#TFF32 Whiplash, some like it hot, some like it hard, very hard

Il professore di Whiplash è così stronzo che il sergente Hartman di Full Metal Jacket a confronto sembra Mary Poppins. Questo direi che è il clou del film di Damien Chazelle, che però è un bel film a tutto tondo, con una riflessione importante sugli obiettivi, sulle priorità, sull’impegno, sulla dedizione, sul rinunciare a tutto per dedicarsi ad un solo traguardo.

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Abbiamo un giovane studente della scuola di musica più importante della città che suona la batteria, è al primo anno e vuole diventare il migliore. Per farlo studia forsennatamente e riesce ad entrare nell’orchestra jazz della scuola, guidata dal terribile professore, che usa mezzi estremi, ben oltre il consentito, per tirare fuori il meglio dai suoi studenti.

Così è un continuo andare di insulti, offese, pressioni morale, esercitazioni oltre il limite fisico. Lui vuole scovare il nuovo genio della musica, uno che non si abbatta di fronte alle difficoltà e arrivi fino in fondo. Il nostro ragazzo rinuncia a tutto, fidanzata compresa, per seguirlo.

Ovviamente finirà con un crollo devastante, ma poi…

Whiplash è vivo, ritmato, tutto a tempo di Jazz, pieno di ottima musica, di situazioni divertenti, di situazioni dramamtiche, non si tira mai il fiato. Insomma c’è da divertirsi e da rilfettere parecchio. Il dibattito sui metodi del terribile prof è aperto.

Gli insulti del prof sono una chicca per cinefili e rendono benissimo in lingua originale.  J.K. Simmons entra in pieno nel ruolo e lo restituisce pieno di forza e fragilità nascosta. Fondamentale trovare un doppiaggio adatto e funzionale per la versione italiana.

Si chiude con un assolo di batteria davvero impressionante (io che poi, da ragazzino, sognavo di suonare proprio la batteria…)

Autore: Gabriele Farina

Blogger, scrittore, regista, poeta, in fondo narratore di storie. Nel 2005 nasce il suo storico blog Vita di un IO