenuti gourmet, prestigiosi e irrinunciabili obbiettivi imprenditoriali, che intendono comunicare a 360° nuovi standard,  nuove innovazioni, fidelizzando la civiltà culinaria in due parole: Identità Golose.

“Una sana intelligenza”, come ogni anno ritorna il tema come scelta, per rinnovare e comunicare l’importanza del cibo in tutte le sue forme. Il cibo, re incontrastato del 2015, sarà la magia e il simbolo più assoluto che unirà le culture di tutto il mondo, Expo 2015 realizzerà il ritratto di questo enorme progetto, infatti una fetta importante prende ampio spazio all’interno del congresso, che affronta il tema i una perfetta visione.

Identità Golose, oggi 8 febbraio, siamo in apertura al congresso che  ci svela le sue meraviglie, incantandoci col suo cilindro pieno di squisite magie. Il viaggio ci porta ad essere testimoni di molteplici realtà, classiche e del domani, e proprio come avviene di volta in volta le novità e i personaggi pluristellati saranno la ciliegina sulla torta, Identità Golose ha scelto come musa, Alaine Ducasse, divo incontrastato del pianeta gourmet, spiega e conduce il suo punto di vista tra gusto e benessere, tutto all’insegna della Naturalité

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Ma le esclusive non finiscono qui, le novità? Omaggio alle identità di montagna, che intrecciano sapori e storie dall’Altopiano dell’Asiago al Parco Nazionale d’Abruzzo, Dolomiti e la Val di Fassa, evocando tutti i componenti che racchiudono la tradizione delle pietanze, nella contemporanea bravura degli 8 chef chiamati a raccontarcelo, Antonio Borruso Eden Hotel Bormio, Alessandro Gilmozzi, al ristorante El Molin Trento, Stefano Ghetta L’Chimpl da Tamion  Vigo di Fassa, Nadia Moscardi di Elodia nel parco  dell’Appennino veglia Camarda Abruzzo, Alessandro Dal Degan La Tana Courmayeur, Cristian Milone Trattoria Zappatori Pinerolo Alpi Cozie Piemonte, Norbert Niederkofler St. Hubertus, Badia Bolzano, Riccardo Gaspari  El Brite de Larieto Cortina d’Ampezzo Belluno.

 

Identità Estreme innovazione elevata al fascino della pasticceria vegana, all’ecosostenibile,  e alle  diverse caratteristiche per trovare combinazioni e utilizzi più estremi in cucina.

Identità Piccanti,  ci sono molti dettagli da tenere in considerazione, le spezie e le sue caratteristiche che compongono un buon piatto, chef che dai vari angoli del pianeta diventano status symbol  della personalità delle spezie, come ingredienti preziosi che arricchiscono gusto e aspetto, grazie alle sue combinazioni.

Un esempio di come si possa affrontare il significato di Expo 2015, “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” sarà filtro degli chef Ambassador  Enrico Bartolini (Devero ristorante), Massimo Bottura (Osteria Francescana), Carlo Cracco (Ristorante Cracco), Pietro Leeman (Joia) e Davide Oldani (D’O).

 

La Triglia alla livornese di Massimo Bottura, simbolo di Identità Golosimagese Milano 2015

 

 

 

 

 

 

Essere qui, presenti al congresso, significa accompagnare  la nostra attenzione e i nostri sensi  alla scoperta dello stravagante ed eccellente mondo del cibo. Paolo Marchi è poliedrico, appassionante e senza eguali, undicesimo anniversario di Identità Golose, in sella alla moto c’è lui, che ci guida e ci introduce in questo straordinario palco che vuole essere Identità Golose. Imperdibile l’apertura che ci accoglie tutti con familiarità, innumerevoli parole possono essere dette, ma sicuramente un’intensa sensibilità la si percepisce quando sul palco si presenta il padron, fermamente emozionato, ricorda vedendo delle slide, una foto ricordo di come eravamo: Cracco, Bottura, Scabin, Zito, Stoppani, klum, Maisberger,  esempi vincenti, che hanno portato un cambiamento nella storia della ristorazione, col l’ideale di coltivare la tecnica e lo sviluppo creativo di uno chef, puntando ad un futuro molto più giovane e preparato. Il 25 gennaio 2005 si incominciava sotto il segno di questi presupposti, fu importante perché sul palco di Identità salirono i giovani dall’ora, nel 2000 molti di loro non avevano nemmeno un ristorante, per cui da allora ad undici anni dopo, la foto di prima è una cosa molto bella.

A proseguire l’accoglienza campione della cucina vegetariana è quello del nome di Pietro Leeman, spontaneo e si narra con lo spirito di chi il cibo lo onora, trasparisce la devozione verso ogni elemento che la terra e l’amore nel coltivarlo ci dona, basta uno sguardo alla sua preparazione per percepire la fusione e l’importanza di ogni elemento, ci consegna cosi il ritratto della natura, relazioni, energia, qualcosa di totalmente diverso, composto dall’intensità nel rispetto del cibo.

Il cuore dei piatti di Leeman, raccontano un legame centrato col divino, dove la materia è un dettaglio un involucro, che contiene una sostanza spirituale, un rapporto che media il bisogno di nutrirci con quello di rispettarci, attraverso le nostre energie in simbiosi con la natura.

Quello che è molto importante, che bisogna sottolineare nelle scelte di Leeman è il sogno magico della preghiera, una sorta di  purificazione  per rendersi  più adatto nella preparazione del cibo, ci espone la sua offerta dinanzi al suo credo, acqua, incenso e la sua preghiera. Illuminante.

Ciò che ci stupisce è l’alternanza di tanta conoscenza e storia della cucina, Enzo Vizzari chiama sul palco Monsieur Alain Ducasse, lo stile va verso sovranità, ogni parte di loro ci rende fieri, Enrico Crippa lo è per antonomasia l’integrazione con la natura, il suo orto e le sue peculiarità nel coltivarlo, per poi far nascere le sue straordinarie creazioni.

Tante le testimonianze,  Brett Grahan la star di The Ledbury e di Harwood Arms di Londr, David Toutain e l’erba aromatica più familiare il prezzemolo, Davide Scabin, esprime la capacità di trarre ispirazione su una lezione sulla sezione aurea connessa al cibo, 1,6180 è un principio che ci rende chiaro le differenze,  Davide Oldani Pensare prima di comprare e pesare prima di cucinare”, Antonia Klugmann, Eneko Atxa. Un palcoscenico della creatività, i loro percorsi pongono i risalto la loro grande bravura.

Non sorprende la straordinaria presenza di volti noti, e amanti del buon cibo, quello di cultura, che si sviluppa di fronte ad un mondo di professionisti, ma anche di quello domestico, perché le presenze non sono clienti. Un apparato che coordina, ma non si limita semplicemente a raccontarvelo, Identità Golose ha reso nostro il suo congresso.

Grazie Paolo Marchi

 

Isabella Scuderi

 

 

Capodanno experience: Montecarlo il meglio di San Silvestro

getlstd-property-photoMontecarlo, Monaco, la città del lusso e dello sfarzo non si smentisce. La sua identità  è un colosso del jet set dalle: “mille e una notte”, nei grandi nomi del panorama “milionario che si rispetti” non può mancare alle numerose serate  dall’atmosfera regale, per quest’ultimo dell’anno come in ogni fashion party dal prestigio sfavillante, ci lanciamo  in un raffinato dinner di capodanno. Nella cornice glam di uno dei nuovi locali entrati a far parte della lista people glamorous di Montecarlo figura il One Apple, un concept  dei fratelli Conte, Antonio fuoriclasse nello sport, Daniele  un’immagine  fresca e vincente nel focus imprenditoriale dei locali alla moda.

Ci accomodiamo nell’atmosfera e nel credo del capodanno più cool emergente  di Montecarlo il “One Apple” Restaurant e Cocktail bar” dal mood cosmopolita per eccellenza. Il bello crea dipendenza, l’eccellenza uno stile, nel tentativo di cogliere la sottile differenza, ci lasciamo sedurre dalla notte più festeggiata dell’anno, il 31 dicembre, nei tratti più esclusivi del One Apple, entrano in scena eleganti presenze, volti raffinati, figure maschili e femminili, che presenziano una serata ad alto tasso di magico prestigio.   oneappleAd allietare gli ospiti è stata allestita una cena, che racconta il meglio dell’inventiva dello chef, i clienti vengono intrattenuti da una musica leggera, a tema col l’umore da “Happy New Year “ l’obbiettivo sembra avere un ruolo preciso; l’inizio di un nuovo anno in un luogo di successo, dove non si può fare altro che divertirsi con stile, il lifestyle dopotutto è il perno in cui ruota il concetto di Conte.

E’ proprio lui in prima persona ci accoglie e ci vezzeggia, lungo il corso di tutta la serata, bollicine da bigger is better, a disposizione,  associato ad un menù gourmet, un menu fondato sulla ricercatezza e l’approccio festivo, a deliziare i nostri palati si presentano assaggi dal gusto è servito: crudità di pesce, freschissimi frutti di mare, (ostriche, tartufi, carpacci di pesce misto, gamberoni, capesante, ed astice in bella vista, un entresse di grande effetto, prelibato, ma non solo, dunque si coniuga l’esclusività al divertimento. La location, la musica, l’icona dello stile monegasco, parlano di un One Apple sotto il segno di un San Silvestro, magico. E così dalla notte più brindata dell’anno, ci buttiamo vivaci lasciandoci ritmare dalle note della consolle, le prime ore dell’anno nuovo ci guidano verso un’alba che si spalanca assieme ad attimi meravigliosi

E’ qui in questa allure da fiaba che si respira il fascinino della notte di San Silvestro, sul porto scintillano le sue luci, che illuminano il mare e i suoi yacht, parate, musica, divertimenti, attimi che ci coinvolgono in un vortice di sensazioni indimenticabili, dai vivacissimi locali trendy, alle terrazze con viste spettacolari della piazza del Casinò, i fuochi d’artificio illuminano come diamanti il panorama con assoluta magnificenza, rappresentando il regno di un fine anno da star.njxcjTutti i salotti eleganti e alla moda di Montecarlo, regalano essenze di felicità, lusso che sorprende, profumi che ti avvolgono, glamour d’impatto, culla di tante immagini sfavillanti, e ancora un tocco di charme dal brivido Monegasco.

Osservatrice, testimone, portavoce, questo è un capodanno che simboleggia l’essenza del divertimento di gran classe.

Capolavori a Torino per promuovere la grande filiera dell’artigianato

Giuseppe Garibaldi Binasý

Chi vuole ammirare l’arte Italiana della manifattura, non può mancare agli eventi promossi “I Love IT, 100% Stile Italiano”. Un nuovo impulso del made in Italy, che racchiude tre settori chiave del nostro patrimonio culturale:
food, fashion, home.

 

Nel cuore del centro storico di Torino, in piazza Castello 165, nella Sala Mostre della Regione Piemonte, si svolgeranno delle mostre che si svelano vero status symbol Italiano, provocando una riflessione sulle verità e i patrimoni della ricercatezza Italiana. L’evento, nato dalla collaborazione delle tre Confederazioni artigiane torinesi – CNA Casartigiani e Confartigianato – è sostenuto dalla Regione Piemonte, che rivolge l’attenzione al valore dell’arte nella forma d’espressione più tradizionale , l’artigianato. Da questi valori ereditati nel tempo, propone delle giornate che contribuiscono a far conoscere le numerose attività e correnti di pensiero, di chi si applica e porta avanti arti e mestieri.

Per scoprire questi meravigliosi argomenti sono stati istituiti dei giorni prestabiliti, l’inaugurazione del 4 dicembre scorso ha vinto il record di presenze, 2500 anime che hanno dato fervore e importanza all’evento d’apertura.
Il gusto per la cultura, offre imperdibili opportunità per interessarsi all’arte artigianale, la visione del settore diffonde la sua parola in appuntamenti dedicati: sabato 13 dicembre, ore 12, Sedat Bornovali, storico dell’arte e curatore del restauro in atto a casa Garibaldi a Istanbul , dedicherà una conferenza sul tema. Tante potenzialità dell’artigianato si fanno promotori degli argomenti, a seguire nella giornata di sabato 13 , nelle ore 17-19, si potrà assistere ad un defilé di moda a cura di Leali Sartoria Italiana, di Alfredo Faillace.

Domenica 14 dicembre, “Sapori e immagini dell’Argentina con un cuore Italiano”
Hilda Empanadas ci offrirà la visione di un documentario che raccoglie le testimonianze degli emigrati Italiani in Argentina. Per omaggiare le memorie proiettate, verranno offerte delle degustazioni, di pietanze argentine, preparate con le materie prime del territorio Piemontese. Alle ore 17-19 si ripercorrerà la linea moda della Sartoria Italiana Leali.

La mostra sarà presente, in molti degli eventi aperti al pubblico con orario continuato 11-19, gli addetti ai lavori vi guideranno nelle degustazioni gratuite di prodotti tipici, caffè e birre artigianali, proiezioni di filmati sulle produzioni alimentari. La mostra sarà chiusa nei giorni 15, 25, 26 e 31 dicembre e il 1 gennaio, per poi chiudere in bellezza il 6 gennaio.

L’artigianato è un’affermazione a tante risposte, che ci rendono primati importanti, trasformando il settore in realtà apprezzate e affermate in tutto il mondo.

Isabella scuderi

Il potere della Massoneria scopre i misteri nel libro shock di Gioele Magaldi

imagesIZ0JCWAZ C’era una volta un ordine iniziatico di fratellanza, la segretezza del loro sapere era misterioso ed ideologico, stretti da discipline e principi operavano per la purificazione dell’individuo, quindi in virtù dell’umanità. Secondo questa costituzione tutto nacque.

Come recita oggi la sconvolgente copertina del libro, “Massoni società a responsabilità illimitata” sigla di Giolele Magaldi il principio è buona parte che oscuro, il potere e gli interessi economici si sarebbero infiltrati al fine di dominare tutto il mondo. Gioele Magaldi ha depositato al suo editore un libro che non porta solo chiarezza, ma apre alla comune gente, le porte delle super logge e i suoi misteri clamorosi.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si estranea ai fatti, che lo vedono implicato come iniziatico alla super loggia “Tre Eyes”, Mario Draghi usa la facoltà di non rispondere, alla sua presunta appartenenza a ben cinque Ur- Lodges, Fabrizio Saccomani, Pier Carlo Padoan, Massimo D’Alema, Corrado Passera. Berlusconi avrebbe creato una Loggia personale, “La Loggia del Drago”.  La lista figura centinaia di nomi dei più grandi esponenti del potere mondiale, Obama, Bin Laden, Papa Giovanni xxııı, e tanti altri fratelli.

Magaldi è il padre fondatore del Grande Oriente Democratico in Italia, Maestro Venerabile, ha dato vita anche a Democrazia Radical Popolare, al movimento Rooselvet. Cosi Magaldi spiega i cenacoli massonici protagonisti, che hanno surclassato la vera vocazione e orientamento della Massoneria ordinaria. In altre parole coloro che detengono il potere e il futuro di tutto il mondo.

 

Magaldi ci invita a chiare lettere di documentarci su una realtà palesemente architettata, manovrata, pronti a decidere le sorti delle nostre vite.

 

Isabella Scuderi

LE ESCLUSIVE DEL GRUPPO GELATI SIGLANO L’UNIVERSO INDUSTRIALE DELL’ALTA PASTICCERIA ITALIANA

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Le credenziali del Gruppo Gelati, nelle opere  in progettazione della D and G Patisserie, nel Sud Est asiatico. Appuntamento a Kuala Lumpur Malesia, la competenza e l’eccellenza siglano la fama,  il gusto e la tradizione culinaria dei nostri prodotti ci contraddistinguono nel mondo, oggi in un globo cosi diversificato, di tendenza e in forte espansione industriale, il senso di appartenenza del made in Italy domina la qualità nel settore food. Questo incarico mostra tutto il repertorio, in fattore impegno e serietà, il progetto è molto eloquente, creare uno stabilimento industriale di pasticceria di nicchia del Bel Paese,  in un territorio propulsore di queste attitudini.

Il Gruppo Gelati, società strategica nella consulenza alimentare, Sks di Kuala Lumpur, leader nel Sud Est asiatico per le forniture nel settore food, e la  D and G Patisserie, laboratorio di pasticceria di lusso italiano guidato da Denis Dianin, presentano il loro progetto. Leggi tutto “LE ESCLUSIVE DEL GRUPPO GELATI SIGLANO L’UNIVERSO INDUSTRIALE DELL’ALTA PASTICCERIA ITALIANA”

UNA TRASFERTA AL LEFAY CHE CI REGALA EMOZIONI

Lefay Resorts nasce nel 2006 dalla visione degli imprenditori Alcide e Liliana Leali. Alcide Leali fonda nel 1989 la Compagnia aerea Air Dolomiti, con l’obiettivo di fornire servizi di collegamento per gli uomini d’affari dal Nord Italia al resto d’Europa. La grande attenzione prestata alla qualità del servizio di bordo e l’elevatissima efficienza fanno di Air Dolomiti un ambasciatore del Made in ltaly nel mondo e un caso unico di successo nel settore, facendole ottenere i più prestigiosi riconoscimenti a livello mondiale. Negli anni successivi Alcide e Liliana Leali maturano la decisione di intraprendere una nuova sfida per un’iniziativa imprenditoriale: nel 2006 viene quindi fondala la Lefay Resorts con l’obiettivo di creare e gestire una collezione di eco-resort caratterizzati da una riproposizione, in chiave moderna, della classica nozione di lusso, da un forte impegno nei confronti dell’ambiente e da un concetto innovativo di benessere globale.

“Creare luoghi sognati”, questa è la nuova vision della famiglia Leali: i valori che caratterizzano questo modello sono il nuovo lusso: secondo Lefay il concetto di lusso si sta ridefinendo ed è sempre più associato a concetti come spazio, natura, silenzio, tempo per se stessi, servizio discreto, sottovoce, ma attento ad ogni dettaglio; ed il rispetto per l’ambiente: il turismo di lusso al giorno d’oggi non può prescindere da imperativi quali la minimizzazione dell’impatto ambientale in fase progettuale e realizzativa, l’utilizzo di fonti energetiche alternative e rinnovabili, il rispetto dell’ambiente nella gestione dei servizi nonché il contributo allo sviluppo sociale ed economico delle comunità locali.

Il Resort è stato realizzato secondo l’innovativo concetto di benessere globale Lefay che pone grande importanza al rispetto dell’ambiente. Le camere del Resort sono state realizzate con tessuti naturali, pregiati materiali come rnarmi italiani, legno di ulivo e noce, adottando una tecnologia avanzata per regalare piccoli lussi e far sentire gli ospiti al centro di una grande attenzione.

Lefay SPA è un esclusivo tempio del benessere di oltre 3.000 mq, dove mente e corpo si rigenerano attraverso la riscoperta delle emozioni più autentiche e dell’armonia con se stessi. All’interno della SPA il benessere è ovunque: nell’esplosione di luce che filtra dalle ampie vetrate, nel meraviglioso parco, nell’acqua delle piscine, nella magica atmosfera che circonda ogni cosa.

“Persino il cibo può diventare cibo per l’anima”. Partendo da questo presupposto, che vede la tavola

come parte integrante di un percorso di benessere, è stato creato Lefay Vi tal Gourmet, una filosofia che esprime il rispetto delle stagioni e il loro susseguirsi, la ricerca di materie prime di qualità, di prodotti del territorio e la valorizzazione della freschezza degli ingredienti.

L’Executive Chef Matteo Maenza trasferisce con creatività e contemporaneità questa filosofia nelle ricette dai sapori mediterranei proposte nei due ristoranti del Resort, dedicando particolare attenzione agli aspetti salutari del cibo, puntando sulla dieta mediterranea, dove l’olio extravergine d’oliva è protagonista delle ricette proposte all’interno del Resort.

Il raffinato ristorante La Grande Limonaia, situato al piano superiore della struttura con spettacolare vista sul Lago, propone il meglio della cucina e dei sapori della tradizione mediterranea. Durante il corso dell’anno il menù à la carte varia a seconda del susseguirsi delle stagioni. portando in tavola prodotti sempre freschi e di provenienza locale accompagnati dai migliori vini italiani cd internazionali. E per coloro che vogliono stare attenti alla linea viene proposta anche una scelta di piatti a basso contenuto calorico dal menu “La Leggerezza nell’Essere”.

Incontriamo Matteo Maenza durante un week end novembrino di puro relax, coccolati dagli colori e dagli aromi della spa. La cena si snoda tra piatti di grande qualità tecnica e raffinata presentazione.

In apertura un crudo di gamberi rossi marinati, maionese alle mele verdi biologiche e cerfoglio; si tratta di gamberi viola di Gallipoli marinati espressi con olio cuvée Lago e buccia di lime grattugiata accompagnati da una remoulade di sedano rapa e mele verdi biologiche, fornite in stagione da L’orto di Domenico, un camionista della zona che 8 anni fa è sceso dal suo camion per dedicarsi alla Terra, ed una “maionese” senza uova ottenuta centrifugando delle mele verdi emulsionandolo a olio e lecitina di soja.

In un’alternanza di mare e terra, ecco la tartare di manzo Fassone con insalata di erbe, tartufo nero del Monte Baldo e senape biologica. Il manzo e’ della cooperativa per la tutela della razza Piemontese, condita con olio, sale di Cervia , pepe di Sarawak , olio cuvée Lago con salsa alla senape biologica Altoatesina e tartufo nero del Monte Baldo.

Proseguiamo con un Filetto di San Pietro al vapore con cannelloni di verdure, piatto che fa parte delle proposte giornaliere per il menu Leggerezza Nell’Essere, viene accompagnato da un cannellone di cicoria pan di zucchero farcito con verdure biologiche a julienne e saltate con olio extra vergine.

Il piatto principale e’ una tenerissima costata di manzo taglio “Tomahawk” alla griglia, patate schiacciate e insalata di erbe; tomahawk è l’ascia di battaglia dei nativi americani, questa per la forma da il nome a questa costata i manzo con un osso lungo circa 30 cm, presenta un’alta marezzatura che lo rende tenerissimo e molto gustoso. Viene accompagnato da patate biologiche schiacciate, condite con olio extra vergine d’oliva Casaliva e misticanza di erbe.

Tra una portata e l’altra ne approfittiamo per alcune domande allo chef.Qual è la tua storia personale ed il tuo percorso professionale ?

La mia passione per la cucina è nata già nell’adolescenza, sono sempre stato affascinato dai racconti di alcuni amici più grandi, cuochi o camerieri, che parlavano continuamente di viaggi, esperienze, divertimento; poi sono diventato consapevole della possibilità di creare qualcosa con le mie mani, qualcosa che trasmettesse un messaggio a chi lo mangia, che potesse stupire, insomma un veicolo con cui comunicare.

Questo sentimento si è ulteriormente rafforzato dopo aver letto il libro “Il Cuoco perfetto”, in cui viene riportata una parte dell’intervista allo Chef francese Guy Savoy, che definisce la ristorazione come il “business della felicità”. Sono fortemente convinto che a volte un piatto possa davvero rendere dei momenti speciali. Questo è, per così dire, il mio credo professionale.

Ho iniziato a lavorare in estate in un piccolo ristorantino del mio paese a 15 anni come lavapiatti e aiutavo lo chef nei momenti di “crisi”, frequentavo la scuola alberghiera e poi nei week end ho continuato a frequentare questo ristorante come aiuto cuoco ed intanto investivo gran parte del mio stipendio in libri di cucina, il mio primo libro “Il Cucchiaio d’Argento”.

Nelle estati successive ho girato un po’ facendo il commis nei vari hotel italiani e finita la scuola a 19 anni mi sono trasferito a Roma per lavorare con Fabio Baldassarre a L’Altro Mastai dove sono rimasto per circa 4 anni per partire alla volta della Francia , prima a Parigi a L’Hotel De Crillon e dopo a Valence da Madame Pic,  rientrato in Italia per un breve periodo mi sono spostato in seguito dai Roca al Celler per poi approdare in Grecia per 3 anni al fianco di Baldassarre nuovamente ,con il quale abbiamo aperto il 2011 il Ristorante Unico e dopo un passaggio all’Andana in Toscana sono arrivato al Lefay Resorts dove opero da ormai 2 anni.

Vecchie e nuove cucine: tu dove ti collochi? (Tradizione e innovazione della tradizione)

Tutti i piatti che propongo a Lefay Resort sono caratterizzati dall’unione tra innovazione tradizione, certo puo sembrare una frase scontata, ma effettivamente essendo nato ed essendomi formato negli anni in cui la ristorazione ha subito importanti rivoluzioni adotto una filosofia di cucina che attinge da piatti della tradizione italiana e della mia tradizione e dalla mia memoria , ma allo stesso tempo innovativa perche riadattata ai tempi attuali. E’ una cucina che amo definire “personale” perché fatta e servita da persone che amano cucinare, mangiare e parlare all’infinito di cibo.

Sperimento e attingo ad una grande varietà di tradizioni culinarie italiane, ma con una particolare attenzione per il Mediterraneo, con i suoi profumi, il suo sole, i suoi colori, la varietà dei suoi prodotti, come capperi, limoni, pomodori, erbe aromatiche, ed il suo rigore quasi seducente nello scandire la stagionalità.

Cosa intendi per “stile italiano”? Ritieni si possa trasmettere e insegnare l’italianità attraverso la cucina? …e in altri settori?

Lo stile italiano in cucina è rappresentato secondo me proprio dalle mille sfaccettature della tradizione gastronomica italiana, se per stile intendiamo la poliedricità culinaria, l’Italia ha uno stile unico, riconosciuto nel mondo, e caratterizzato dalla frammentazione regionale, siamo l’unico paese al mondo che puo’ vantare un ampia gamma di materie prime, dal pesce agli ortaggi alle carni ai formaggi, salumi tutti con una loro storia e tradizione.

Sicuramente l’Italia ha insegnato “italianità” al Mondo e non a caso la cucina italiana è la più famosa è la cucina più praticata / apprezzata al mondo, anche se come spesso accade c’è sempre un risvolto della medaglia negativo, i più famosi sono sempre i più imitati ed è stato proprio in questo che l’Italia non si è saputa difendere.

Spesso la qualità percepita è mediamente più bassa di quella reale è ciò è dovuto alla mancanza di uno standard qualitativo.

Non sempre un grande chef fa un grande ristorante è questo lo hanno capito molto prima di noi altre nazioni, vedi la Spagna che ha creato un proprio stile ed una propria identità anche non avendo un background gastronomico/culturale pari al nostro, hanno creato nei loro ristoranti la sinfonia perfetta tra cucina e sala elaborando come risultato finale il grande ristorante capace di regalare un’ emozione, un’ esperienza unica.

Noi italiani siamo Maestri dell’Ospitalità ma raramente riusciamo a creare la sinfonia perfetta, forse anche questa la motivazione di pochi ristoranti tre stelle Michelin in italia dove da sempre si fa cucina e ospitalità.

Un altro problema può derivare a mio avviso proprio dalle mille sfaccettature della cucina italiana e dall’assenza di una matrice, una codificazione della cucina stessa, pensare che il primo in Italia è stato Marchesi trent’anni fa, infatti si parla sempre all’estero di cuochi italiani che valorizzano prodotti italiana e non di cucina italiana, come magari accade per la cucina francese.

In altri settori lo stile italiano si identifica sicuramente con il lusso e l’artigianalità.

Come nasce un piatto nuovo nella cucina del Lefay ?

I miei piatti come dicevo in precedenza, nascono sempre dalla mia memoria, cucino in realtà quello che vorrei mangiare se fossi io seduto al tavolo di un ristorante d’hotel e vi soggiornassi per alcuni giorni, ma do anche molto spazio ai miei cuochi che venendo da regioni diverse portano quella “memoria” che rende unico il piatto, mi piace ascoltare i loro pareri, le loro idee e assaggiamo insieme i piatti e magari ognuno di loro suggerisce qualcosa, lo si riprova all’infinito finché non siamo sicuri che il piatto possa “funzionare”.

Ovviamente seguendo stagionalità dei prodotti e reperibilità, ma credo sia banale ormai sottolineare questo concetto laddove c’è sempre più la tendenza a utilizzare prodotti a km 0 e di stagione, soprattutto in un Luogo come Lefay che fa della sostenibilità ambientale il suo punto di partenza.

Come si inserisce e si integra un ristorante gourmet in una struttura alberghiera che fa del benessere e della salute il proprio cavallo di battaglia ?

Coniugare il mangiar bene con le varie esigenze alimentari dei nostri ospiti, in particolare per coloro che seguono i programmi salute Lefay SPA Method, significa dedicare particolare attenzione agli aspetti salutari del cibo senza rinunciare al gusto. In pratica significa rinunciare all’utilizzo di fondi cotti per ore, burro e panna. In cucina utilizziamo solo olio extravergine d’oliva biologico prodotto nelle aziende agricole Lefay sul Garda e in Toscana. Non è stato affatto semplice, ma dopo un lungo lavoro di ricerca e studio su testi specialistici di cucina mediterranea, vegetariana e gourmet ho elaborato le ricette dei nostri menu, caratterizzate dal rispetto delle stagioni e dal loro susseguirsi, realizzate solo materie prime di qualità che valorizzano la freschezza degli ingredienti. Questi sono i contenuti della filosofia proposta nei nostri ristoranti che abbiamo chiamato “Lefay Vital Gourmet”.

Inoltre, per gli ospiti che seguono i programmi salute e benessere all’interno della SPA, abbiamo realizzato assieme al Dott. Corradin, Presidente del Comitato Scientifico Lefay SPA Method, un menù light “La Leggerezza nell’Essere”, un approccio dietetico, detossinante e lievemente ipocalorico che ha l’obiettivo di assicurare il rifornimento energetico attraverso alimenti particolarmente selezionati per la loro qualità e trattati con metodi di cottura che non sollecitano in modo eccessivo l’apparato digerente.

Il menù La “Leggerezza nell’Essere” può essere richiesto al ristorante “La Grande Limonaia” per la colazione e la cena e nella “Trattoria La Vigna” per il pranzo e la cena.

Diversificare l’offerta gastronomica o ampliare la gamma dei servizi legati alla ristorazione. Come si affronta una crisi economica in Italia ?

“Crisi? Lo fece anche Arnaud de Pontac di aumentare la qualità dei vini per combattere le avversità economiche nel 1660 d.c.” questa è una frase che avevo letto tempo fa su di un libro e che mi viene sempre in mente quando si parla di crisi economica e che effettivamente fa riflettere ma indica anche l’unica via per poter sopperire alla crisi è cioè fare qualità, in tempi di crisi più che mai la gente punta ad acquistare meno quantità ma sempre di maggiore qualità, si concede magari una sola cena durante il soggiorno ma ha aspettative qualitative altissime.

Inoltre credo sia molto utile anche ampliare la gamma dei servizi offerti soprattutto in un resort di grandi dimensioni.

In un’epoca in cui è tutto cosi veloce, in cui si vuole tutto e subito, dove si acquista on line, (anche il cibo!) anche la ristorazione di alta gamma deve essere “prêt-à-porter” il rapporto qualità prezzo è molto importante non hanno più ragione di esistere i ristorantoni ingessati con conti da capogiro, bisogna far avvicinare la gente ai ristoranti, fare cultura per creare l’identità italiana.

Tutta la provincia di Brescia, dalla Franciacorta, al Garda, alla bassa, sta vivendo una sorta di “rinascimento gastronomico”, testimoniato anche dai riconoscimenti costantemente in crescita sulle principali guide nazionali. A quando la stella michelin a La Grande Limonaia ?

Da buon meridionale sono superstizioso! Preferisco non parlarne…

Ciao Matteo, e buona fortuna …

 

Si ringrazia per la collaborazione,  Ing. Massimo Gelati

 

In partenza Metro Academy

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Nuove forme del gusto si inaugurano nella grande distribuzione, il Gruppo Metro firma e personalizza, la prima scuola indirizzata al settore formativo dell’alta cucina. Questo progetto nasce da un approccio diverso come concetto e uso, l’ Accademia si rivolge al quadro Horeca, un passaggio chiave che rende protagonista la classe industriale alberghiera e i suoi svariati canali.

Il contesto sorge all’interno della Metro di San Donato Milanese, a tagliare il nastro presenti: Claude Sarrailh, nuovo Amministratore Delegato di METRO Italia, Andrea Checchi, Sindaco di San Donato, Philipphe Palazzi, chief customer marketing officer Metro,  Claudio Truzzi Manager Metro Cash carry Italia. Una grande partenza che unisce il gruppo Mondiale Metro, alle competenze dei più fiorenti fuori serie del gusto in fattore cucina, all’azione il team di chef attentamente selezionato. Nel coronamento degli elementi, si ritrova a dirigere nelle vesti di Direttore scientifico, uno dei più stimati chef fuori serie noto al pubblico, Claudio Sadler.

Affiancati in un fare disciplinato e creativo, la Nazionale Italiana Cuochi, trasforma la materia prima, in forma, gusto, colore, profumo, in squisite pietanze, una carrellata che intreccia dimostrazioni e dialogo, intorno al più grande simbolo di unione culturale, il cibo. La struttura ha un’anima moderna, pulita, funzionale, delle attitudini che si contraddistinguono nelle grandi cucine,  risultato infallibile, pensato fin nei minimi dettagli per acquisire un standard qualitativo importante nelle postazioni lavorative, come poesia, dove le mansioni di un cuoco rendono le sue azioni confortevoli in ogni passaggio.

Dalle straordinarie dimostrazioni culinarie, al palcoscenico di assaggi e degustazioni, per coccolare e deliziare tutti i presenti. Una volta dimostratoci e raccontatoci le future prospettive di Metro Academy, sarà difficile non sposarne il progetto, la stagione partirà con le attività e i corsi più innovativi, qui la qualità non è un’illusione, cultura, formazione, tutto rappresentato dall’avanguardia e la professionalità Metro. La creazione di Metro Academy sarà un’esemplare forma di insegnamento, una rotta che punta dritto al domani di ogni professionista, criterio decisivo per far brillare ancora la nostra Italia.

 

 

 

 

 

FOOD E DESIGN SOTTO UNA NUOVA LUCE: NASCE IL PRIMO MASTER UNIVERSITARIO

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Il balzo verso progetti formativi di design collegati al food prende una strada a senso unico.

Milano, 5 novembre 2014. Un meraviglioso colloquio ha inaugurato la presentazione del primo Master in Food Design, organizzato dalla Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM e dalla SPD Scuola Politecnica di Design. Nuovi concetti si aprono per i futuri progettisti del settore alimentare, ristrutturando i meccanismi della filiera alimentare e di tutti i suoi compartimenti.

Oggi come non mai, c’è un forte legame col cibo, che si rinnova in maniera contemporanea, dove coltivare il senso del bello individua un’attività precisa, ideando il gusto per la perfezione estetica.

Il food si sposa col design, l’abitare il cibo è scandito da figure professionali che sviluppano le loro capacità a 360° nel contesto culturale dell’agroalimentare. Il Master Universitario in Food Design, nasce dalla volontà di plasmare la nascita di nuovi professionisti: design, manager, proposti ad esprimere la versione più sensibile negli accostamenti più memoriali, in ordine di sensazioni ed emozioni legate al cibo, ed ai suoi simboli più intriseci.

Ma questo percorso che storia ha? “ Ha dietro figure, esponenti, sponsor, partnership, design strategici, realtà comunicative”, che alimenteranno l’amministrazione formativa sotto tutti gli aspetti.

Aleggia un senso di compiutezza negli interventi dei protagonisti: Mauro Porcini, Chief Design Officer PepsiCo, Martì Guixè Designer e pioniere, dei principi di ergonomia e funzionalità al progetto degli alimenti, Stefano Giovannoni, Designer e architetto, Davide Paolini, giornalista e critico gastronomico, Davide Oldani, chef del ristorante il D’O, Antonello Fusetti, Direttore SPD, Giovanni Puglisi, Rettore dell’Università, Vincenzo Russo, Professore dell’Ateneo Milanese.

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Si è depositato così un intenso rapporto di scambio e di collaborazione tra i professionisti e il pubblico, ma soprattutto si è percepito molto della capacità di creare realtà ideali, che definiscono temi e aspetti universali, un fattore determinante nello studio di nuovi progetti nel Food Design.

Una delle cose che ci accomuna tutti, nel ricercare scelte consapevoli, è la qualità, evocando nei confronti di questa parola, il mezzo, che comporta a valorizzarne il contenuto, una miscela che rilascia un’apertura innovativa sulla frontiera rappresentativa è funzionale del food.

 

L’evoluzione costante nel tempo ha fatto sì che il cibo diventasse un complemento che interagisce in maniera sempre più forte, col piatto che va presentato. Tutto scaturisce nel nostro caso da un’interpretazione ed una prospettiva, che custodisce queste relazioni. All’interno di tantissime aziende, appunto, il simbolo decorativo, come può essere il packaging, è in evoluzione, un punto che racconta e valorizza il target del prodotto. Il risultato? Una grandissima richiesta di collaborazioni con i designer, è tutta una filiera che costruisce i fattori determinanti dell’immagine del Brand.

Questi concetti espressi oggi, e condivisi da chi ne assorbe l’importanza è un linguaggio che diventa la sinfonia decorativa del cibo, la scala progettuale di un percorso creativo nel segno degli elementi del gusto, che non esita ad arricchire il cibo con oggetti e materiali, di forte impatto scenografico di design, con quell’indiscutibile “ savoir faire”, che non stanca mai di creare suggestioni.

Ringrazio l’Architetto Galluzzi Sofia, per la sua collaborazione e delucidazione dei temi di settore affrontati.

 

Isabella Scuderi

 

Info: Segreteria del Master in Food Design

SPD Scuola Politecnica di Design

www.masterfoodesign.com

www.scuoladesign.com