Torino Film Festival 29 – l’arduo compito dei giurati

Ho capito quanto è difficile essere giurato in un concorso cinematografico grazie alla mia esperienza al ToHorror Film Fest, quando mi trovai a dover giudicare film profondamente diversi tra loro.

Capisco quindi benissimo le difficoltà (ancora maggiori) che staranno affrontando in questi giorni Jerry Schatzberg ed i suoi soci nel giudicare i film in concorso al Torino Film Festival.

Per il momento tra i film in concorso che ho avuto modo di vedere c’è una varietà di generi e situazioni davvero incredibile.
Impensabile pensare di poter giudicare con lo stesso metro The Raid e Ulidi piccola mia, Attack the block e Three and a half.
Sono pellicole talmente diverse tra loro, per genere, significato, obiettivi, stile che è impensabile usare la stessa scala di giudizio.

Eppure non me la sento di contestare Gianni Amelio per la scelta fatta.
Ha più volte detto che ci sono film belli e film brutti e su quello bisogna giudicare, ed obiettivamente la cosa è innegabile.

Rimane il fatto che per il presidente di giuria, per Michael Fitzgerald, Valeria Golino (la vuoi smettere, Valeria, di seguirmi a tutte le proiezioni in cui vado!), Shekar Kapur e Brillante Mendoza sarà un lavoro duro.
L’unica possibilità che hanno per uscirne vivi è che ciascuno scelga secondo le sue emozioni, secondo i suoi gusti e le sue passioni.
Il film che avrà toccato di più gli animi (o i cuori, o gli stomaci) uscirà vincitore.

…e magari una menzione speciale potrà aiutare a sentirsi meno in colpa…

Autore: Gabriele Farina

Blogger, scrittore, regista, poeta, in fondo narratore di storie. Nel 2005 nasce il suo storico blog Vita di un IO