La Sindone 2.0 per Iphone viene da Torino

Un navigatore interattivo che guida passo passo nella visita alla Sindone e alla scoperta di Torino. È Sindone, la nuova applicazione di Seac02 per iPhone e Blackberry che, grazie alle possibilità della realtà aumentata, fa entrare i pellegrini nel XXI secolo. Le opportunità offerte da Sindone sono molte. Innanzitutto indica al pellegrino, a seconda della sua posizione in città, i punti di interesse relativi a luoghi di culto, attività e negozi convenzionati, musei e altre informazioni utili. Tutto apparirà direttamente sul display del cellulare in 3d e in tempo reale, indicando la giusta direzione da seguire.

Sindone offre poi tutte le informazioni di dettaglio sull’Ostensione vera e propria, dal promemoria della propria prenotazione della visita al Sacro Lenzuolo e al Museo della Sindone (data e ora) a tutte le indicazioni su come accedere all’Ostensione e a tutte le istruzioni da seguire. Ma anche un proprio itinerario personale turistico-religioso con tutti gli eventi di interesse e la possibilità di inserire indirizzi (per esempio quello del proprio hotel) o riferimenti di interesse. Infine, Sindone offre un virtual tour del Museo della Sindone e dettagli relativi ad ogni punto di interesse presente sulla mappa interattiva (breve descrizione dei Musei, Chiese, Raduni, Eventi previsti, Concerti, Ostelli, ecc.) con orari e segnalazioni.

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ESOF 2010: A trip in Torino Valley

L‘associazione Torino Valley partecipa al programma di ESOF 2010 con una tavola rotonda che farà parte della sezione Science to Business. Il titolo della tavola rotonda è “A trip in Torino Valley” ed ha l’obiettivo di presentare brevemente ai partecipanti di Esof 2010 l’ecosistema della creatività, della ricerca, del business correlato che si è saldamente impiantato in Torino e nei distretti limitrofi.

L’evento è fissato per il 6 luglio dalle 17.15 alle 18.00 nella sede di tutte le sessioni di Science to Business è al Centro Congressi del Lingotto. Per una anticipazione del programma

Piccoli scienziati crescono a Torino

Via Repubblica

Innamorarsi della scienza sin da piccoli. Ma come? Non attraverso il percorso più ostico delle nozioni teoriche, ma con quello più diretto e più duraturo dell´approccio empirico: toccando con mano, sperimentando, scoprendo in prima persona.

La novità è comparsa sul sito della Compagnia di San Paolo, che annuncia un nuovo progetto per formare gli scienziati di domani sin da quando siedono sui banchi della scuola elementare e media e prima. Il progetto si chiama “Xché?, il Laboratorio delle curiosità”, la sua realizzazione è affidata alla Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo ed è nato sul modello dello Science for children ideato da sir Harold Kroto, convinto che la scintilla per la scienza debba scoccare molto presto.

E proprio il premio Nobel per la chimica sarà il presidente onorario della commissione scientifica dell´iniziativa: domani avrà un incontro con Anna Poggi, presidente della Fondazione per la scuola. “Xché?” è finanziato con 2 milioni di euro della Compagnia ed è indirizzato a tutte le scuole elementari e medie italiane, con un´attenzione particolare per quelle piemontesi. “Vietato non toccare”, recita lo slogan inventato per il nuovo science center torinese dei piccoli – il secondo europeo dopo quello di Parigi – che avvierà la sua attività di formazione nel prossimo anno scolastico. «I bambini verranno coinvolti attivamente – spiega Anna Poggi – Gli esperimenti avranno come punto di partenza lo stupore e la meraviglia dei bimbi di fronte ad un fenomeno inatteso e inspiegabile ma “reale”, che accade e si verifica davanti ai loro occhi. Coinvolte emozioni e percezioni, si passerà poi in modo automatico al ragionamento».

La rivolta dei ricercatori torinesi

I ricercatori torinesi hanno deciso di non insegnare più in modo volontario

Adesso fanno sul serio. Altro che minaccia sbandierata per ottenere condizioni migliori o limitare un precariato fuori controllo. Stavolta non è una provocazione, ma una decisione già presa e messa nero su bianco in una facoltà dell’Università di Torino e che presto potrebbe dilagare in tutte le altre: i ricercatori non vogliono più insegnare. Basta corsi, basta didattica, basta esami. Dal prossimo anno, a Scienze, torneranno a occuparsi solo di quel che prevede la legge: fare ricerca e seguire la didattica complementare, ad esempio le esercitazioni.

«L’abbiamo deciso a malincuore», racconta Alessandro Ferretti, ricercatore al dipartimento di Fisica sperimentale. «Smetteremo di svolgere tutti quei compiti didattici a cui fino a oggi ci siamo dedicati con passione, su basi volontarie, e per il bene degli atenei e dei loro studenti. Da ottobre lavoreremo a tempo pieno al nostro compito istituzionale». Il motivo di questa rivolta è tutto racchiuso nel nuovo disegno di legge sull’Università. «Speriamo che la nostra protesta serva ad attirare l’attenzione sulle condizione disastrose che il ddl Gelmini produrrà dentro gli atenei, soprattutto sul fronte del personale», spiegano.

La riforma varata dal ministero, che presto passerà all’esame del Parlamento, per chi si occupa di ricerca contiene infatti una rivoluzione: introduce la figura del ricercatore a tempo determinato, con contratti di tre anni rinnovabili per altri tre, «con il risultato che alla fine ci si potrebbe trovare senza un concorso cui partecipare, obbligati a reinventarsi una professione fuori dall’Università a 40 anni. Inoltre, se anche il concorso fosse previsto, si scatenerebbe una “guerra tra poveri”: da una parte i ricercatori strutturati, che aspirano a un avanzamento di carriera; dall’altra quelli a tempo determinato, che rischiano di uscire dall’Università». Leggi tutto “La rivolta dei ricercatori torinesi”

Inv-factor: per scoprire giovani talenti dell’innovazione tecnologica

Via Lastampa.it

È indirizzato agli studenti delle scuole superiori, tra i 15 e i 19 anni, in particolare degli istituti tecnici, il concorso “Inv- Factor” lanciato dal Consiglio nazionale delle ricerche per scoprire giovani talenti dell’innovazione tecnologica.

La selezione, il cui nome è simile a quello di un popolare programma televisivo molto seguito dai giovani, fa seguito al successo ottenuto l’anno scorso dalla “vetrina delle invenzioni” realizzate da ragazze e ragazzi di alcuni istituti tecnici industriali di Roma e provincia, allestita nell’ambito di “Light-accendi la luce sulla scienza”, l’evento organizzato annualmente a Roma dal Cnr per avvicinare i giovani alla ricerca scientifica: tra le fonti d’ispirazione anche l’istituto giapponese per l’invenzione e l’innovazione e all’”International Exhibition for Young Inventors”.
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La Festa della Matematica 2010

Calcolatrice alla mano, prontezza ed entusiasmo: ritorna la settima edizione della Festa della Matematica, in programma venerdì 12 marzo presso i locali dell’8 Gallery in via Nizza 230, che dalle 9 alle 18 terrà impegnati studenti, appassionati e dilettanti in una serie di attività in cui numeri e logica saranno i protagonisti.

La kermesse, organizzata dall’associazione Subalpina Mathesis, sezione Bettazzi, in collaborazione con il Liceo scientifico N. Copernico e con il contributo della Compagnia di San Paolo, si inserisce nell’ambito delle Olimpiadi nazionali di matematica. L’avvio sarà dato alle 9,30 in una delle multisale del cinema Pathè con la presentazione dell’iniziativa da parte del prof. Franco Pastrone, presidente dell’associazione Mathesis.

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La memoria della Scienza Piemontese

Un progetto in Vista di Esof 2010

La memoria del Futuro è un progetto dell’Assessorato alla Ricerca e all’Università della Regione Piemonte e di Memoro , la Banca della Memoria che rende omaggio alla ricerca scientifica e tecnologica del Piemonte. Una regione che nel passaggio tra Ottocento e Novecento ha prodotto protagonisti di primo piano nel campo della matematica, della fisica, della medicina, dell’antropologia.

Alla scuola di Anatomia Umana di Giuseppe Levi, padre di Natalia Ginzburg, si formano tre premi Nobel: Rita Levi Montalcini, Renato Dulbecco e Salvador Luria. È alla facoltà di Fisica che, in piene leggi razziali, il giovane chimico Primo Levi trova chi gli consente di svolgere le attività sperimentali necessarie al conseguimento della laurea in Chimica.

La memoria del Futuro intende porre l’attenzione su una regione ancora oggi ricca di sapere scientifico, un territorio in cui la connessione tra ricerca e applicazione è significativa per una serie di settori produttivi che vanno dall’auto all’aeronautica, dal design all’editoria, passando per il cinema, la radio, la televisione e la telefonia.

Progettato a Torino Solarox il pigmento per l’edilizia del futuro

Una nuova famiglia di pigmenti Solarox, è stata progettata in Italia attraverso la collaborazione tra la Rockwood Italia Spa e il Dipartimento di Chimica Analitica dell’Università di Torino, e sarà commercializzata in tutto il mondo dal gruppo multinazionale Rockwood Holding Inc.

Per il Rettore Ezio Pelizzetti, ha detto: “Come chimico è con enorme soddisfazione che vedo che le idee da me sviluppate ormai trent’anni fa giungono ad essere implementate a livello commerciale. Il percorso della ricerca richiede sovente tempi lunghi. E’ proprio su una visione a lungo termine, che contempla la ricerca di base, e lo sviluppo di concetti che ai più possono apparire curiosi se non sempre segnati dal dubbio del “a cosa serve?”, che prevede un attento e laborioso sviluppo di conoscenza sperimentale, e che poi diventa ricerca applicata, che si deve articolare la programmazione della ricerca scientifica. I due tempi della ricerca di base e della ricerca applicata devono essere supportati prima dal sistema di ricerca pubblico (universitario) e poi da quello privato. L’attività Università-Rockwood mostra come possa essere sinergica e fortemente produttiva la ricerca applicata”.
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Da Torino il social network per sportivi

Via Futura

We-sport2Marco lavora per una multinazionale e ogni giorno è in una città diversa. Gli piace correre ma è sempre solo e si annoia. Con We-Sport potrà programmare i suoi allenamenti nelle città in cui si troverà per lavoro, trovando altre persone che hanno voglia di correre in sua compagnia.

Il progetto è stato presentato dalla Scuola universitaria interfacoltà in Scienze motorie di Torino e dal Centro ricerche Scienze motorie, ed è raggiungibile all’indirizzo web www.we-sport.com

Si tratta di un indirizzato ai praticanti attività sportive in grado di mettere in relazione tra loro gli utilizzatori sia attraverso l’attività sportiva praticata sia mediante la geo-localizzazione. In ogni momento l’ iscritto può visionare sulla mappa chi pratica il suo sport, in quali orari ed in quali giorni. La mobilità sarà gestita tramite applicazioni mobile e in caso di spostamenti l’utente potrà trovare dei partner per il suo allenamento in tutto il mondo. Attualmente sono gestiti duecento sport e una sezione per attività legate ai diversamente abili.

La peculiarità fondamentale della piattaforma è quella di avere al suo interno una mappa geografica condivisa su cui gli utenti inseriscono i propri dati. Gli utenti quindi non sono in correlazione fra loro soltanto tramite le informazioni testuali ma anche in funzione della loro localizzazione geografica.  A breve verrà rilasciata la versione mobile e l’applicazione  per l’iPhone.

Il Politecnico aiuta i soccorsi dei terremotati

Un gruppo al lavoro sulle imagini dal satellite

E’ dalla notte di martedì che il gruppo di studiosi di Ithaca, la no-profit di Politecnico e Siti, lavora senza sosta sulle immagini dei tre satelliti dell´Agenzia spaziale italiana, per mappare in tempo reale edifici crollati e vie d´accesso alla zone più colpite dal terremoto di Haiti. Il lavoro che servirà a guidare i soccorsi del World Food Programme è pronto questa mattina e traccia uno scenario tragico: «Nell´area più colpita della capitale, quella a est vicino alla costa, dove si trovano tutte le sedi diplomatiche, il 40% degli edifici sono crollati» racconta Piero Boccardo, direttore della associazione.

E aggiunge: «Noi attraverso le immagini di tipo radar dei nostri satelliti stiamo tracciando gli edifici crollati, l´accessibilità delle strade che sono piene di macerie o dei ponti quando sono ancora integri, verifichiamo dove si stanno raccogliendo le persone per indirizzare lì i soccorsi e cerchiamo spazi aperti nella zona periferica della città che rappresentino potenziali piste di atterraggio per gli elicotteri».

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