Tirocini gratuiti all’estero per disoccupati/inoccupati di 18/35 anni

Fai un tirocinio che comprende anche un percorso di perfezionamento linguistico in loco (inglese o spagnolo). L’esperienza è finanziata: viaggio, vitto, alloggio, trasporti locali a carico del progetto.  Scadenza candidature: 30/11/2016 

Si tratta di un progetto promosso da C.I.O.F.S.-F.P. Piemonte in collaborazione con la rete Eures ed altri partner intermediari europei, per la partecipazione a tirocini/stage formativi all’estero. L’esperienza, finanziata dal Fondo Sociale Europeo, ha la durata di 8 settimane e si svolgerà in Spagna, Polonia e Lettonia.
 Per informazioni dettagliate e per i moduli di iscrizione visita il sito www.ciofs.net alla pagina dedicata ai progetti o contattaci allo 011-5211773. Consulta anche la pagina CIOFS FP PIEMONTE .
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Il progetto E.L.P. mira all’acquisizione, sviluppo e rinforzo di competenze tecnico-professionali in diversi settori/aree professionali e si rivolge a giovani disoccupati/inoccupati (18-35 anni). È inoltre previsto un percorso di perfezionamento linguistico in loco (inglese o spagnolo).

È garantito il supporto logistico, il servizio di tutoring in Italia e all’estero, l’alloggio, il contributo per le spese di vitto e trasporti locali; l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e per la responsabilità civile; le spese di viaggio A/R, la certificazione delle competenze acquisite attraverso il sistema Europass Mobilità (Portfolio Personale del Tirocinante, Europass “Curriculum Vitae Europeo” e “Passaporto Europeo delle Lingue”-PEL).

Diventare imprenditori: corso gratuito

Domani, martedì 15 novembre 2016, dalle ore 16 alle 19 nell’Aula Darwin del Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la salute (Via Nizza, 52 – Torino) si terrà la prima lezione del corso gratuito sull’imprenditorialità organizzato dalla Direzione Ricerca e Relazioni internazionali, nell’ambito della Terza missione e voluto dall’Ateneo per fornire a studenti, laureati e dottorandi dell’Università degli Studi di Torino gli strumenti utili a far crescere le attitudini imprenditoriali della comunità universitaria.

La diffusione dello spirito imprenditoriale, fin dal primo anno di studi, costituisce una delle priorità per l’Università, per mantenere e rinforzare il tessuto imprenditoriale che ha forti radici nel nostro territorio e rafforzare un investimento formativo che contribuisce a definire le prospettive occupazionali e di sviluppo economico negli anni futuri.

Per far fronte a questa importante sfida i docenti di diversi Dipartimenti oltre ai propri carichi didattici e istituzionali, metteranno a disposizione degli studenti le proprie competenze per affrontare l’intero iter per la costruzione di un’impresa, dalla  pianificazione-organizzazione del business model e del business plan ai temi giuridici dalle competenze gestionali alle modalità di finanziamento di una start up. Sono previste inoltre testimonianze di imprenditori attivi sul territorio.

Il corso, strutturato in 8 incontri, è gratuito con frequenza obbligatoria ed è suddiviso in una parte generale, più ampia, e in una parte specifica, dedicata alle

dinamiche industriali, professionali, commerciali dei settori economici affini alle Aree scientifiche che caratterizzano il Polo didattico-scientifico di riferimento.

Per favorire la partecipazione a più studenti possibili dei diversi Dipartimenti, nell’arco del 2107 saranno realizzate più edizioni del corso. Ogni edizione si svolgerà presso

un dei Polo didattico-scientifico dell’Ateneo, dedicando l’ultima lezione all’approfondimento delle dinamiche imprenditoriali dei settori produttivi affini al Polo medesimo.

Le lezioni si svolgeranno tutti i martedì fino al 17 gennaio dalle ore 16- 19, presso l’Aula Darwin del Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la salute (Via Nizza 52 – Torino).

Info e progamma: http://www.unito.it/universita-e-lavoro/opportunita-ed-esperienze-di-lavoro/studenti-e-laureati/formazione-imprenditorialita

 

Internazionalizzarsi per crescere, come impresa e come sistema

Cuneo ha ospitato oggi la tappa del Roadshow “Italia per le Imprese, con le PMI verso i mercati esteri” organizzato dall’ICE-Agenzia in collaborazione con Confartigianato Imprese – Associazione Artigiani della Provincia di Cuneo, partner territoriale dell’evento.

Questa tappa è esemplificativa del modello produttivo che contraddistingue il nostro sistema economico: alcune grandi realtà e numerose piccole e medie imprese, che creano prodotti di notevole qualità, ma talvolta stentano a superare i confini nazionali.

Queste imprese rappresentano un bacino di grandi potenzialità, che meritano di essere opportunamente messe a frutto, fornendo loro conoscenze, strumenti, sostegni e certezze, per affrontare in modo adeguato e proficuo le sfide dell’internazionalizzazione.

A fornire il saluto di benvenuto è stato Domenico Massimino, Presidente Territoriale Confartigianato Imprese – Associazione Artigiani della Provincia di Cuneo che, con Marcello Gatto, Vicepresidente Vicario Camera di Commercio di Cuneo e Giuseppina De Santis, Assessore alle Attività Produttive Regione Piemonte, ha fornito una panoramica sul territorio e sul ruolo delle istituzioni private e pubbliche.

In una fase come quella attuale, caratterizzata dal difficile e faticoso rilancio della domanda interna, l’idea di fare affari all’estero per gli imprenditori italiani è diventata ormai una strada quasi obbligata, anche per le piccole e medie imprese” ha esordito Massimino.

“Chi decide di operare su altri mercati deve essere ben cosciente fin dal principio che ci si trova di fronte a sfide stimolanti, ma tuttavia complesse. Il processo di internazionalizzazione non si può dunque improvvisare, ma deve essere pianificato con la consulenza di esperti e il supporto di Istituzioni, Enti ed Associazioni che si occupano del settore.”

In conclusione ha ribadito l’importanza di questi incontri: “Il Roadshow rappresenta quindi un momento strategico per l’avvicinamento delle nostre imprese all’export, un’importante opportunità di formazione e di condivisione. Punti di forza di questi momenti sono la grande sinergia e la collaborazione che si vengono a formare tra i vari soggetti coinvolti, per sviluppare progettualità utili a imprese e territorio.”

La sessione tecnica si è quindi aperta con uno sguardo agli scenari internazionali, grazie al contributo di Alessandra Lanza – Partner Prometeia.

L’introduzione e la moderazione degli interventi di ICE-Sace-Simest è stata curata da Carlo Formosa, Direttore Centrale per l’internazionalizzazione del sistema Paese e le autonomie territoriali del MAECI: “Se ci pensiamo bene, in una congiuntura dove, per effetto di vari fattori, osserviamo ridursi molto gli spazi per azioni anticicliche, uno dei pochi ambienti che ha ancora la facoltà di operare in tale direzione è proprio quello delle aziende che decidono di rivolgersi ai mercati esteri”.

Quanto affermato da Carlo Formosa, proviene da una riflessione sulle opportunità che derivano dalla crescente domanda globale.

E’ vero che nel mondo non cessano di proporsi nuovi focolai di crisi e che recenti dinamiche geopolitiche hanno reso problematici gli sbocchi in contesti economici finora stabili e accoglienti. Ma è anche vero che per un mercato che tende a chiudersi, ce n’è sempre un altro che emerge e che si offre alle prospettive di espansione del nostro sistema” ha poi continuato in relazione alla capacità della Farnesina di cogliere in anticipo tali trend attraverso la rete diplomatico-consolare e indirizzare le imprese verso le migliori opportunità di crescita. “Specialmente in questa fase storica è fondamentale che la globalizzazione, così come d’altronde l’innovazione digitale, non siano percepite dalle imprese come una minaccia, ma al contrario come un’opportunità da cogliere, soprattutto attraverso un consapevole percorso verso l’internazionalizzazione”, ha concluso.

Gli strumenti nazionali di supporto all’internazionalizzazione sono stati illustrati da Antonino Laspina – Direttore Ufficio di Coordinamento Marketing ICE-Agenzia con Enrica Del Grosso – Responsabile Piemonte e Liguria – SACE e Carlo De Simone – Area Manager Marketing e Business Development SIMEST.

“Quella di Cuneo è stata la 40esima tappa del Roadshow per l’internazionalizzazione voluto dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale” ha dichiarato Laspina. “La tappa di Cuneo, organizzata ancora una volta in collaborazione con organismi territoriali e di rappresentanza delle imprese, ha visto Confartigianato Cuneo nel ruolo di partner prioritario. Questa tappa ha consentito ad Agenzie come ICE, SACE e SIMEST di comunicare in maniera più diretta con le imprese, fornendo loro aggiornamenti sugli strumenti che il governo mette a disposizione per l’internazionalizzazione; in particolare la sessione pomeridiana ha consentito a circa ottanta imprese di avere incontri individuali che porteranno, in futuro, alla possibilità di usufruire di pacchetti formativi e di servizi da parte degli uffici ICE all’estero.” 

Giulia Marcon – Responsabile Settore Affari Internazionali Regione Piemonte, ha quindi posto l’accento sul ruolo degli enti pubblici sia come guida sia come “ponte” tra Italia ed estero e ha confermato l’impegno a fare rete con tutti gli altri soggetti deputati a questo importante passaggio.

Teo Musso – Titolare Birrificio Baladin ha chiuso i lavori della mattinata con la testimonianza aziendale di successo: pioniere della birra artigianale (il suo birrificio è stato fra quelli che hanno fondato il movimento della birra artigianale in Italia), è stato capace di trasformare una realtà locale fortemente connessa alla produzione agricola in una consolidata attività imprenditoriale che annovera 10.000 clienti diretti e lavora con più di trenta paesi.

Dalle 13.00 alle 18:00, gli imprenditori hanno avuto modo di incontrare i rappresentanti di tutte le organizzazioni presenti, tra cui: Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, SACE, SIMEST, ICE-Agenzia, Unioncamere, Regione, Confindustria, Rete Imprese Italia, Alleanza delle Cooperative, nonché i rappresentanti delle organizzazioni territoriali che collaborano all’iniziativa per identificare strategie di internazionalizzazione su misura per le proprie necessità.

Il Roadshow “Italia per le Imprese, con le PMI verso i mercati esteri” è patrocinato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ed è promosso e sostenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico. Oltre all’ICE-Agenzia, a SACE e a SIMEST, l’evento si avvale della collaborazione di Confindustria, Unioncamere e di Rete Imprese Italia.

BiotechWeek: in Piemonte apre la settimana delle Biotecnologie

Un viaggio alla scoperta delle biotecnologie attraverso dibattiti, laboratori, porte aperte, premi, mostre e spettacoli. E’ questa la European Biotech Week (EBW) che torna, dal 26 settembre al 2 ottobre 2015, per raccontare la biotecnologia ad un pubblico vasto ed eterogeneo e per celebrare il ruolo chiave che il biotech ha, e sempre più potrà avere, nel migliorare la nostra qualità della vita.
Una manifestazione che ritorna, per il quarto anno consecutivo, arricchita negli eventi e forte di nuovi alleati: in diversi Paesi in America, Asia e Oceania si celebrerà infatti, negli stessi giorni, questa ricorrenza dando vita alla prima “Global Biotech Week” a testimonianza di quanto le biotecnologie rappresentino una risorsa senza confini capace di offrire soluzioni alle grandi sfide della società a livello mondiale.

La Settimana delle biotecnologie fu lanciata una decina di anni fa in Canada ed è sbarcata in Europa nel 2013 in occasione del 60° anniversario della scoperta della struttura del DNA per volontà di EuropaBio – Associazione della bio-industria europea. In Italia è tradizionalmente coordinata e promossa da Assobiotec, l’Associazione per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica ed membro fondatore di EuropaBio.

L’Italia, anche quest’anno, con 55 iniziative in programma, si conferma il Paese europeo con il maggior numero di appuntamenti, pensati per platee di diversa natura: dai ricercatori e dagli addetti ai lavori, alle istituzioni, fino agli studenti, alle famiglie ed ai bambini. Lungo tutto il Paese si alterneranno laboratori educativi, seminari, dibattiti pubblici sul ruolo e le potenzialità del biotech così come spettacoli, playdecide e tanti eventi a “porte aperte”, che offriranno la rara occasione di visitare laboratori di ricerca e sperimentare in prima persona come gli organismi viventi ci possono aiutare anche a ottenere prodotti di uso comune.
Anche in Piemonte sono in calendario una serie di interessanti appuntamenti.
Piemonte
Colleretto Giacosa (To) La Dark Lady del DNA: Rosalind Franklin Bioindustry Park Silvano Fumero Arte/spettacolo Scuole secondarie di 2° grado, università, ricercatori, famiglie 27-set
Colleretto Giacosa (To) Il ruolo delle biotecnologie nella terapia del diabete Bioindustry Park Silvano Fumero Incontro/dibattito Famiglie, cittadinanza 29-set
Ivrea Il ruolo delle biotecnologie nella terapia del diabete Liceo Gramsci e Liceo Botta Incontro/dibattito Scuole secondarie di 2° grado 30-set
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Gli appuntamenti sono tanti ma l’obiettivo è unico: promuovere la divulgazione del sapere scientifico, della ricerca e dell’innovazione che si fanno prodotto, e avvicinare il grande pubblico a queste tecnologie abilitanti che fanno ormai parte della vita quotidiana di tutti noi e rappresentano una straordinaria risposta a tante esigenze sempre più urgenti per le moderne società a livello di salute pubblica, cura dell’ambiente, agricoltura e alimentazione.– commenta Riccardo Palmisano Presidente di Assobiotec, che aggiunge – la biotecnologia può, e a nostro avviso deve essere, uno dei motori del rilancio dell’economia e dell’occupazione del Paese. Bisogna essere in grado di cogliere l’occasione che ci si presenta e di valorizzare le eccellenze che in Italia non mancano. Con gli interventi giusti ed una governance chiara e stabile, l’Italia può giocare un ruolo di primo piano a livello globale. Lo testimoniano gli importanti traguardi raggiunti dalla nostra ricerca, come ad esempio i primi protocolli di terapia avanzata a base di cellule staminali autorizzati nel mondo occidentale, così come le straordinarie valorizzazioni di alcune realtà biotech italiane capaci di generare un valore di diversi miliardi di euro a fronte di investimenti di qualche centinaia di milioni”.

Assobiotec

Assobiotec è l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica. Nata nel 1986 rappresenta oggi oltre 140 imprese e parchi tecnologici e scientifici che operano in Italia nei diversi settori di applicazione delle biotecnologie. Promuove, sostiene e tutela lo sviluppo delle biotecnologie in tutte le aree di applicazione: salute umana e animale (red biotech), agricoltura e alimentazione (green biotech), ambiente, processi industriali, biomateriali, bioenergie e restauro (white biotech). E’ socio fondatore di EuropaBio, associazione della bio-industria europea e aderisce ai tre cluster tecnologici nazionali: Alisei (Life Sciences), C.L.A.N. (Agrofood), SPRING (Chimica Verde)
QUALCHE DATO SULLE IMPRESE BIOTECH ATTIVE IN ITALIA
A fine 2015 sonoquasi 500 le imprese biotech attive in Italia. Un comparto ad elevata intensità di innovazione, protagonista di uno straordinario sviluppo, capace di fungere da acceleratore di occupazione nell’indotto, dinamico e anticiclico. Nella grande maggioranza dei casi il biotech italiano è costituito da imprese micro o di piccola dimensioneche rappresentano l’elemento trainante dell’intero settore. Ilfatturato supera i 9,4 miliardi di euroe le previsioni indicano un +12,8% al 2017 e un +18,1% al 2019, a conferma del rilevante contributo che l’introduzione di nuove tecnologie e prodotti porterà allo sviluppo dell’industria biotech nei prossimi anni. Gliaddetti superano le 9.200 unità, gli investimenti in R&S gli1,8 miliardi con un’incidenza del 25% sul fatturato delleimprese dedicate alla R&S biotech a capitale italiano e punte che possono raggiungere anche il 40% del giro d’affari. (Dati del Rapporto “Le imprese di biotecnologie in Italia”, Centro Studi Assobiotec/ENEA 2016).

Il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino a EuromineralExpo

euromineralexpo torino Da numerosi anni è in corso la collaborazione fra il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino e la mostra-mercato mineralogica Euromineralexpo, importante rassegna del settore giunta nel 2016 alla sua 45a edizione. L’“area culturale” presente all’interno del padiglione offre, di volta in volta, a istituzioni scientifiche e ad associazioni culturali significative occasioni di approfondimento su vari temi di scienze naturali, tra cui in particolare la valorizzazione di collezioni o di aree di specifico interesse dal punto di vista mineralogico.

Una selezione di 44 campioni mineralogici fra i più importanti ed estetici della collezione Falco verrà esposta nell’area tematica del 45° EuromineralExpo di Torino che si terrà al PalaAlpitour (Corso Sebastopoli 123, Torino) dal 30 settembre al 2 ottobre 2016.

Il pubblico potrà ammirare cristalli particolarmente appariscenti tra cui alcuni campioni di berillo var. smeraldo e var. acquamarina, varie rodocrositi ed ancora azzurrite, benitoite, elbaite, vanadinite, quarzo, ecc.

Le imprese chiamate a collaborare con l’Università

Le Piccole e Medie Imprese hanno a disposizione una nuova possibilità di partecipare direttamente alla alta formazione universitaria grazie alla collaborazione che API Torino ha avviato con il Dipartimento di Management dell’Università di Torino. Si tratta anche di un modo per usufruire delle migliori competenze formate dalla nostra Università.

L’iniziativa consiste in un Master universitario – Master in Business and Management (Master BAM) – progettato appositamente per permettere agli studenti del Dipartimento di Management di indirizzare il proprio percorso universitario verso la realtà delle Piccole e Medie Imprese.
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Il Master, infatti, è teso a formare giovani da destinare a ruoli manageriali e imprenditoriali, in particolare nelle PMI, e a supporto della direzione nelle altre imprese.
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Grazie alla collaborazione di API Torino, le imprese associate – interessate a ospitare gli studenti del Master per un tirocinio di 6 mesi – verranno coinvolte già nelle fasi preliminari di selezione degli studenti per l’inserimento in azienda.
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Per un primo approfondimento sono a disposizione l’articolo pubblicato sul sito dell’Associazione API Impresa dello scorso luglio oltre che il sito dedicato al Master www.masterbam.it
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Inoltre, le imprese interessate a ospitare per il periodo di stage (6 mesi) gli studenti del Master possono richiedere maggiori informazioni a Maria Luisa Cavallo (SAA – School of Management
email: [email protected]; tel. 011 6399211), oppure all’Ufficio Studi di API Torino ([email protected]; 011 4513337).
Il termine ultimo indicato dall’Università per aderire all’iniziativa è venerdì 30 settembre.
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Il monossido di Carbonio: un gas pericoloso che dobbiamo imparare a conoscere

È di poche ore fa la notizia che a Novara, una fuga di monossido di carbonio proveniente dalle cantine del palazzo ha costretto all’evacuazione 35 famiglie ed al ricovero in ospedale di due persone.
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Che cosa è
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Il monossido di carbonio assume particolare rilevanza tra gli inquinanti prodotti dalla combustione. E’ un gas tossico, incolore, inodore, insapore e non irritante che, senza ventilazione adeguata, può raggiungere concentrazioni elevate. Si produce per combustione incompleta di qualsiasi materiale organico, in presenza di scarso contenuto di ossigeno nell’ambiente. Per le sue caratteristiche può essere inalato in modo subdolo ed impercettibile, fino a raggiungere nell’organismo concentrazioni letali. Il CO presente nell’aria degli ambienti confinati proviene principalmente dal fumo di tabacco e da fonti di combustione non dotate di idonea aspirazione (radiatori portatili a kerosene e a gas, caldaie, scaldabagni, caminetti e stufe a legna o a gas). Il monossido di carbonio può anche prove- nire dall’esterno quando il locale si trova annesso ad un garage o ad un’autofficina o in prossimità di strade con intenso traffico veicolare. Nelle abitazioni, in condizioni normali, i livelli sono com- presi tra 1,5 e 4,5 mg/m3. In presenza di processi di combustione, quali sistemi di riscaldamento e di cottura o di fumo di tabacco, e inadeguata ventilazione, le concentrazioni interne possono supe- rare quelle esterne e raggiungere livelli sino a 60 mg/m3. Durante l’inverno nelle abitazioni posso- no verificarsi concentrazioni superiori a quelle esterne e livelli di inquinamento elevati si riscontra- no più frequentemente in edifici vecchi, specie se abitati da famiglie a basso reddito.
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Effetti sulla salute

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Il monossido di carbonio (CO) inalato si lega con l’emoglobina, una proteina presente a livello dei globuli rossi e deputata al trasporto dell’ossigeno, formando la carbossiemoglobina (COHb). Tale legame è molto più stabile (circa 200-300 volte) di quello formato tra emoglobina ed ossigeno, in questo modo il CO impedisce il normale trasporto dell’ossigeno ai tessuti periferici, determinando effetti tossicologici di diversa entità. Per concentrazioni ambientali di CO inferiori a 5 mg/m3, corri- spondenti a concentrazioni di COHb inferiori al 3%, non si hanno effetti apprezzabili sulla salute, negli individui sani, mentre in pazienti con affezioni cardiache, anche basse concentrazioni possono provocare una crisi anginosa. A concentrazioni maggiori si verificano cefalea, confusione, disorien- tamento, capogiri, visione alterata e nausea. Concentrazioni particolarmente elevate possono cau- sare coma e morte per asfissia. La severità delle manifestazioni cliniche da intossicazione da CO dipende dalla sua concentrazione nell’aria inspirata, dalla durata dell’esposizione e dalle condizioni di salute delle persone coinvolte. Particolarmente suscettibili sono gli anziani, le persone con affe- zioni dell’apparato cardiovascolare e respiratorio, le donne in stato di gravidanza, i neonati ed i bambini in genere. Circa l’80% dei casi di avvelenamento da CO rilevati dai Pronto Soccorso, si veri- fica tra le mura domestiche. In Italia le statistiche ufficiali più recenti riportano 500-600 morti l’an- no, di cui circa i 2/3 per intossicazione volontaria. Tali cifre sicuramente sottostimano la vera entità del fenomeno poichè molti casi di intossicazione, soprattutto quelli accidentali o i casi non mortali, non vengono correttamente diagnosticati e registrati. Molto si è discusso sull’esistenza di un qua- dro di intossicazione cronica da CO. In alcuni soggetti esposti per lungo tempo all’assorbimento di piccole quantità dell’inquinante, è stata descritta una sintomatologia caratterizzata da astenia, ce- falea, vertigini, nevriti, sindromi parkinsoniane ed epilettiche, aritmie, crisi anginose.
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Misure per ridurre l’esposizione
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La corretta informazione della popolazione generale sulla pericolosità del monossido di carbonio rappresenta il punto centrale nella prevenzione degli effetti dannosi causati da questo pericoloso agente tossico, soprattutto nei periodi a maggiore rischio, come durante i mesi invernali.
Gli impianti di riscaldamento devono essere sottoposti ad una regolare manutenzione da parte di personale specializzato.  I motori degli autoveicoli vanno tenuti spenti negli spazi chiusi.  I sistemi di cottura, progettati per l’utilizzo all’aria aperta non devono essere usati all’interno di spazi chiusi.
L’uso di apparecchiature rivelatrici della presenza di CO può essere incoraggiato, ma non deve essere considerato una alternativa ad una appropriata manutenzione degli impianti.
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Normativa
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La progettazione, la installazione, la manutenzione ed il collaudo del sistema di combustione devono rispettare quanto previsto dalle disposizioni legislative e regolamentari vigenti in materia di sicurezza degli impianti ed in particolare il Decreto 22 gennaio 2008, n. 37, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici. (GU Serie Generale n.61 del 12-3-2008), come pure le norme tecniche di sicurezza dell’Ente Italiano di Unificazione (UNI) e del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI). I soggetti abilitati rilasciano al committente idonea dichiarazione della messa in opera, secondo “le regole dell’arte” e di conformità degli impianti alla normativa vigente.

Università di Torino ed Esercito progettano la formazione del futuro

“La formazione e-learning avanzata per gli ufficiali dell’Esercito attraverso ambienti virtuali di apprendimento” è il titolo dell’ambizioso programma educativo illustrato nell’ambito del convegno “EMEMitalia 2016 – Design the future!” promosso dalle più importanti società italiane di e-learning.

A esporre le peculiarità del progetto docenti dell’ateneo torinese e dell’istituto di studi militari: utilizzo di metodologie digitali altamente innovative e aderenza agli obiettivi formativi sono le principali caratteristiche di uno strumento didattico all’avanguardia, che consente una formazione flessibile, specialistica, multidisciplinare e fortemente internazionale.

Il progetto, partito nella sua fase esecutiva nel 2013, è stato sviluppato in tre fasi distinte. In primo luogo le predisposizioni infrastrutturali all’interno della Scuola di Applicazione necessarie ad erogare la rete universitaria; successivamente la connessione delle piattaforme informatiche “Moodle” delle due istituzioni per consentire ai docenti e agli studenti una didattica più efficace. Infine la realizzazione di corsi con ampi contenuti interattivi, quali ad esempio test e verifiche con valutazione automatica, utili a stimolare lo studio individuale e agevolare la verifica dei progressi degli allievi.

Fra gli obiettivi del progetto l’ampliamento della collaborazione con istituti di formazione esteri e la crescita culturale nei settori a maggior connotazione tecnica e scientifica.   

Ricerca. In palio fino al 18 settembre 35 borse del “Progetto Lagrange” di Fondazione CRT

Fino al 18 settembre sono aperte le domande per 35 borse di ricerca applicata della durata di un anno, finanziate dalla Fondazione CRT per progetti di eccellenza scientifica e tecnologica nel campo dei sistemi complessi. Diplomati, laureati (anche con laurea triennale) e dottorandi potranno partecipare a questo primo bando del “Progetto Lagrange”, ideato, promosso e sostenuto dalla Fondazione CRT con il coordinamento scientifico della Fondazione ISI, con l’obiettivo di consolidare un ponte tra università, ricerca e mondo delle imprese. Entro il 31 dicembre saranno bandite anche le borse di ricerca applicata nel campo dei Big Data.

Dai nuovi materiali all’innovazione dei processi, dalle tecnologie meccaniche alle biotecnologie, dall’alimentazione alla salute pubblica, il progetto Lagrange-Fondazione CRT sostiene progetti di ricerca applicata nell’ambito dello studio, della gestione e dell’organizzazione di sistemi complessi basati sui grandi dati. Fermo restando il supporto e il controllo scientifico di un dipartimento universitario, del Politecnico o di un centro di ricerca, i progetti potranno essere condotti presso imprese co-finanziatrici fino a 250 addetti e sede operativa in Piemonte o Valle d’Aosta: per ognuna delle borse, 11.000 euro saranno messi a disposizione dalla Fondazione CRT e almeno 9.000 euro dall’impresa co-finanziatrice. 

Con il Progetto Lagrange, la Fondazione CRT ha sostenuto finora 665 giovani ricercatori con borse di dottorato e di ricerca applicata, per un investimento complessivo di 38 milioni di euro

A Fondazione ISI di Torino, che da oltre trent’anni è leader internazionale nello studio della scienza della complessità e oggi opera all’avanguardia nell’area dei Big Data, è affidato il coordinamento scientifico del progetto.

Le richieste vanno inviate alla Fondazione ISI entro le ore 17 del 18 settembre 2016. Il testo integrale del bando è consultabile online (link: www.progettolagrange.it/it/strumenti/borse_di_ricerca_applicata.htm). 

Ulteriori info sul sito www.fondazionecrt.it

Gaudenzio Cattaneo: un protagonista del 900 novarese

Mi è capitato nei giorni scorsi tra le mani un’interessante pubblicazione di Gianfranco Quaglia, noto giornalista del quotidiano “La Stampa”,  dal titolo significativo  “ L’ ingegnere” .  Questo libro mi ha fatto ricordare Gaudenzio  Cattaneo, perché l’ingegnere  del volume  è  proprio lui, e soprattutto, rivedendo la presentazione della sua attività politica, mi ha fatto emergere tratti molto significativi della sua personalità. Parlare di lui, dopo qualche anno dalla sua morte, permette di ricordare il personaggio, in modo particolare il suo pensiero sociale, perché nella sua attività ha sempre avuto davanti lo sviluppo sociale della comunità nella quale ha operato, in particolare in quella novarese e piemontese. Il tempo del resto cancella tutti gli aspetti marginali, per lasciare solo ed esclusivamente i tratti più significativi di un personaggio. Devo dire che, nonostante che il tempo cancelli impietoso gli eventi umani ciò che resta dell’ing. Cattaneo non è poco, né di scarsa importanza.

La sua biografia di amministratore: cenni

Non ritengo opportuno parlare in questa sede del Cattaneo imprenditore molto conosciuto nel suo settore,perché richiederebbe troppo spazio. Desidero parlare qui del Cattaneo amministratore pubblico e desidero mettere in evidenza le linee fondamentali del suo servizio pubblico.  Egli, amministratore profondamente cattolico, vive,  negli anni che vanno dal quaranta al novanta del 900, il suo impegno sociale nelle fila della Democrazia Cristiana, di quella Democrazia Cristiana, che tanto ha dato, e questo è un giudizio condiviso dagli storici, per la ricostruzione dell’ Italia dopo la seconda guerra mondiale.

Molte sono le tracce dell’attività di Gaudenzio Cattaneo a cominciare dal suo incarico di assessore ai lavori pubblici nel 1951 al comune di Novara.Un impegno che  ci permette di scoprire la sua visione urbanistica e territoriale: Novara non deve essere isolata dal contesto, magari bloccata dalla ferrovia, che la attraversa proprio nel centro storico. Per questo è necessario progettare  e costruire sottopassi e cavalcavia. Grazie a questa impostazione oggi la città non è divisa né isolata. L’intuizione di Cattaneo mette in evidenza una sua idea chiave: una comunità urbana deve potersi sviluppare senza particolari limitazioni, che possono derivare da infrastrutture certamente importanti, ma che nello stesso tempo corrono il rischio di creare vincoli  e disagi per gli abitanti.

Cattaneo Ha però altre intuizioni: come sindaco di Stresa (ricopre questo incarico ininterrottamente dal 1956 al 1970) coglie l’importanza del turismo legato alla cultura, in particolare con la cultura musicale. Stresa, durante il suo mandato di sindaco diventa certamente un significativo centro culturale, perché Cattaneo fa di Stresa una località a dimensione non solo europea, ma anche internazionale. Le settimane musicali della città del Lago Maggiore, con l’impulso anche imprenditoriale del suo sindaco, sono da allora giudicate evento d’eccellenza a livello mondiale. Tra l’altro Stresa si attrezza per essere anche una comunità organizzata da un punto di vista delle infrastrutture. Con il nuovo Palazzo dei congressi è in grado infatti di mettere a disposizione delle istituzioni l’ambiente per convegni ad alto livello.

Presidente della provincia di Novara: università ed autostrada Voltri-Sempione

L’attività di Cattaneo come amministratore non si chiude a Stresa. L’ingegnere lascia infatti la carica di sindaco, perché destinato dal suo partito a ricoprire la carica di presidente della Provincia di Novara, quando questa andava da Trecate nella bassa novarese fino alle valli dell’Ossola, con una lunghezza di circa  centotrenta chilometri. Il suo impegno come presidente, che comunque crede nella integrità del territorio provinciale e difende questa integrità contro i sostenitori della divisione nelle attuali due province, è concentrato su due obiettivi: la creazione dell’università a Novara e la realizzazione sul territorio novarese di un tratto dell’autostrada Voltri-Sempione. Raggiunge tutti e due gli obiettivi, anche se per lui questo è un periodo (1970- 1975) delicato per problemi di salute non da poco.

L’università

L’ing. Cattaneo, guardando la realtà novarese, avverte l’esigenza che questo territorio sia dotato di un’università, con almeno due facoltà: ingegneria e medicina. Arriva a questa conclusione, partendo  da un postulato: l’ università ha un particolare valore se è legata al territorio, nella quale viene insediata ed opera. Il presidente della provincia vede due strutture, che possono legarsi all’università, l’ istituto tecnico industriale Omar e  l’ Ospedale Maggiore della Carità. Il primo, che prepara certamente molto bene gli studenti come periti pronti ad entrare nell’ambito delle strutture industriali meccaniche con invidiate competenze, può essere il bacino, dal quale prendere gli allievi per ingegneria. L’altra istituzione, che è in Piemonte ospedale di quadrante, ha bisogno di nuovi laureati in medicina e nello stesso tempo può offrire ampi spazi per le esercitazioni di laboratorio. Di tutto questo suo modo di  vedere le questioni ho un ricordo anche molto personale. Nel luglio del 1972 siamo insieme a Roma per una vertenza al Ministero del Lavoro una serie di valutazioni e condividiamo, che riguarda la Rossari e Varzi, industria tessile presente anche nella zona novarese in grave crisi. Dopo l’incontro di mezzogiorno con il neo titolare del ministero, il sen. Coppo, andiamo a pranzo insieme. In questa circostanza parliamo di università a lungo, condividendo una serie di valutazioni, che rafforzano le sue convinzioni.

Tra l’altro lo incoraggio a perseverare e gli garantisco anche il mio appoggio, perché all’epoca non solo sono assessore al comune di Trecate, ma sono anche vice-segretario provinciale della DC, quindi nello stesso partito, anche se in correnti diverse. Riconoscendo  il valore delle sue idee e delle sue convinzioni, appoggerò da questo momento in tutte le sedi le sue tesi. In questa occasione nasce un rapporto di stima, che durerà tutta la vita.

Cattaneo sa superare tutte le difficoltà e oggi l’università di Novara  in lui ha un padre, che deve essere riconosciuto e ringraziato come tale. E’ opportuno aggiungere qualcosa in più: la tenacia di Cattaneo per l’insediamento universitario a Novara produce effetti anche più ampi. Se esiste infatti l’università del Piemonte Orientale e quindi se esistono le sedi di Alessandria e Vercelli, il merito di favorire questi sviluppi è da collegarsi all’impegno di Cattaneo, che lottando per Novara, produce vantaggi anche alle altre città.

Novara e l’autostrada Voltri Sempione.

La presidenza Cattaneo va ricordata anche per un altro grande risultato, che rappresenta la realizzazione di un suo sogno. Egli parte infatti dalla convinzione che per Novara è garantita una significativa presenza geografica solo se la provincia è coinvolta da una serie di collegamenti internazionali. L’occasione viene per la provincia di Novara nel momento in cui si incomincia a discutere di un asse autostradale idoneo a collegare Voltri, quindi il porto di Genova, con il mare del Nord, quindi il porto di Amburgo in Germania.In questo momento una serie di istituzioni piemontesi e lombarde tentano di modificare le ipotesi di tracciato per recuperare a proprio favore i vantaggi del tracciato. Solo l’ostinata intelligenza di Gaudenzio Cattaneo riesce a garantire un risultato, che assicura alla provincia di Novara e del VCO un percorso autostradale di grande valenza europea. Quando oggi un  novarese percorre questa autostrada  e raggiunge in fretta l’ossola deve rivolgere un pensiero di gratitudine a Cattaneo, che pone con il suo lavoro di presidente della Provincia le premesse per dare ad un altro novarese, Franco Nicolazzi, ministro dei Lavori Pubblici la possibilità di realizzare l’opera con le caratteristiche, quelle volute dal Cattaneo, che oggi presenta.

Considerazione finale

Quanto resta oggi di Gaudenzio Cattaneo, come politico ed amministratore pubblico,  è molto importante. Per lui  parlano le sue opere. E’ infatti per tanti aspetti un fulgido esempio di impegno, basato su una solida preparazione culturale e professionale. Modello dunque da prendere come esempio in un mondo dove preparazione e competenza diventano sempre di più caratteristiche e valori non prioritari.

Franco Peretti
Docente Università Popolare degli Studi di Milano