Si è tenuta a Orti Generali dal 16 al 18 settembre la quinta edizione di Ortometraggi Film Festival: un’edizione che si propone, con il suo titolo “Scenari futuri da un presente incerto”, di ampliare il racconto della relazione tra essere umano e natura – tema cardine del festival – proponendo una riflessione a 360 gradi sul tema della sostenibilità. La connessione tra crisi climatica e sociale, l’importanza della dimensione comunitaria e il bisogno di sperimentare nuovi modelli lavorativi, sociali ed economici, sono stati affrontati attraverso il coinvolgimento diretto del quartiere di Mirafiori Sud, a partire dalle comunità che si riuniscono intorno a quelli che sono stati i due poli principali del festival, lo spazio di Orti Generali e quello della Chiesa di san Barnaba.
Il programma si è articolato tra talk, residenze artistiche, installazioni, laboratori e una sfilata di moda upcycled tenutasi negli orti urbani nella serata di sabato 17, coinvolgendo ospiti capaci di spaziare tra il mondo dell’arte, quello della moda e quello della comunicazione, tra l’impresa sociale e la grande distribuzione, tra realtà culturali, reti di spazi e agenzie di formazione. Al centro della manifestazione – organizzata dall’associazione Gomboc – c’erano ovviamente le proiezioni dei cortometraggi: 31 le opere in concorso nelle categorie di animazione, fiction e documentari, a cui si aggiunge la categoria speciale dei videoarte, selezionate dalla direzione artistica di Matilde Ugolini. Tutti i corti, provenienti da diversi Paesi, sono stati proposti in lingua originale con sottotitoli in italiano a cura di Sarah Cannone, Roberta Ponti e Federica Quatraro, studentesse del corso di laurea magistrale in “Traduzione e Interpretariato” dell’Università del Salento, sotto la direzione della prof.ssa Francesca Bianchi.
Nella serata conclusiva del 18 settembre, al termine delle proiezioni, sono stati assegnati i premi al “Miglior Documentario”, alla “Miglior Fiction” e alla “Miglior Animazione” e le menzioni speciali, una per ogni categoria. Sul palco del cinema di San Barnaba, per la premiazione, oltre all’host Roberto Cruciani, c’erano il regista Enrico Bisi, il compositore e sound designer Max Viale, il regista e videomaker nell’ambito dell’animazione e degli effetti speciali Donato Sansone e Milena Tipaldo, specializzata in animazione ed illustrazione, in rappresentanza della giuria presieduta dal regista Daniele Segre e completata dal montatore Stefano Cravero. Prima categoria ad essere premiata quella dell’animazione, con l’assegnazione della menzione e poi del primo premio.
Per i cortometraggi di animazione vince la menzione speciale “per il coraggio mostrato nell’utilizzo di un’estetica punk accostata ad un linguaggio ironico su dense tematiche di attualità” ‘Chick Wash’ di Bethany Forest, mentre il premio miglior corto d’animazione è di Fabio Orlando e Tommaso Zerbi con ‘Graziano e la giraffa’ con la seguente motivazione: “per la bellezza estetica, la maturità grafica e narrativa di un racconto surreale che ci porta nel cuore delle problematiche relative al rapporto tra essere umano e natura”.
Nelle fiction la menzione speciale viene assegnata dalla giuria a ‘Therefore, Socrates is Mortal’ di Alexandre Isabelle “per l’eleganza, l’incisività e l’energia con cui viene trattato un tema di forte attualità, senza cadere in facili moralismi”, mentre il primo premio per la categoria è vinto da ‘Iceberg Licking Society’ di Nathan Ceddia “per l’approccio originale e inedito a una tematica cruciale e talvolta inflazionata. Tra finzione e realtà, il cortometraggio riesce a far riflettere lo spettatore e a toccare temi profondi con una leggerezza assai rara”.
Nella sezione dedicata al cinema della realtà, la menzione speciale è stata assegnata al corto documentario “Orti d’ortica” di Emilio Neri Tremolada, “per la capacità di raccontare una scelta al tempo stesso personale e collettiva, esempio concreto di come ci si possa riappropriare degli spazi urbani in modo costruttivo e addirittura romantico. La valutazione della giuria aggiunge tra i commenti “l’augurio che questo film possa diventare testimonianza ed esempio non soltanto per le generazioni future, ma anche – e soprattutto – per quelle attuali”.
Infine, il primo premio per il miglior documentario va al cortometraggio “When the shallows fly away” di Pins Sebastien “per avere portato sullo schermo un tema di grande profondità umana e di attualità, mescolando con intelligenza i linguaggi del documentario e della finzione. Unendo le riprese dal vero a una sceneggiatura costruita sulla voce fuori campo, l’autore riesce a costruire un racconto emozionante e coinvolgente, creando una genuina empatia con lo spettatore”.
In parallelo, la giuria speciale degli studenti del corso di regia cinematografica del DAMS, composta da Martina Rocca, Chiara Rossi, Simone Orlando, Rebecca Perrin, Edoardo Poveromo ed Elena Venturiero, ha decretato una menzione speciale per ogni categoria, confermando “Graziano e la giraffa” come miglior cortometraggio di animazione. Ad Alexandre Isabelle viene assegnata la menzione speciale DAMS per la fiction, con “Therefore, Socrate is mortal”, che si aggiudica, quindi, la seconda menzione speciale in questa edizione, infine la menzione speciale DAMS per la sezione Documentario va a “Voice above water” di Dana Frankoff.
“Quella che si è appena conclusa è stata un’edizione molto importante per Ortometraggi Film Festival, un nuovo inizio che, come in un processo ciclico, conserva ciò che di positivo è stato costruito in questi anni. È quello che abbiamo voluto rappresentare scegliendo di riprendere e rielaborare il logo della nostra prima edizione e costruendo un programma nuovo, che mettesse le proiezioni al centro di appuntamenti diversi, per parlare di sostenibilità sotto punti di vista differenti ma tutti connessi. Sono stati momenti in cui noi e il pubblico ci siamo messi in discussione, perchè anche dalla crisi possono nascere cambiamenti ed evoluzioni radicali e positive”, la dichiarazione conclusiva dell’associazione Gomboc.