Costruire il polo del sapere

Luigi La Spina su La Stampa

Al di là della fondatezza e dell’opportunità delle critiche rivolte dal rettore dell’Università al suo collega del Politecnico, durante l’inaugurazione dell’anno accademico, dispiace constatare l’apertura di un altro dissidio nella classe dirigente della città. Proprio in un momento in cui la crisi economica internazionale sembra colpire Torino e il Piemonte con particolare gravità. Un momento che richiederebbe, invece, la massima collaborazione e la più stretta unità d’intenti tra le istituzioni locali, intese nella maniera più estesa, per contribuire ad individuare soluzioni che possano alleviare le difficoltà di una congiuntura eccezionalmente sfavorevole.

Ecco perché non dev’essere interpretata come una provocazione, o come una imperdonabile ingenuità, la proposta di una iniziativa pubblica che inviti tutti gli interessati al lancio di un progetto per il rafforzamento, nel nostro territorio, di un polo educativo-formativo di eccellenza.

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Inaugurata la Nuova Porta Nuova

Via Lastampa.it

Non era mai stata inaugurata la stazione di Torino Porta Nuova, che oggi ha vissuto il suo primo simbolico taglio del nastro alla presenza del ministro Altero Matteoli, dell’ad delle Ferrovie, Mauro Moretti, della presidente della Regione, Mercedes Bresso e del sindaco, Sergio Chiamparino.

Lo ha ricordato l’amministratore delegato di Grandi Stazioni (gruppo Fs), Fabio Battaggia. «Aperta per la prima volta al pubblico nel dicembre 1864 – ha detto Battaggia – i lavori vennero ultimati nel 1868 ma Torino non era più capitale d’Italia e si preferì non procedere all’inaugurazione ufficiale».

La stazione, che è la terza per grandezza in Italia, ha continuato ad essere operativa durante i tre anni di lavori, garantendo la piena fruibilità agli oltre 190.000 passeggeri al giorno, più di 7 milioni all’anno. Il valore degli interventi, realizzati da Italiana Costruzioni, è stato di 45 milioni di euro e sono stati riqualificati 50.000 metri quadrati, di cui 15.000 dedicati ai servizi, allo shopping e al ristoro.

Via Repubblica

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Parte la StartCup 2009

startcup-2009Entra nel vivo la Start Cup Torino Piemonte la competizione per progetti imprenditoriali innovativi, che ha l’obiettivo di diffondere la cultura d’impresa, promuovere i settori hi-tech e dare un suo contributo all’esigenza di crescita e di rinnovamento del sistema economico.

Da cinque anni la Start Cup Torino Piemonte è un’occasione offerta a studenti e ricercatori per trasformare i risultati della ricerca in progetti imprenditoriali. L’iniziativa non è però solamente rivolta al mondo della ricerca, in quanto è aperta a tutti gli aspiranti imprenditori, e anche alle imprese che intendano avviare spinoff, avvalendosi del supporto offerto dai promotori: I3P, l’Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino, lo Staff Cultura d’Impresa e del Lavoro dell’Università di Torino, e
l’Ufficio Ricerca Scientifica e Relazioni Internazionali dell’Università del Piemonte Orientale. In questi anni la Start Cup Torino Piemonte ha fatto emergere 519 idee imprenditoriali da cui sono originate una novantina di imprese.

La prima scadenza è il 16 aprile, per la presentazione di una descrizione sintetica dell’idea / progetto. Per la consegna dei business plan c’è invece tempo fino al 16 luglio 2009. Chi presenta un’idea potrà ricevere assistenza per la fase successiva mentre per i migliori business plan, selezionati grazie a un comitato che include imprenditori e investitori, sono previsti premi in denaro: 20.000 euro per il primo classificato, 15.000 per il secondo e 10.000 per il terzo. I primi 5 finalisti parteciperanno poi al Premio Nazionale per l’Innovazione, la “Coppa dei Campioni” dei progetti di impresa.

Grazie al sostegno di autorevoli sponsor, sono previsti premi speciali da  7.500 euro:  il Premio ICT, offerto dall’Istituto Superiore Mario Boella, il Premio Turismo & Innovazione, offerto dall’Assessorato al Turismo della Regione Piemonte, il Premio Donna Innovazione, offerto dalle Consigliere di Pari Opportunità di Torino e Novara. Sono inoltre previsti due contributi, sempre da 7.500 euro, offerti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo per i due migliori progetti di impresa che intendano insediarsi nella Provincia di Cuneo, e altri due offerti dal Consorzio UN.I.VER., per chi si insedierà presso l’Incubatore di Imprese Innovative di Vercelli.

Torino la prossima capitale del cinema ?

Ida Ferrati su Blogosfere cultura

Il Bene e il Male, serie poliziesca di Rai Uno con Gianmarco Tognazzi e Bianca Guaccero, in onda il lunedì, è ambientata a Torino. Così come nel recente passato altre famosissime fiction quali Elisa di Rivombrosa, La contessa di Castiglione, Vivere e Cento vetrine. Per parlare soltanto di serie televisive. Perché le produzioni totali (fiction, film, documentari, animazione e pubblicità) che dal 2000 hanno avuto come location Torino sono 366.

Ma perché proprio Torino? La prima risposta sta in quattro lettere: FCTP ovvero Film Commission Torino Piemonte ente senza fini di lucro, che lavora in modo esemplare a supporto delle produzioni.

L’ Ente, nato nel 2000, è stato voluto e sostenuto finanziariamente dal comune di Torino e dalla Regione Piemonte.

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Noi e l'ateneo abbiamo due modelli diversi

Continua la polemica fra Universita e Politecnico su La Stampa

Il giorno dopo è l’ora dei pompieri. Tutti a gettare acqua sul fuoco e stemperare la tensione che corre sull’asse Università-Politecnico. Scende in campo la diplomazia accademica. Si cerca di ricomporre, ridimensionare, minimizzare. Il Rettore del Poli, Francesco Profumo, è rientrato a Torino. Anche lui scansa le polemiche. Però fa chiarezza. E risponde indirettamente alle accuse lanciate dal «magnifico» di via Po.
Professor Profumo, l’Università vi accusa di scarsa collaborazione. Peggio, di perseguire logiche di concorrenza. Ha ragione?
«No. Sono sorpreso per quelle parole. Lunedì non ero presente, per cui non posso dare un giudizio approfondito. Però le parole del Rettore dell’Università mi hanno sorpreso».

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Digitale terrestre, prime sconfitte

Aldo Grasso sul Corriere

Un dubbio, un forte dubbio, sta serpeggiando fra gli operatori del settore: a Mediaset qualcuno non ci dorme la notte; in Rai dicono che non è colpa loro, che se non ci fosse stata di mezzo l’imposizione dell’Unione europea…; al ministero rassicurano, non potendo fare altro. Il dubbio nasce dal fatto che, dopo infiniti rimandi, il digitale terrestre incontra più difficoltà del previsto e che, alla fine, rischia di rivelarsi per quello che è: una tecnologia obsoleta, costosa, limitata. Quello che l’ex ministro Gasparri presentava come il Paradiso terrestre delle comunicazioni pare ogni giorno di più un inferno. La messa in opera del Dtt è in sofferenza, come testimonia la Sardegna, dopo lo switch off di ottobre, lo spegnimento della tradizionale tv analogica e il passaggio coatto alla nuova tecnologia. In molte zone ci sono seri problemi di ricezione: non si vede ancora il nuovo ma non si vede più neanche il vecchio. Della nuova situazione ha approfittato Sky, aumentando il normale trend dei propri abbonamenti sull’isola. Che il passaggio da una tecnologia di vecchio tipo a una nuova comportasse una serie di problemi lo si sapeva, succede in tutti i campi. C’è molta confusione sui decoder (quelli comprati a minor prezzo non danno garanzie di affidabilità, alcuni non hanno nemmeno gli standard europei e quindi non riescono a captare le frequenze Vhf, su cui trasmette la Rai), la sintonizzazione dei canali non è impresa facile, molte antenne vanno sostituite o ripuntate e comunque liberate dei vecchi filtri. Nei centri urbani i risultati cominciano a dare i loro frutti e dove prima si vedevano 20 o 25 canali adesso se ne possono vedere 80, con una migliore qualità dell’immagine. Ma i veri problemi di fondo sono altri, due in particolare. La tecnologia del Dtt è una tecnologia pesante, ha bisogno di molti trasmettitori, più potenti e più capaci dei mille e mille vecchi tralicci con cui, in cinquant’anni di storia, la Rai è riuscita a «illuminare» l’intero Paese.

Consegnato il premio Odisseo 2008

Il Premio Odisseo 2008 – la cui giuria è composta da imprenditori, giornalisti, docenti ed è ideato dal Club Dirigenti Vendite e Marketing e dal Club Comunicazione dell’Unione Industriale – ha assegnato il Superpremio per l’innovazione a Danilo Ragona. Ha inventato e realizzato una innovativa sedia a rotelle per disabili.

Altri premiati sono Fabrizio Capello, dell’Iveco, Alberto Rava della Varian, Barbara Genesi di Vodafone Omnitel, Giovanni Stramandinoli della omonima azienda, Francesco Ardito della Vieweb.it, Bruno Ferrero della Memc electronic materials, Antonio Cacciatori della Ubibanca Private Investment, Omar Gavinelli della Sait, Emilio Gallocchio della Alstom Ferroviaria.

Il Premio Odisseo valorizza il connubio stretto tra creatività artistica e creatività manageriale, come due facce della stessa vocazione all’intraprendenza e alla innovazione.

Reply spiega l'operazione Motorola

Via Computerworld Italia

Il centro di ricerca e sviluppo di Torino di Motorola, per il quale Reply ha firmato nei giorni scorsi un accordo di acquisizione, diventerà un centro di ricerca per le tecnologie machine-to-machine (M2M), ovvero sistemi hardware e software per lo scambio di informazioni e l’interazione fra dispositivi in rete, volti all’automazione dei processi mission critical.

L’acquisizione del centro ricerche Motorola s’inquadra nella strategia di sviluppo di Reply articolata su quattro direttrici: reti di processi, di persone, di servizi e di oggetti. Il M2M, alla base dell’internet degli oggetti, è un mercato che in Italia vale oggi oltre 230 milioni di euro (stima NetConsulting) e si prevede che crescerà di circa il 20% in media all’anno nel periodo 2008-2011. A livello mondiale si stima che il mercato M2M raggiungerà il valore di 220 miliardi di euro nel 2010, con un tasso di crescita anno su anno del 50% (stima Idate).

Il centro di Torino, che attualmente comprende 339 dipendenti, porta in dote a Reply liquidità per 20,6 milioni di euro e 3 milioni di altri asset. Reply ha acquisito tale ramo d’azienda a una “cifra simbolica” e accederà a un finanziamento pubblico per la ricerca pre-competitiva che potrebbe arrivare fino a 25 milioni (20 milioni a fondo perduto, più almeno altri 5 milioni a tasso agevolato); 10 milioni saranno messi a disposizione dalla Regione Piemonte, 15 milioni dal Ministero dello Sviluppo Economico.

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I 250 anni dell'Osservatorio di Torino

Piero Bianucci su Lastampa.it

Il 2009, Anno Internazionale dell’Astronomia proclamato dalle Nazioni Unite, è per Torino anche il 250° anno dalla nascita dell’Osservatorio astronomico della città. La nascita di questa istituzione risale infatti al 1759, quando Carlo Emanuele III decise di dotare l’Università di Torino di una piccola specola, che fu installata su una torretta di via Po, nel palazzo dove abitava Padre Beccaria, lo scienziato a cui il Savoia aveva affidato la misura del “Gradus Taurinensis”.

L’Osservatorio passò poi nel 1789 sui tetti dell’Accademia delle Scienze e nel 1822 , con la direzione di Giovanni Plana, a Palazzo Madama, dove rimase fino al 1912, quando Padre Giovanni Boccardi inaugurò la sede attuale sulla collina di Pino Torinese.

Una mostra di antichi strumenti dell’Osservatorio celebrerà il compimento dei due secoli e mezzo di questa istituzione scientifica torinese: si inaugurerà a Palazzo Lascaris il 1° ottobre e ci sta lavorando Ester Antonucci, attuale direttrice dell’Osservatorio, con il supporto dell’Inaf, della Regione Piemonte e altre istituzioni.