Sarajevolution – intervista con Rocco Riccio (seconda parte)

Hai letto la prima parte dell’intervista con Rocco Riccio su Sarajevolution? Puoi farlo qui.

Siete già stati a Sarajevo per una prima serie di riprese. Cosa avete raccolto da questa prima esperienza?

Lo scorso settembre abbiamo deciso di fare un sopralluogo. Per permettere sia a me, che agli autori, di avere delle idee più chiare circa il lavoro da fare, sia in fase creativa, sia in quella narrativa. Personalmente non ero mai stato a Sarajevo. Un viaggio di scoperta e di raccolta, di sensazioni ed emozioni che sicuramente hanno chiarito, e sicuramente hanno messo ancora più confusione. Con 2 operatori abbiamo raccolto interviste di diversi personaggi del mondo della cultura e delle istituzioni, e anche molta casualità. Tipo quella di Sergio Castellitto, che ci ha concesso una bella intervista in una pausa dal set del suo nuovo film “Venuto al Mondo”, che proprio in quei giorni occupava il centro città di Sarajevo. Un incontro buffo. O come avere il privilegio di salire sul tetto di quello che rimane di un edificio così pieno di storia, incastonato nelle impalcature, assieme all’architetto che sta progettando la sua ricostruzione, vedere la città dall’alto. Casualità da cogliere. Che è un po’ l’aspetto più affascinante che mi porto dietro in ogni mio lavoro. Che è un po’ anche quello che racconterò attraverso un libro che uscirà assieme al DVD, che sarà non solo un diario racconto dell’esperienza, che partirà già on line sul blog che verrà creato ad hoc nel mese di settembre sul sito Sarajevolution.com, ma anche una raccolta di contributi di tutti coloro che ne hanno fatto parte e ne faranno parte, di riflessioni e considerazioni. Secondo me un prodotto interessante esattamente come il documentario. Che andrà a completare quel ciclo, libro, video, libro, del progetto, che poi rappresenta anche un mio percorso intimamente ideale.

Ora siete pronti per tornare sul posto e completare l’opera. Per farlo avete aperto un crowdfunding su Indiegogo. Perchè lo spettatore dovrebbe decidere di finanziare questo progetto?

Si, siamo pronti. Abbiamo riflettuto, abbiamo maturato le idee giuste, e siamo maturati anche noi dall’ultima volta che siamo stati lì. Indiegogo rappresenta un’opportunità ulteriore di condivisione collettiva di un percorso unico. Sui perché ho riflettuto molto, e ti dico la verità, forse attualmente il crowdfunding è abbastanza abusato nel disperato tentativo di trovare le risorse per realizzare qualcosa di personale. Proprio per questioni tematiche, e anche un po’ di opportunità, si è scelto di agire in maniera un po’ alternativa nel raggiungimento di un budget di spesa e quindi si sono tentate più strade. Tipo il crowdfunding. A volte viene meno alla base il senso di comunità che invece dovrebbe avere alle spalle un progetto su questa piattaforma. Che non nasce da sola, o spontaneamente. Quindi ci aspetta un grande lavoro: suscitare interesse per un lavoro meritevole di interesse. Dico solo che trovo romantica l’idea che qualcuno possa comprarsi un pezzo di un lavoro, e possa, assieme agli altri pezzi, determinare il lavoro stesso. E’ un po’ il concetto originale del crowdfunding. E mi piace pensare che sia così anche per questo.

L’asticella è alta, 10.000 $ sono una bella cifra. Siete convinti di riuscire a raggiungerla o avete un piano di riserva?

La cifra non è poi così alta, se ci pensate alla fine si tratta di un documentario destinato alla diffusione internazionale. Ci sono cose che costano molto di più e valgono molto meno.
Non sono convinto al 100% ma ci proviamo. Ripeto quello che ho detto prima. Non è una scelta legata alla disperazione, non è un ultima spiaggia, ma è una parte del tutto, è una parte del tentativo di creare un gruppo di interesse. E’ un contributo alla realizzazione di un lavoro su cui già vi è stato un investimento, e che ne richiede altro. Abbiamo diverse opzioni, è un progetto che si farà e sarà molto interessante e complesso. Così come il percorso che lo porterà a compimento. E anzi, per esperienza personale, sono arrivato a pensare che il percorso tortuoso che porta al compimento di un lavoro sia la base per dare al lavoro stesso un po’ di quel mix di istinto, onestà, atmosfera, emozione che altrimenti non troverebbe proprio motivo di esistere in un prodotto audiovisivo, almeno per quello che mi riguarda.

Vi ricordo la campagna di crowdfunding su Indiegogo e la pagina Facebook di Sarajev0lution per seguire l’evoluzione del progetto.

Autore: Gabriele Farina

Blogger, scrittore, regista, poeta, in fondo narratore di storie. Nel 2005 nasce il suo storico blog Vita di un IO