Torino che cambia

Esiste un legame originario tra la sfera politica e quella urbanistica, testimoniata dalla radice etimologica analoga, che si riferisce nel primo caso alla pòlis greca e nel secondo all’urbs latina: i vocaboli che nelle rispettive lingue indicavano la città. Alla dimensione pubblica e civile della pòlis era subordinata la dimensione privata ed utilitaristica dell’oìkos, su cui sono modellati il vocabolo latino ½conomia ed il nostro economia.

Il paradosso in cui viviamo è che ad un’apparente estensione della democrazia, attraverso il consolidamento di procedure istituzionali, si accompagni il rovesciamento di questo originario rapporto, in direzione di una prevalenza degli interessi dei singoli (in qualità di costruttori, progettisti, impresari, immobiliaristi, semplici acquirenti di case o consumatori…) su quelli della collettività, in cui pure quei singoli sarebbero inclusi.

Il ciclo d’incontri programmati dall’Unione Culturale intende far emergere le contraddizioni e i danni causati da questo processo, rilevando come, da un lato, le scelte urbanistiche non vadano mai considerate né ovvie, né obbligate e, dall’altro, il coinvolgimento dei cittadini sia indispensabile perché queste rispondano alle esigenze della comunità. L’intento di avviare un percorso di riflessione sistematica ed interdisciplinare sull’argomento ha portato infine ad individuare come esempio di un possibile modello alternativo del rapporto tra cittadinanza e spazi il Parco d’Arte Vivente, inaugurato nel novembre 2008.

Sequestrati e rilasciati tre manager Fiat

Via Repubblica

Cinque ore di sequestro o, come preferivano dire in serata sia la polizia sia la stessa Fiat, di una «trattativa prolungata con la minaccia di un sequestro». Per tre dirigenti della casa torinese, due belgi e l´italiano Giuseppe Farinazzo, il pomeriggio è diventato comunque agitato quando sono saliti i toni della discussione nella trattativa sindacale iniziata alle 13,30 nel Fiat center di Chausse de Louvain a Bruxelles.

Trattativa difficile che era iniziata il 12 dicembre scorso quando alla riunione del Comitato aziendale europeo i vertici del gruppo avevano illustrato il piano di riduzione degli organici nello show room della capitale belga. Su 90 dipendenti il Lingotto intende tagliarne 24, quasi un terzo. Quattro mesi di trattativa non hanno portato a passi avanti significativi fino alla drammatizzazione di ieri. I tre manager che stavano trattando sarebbero stati chiusi nella stanza da dove sono usciti solo alle 18,30 senza rilasciare dichiarazioni.

Nel pomeriggio un portavoce della polizia di Bruxelles spiegava che le forze dell´ordine non intendevano intervenire: «Siamo in contatto con il responsabile delle concessionaria – diceva un portavoce – e non ci risultano prese di ostaggi. Non è dunque necessario il nostro intervento». Toni rassicuranti anche se da Torino giungeva una versione leggermente diversa: «Non ci sono situazioni di pericolo – sostenevano i portavoce – anche se nel corso della trattativa alcuni lavoratori hanno pensato di chiudere il nostro personale in una stanza per forzare la mano».

Il lieto fine delle 18,30, con i dirigenti che lasciano la sede del Fiat center, somiglia più a una tregua che a una pace vera e propria. Tanto che il governo belga ha convocato le parti per i prossimi giorni con l´obiettivo di trovare una conciliazione.

Le prospettive sono ancora difficili. In serata un comunicato dei sindacati locali fornisce una versione dell´accaduto: «C´è il rischio di un ulteriore peggioramento della trattativa – scrivono le organizzazioni dei lavoratori – perché dopo quattro mesi di incontri il personale si attendeva un reale progresso. Invece il negoziatore di Torino ha ripetuto come un automa le stesse posizioni inaccettabili. Il personale ha occupato gli accessi agli uffici della direzione e preteso dai negoziatori un progresso concreto da subito. Da allora la situazione è bloccata».

Working Capital Barcamp Tour

Via Vittorio Pasteris

Working Capital è un progetto attraverso cui Telecom Italia intende sostenere le migliori iniziative imprenditoriali nell’ambito del web 2.0 e delle nuove frontiere di Internet: esso si propone come uno strumento concreto per il rilancio dell’innovazione tecnologica in Italia.

Telecom Italia, con il supporto di dPixel, individuerà progetti d’impresa in settori come i social media, le web tv, la musica digitale e il digital marketing: le idee selezionate usufruiranno delle infrastrutture e del know how di Telecom Italia, che diventerà loro partner tecnico imprenditoriale.

Il Working Capital Barcamp Tour è un ciclo di cinque barcamp per discutere di innovazione e creazione di impresa e per conoscere nuove idee imprenditoriali e progetti di ricerca di cui Telecom Italia possa diventare partner.    Se avete un’idea imprenditoriale 2.0, partecipare a uno dei barcamp è un’ottima occasione per iniziare a parlarne con Telecom Italia.

Stiamo lavorando per portare a Torino uno dei Working Capital Barcamp del Tour

Fiat e Chrysler secondo CNN

Via Cnn Money

The deaths of Agnelli in 2003 and his younger brother Umberto 16 months later left the company’s survival in serious doubt. That’s when Marchionne was hand-picked by longtime Agnelli confidante Gianluigi Gabetti and John Elkann, then 28, Gianni Agnelli’s grandson and heir to the family’s business empire.

Elkann decided to reinvest family money into the car business, and give carte blanche for a company-wide overhaul to Marchionne, who had risen to the top of a Swiss-based quality control company and sat for several years on Fiat’s board.

The new CEO had a three-pronged approach to turning the company around: clean house of top executives and middle managers who’d grown complacent in the final Agnelli years; forge limited partnerships with other automakers, including Tata in India; and above all, return to the core business of making affordable automobiles. “Now you have a base of top 30- and 40-something managers,” says Schivardi. “They also bet on clean technology, which acquired major value at the moment Obama was elected.”

Not surprisingly, Fiat too is suffering from a drop in sales as the auto industry reels from the global economic crisis, though the Italian government’s new-car purchase incentives have helped cushion the blow.
Leggi tutto “Fiat e Chrysler secondo CNN”

Google si da al venture capital

Via Vittorio Pasteris

Google apre Google Ventures

Google Ventures seeks to discover and grow great companies – we believe in the power of entrepreneurs to do amazing things. We’re studying a broad range of industries, including consumer Internet, software, hardware, clean-tech, bio-tech and health care. We invest anywhere from seed to mezzanine stage and embrace the challenge of helping young companies grow from the garage to global relevance.

Cari professori insegnate gratis

Andrea Rossi su Lastampa.it

Il messaggio suona più o meno così: cari professori, conoscete la situazione, non ci sono più soldi, mancano i fondi per fronteggiare le spese ordinarie e non sappiamo come chiudere i bilanci di quest’anno, figurarsi del prossimo. Vi chiediamo uno sforzo: insegnare gratis, almeno per il 2010, in attesa di tempi migliori.

Un bel po’ di docenti dell’Università se lo è sentito dire da parecchi presidi di facoltà. Sia chiaro, si tratta di professori a contratto: studiosi o esperti in settori specifici assoldati dalle facoltà per tenere corsi o attività integrative. In tutto sono mille, circa: professionisti che hanno già un altro lavoro e insegnano percependo un contributo che raramente sfora i mille euro al mese. Più per soddisfazione personale o prestigio che per necessità.

Per ore non tutte le facoltà hanno già varato il piano di riduzione. Ma è probabile che quasi tutte alla fine cederanno, quando le dimensioni dei tagli saranno definite dall’ateneo. Uno dei primi a correre ai ripari è stato il preside di Lettere, Lorenzo Massobrio. Ha riunito i suoi docenti a contratto, circa 50. Ha parlato chiaro: «La situazione economica è molto preoccupante. Per il prossimo anno non possiamo garantire di poterli pagare, visto che saremo costretti a sforbiciare pesantemente il bilancio. Per questo motivo ho chiesto loro la disponibilità a insegnare gratis, senza percepire alcun compenso o rimborso». Se non è un appello poco ci manca: «Molti mi hanno già comunicato di essere disposti ad accogliere la mia richiesta». Così, le facoltà non saranno costrette a ridurre l’offerta formativa più di quanto hanno già deliberato. A Medicina, dove i docenti a contratto si aggirano sui 150 e costano 3-400 mila euro l’anno, il preside Palestro ha già messo a punto la cura dimagrante. «I soldi per tutti quei professori non ci sono più. Nell’esigenza di risparmiare abbiamo chiesto a molti un sacrificio: al personale a contratto di lavorare senza compenso e agli strutturati sotto-occupati di prendersi in carico un insegnamento in più, per il quale altrimenti avremmo dovuto assumere un docente a contratto».

Anche il preside di Scienze Politiche Franco Garelli si è rivolto ai suoi professori. «Da quest’anno abbiamo già cominciato a ridurre i contratti, mantenendo solo i più importanti». Del resto, gli insegnamenti a contratto spesso corrispondono a un allargamento dell’offerta formativa. «Là dove i corsi non sono così essenziali da dover essere mantenuti a tutti i costi abbiamo chiesto ai docenti di svolgere l’attività gratuitamente», spiega Garelli. «Con le contrazioni ai bilanci è evidente che la priorità va agli studenti e ai servizi essenziali. Gli insegnamenti importanti verranno attivati; per gli altri, che sono offerte supplementari, siamo costretti a stringere i cordoni della borsa».

L’Università ha già stabilito di ridurre i corsi di laurea da 204 a 173, l’anno prossimo. Meno corsi significherà, probabilmente, meno insegnamenti. Ma le facoltà, a quanto pare, hanno cominciato ad attrezzarsi per tempo.

Cassa integrazione da record

Diego Longhin su Repubblica.it

Un´ascesa vorticosa. Nei primi due mesi del 2009 le ore di cassa integrazione ordinaria sono aumentate di otto volte rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A rilevare il dato preoccupante un focus della Cgil nazionale sul Piemonte: «L´aggravamento della crisi produttiva, iniziata con la cassa integrazione in Fiat, a partire dal mese di settembre 2008, esplode incontenibile nei primi due mesi del 2009», dice Susanna Camusso, illustrando il rapporto dell´osservatorio sulla Cig del dipartimento settori produttivi del sindacato di corso d´Italia. In Piemonte si sono raggiunte le 9.804.932 ore di cassa ordinaria, con un aumento sullo stesso periodo del più 787,51 per cento. Più contenuta risulta la crescita della cassa integrazione speciale +31,25 per cento, ma solo se confrontato con gli aumenti a tre cifre di questi periodi.

Il settore metalmeccanico, che tocca in maniera trasversale più filoni, è il più colpito. L´aumento segna nel meccanico un più 1.033,51 per cento, mentre nel settore metallurgico si arriva a 1.831,59 per cento in più. Nel comparto del Legno si registra un più 1.148,05 per cento, nel filone chimico più 1.378,31 per cento, il settore delle Pelli e cuoio si contiene in un più 832,07 per cento. Le ore crescono a dismisura nel comparto dei Trasporti e comunicazioni, in valore percentuale, con un più 3.396,99 per cento. La provincia dove il balzo in avanti è maggiore è quella di Torino con un più 1.182,57 per cento..

Camusso è preoccupata per «la diminuzione della produzione di beni strumentali che si trasformano nella incontrollabile crescita della Cig e di procedure di mobilità del settore come si può vedere dal focus sul Piemonte». E aggiunge: «Quando precipita la produzione dei beni strumentali – sottolinea – significa che si stanno fermandosi gli investimenti»..

Ma le ore di cassa cresceranno ancora? Per Mauro Zangola, responsabile dell´ufficio studi dell´Unione industriale di via Fanti, «si sarebbe ormai toccato il fondo – dice – la situazione rimane molto critica, ma dalle previsioni emerse dalla nostra indagine, che ha un orizzonte fino a giugno, gli incentivi al settore auto avrebbero rimesso in moto di un minimo la produzione». Quindi gli effetti si dovrebbero riflettere anche su una stabilizzazione della cassa che, come confermano anche gli industriali, da ottobre ad oggi è schizzata al massimo.

Un orto online

Via Vittorio Pasteris

Un orto online che da virtuale diventa reale, con i prodotti della terra consegnati, una volta maturi, a casa dell’affittuario sul web. Tre fratelli di Santhià, proprietari di un’azienda risicola, hanno sviluppato la coltivazione a distanza, un progetto di coltivazione orticola a consumo diretto.

Hanno dedicato al progetto un ettaro della loro azienda, che può essere frazionato in orti di cinque dimensioni, da quello più piccolo, 30 metri quadri per single o coppie, al più grande, 250 metri quadri, per famiglie torinesi Sull’appezzamento scelto, affittato pagando un canone da 850 a 2.050 euro all’anno, i coltivatori a distanza fanno seminare le verdure a loro piacimento. Poi ne seguono la crescita sul web fino a quando se le vedranno consegnare a casa dai coltivatori di Santhià.

Campus, l'agricoltura cambia

Maurizio Tropeano su La Stampa

Campus, il salone della nuova agricoltura debutta sul mercato italiano. L’appuntamento è a Torino dal 26 al 29
marzo. La scelta del Lingotto, un tempo cuore della produzione automobilistica nazionale dà anche il senso di una
scommessa giocata dalla Regione: Far conoscere e capire il mondo rurale al consumatore, in particolare a quello di città, spiega l’assessore all’Agricoltura, Mino Taricco.

Ma l’appuntamento è anche per dar voce e strumenti a vecchi e nuovi protagonisti che hanno deciso di puntare le loro carte sull’innovazione perché «oggi l’agricoltura non è più solo produzione ma gestione del territorio, promozione, educazione alimentare, produzione di energie alternative», spiega ancora l’assessore.

Nelle intenzioni della Regione Campus dovrebbe diventare «un punto di riferimento per il settore agricolo del nostro Paese con una filosofia precisa: offrire alle aziende agricole gli strumenti e le innovazioni utili ad affrontare in maniera più efficace il mercato, migliorando la qualità della vita, il lavoro e la redditività».

Campus insomma ha «una doppia anima», come spiega Andrea Venier, direttore di Lingotto Fiere. Da un lato si rivolge agli operatori professionali per i quali è stato organizzato un ricco calendario di convegni e workshop – dall’altro si apre al grande pubblico, nelle giornate di sabato 28 e domenica 29, giorno in cui, in particolare, il piazzale di Lingotto Fiere accoglierà il Farmers’ Market, con oltre 80 bancarelle di prodotti a chilometro zero, «un’occasione concreta per parlare di filiera corta, qualità e sicurezza alimentare».

La prima edizione di Campus ospita oltre 150 espositori, la maggior parte arriva dal Piemonte, ma con significative presenze da Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Lazio, Calabria e Sicilia. Gli organizzatori hanno allestito anche un area dove saranno illustrati i «Best Case», cioè «gli esempi migliori e più rappresentativi tra le aziende agricole italiane che producono, trasformano, si organizzano e distribuiscono in modo innovativo e vincente». Sono state selezionate 11 realtà produttive privilegiando quelle esperienze legate alla filiera corta e all’associazionismo. E poi sarà possibile approfondire l’esperienza degli agriasili, luoghi dove i bambini possono crescere seguendo il ritmo delle stagioni a contatto con la natura.