Fiera dei Laboratori di Impresa

Sabato 26 maggio in Piazza Bodoni a Torino a conclusione dell’edizione 2006/2007 del progetto di orientamento all’imprenditorialità promosso dall’Assessorato al Lavoro della Regione Piemonte si terrà la quinta Fiera Regionale dei Laboratori di Impresa. L’iniziativa vedrà coinvolti oltre 300 studenti degli Istituti Secondari Superiori Piemontesi.

Il Progetto di orientamento all’imprenditorialità, promosso dalla Regione Piemonte e finanziato attraverso il Fondo Sociale Europeo, si rivolge agli Istituti Secondari Superiori delle diverse Province piemontesi e mira ad avvicinare gli studenti al mondo dell’impresa, attraverso una esperienza diretta.

L’intervento non si limita esclusivamente alla realizzazione simulata di modelli produttivi e di mercato all’interno delle scuole ma principalmente si pone come obiettivo l’interesse e la consapevolezza degli studenti nei confronti della figura professionale e delle attività dell’imprenditore.

Un "semi wiki" per www.storiaindustria.it

WikiRedazione è un ambiente di redazione distribuita che permette agli utenti del sito
www.storiaindustria.it di offrire e condividere le proprie conoscenze sulla storia e sulla cultura industriale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

Richiamando il paradigma di lavoro cooperativo diffuso Wiki, ciascun utente, dopo essersi
registrato con una e-mail, può contribuire alla redazione di nuovi contenuti, o modificare quelli già offerti da altri partecipanti, su temi specifici identificati da parole chiave legate a imprese, prodotti, personaggi.

www.storiaindustria.it ricostruisce e illustra la storia di fabbriche, prodotti, mestieri, modi di lavorare e organizzare le imprese che hanno caratterizzato la cultura e l’identità territoriale del Nord-Ovest dal 1850 a oggi.

L’obiettivo è offrire corsi multimediali on line, liberamente fruibili, sulla storia e sulle espressioni culturali dell’industria, della tecnologia e del lavoro in Piemonte, Liguria e Valle
d’Aosta. Sotto il profilo metodologico, i corsi sono progettati a partire da testi originali, elaborati e integrati con un gran numero di documenti e immagini forniti da archivi e aziende o reperiti sul web. Il sistema permette di consultare i contenuti attraverso tipologie di navigazione diverse: per settori industriali e imprese e per temi di cultura industriale. I percorsi sono indipendenti sotto il profilo concettuale, ma legati fra loro da una fitta rete di collegamenti ipertestuali.

L’utente ha inoltre a disposizione strumenti di orientamento (mappe cronologiche, territoriali e concettuali) e un archivio costituito da immagini, percorsi, fonti testuali e storiografia, per ulteriori approfondimenti.

Studiato per le scuole del secondo ciclo e per le università, www.storiaindustria.it è oggi uno strumento di più ampio valore formativo, culturale e di ricerca. È infatti possibile esplorare una ricca varietà di argomenti e costruire percorsi associati a specifici interessi e finalità: dalla pubblicità al design e all’architettura, dall’editoria all’alimentazione.

Storia e Cultura dell’Industria nasce da un’idea di Luciano Gallino, professore emerito
dell’Università degli Studi di Torino, che presiede il Comitato di Direzione formato da docenti universitari di storia dell’economia e dell’industria, con il compito di assicurare il rigore scientifico dei corsi, il loro valore didattico e la loro efficacia come mezzo di comunicazione culturale.

ICT per un nuovo Made in Italy

La prima edizione di ICT per un nuovo Made in Italy Conference 2007, organizzata da IDC in partnership con Milano Finanza e con la collaborazione di CEFRIEL, si propone di fornire spunti alle aziende italiane appartenenti ai settori del "Made in Italy", per migliorare e innovare i prodotti, i processi, l'organizzazione e il management in vista di un vantaggio competitivo sostenibile sullo scenario internazionale

Il sito dell'evento

M2M forum 2007

Sin dal 2002, M2M Forum è il primo evento internazionale dedicato alla comunicazione tra macchine che ha riunito a Milano, nel 2006, una business community di oltre 700 visitatori I risultati dello scorso anno, dunque, fanno crescere l'attesa per questa edizione 2007 ormai alle porte. Tra le novità di questa edizione si segnala la forte attenzione alle reti di sensori.

Il seminario ha lo scopo di fornire nozioni e spunti operativi per raggiungere, nell'intricato settore degli SMART SENSOR, le soluzioni più idonee alle proprie esigenze tra tecnologie e produttori. A partire dall'analisi di alcune case histories, e attraverso una panoramica del mercato, verranno evidenziati i requisiti necessari per progettare e pianificare una rete di sensori.

Verranno sottolineati aspetti architetturali e tecnologici cruciali come, ad esempio, capacità "auto-organizzative" e meccanismi di instradamento della rete.

Particolare risalto verrà dato, inoltre, alle tecnologie di comunicazione wired e wireless (Zigbee, UWB), all'installazione dei sensori, al loro monitoraggio, insieme a necessarie considerazioni sulla sicurezza e sulle normative di riferimento. Il corso si concluderà con un'utile dimostrazione pratica di una rete wireless auto-organizzante per piccoli dispositivi.

Le trasformazioni dell'interazione uomo-macchina. Internet sta cambiando. E non si fermerà. Il passaggio dal protocollo IP alla versione IPv6 porterà, tra gli altri vantaggi, all'aumento esponenziale delle possibilità di accesso alla Rete da parte di qualsiasi tipo di device.

A M2M Forum 2007 sarà possibile scoprire questi cambiamenti: perché la Rete, in questo senso, sarà sempre meno di impronta umana, proprio per implementare la sua utilità per l'uomo. Nelle varie sessioni , gli spunti necessari per comprendere l'evoluzione della Rete.

A partire dalle esclusive analisi di mercato di Harbor Research, leader mondiale sulle ricerche nel mondo M2M, e da quelle dell'Osservatorio M2M del Politecnico di Milano, che da alcuni anni sta monitorando con attenzione gli impatti sul mercato italiano

er finire con i  sensori wireless (Zig-bee, Bluetooth, Rf-id, UWB)  e NFC: protocolli, business e sfide.  L'evoluzione delle reti di sensori wireless apre nuove strade e nuovi scenari possibili alle applicazioni di nicchia. A M2M si delineerà la realtà di oggi di questo settore, e i punti di partenza per proiettare i nuovi modelli di business e capire a quali sfide si affaccerà il mercato.

Il sito dell'evento

Open Source:risorsa per l'innovazione e per l'ICT

Venerdì 18 maggio 2007 alle ore 17,30 al Centro Studi Bruno Longo – Via Le Chiuse 14 – Torino si svolge un tavolo di lavoro per individuare strumenti normativi e finanziari per lo sviluppo dell’open source in Piemonte: una legge regionale; i fondi DOCUP; educational nelle scuole; servizi per le PA, per le imprese e per i cittadini.

Introduce

  • Marco STEFFENINO coord. InnovAzione Osservatorio ICT, Torino

Relazioni

  • Raffaele MEO Dip. di Automatica e Informatica, Politecnico di Torino
  • Federico DI GREGORIO Imprenditore software libero, Torino
  • Giuseppe BENEDETTO Direttore sett. Industria, Regione Piemonte

Dibattito

  • Andrea BAIRATI Ass. Politiche Innovazione, Regione Piemonte
  • Giuseppina DE SANTIS Ass. Attività Produttive, Provincia di Torino
  • Tom DEALESSANDRI Ass. Attività Produttive, Comune di Torino
  • Francesco BRIZIO Presidente, CSI Piemonte
  • Roberto REMMERT Presidente, Unimatica API Torino
  • Renato PARENTE VicePresidente, ICT Unione Industriale Torino

Modera

  • Claudio RUFFINI Presidente InnovAzione Osservatorio Reg.le ICT, Piemonte

Conclude

  • Claudio LUBATTI Coordinatore Prov.le, DL La Margherita

Forum sulla Televisione Digitale

Atteso da tutta la Comunita' Digitale continentale, il Forum Europeo sulla Televisione Digitale si terra' presso l'Auditorium di S. Romano in Lucca, il 15 Giugno 2007.
I temi principali della edizione 2007 saranno: Alta Definizione, Iptv, Dvbh e Web Tv; le Aree All Digital ed i Gemellaggi Digitali; Contenuti per la Tv; l'Europa Digitale.

Per iscriversi al Forum 

Science Commons

Science Commons ha il compito di incoraggiare l’innovazione scientifica, facilitando agli scienziati, alle università e alle industrie, l’uso di letteratura, dati e altri oggetti di proprietà intellettuale e la condivisione della loro conoscenza con gli altri. Science Commons si vale della vigente legislazione sul copyright e sui brevetti per promuovere strumenti giuridici e tecnici volti a eliminare le barriere alla condivisione.

Presupposti

La scienza dipende dall’accessibilità e dall’uso di dati di fatto. Grazie ai progressi nell’archiviazione e nel calcolo elettronico, l’indagine scientifica, in quasi tutte le discipline, sta diventando sempre più ricca di dati. Sia che si tratti di meteorologia, o di genomica, o di medicina, o di fisica delle alte energie, la ricerca dipende dalla disponibilità di database molteplici, provenienti da molteplici fonti, pubbliche e private, e dalla loro apertura ad essere ricombinati, esplorati ed elaborati agevolmente.

Le tradizioni statunitensi

Negli Stati Uniti, questo processo è stato tradizionalmente sostenuto da una serie di politiche, leggi ed usanze per lo più invisibili perfino a chi lavorava nel campo della scienza.
In primo luogo, il diritto americano sulla proprietà intellettuale (e, fino a poco tempo, quello dei paesi più sviluppati) non concedeva la tutela della proprietà intellettuale sui “meri fatti”. Si poteva brevettare la trappola per topi, ma non i dati sui comportamenti dei topi, o sulla resistenza a trazione dell’acciaio. Un articolo scientifico poteva essere sottoposto a diritto d’autore, ma i dati su cui si fondava no. La proprietà commerciale doveva essere limitata alla fase prossima al punto in cui un prodotto finito entra nel mercato. I dati al di sopra rimanevano a disposizione di tutto il mondo. In secondo luogo, la legge degli Stati Uniti imponeva che anche le opere del governo federale che potevano essere sottoposte a diritto d’autore ricadessero immediatamente nel pubblico dominio – una disciplina di grande importanza, a causa dell’enorme coinvolgimento dello stato nelle ricerca scientifica. In senso più ampio, la consuetudine, nel campo della ricerca scientifica a finanziamento federale, era quella di incoraggiare una diffusa disseminazione di dati a prezzo di costo o sottocosto, nella convinzione che, similmente alla rete delle strade interstatali, l’offerta di questo bene pubblico avrebbe prodotto incalcolabili vantaggi economici.
In terzo luogo, nelle scienze stesse, e in particolare nelle università, una forte tradizione sociologica – talvolta detta tradizione mertoniana della scienza aperta – scoraggiava lo sfruttamento proprietario dei dati – in quanto opposto alle invenzioni derivanti dai dati – e richiedeva, come condizione per la pubblicazione, la disponibilità degli insiemi di dati su cui si basava l’opera.

Innovazione tecnologica e attrito giuridico

Questi tre principi fondamentali si sono evoluti – con il passo naturalmente lento degli ordinamenti giuridici – da concetti che esistevano anche prima della Rivoluzione Industriale. Analogamente, la pubblicazione scientifica ha una tradizione assai antica. Le tecnologie moderne, e soprattutto l’impiego progressivo del World Wide Web come biblioteca, hanno cambiato per sempre il meccanismo della trasmissione e della riproduzione dei documenti. In molti campi i risultati sono pubblicati quasi alla stessa velocità con cui vengono ottenuti. Ma il diritto d’autore è mutato con un passo diverso. La combinazione del progresso della tecnologia moderna con un sistema giuridico progettato per un ambiente basato su una tecnologia diversa sta oggi producendo alcune conseguenze non volute. Una di queste è una specie di “attrito” giuridico che ostacola l’uso delle scoperte scientifiche e può condurre a scoraggiare l’innovazione.
Per contrapporvisi, una comunità ampia e vigorosa si è unita a sostenere il concetto di Open Access per la letteratura scientifica. “digitalizzato, on-line, gratuito, e libero dalla maggior parte delle restrizioni connesse al diritto d’autore e alle licenze”. I National Institutes of Health statunitensi hanno proposto un Open Access obbligatorio per tutte le ricerche da loro finanziate, a partire da sei mesi dopo la data di stampa, e nel Congresso c’è sostegno per questa iniziativa. La maggior parte delle riviste importanti hanno concesso agli autori il diritto di pubblicare per proprio conto delle versioni dei loro articoli peer-reviewed. Ma le questioni giuridiche sono ancora senza risposta: come un autore può rendere disponibile al pubblico la sua opera, pur assicurandosi di conservare qualche diritto su di essa?
Il passo diverso del cambiamento della tecnologia moderna rispetto diritto crea attrito anche altrove. Per esempio, nell’ambito della genetica, la disciplina sui brevetti si è approssimata pericolosamente a un diritto di proprietà intellettuale sui meri fatti – i C, G, A e T di una particolare sequenza genetica. In altri ambiti, complicati contratti per adesione creano diritti di proprietà intellettuale de facto sui database, completati da accordi di estensione e da molteplici limitazioni sull’uso. Sul piano legislativo, gli Stati Uniti stanno considerando e l’Unione Europea ha già adottato un “diritto sui database” che effettivamente concede la tutela della proprietà intellettuale sui fatti – mutando una delle premesse fondamentali della proprietà intellettuale: che non si possono mai possedere fatti o idee, ma solo le invenzioni o le espressioni prodotte dalla loro intersezione.
Anche il ruolo del governo federale sta cambiando. Ai sensi dell’importante e meraviglioso Bayh-Dole Statute, i ricercatori con finanziamento federale sono incoraggiati a cercare un uso potenzialmente commerciale della loro ricerca. Le università sono divenute partner nello sviluppo e nella mietitura dei frutti della ricerca. Questo processo ha prodotto, in molti casi, dei risultati stupefacenti, convertendo la scienza nuda ed essenziale in prodotti utili per molte industrie. Ma, di conseguenza, il perseguimento della commercializzazione ha risalito la corrente, raggiungendo, in qualche caso, i livelli della ricerca e dei dati fondamentali, e ciò ha creato complicati requisiti giuridici. Se i particolari possono diventare complicati quando la proprietà intellettuale incombente è un nuovo “metodo” per mettere alla prova l’attività biologica, ci sono ancora più problemi per la tutela tramite brevetto dei geni, delle proteine e delle funzioni che se ne derivano.
Il mero costo, in termini di tempo e di denaro, di un lavoro legale così complesso e multilaterale può mettere la proprietà intellettuale in fuorigioco – le spese legali, semplicemente, sono più costose di quanto il prodotto potrebbe guadagnare sui mercati aperti una volta fatto il lavoro legale. Questo ostacola l’innovazione scientifica, poiché il valore dell’informazione scientifica aumenta esponenzialmente se è connessa ad altra informazione scientifica, e si minimizza quando essa è tenuta segregata dal diritto.

Il sito Science Commons

Da Torino alla Cina con l'eolico

Sicme Motori compie 40 anni e propone un motore per il mercato eolico con generatori innovativi. Lo sviluppo tecnico è stato realizzato in collaborazione con il Politecnico di Torino, e garantisce vantaggi in termini di risparmio energetico, riduzione di materiali inquinanti e rendimento della macchina.

Sicme Motori l’azienda torinese , conosciuta per la produzione di motori elettrici industriali di grande potenza (fino a 2.500 chilowatt), lancia sul mercato mondiale innovative macchine elettriche sincrone a magneti permanenti, che garantiscono notevoli vantaggi in termini di risparmio energetico, riduzione di materiali inquinanti e rendimento della macchina il cui naturale campo di applicazione è il settore eolico.

Sicme Motori ha già avviato la produzione di generatori di elevata potenza (fino a 1,5cmegawatt) per pale eoliche di grandi dimensioni (70/80 metri di altezza) di importanti costruttori internazionali. Oggi l’azienda ha ampliato la produzione realizzando un motore anche per il settore minieolico (fino a
50 chilowatt) presentato all’ultima edizione milanese dell’EWEC (European Wind Energy Conference & Exhibition).

La scelta di investire in questa tecnologia si è dimostrata vincente ed è stata utilizzata anche per la realizzazione di nuovi motori per la movimentazione di ascensori. Sicme Motori ha messo a punto un
innovativo argano senza ingranaggi. Grazie a questo prodotto è arrivata la svolta cinese. "Abbiamo deciso di dare vita a un progetto nuovo, su un mercato nuovo, con soci nuovi e un'azienda nuova", illustra l'amministratore delegato Alberto Sola.

È così nata la joint venture Shanghai-Liaisicmemotori, che attualmente impiega trenta dipendenti, con l'obiettivo di produrre 1.500 motori nel 2007 e di raddoppiare nei due anni successivi fino ad arrivare a 6.000 unità nel 2009.

Il sito dell'azienda