Il tour Ustation a Torino

L’affresco di una generazione, o perlomeno uno spaccato degli interessi, delle passioni e dei sogni degli studenti universitari italiani, è quanto cercherà di riprodurre con piglio ironico e creativo, attraverso la collaborazione di radio e tv d’ateneo, lo Ustation Tour che, nato con l’intento di rafforzare il rapporto con i media universitari del network sviluppato con il supporto di Telecom Italia e di RadUni e di coinvolgerli alla produzione di contenuti secondo una logica 2.0, nel corso cinque settimane, sarà ospitato da undici città universitarie, tra cui Torino il 12 e 13 novembre, dove sarà protagonista  Extracampus, la tv dell’Università di Torino.

Per Ustation si tratta di un ritorno a Torino perché le prove generali del tour erano cominciate proprio nel capoluogo piemontese in occasione del Traffic di Torino lo scorso luglio e proseguite poi durate l’estate nell’ambito di Italia Wave a Livorno e della Notte della Taranta a Melpignano. Supportato da Fiat, Intesa San Paolo, TIM, con la partnership di Almalaurea, la media partnership di RadUni e Studenti.it e la collaborazione del MEI (Meeting delle Etichette
Indipendenti) di Faenza, il tour entra nel vivo in queste settimane autunnali.

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Working Capital a Torino a luglio

Via Vittorio Pasteris

Oramai, anche se ci sono ancora da definire dei particolari organizzativi, la notizia è praticamente ufficiale. La professionalità sabauda, l’eccellenza del Poli, dell’Università torinese e delle aziende dell’innovazione piemontese e l’insistenza pasteriana hanno convinto Telecom a portare a Torino la terza tappa del tour del Working Capital Barcamp.

La data è ancora da definire,  nella settimana che inizia il 6 luglio. La sede è già definita presso l’Incubatore del Politecnico di Torino I3P, in via Piercarlo Boggio 59 a Torino, nella nuova cittadella Politecnica

Working Capital: materia per le idee, è un progetto di Telecom Italia per il rilancio dell’innovazione Italiana.  Working Capital vuole sviluppare idee imprenditoriali per il mondo web 2.0 e la nuova Internet.

Telecom Italia ha anche deciso di organizzare un ciclo di cinque barcamp collegati al progetto Working Capital. L’obiettivo è discutere di innovazione e venire in contatto con progetti e iniziative imprenditoriali di cui Telecom possa diventare partner.

Qui per iscriversi al Working Capital Barcamp di Torino e per informazioni sul  programma dell’evento.

Le ulteriori tappe successive saranno a settembre,  a Pisa dove il barcamp sarà  abbinato alla celebrazione del decennale della sede italiana del W3C.  A ottobre la seconda tappa meridionale con un incontro a Napoli. Infine  a novembre,  a Milano presso la Bocconi.

L'Olivetti, il sogno, l'innovazione

Luciana Curino e l’Olivetti

In tempi di crisi globale del capitalismo, mentre l’innovazione è sempre più chiave della competizione mondiale, il ritorno in teatro di spettacoli che rievocano due imprenditori italiani atipici e innovativi, Camillo e Adriano Olivetti, è motivo di riflessione particolare sui valori della loro avventura.

E’ quanto dice un’attrice tornata in questi giorni in scena con due spettacoli dedicati agli Olivetti, proprio mentre si celebrano i cento anni della prima fabbrica di macchine da scrivere (29 ottobre 1908), oggi con due convegni a Torino e Milano, dalla settimana prossima con una grande mostra a Ivrea.

“Avevo iniziato a lavorarci quasi per smontare due biografie un po’ agiografiche, per scoprire cosa ci fosse dietro la facciata. Dopo un lungo lavoro, ci ho trovato un progetto solidissimo, che veniva da forti radici culturali”, dice a Reuters Laura Curino, protagonista a Milano, Teatro Studio, di “Camillo Olivetti. Alle radici di un sogno” e “Adriano Olivetti”, spettacoli di cui è stata autrice dieci anni fa assieme a Gabriele Vacis, che ha curato anche la regia.

Quelle radici sono “fiumi culturali” che provengono da un intreccio di minoranze, nell’Italia dell’epoca: la matrice valdese di Luisa Revel, moglie di Camillo e madre di Adriano, la propensione socialista di Camillo, ateo ma di famiglia ebrea, che vive in un ex convento cattolico.

“Alla fine mi sono liberata dai pregiudizi. Ed ho dovuto ammettere che ogni tanto nasce un genio”, dice l’attrice. Che nella forte consapevolezza e identificazione con l’azienda di operai e quadri dirigenti, riconosce quella “diversità” degli uomini Olivetti” che lei torinese figlia di un dipendente Fiat aveva incontrato sin da bambina.
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Smau 2008 percorsi per l'innovazione

Parte Smau 2008 che promuove i “Percorsi dell’Innovazione per far incontrare e confrontare chi innova, chi vuole innovare, potenziali finanziatori e partner di sviluppo

Circa 300 imprese avviate, ben 1.500 posti di lavoro creati e un fatturato di 60 milioni di euro. Queste cifre rappresentano il risultato concreto del Premio Nazionale per l’Innovazione che lancia ogni anno, dal 2003, le migliori idee imprenditoriali tra quelle uscite dalle 42 università che aderiscono all’associazione PNICube. Tra queste il Politecnico di Milano. Se i ricercatori inizino i loro progetti per gioco o per sfida poco importa. Lo scopo è vincere ed essere d’esempio.

Ma nel panorama nazionale non ci sono tutte rose e fiori. Tutt’altro. Una recente ricerca (Istituto Bruno Leoni) sottolinea come l’Italia sia al 53° posto nella classifica mondiale nel “creare nuove attività” e purtroppo in alto invece – 27° posto – nel “chiudere attività” (fallimenti). Per fare affari la posizione è la 65a. Un evidente segnale di come creare start-up nel nostro Paese sia non solo molto difficile, ma anche ancora troppo poco supportato dallo Stato nonostante le ultime novità a livello di esenzioni.

L’anno nero per le start-up non rappresenta il passato, ma il presente: nel 2006 sono nate in Italia 284.000 nuove imprese (Fonte: Istat), 24.000 in meno dell’anno precedente (-7,8%). Quadro ancora più complicato dall’innovazione tecnologica che stenta a decollare, soprattutto nelle PMI (Il 16% di PMI possiede infrastrutture ICT “evolute”, il 55% si trova in una fase di transizione e il 29% utilizza infrastrutture “embrionali”. Fonte: Politecnico di Milano).

Smau 2008, con i “Percorsi dell’Innovazione. Dall’idea al business” sarà un’occasione per l’incontro e il confronto tra chi innova, tra chi innova e tra chi vuole innovare e, non ultimo, tra queste due categorie e tanti potenziali finanziatori e partner di sviluppo.

I protagonisti saranno start-up e spin-off, centri di ricerca e università, parchi scientifici e distretti tecnologici in campi d’applicazione che vanno dall’informatica alle telecomunicazioni, dalla robotica all’aerospazio, dalle biotecnologie alle nanotecnologie.

Smau 2008 si rivolge anche ai manager di tutte le funzioni aziendali parlando di ICT e innovazione attraverso i migliori casi pratici  Ritardi ed eccellenze. Troppi i primi, troppo poche le seconde. È il panorama delle imprese italiane rispetto all’innovazione tecnologica. Se nelle PMI soltanto il 16% ha infrastrutture ICT che possono essere definite “evolute”, il 55% vive un’alterna fase di transizione e il 29% utilizza infrastrutture “embrionali” (fonte: Poltecnico di Milano), il panorama è migliore nelle grandi imprese: oltre i ¾ dei manager italiani considera che l’IT abbia avuto un ruolo determinante nello sviluppo aziendale e quasi il 100% ritiene che lo avrà ancora di più nei prossimi anni.

Ma se tra PMI e grandi imprese cresce l’interesse per l’IT e l’effettiva applicazione vi si accoda seppur con le dovute proporzioni (minore nelle PMI e maggiore nelle grandi imprese), sul fronte qualitativo l’Italia non è seconda a nessuno sul panorama internazionale. Indifferentemente in ognuna delle varie funzioni aziendali: Acquisti; Amministrazione, Finanza e Controllo di Gestione; Marketing e Commerciale; Operations, Logistica e Supply Chain; Gestione delle Risorse Umane; senza dimenticare la Pubblica Amministrazione.

La fabbrica di brevetti rischia lo spezzatino

Da Lastampa.it

Fra le eccellenze del gruppo Telecom c’è uno dei più avanzati centri mondiali di competenze e di potenziale d’innovazione nel campo delle telecomunicazioni: si chiama Telecom Italia Lab (l’ex-Cselt) e conta su che 6300 tecnici, di cui 1400 a Torino impegnati nell’innovazione vera e propria e gli altri distribuiti fra Roma e Rozzano (Milano), sedi dedicate allo sviluppo dell’«ingegnerizzazione» dei prodotti. Il TiLab ha un budget di 3,2 miliardi di euro e nel solo 2006 ha depositato 63 nuovi brevetti. In questi giorni viene indicato come uno dei gioielli che l’Italia rischierebbe di perdere qualora il gruppo Telecom finisse in mani straniere: un patrimonio di competenze «sequestrato» o trasferito all’estero dai futuri, nuovi padroni di Telecom, siano essi americani o messicani. Ipotesi ultra-pessimistica, improbabile ma non del tutto peregrina.

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