Da Torino Memesphere

Vittorio Pasteris su Lastampa.it
memE’ partito ieri Memesphere un servizio on-line che ha l’obiettivo di rappresentare e raccontare la blogosfera italiana. Lo slogan del servizio: “dialoghi, buzz, persone e umori della rete” riassume in poche parole i suoi scopi.

Le conversazioni sono la base dei media sociali e i media sociali sono la novità di questi anni. Le conversazioni sono il cuore e la linfa di un fenomeno che sta innovando le forme della comunicazione in rete.

Nella sua evoluzione quasi quotidiana, il mondo dei social media appare mutevole e inafferrabile. I blog e la blogosfera sono un mondo in velocissima evoluzione ed espansione, una realtà enorme di blogger, blog e contenuti che propongono degli interrogativi sia agli esperti che ai neofiti.

Come evolvono le conversazioni, chi le scatena ? Come si innesca il processo e chi fa partire le discussioni ? Con che parole vengono raccontati i fatti e con quali media digitali? Quali sono i veri protagonisti? Quali sono le vere fonti o semplicemente le più citate? La fonte più citata è anche quella più autorevole?

Memesphere è nato per rappresentate e raccontare questo mondo, vuole essere una fotografia fedele dei concetti e delle conversazioni on-line italiane in un certo periodo di tempo, uno strumento semplice e diretto rivolto a chi fa comunicazione e a chi partecipa ai media sociali. Il sito vuole diventare un piccolo punto di riferimento, una visuale semplice, un luogo dove le conversazioni e le parole si fissano per un breve istante per poi scomparire.

Memesphere aggrega e analizza migliaia di feed provenienti da blog e da altre fonti web e fornisce ogni giorno la fotografia delle conversazioni e dei concetti più citati dal popolo della rete italiano, ma anche dai media tradizionali. Una raccolta di temi, blog e parole chiave pe avere sotto mano un cruscotto per orientarsi. Un orizzonte breve che si rinnova di giorno in giorno, come dice Memesphere: “le parole rimangono nel tempo, ma appaiono nelle conversazioni a volte per pochi secondi”.

Il mondo degli architetti a Torino

Si apre il XXIII Congresso Mondiale dell’Architettura di Torino in un Palavela gremito di architetti e non solo, di congressisti e ospiti provenienti da ogni parte del mondo.

Dopo il saluto delle Autorità , fra cui Sandro Bondi, Ministro ai Beni Culturali, si sono tenute le prime sessioni di lavoro sui temi, tra l’altro, del linguaggio dell’architettura contemporanea e della giovane architettura Gli iscritti, a oggi, sono più di 8.000, oltre ai quasi 2.000 prenotati anche per i prossimi giorni, 600 relatori, 330 giornalisti, di cui circa 90 stranieri.

Leopoldo Freyrie ha ribadito il carattere sociale dell’architettura e la speranza che da questo congresso possa emergere un nuovo ruolo per l’architetto, in grado di fronteggiare le varie emergenze presenti su scala planetaria, dalle problematiche ambientali al tema della social housing.

Moltissimi gli studenti e i giovani che hanno affollato le sale del Lingotto Centro Congressi e il Palavela, a caccia di autografi e di fotografie con i progettisti più noti, da Hani Rashid a Kengo Kuma, da Paolo Soleri a Italo Rota.

Pensare innovativo

Lo sviluppo competitivo di un’impresa o di un settore economico è sempre condizionato dal contesto territoriale di riferimento e il successo dipende da molti fattori: infrastrutture, servizi, sistema creditizio, sistema educativo e sistema della ricerca. Ogni distretto, ogni regione, ogni Paese ha il proprio capitale tangibile e intangibile, fatto di strutture, competenze, relazioni, regole, tradizioni.

Questo vale in particolare per l’innovazione, fattore chiave della capacità competitiva di un’impresa. Perché la strada dell’innovazione, come ci ricorda George Bernard Shaw, non la si può percorrere da soli. Ma quali sono i presupposti culturali che incentivano comportamenti innovativi? Come si caratterizzano gli ambienti e i territori che favoriscono la nascita di imprese innovative? Esistono davvero modelli dell’innovazione di successo? E, soprattutto, sono esportabili in altri contesti?

Di questi temi, con particolare ma non esclusivo riferimento a Torino, si parlerà l 2 luglio alle 17,30, alla Fondazione Giovanni Agnelli nel corso di un dibattito in occasione della presentazione del volume La cultura dell’innovazione. Comportamenti e ambienti innovativi, a cura di Riccardo Viale.

Interventi di: Giorgetto Giugiaro – Presidente Italdesign, Andrea Bairati – Assessore Regione Piemonte Università, ricerca, politiche per l’innovazione, Riccardo Viale – Presidente Fondazione Rosselli e direttore generale Fondazione Cotec, Andrea Gavosto -Direttore Fondazione Giovanni Agnelli. L’ingresso è libero, ma il numero dei posti è limitato, per prenotarsi tel. 011 6500504 / 514 ; e-mail: [email protected]

Il nuovo View Award

Lo scorso anno, il View Award ha portato giovani incredibili animatori all’attenzione del pubblico e delle maggiori case di produzione mondiali. Dopo il successo internazionale delle edizioni 2005, 2006, e 2007 il View Award è pronto ad ampliare i suoi orizzonti con nuovi partecipanti.

Ancora una volta VIEW accetterà opere digitali realizzate sia da studenti che da non-studenti, che avranno realizzato un cortometraggio usando animazione 3D e VFX negli ultimi 3 anni, facendo diventare il nostro premio più competitivo e interessante di sempre.

Ad ogni modo, i lavori degli studenti saranno particolarmente benvenuti, dal momento che VIEW vuole sempre essere il luogo giusto per esprimere e scoprire nuovi talenti digitali. Basta compilare il modulo d’iscrizione e inviarlo.

Ecco la lista delle categorie del VIEW Award 2007.

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Frontiere dell’Interazione il primo luglio a Torino

La quarta edizione della conferenza “Le frontiere dell’interazione” si terrà a Torino il 1° luglio presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Museo di Arte Contemporanea, con apertura alle 8,30 e inizio delle relazioni alle 9,30.

L’evento che fa il punto sull’evoluzione del rapporto fra esseri umani e sistemi tecnologici, quest’anno si confronta con un mondo dove i beige computer desktop e le sue classiche modalità d’uso sono il vecchio, mentre la mobilità, l’internet delle cose, gli spime ne rappresentano una esplosiva evoluzione capace di influenzare radicalmente i nostri comportamenti sociali e la conoscenza che abbiamo del mondo che ci circonda.
Questa edizione, frutto di una stretta collaborazione con il consorzio TOP-IX, l’Internet Exchange dell’area del nord-ovest da sempre attento alle evoluzioni di Internet e alle sue ricadute sul territorio, ben si colloca nel panorama delle attività culturali di “Torino città Capitale Mondiale del Design”.
“Siamo contenti di sostenere una iniziativa come Frontiere dell’interazione che ha il pregio di proiettare in avanti le riflessioni sullo stato dell’arte delle nuove tecnologie e del loro impatto non solo sul mercato ma anche nella vita di tutti i giorni” dichiara Andrea Casalegno, direttore tecnico di TOP-IX.

L’environment culturale torinese, con eventi come lo SHARE Festival e la Conferenza Mondiale di Architettura, determinano un contesto ideale per raggiungere makers, i talenti, i ricercatori, ricercatori, ed aziende presenti sul territorio. Tra i makers attivatisi per Frontiers, ci sono anche i talenti di MaisonThe – brand del Gruppo Visiant, che supporta l’evento – che passano volentieri dalla progettazione dei servizi per le aziende top italiane, ad un po’ di sana sperimentazione nell’Internet delle cose.

Insieme ai giovani talenti l’organizzazione ha saputo coinvolgere personalità come lo scrittore Bruce Sterling, padre del genere cyberpunk e autore di “Beyond the Beyond” (Wired) ed Elizabeth Churchill, Principal Research Scientist di Yahoo! Essi saranno introdotti da un video di Jeffrey Schnapp, Direttore dello Stanford Humanities Lab, e seguiti da molti altri specialisti ed esperti italiani e stranieri come Nicolas Nova (LIFT Conference) e Bruno Giussani (scrittore e commentatore, direttore per l’Europa della TED Conference: Technology, Entertainment, Design).

Nella comunità degli sviluppatori c’è attesa per la presentazione di OpenSpime, un protocollo OpenSource che mira ad un ruolo da protagonista nella rivoluzione Internet of Things, realizzato dalla italo-californiana WideTag, inc. e che porterà sul palco alcuni talentuosi makers italiani che hanno lavorato su basi hardware opensource come Arduino e SunSpot.
“Soprattutto in estremo oriente le nuove generazioni nascono ‘browserless’ e ‘mobile’ – dichiara Leandro Agrò (fondatore di Idearium.org e organizzatore della Conferenza) – mentre qui noi ci dividiamo tra Wii, Ambient Orb, Chumby, Nabaztag, Spimes, ed altre diavolerie connesse che non sono computer. Per questo abbiamo voluto dare il messaggio provocatorio: benvenuti a un mondo senza computer”. Matteo Penzo, co-producer della Conferenza ha aggiunto: ”Frontiers ha le sue tradizioni, per noi l’uso del linguaggio video, il mix di speaker esteri e di talenti italiani, la musica dal vivo (curata dal sound designer Korinami) e le dirette internet sono sempre elementi fondanti del nostro format”.

Si chiude la Start Cup Milano Lombardia

Via Innov’azione

Parallel trading system, progetto nato nel Politecnico di Milano ha vinto il primo premio da 10mila euro della Start-cup Milano Lombardia . La cerimonia, svoltasi ieri presso l’Università Bocconi, ha assegnato il secondo premio a Squiggle e il terzo a Wisygeo. Insieme a questi tre accederanno alla fase finale del Premio nazionale innovazione in programma a Milano il prossimo 27 novembre anche Bosco e Tecnotan che hanno conquistato rispettivamente la quarta e la quinta posizione.

Parallel Trading System, sviluppa e commercializza sistemi informatici finanziari per l’analisi dei dati di mercato e il supporto alla compravendita di titoli in real-time, Squiggle è stata scelta per lo sviluppo commerciale di un motore di ricerca semantico; Wisygeo per un’applicazione delle tecnologie wireless agli strumenti di rilevamento delle pozze petrolifere; Bosco per sviluppare servizi specializzati per il biorisanamento ambientale attraverso l’applicazione di una tecnica di bonifica che utilizzi un compost di certificata qualità; Tecnotan per sviluppare e produrre cosmetici ed integratori alimentari a base di tannini, utilizzando micro e nanotecnologie.

Flexibility

La mostra Flexibility – uno degli eventi principali del calendario diTorino 2008 World Design Capital – indaga il legame tra flessibilità e design. Alla mostra, curata dall’eclettica Guta Moura Guedes, uno dei fondatori dell’associazione culturale Experimenta di Lisbona, hanno collaborato 9 designer di livello internazionale: Masamichi Udagawa & Sigi Moeslinger (Studio Antenna Design), Bertjan Pot, Clemens Weisshaar e Reed Kram, Ana Mir e Emili Padrós (Emiliana Design Studio),
Fernando Brízio, Giulio Iacchetti, Matali Crasset, Patricia Urquiola, Ross Lovegrove.

Sede della mostra: le suggestive Ex-Carceri “Le Nuove” di Torino, al centro di un’area recentemente interessata da grandi trasformazioni e che per la prima volta vengono allestite per una mostra. “Le Nuove” testimoniano oggi concretamente quel concetto di Flessibilità che costituisce il collante dell’esposizione e dell’intero anno che vede Torino prima capitale
mondiale del design.

La camicia pulita

Giovanna Favro su La Stampa

Macchie di sugo, d’erba o di caffè che magicamente svaniscono al sole: la camicia e la cravatta tornano pulite senza tintoria né lavatrice, e il divano ridiventa candido senza smacchiatore. Magia delle magie alle orecchie di ogni massaia: la tenda non ingrigisce più per lo smog oltre al fatto che chi ha problemi di sudorazione non lascia cattivi odori sulla t-shirt. Sono i tessuti «autopulenti» e «antibatterici»: miracoli delle nanotecnologie, che consentono invenzioni solo apparentemente da fantascienza: ormai, si tratta di oggetti pronti a finire sui mercati. Ieri a Torino sono stati presentati i rivoluzionari frutti del lavoro di 11 aziende e 5 centri di ricerca dei tre atenei piemontesi (Università degli Studi di Torino, Politecnico e ateneo Avogadro), Cnr e Inrim. Scienziati e imprese hanno lavorato gomito a gomito nel progetto «Nanomat», sostenuto dalla Regione e promosso dal Corep.
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Da Archiworld.tv un contributo al congresso degli architetti

Il tributo che archiworld.tv intende portare al Congresso mondiale degli architetti UIA, in programma a Torino dal 29 giugno al 4 luglio, è un affresco della satira che ha colpito da sempre il ruolo dell’architetto e del designer.

All’innocenza e alla scurrilità di molti filmati presenti su Youtube, realizzati da studenti che intendono così criticare il sistema universitario e i loro docenti, abbiamo preferito l’ironia pungente dei professionisti dello spettacolo. Gli estratti che presentiamo colpiscono archistar e loro cloni con sagacia e qualche cattiveria. L’autoironia sembra appartenere a pochi fra i protagonisti. Ne viene fuori una categoria coerente con quella descritta dai media nazionali: conservatrice e allo stesso tempo autodistruttiva.

Capostipite della categoria surreale è certamente il dissacrante “The Architect Sketch” dei Monty Python, datato 1970. “This is a 12-story block combining classical neo-Georgian features with the efficiency of modern techniques. The tenants arrive here and are carried along the corridor on a conveyor belt in extreme comfort, past murals depicting Mediterranean scenes, towards the rotating knives”. Le lame rotanti sono imprescindibili per il progetto dell’architetto: garantiscono ai costruttori un perenne ricambio di inquilini.

La palma dell’autoironia va ex-aequo a Gehry e a Starck. Il primo con la sua partecipazione in disegno e voce a una puntata dei Simpsons (stagione 16, episodio 14). Marge convince Springfield a fare una concert hall, progettata da Frank Gehry. Dopo aver accartocciato la lettera inviatagli da Marge, l’architetto la getta per strada, poi per caso si volta e si rende conto del capolavoro che ha creato, modestamente… Poco dopo l’inaugurazione dell’auditorium, i conti vanno in rosso e l’edificio viene abbandonato. Il signor Burns lo acquista e lo trasforma in una prigione. Che sia una “sottile” quanto ormai scontata metafora dell’architettura bella ma economicamente insostenibile? Starck invece suscita l’ilarità della platea con il suo franco-inglese nella performance del 2007 ai TED Talks dove dichiara che la professione del designer è inutile.