Intervista con Maxì Dejoie – seconda parte

Leggi la prima parte dell’intervista con Maxì Dejoie per capire da cosa nasce l’idea di realizzare Five, il documentario sul Quinto Direttorato del KGB.

3. Il titolo del film, Five, richiama direttamente il quinto direttorato ma ha anche un riferimento alla struttura che vuoi dare al documentario.

Il titolo Five (o ???? in russo) è riferito sia al quinto direttorato del KGB, su cui il documentario si concentrerà, sia alla struttura del film, che sarà suddiviso in cinque parti. Il primo obiettivo del mio prossimo viaggio a Vilnius sarà quello di identificare 5 persone che mi racconteranno la loro storia. Ogni storia, ogni segmento, verrà trattato in modo diverso, e conto di utilizzare strumenti diversi per ottenere effetti diversi. Strumenti come il reportage, la ricostruzione di uno scenario in forma di fiction (quindi con degli attori) o l’animazione. Ovviamente nel corso di produzione del film molte cose potranno cambiare, ma al momento questo è il mio piano.

4. L’idea ti è venuta durante un viaggio a Vilnius, in Lituania. Cosa hai visto che ti ha spinto ad intraprendere quest’ avventura?

Mi trovavo a Vilnius in occasione del Kino Pavasaris, il Vilnius Film Festival, dove ho avuto il piacere di presentare The Gerber Syndrome. Durante la mia settimana di permanenza, lo staff del festival (straordinariamente cordiale e disponibile) mi ha portato in visita dei luoghi di maggior interesse della città. Uno degli ultimi giorni, Virginija Vareikyte (con cui sono rimasto in contatto e che è diventata la mia principale collaboratrice nella realizzazione di questo documentario) mi ha proposto di visitare il Museo della Resistenza e del Genocidio Lituano, che si trova nell’ex sede del KGB a Vilnius. Nel seminterrato dell’edificio (un bel palazzo in stile Barocco che non lascia minimamente immaginare cosa contenesse) si trova l’ex prigione del KGB che è rimasta esattamente come è stata lasciata dagli ufficiali sovietici nel 1991. Quella visita, guidata da una straordinaria guida locale, è stata un’esperienza terrificante ma affascinante. Nel corso della visita siamo passati attraverso le celle in cui venivano tenuti i detenuti, ogni cella con strumenti differenti ma tutte con lo stesso obiettivo: spezzare la volontà e il fisico dei suoi inquilini. Non saprei descrivere l’atmosfera che si respirava in quei corridoi, ma vi assicuro che è stata un’esperienza notevole.
Consiglio una visita al sito del museo.

5. Per realizzare il progetto hai aperto un crowdfunding su IndieGogo. Perché i futuri spettatori dovrebbero contribuire al documentario? Convincili in poche righe!

Penso che il crowd funding non sia soltanto un metodo per trovare fondi, ma anche uno strumento efficace per verificare l’effettivo funzionamento di un progetto o di un’idea.
Ci si mette a diretto contatto col pubblico, solo che lo si fa prima di aver realizzato il film. Quindi si è ancora nella fase in cui le cose possono essere cambiate e migliorate.
Questo per quanto riguarda chi il film lo fa. Invece dalla parte del pubblico, penso che sia un’esperienza nuova e stimolante. Per la prima volta si ha la possibilità di prendere parte alla realizzazione di qualcosa in cui si crede, si può interagire con gli autori, suggerire, supportare. Tutto questo è molto bello secondo me. Chissà se un giorno anche le grandi produzioni prenderanno questa strada per realizzare i grossi Blockbusters…
Quindi, tornando a ????(5): penso che questo sia un progetto importante perché tratta temi che come ho detto prima, sono universali, e toccano ognuno di noi nel profondo. Sono storie che si sono sentite raramente, quindi per molti suoneranno nuove, forse incredibili. Questo potrebbe essere un piccolo contributo ad una causa più grande: conoscere errori che sono stati fatti nel passato, nella speranza che non si ripetano di nuovo. Per questo invito tutte le persone che leggeranno questa intervista a dare un’occhiata alla pagina www.indiegogo.com/kgb e a leggerne la presentazione. Se lo riterrete un progetto degno del vostro supporto, contribuire sarà molto semplice: basta scegliere l’offerta che volete (1, 10, 50, 100, 500 dollari) e inserire i dati della vostra carta di credito (le transazioni sono gestite da Paypal, quindi la sicurezza è garantita). Per ogni offerta viene corrisposto un bonus diverso; sono tutti bonus “attivi” che contribuiranno a farvi sentire parte del progetto. E se non lo riterrete un progetto degno del vostro supporto, nessun problema e amici come prima. Ma io spero che vi piaccia.

Vi invito ovviamente ad approfondire il progetto sulla pagina dedicata su IndieGogo e anche ad ascoltare la viva voce di Maxì che lo racconta.

Autore: Gabriele Farina

Blogger, scrittore, regista, poeta, in fondo narratore di storie. Nel 2005 nasce il suo storico blog Vita di un IO