BlogBar due: giocando in rete

Via Vittorio Pasteris

Mercoledì 10 ottobre alle ore 18.00 alla Fnac di Torino secondo appuntamento di “BlogBar: blog, internet e altro” una serie di microeventi dedicati alla cultura di rete e all’economia digitale che vogliono essere uno spazio aperto per blogger e non, per addetti ai lavori e per curiosi che possono partecipare a una conferenza, ma anche intrattenersi presso gli spazi e il bar della Fnac di Torino.

Questa volta si parla di videogiochi: giocando in rete: da passatempo per appassionati a mania di massa; intervengono AlessandraC  e Michele Biolè di Gamestribres.tv insieme a Vittorio Pasteris

La TV dell'orso

On air Orso TV, il progetto di Net TV delle Valli Orco e Soana, una televisione dal basso costruita sul territorio per i cittadini e dai cittadini. Parte del programma Regionale Wi-Pie per la diffusione della banda larga in Piemonte, la Orso TV costituisce il primo passo tangibile verso la diffusione di servizi innovativi fruibili da cittadini e imprese grazie a Internet veloce.

Il progetto realizzato da CSP, ha permesso di fornire infrastruttura di rete a banda larga in un territorio, quello delle Valli Orco e Soana, fortemente condizionato da problemi di digital divide determinati dalle caratteristiche di marginalità geografica del territorio, difficilmente oggetto di investimenti in infrastrutture da parte dei grandi operatori commerciali.

E’ dalla necessità di offrire una copertura di rete adeguata, che CSP, in stretta cooperazione con la Comunità Montana, i broadcaster locali – Rete Canavese, Quadrifoglio TV – e i partner – RAI, Wind, Fondazione Ugo Bordoni, Top-IX, AEMNet – ha realizzato il progetto a ridotto impatto ambientale, grazie all’uso integrato di tecnologie di rete tradizionali, wired su infrastrutture già esistenti e di nuova generazione, wireless.

Un modello di progettazione cooperativa dove tutte le parti sociali, dalla pubblica amministrazione ai cittadini, alle imprese, sono state coinvolte a vario titolo e indotte a partecipare a un’iniziativa di interesse collettivo. La realizzazione di Orso TV costituisce il primo tangibile risultato di un progetto che ha visto tutto il territorio e i suoi cittadini coinvolti nella realizzazione dei servizi televisivi dedicati alla quotidianità delle Valli e allo sviluppo del progetto, già disponibili in rete e in corso di realizzazione per i prossimi mesi.

Orso TV rappresenta uno degli elementi della piattaforma multicanale realizzata da CSP che integra il progetto editoriale con Radio Orso, per la sperimentazione della digital radio e Orso Blog per la valorizzazione della comunità di autori digitali delle valli, attivi protagonisti nella creazione di tutti i contenuti del progetto di convergenza digitale.

Il sito di OrsoTV 

Il programma di Mondobit 2007

mondobit2007.gifAl via lunedì 1 ottobre l’ottava edizione di MONDOBIT, la tradizionale rassegna culturale annuale di divulgazione scientifica organizzata dall’Istituto Superiore Mario Boella in collaborazione con i Soci Fondatori Compagnia di San Paolo e Politecnico di Torino, i Soci Ordinari Motorola, SKF, STMicroelectronics, Telecom Italia, e l’Associazione CentroScienza Onlus.

Quattro conferenze in programma dal 1 al 22 ottobre permetteranno al grande pubblico di entrare in contatto con le applicazioni tecnologiche più innovative in grado di rendere la nostra vita quotidiana più sicura, più comoda e, perché no, anche più allegra. Diverse le tematiche che verranno affrontate nel corso delle conferenze: si passerà, infatti, dai temi più attesi dal grande pubblico come l’evoluzione della Rete e la musica digitale, a quelli più futuribili, quali i robot e gli aerei più all’avanguardia.

Ancora una volta esperti del settore, uomini d’impresa, universitari e ricercatori si incontreranno a MONDOBIT 2007 per discutere e confrontarsi sui risultati e sugli effetti legati alla tecnologia, oggi sempre più presente nel nostro vivere quotidiano.

MONDOBIT si inserisce all’interno degli obiettivi di ISMB, che mira a promuovere la ricerca applicata nel settore delle ICT, stimolando l’apporto e l’incontro di soggetti knowledge-intensive a livello locale, nazionale ed internazionale con l’obiettivo di proiettare il sistema socio-economico dell’area torinese in una prospettiva internazionale.

Lunedì 1 ottobre MONDOBIT 2007 aprirà ufficialmente con la conferenza “LA NOSTRA SECONDA VITA SU INTERNET. I nuovi modelli di democrazia globale” che si terrà dalle ore 18:30 alle 19:30 nella Sala Conferenze presso la Galleria D’Arte Moderna di Torino. Silvano Giorcelli, Direttore Generale di Top-IX (acronimo di Turin Piedmont Internet Exchange) e Marco Mezzalama, Ordinario di Sistemi di Elaborazione al Politecnico di Torino, affronteranno il tema della Rete, ormai considerata un mondo parallelo alla vita reale, attraverso l’analisi di alcuni siti di successo come Wikipedia, You Tube e Second Life. Riusciremo ancora a distinguere la realtà “vera” da quella virtuale, il bene o il male reali da quelli virtuali?

Lunedì 8 ottobre sarà la volta di “AEREI INTELLIGENTI. Avionica avanzata e idrogeno per volare nel futuro””, conferenza a cura di Maurizio Cheli, astronauta e Pilota collaudatore che è stato insignito della medaglia d’argento al valore aeronautico. Al centro dell’incontro le ultime novità tecnologiche nel settore dell’avionica all’insegna di un maggiore rispetto nei confronti dell’ambiente. Un’analisi approfondita sugli obiettivi che orientano la ricerca e lo sviluppo della futura generazione di aerei.

“Androidi, essere coscienti o macchine? L’etica dei robot”. È questo il tema centrale del terzo incontro al quale interverrà Giancarlo Genta, attualmente coordinatore del Dottorato di Ricerca in Meccatronica presso il Politecnico di Torino. Nel corso della conferenza si cercherà di fare il punto della situazione nel settore della robotica, scoprendo robot che giocano a calcio, che affiancano la Protezione Civile, che assistono anziani e molto altro ancora. I robot potranno mai diventare esseri coscienti?

A concludere il ciclo di conferenze, lunedì 22 ottobre “MUSICA PER LE TUE ORECCHIE. Tra MP3 e Alta Fedeltà”. Giovanni Cordoni, Redattore capo de “L’Enciclopedia della Radio”, Madaski, musicista degli Africa Unite e Domenico Simonetti, grande esperto di elettronica e Hi-Fi spiegheranno come la musica si è evoluta nel corso degli anni e come è cambiato il modo di viverla.

Tutte le quattro conferenze si terranno presso la Sala Conferenze della Galleria d’Arte Moderna di Torino, in corso Galileo Ferraris 30, dalle ore 18:30 alle 19:30. L’ingresso è libero.

La brochure di Mondobit 2007

Torino si ricordano i 10 anni dei blog

Via Vittorio Pasteris

Per ricordare i 10 anni dei weblog, la Fondazione Esperienze di Cultura Metropolitana, Biblioteca Multimediale – Osservatorio Scrittura Mutante, la Città di Settimo Torinese e la Regione Piemonte hanno organizzato un incontro dal titolo “10 anni di blog – Vizi e virtù di uno strumento che ha rivoluzionato il mondo dell’informazione e dell’editoria”, che si svolgerà domenica 30 settembre 2007, dalle ore 15 nel cortile del Teatro Regio in Piazza Castello a Torino.

Gabriele Beccaria intervista Federico Faggin

Negli Stati Uniti è famoso come Guglielmo Marconi ed Enrico Fermi e lo considerano parte di una triade di geni italici. Da noi è meno celebre (c’è da stupirsi?), anche se ogni tanto lo premiano con una laurea honoris causa. E’ successo ieri, quando Federico Faggin – l’inventore del microchip – è stato dichiarato dottore in ingegneria elettronica dall’Università di Pavia.

Una laurea è il minimo per lui che, nel 1971, ha inaugurato l’era digitale: di questi tempi, ogni anno, si mormora che sarebbe il personaggio ideale per il Nobel. «Io? Di sicuro sarò l’ultimo a saperlo!», esclama, subito dopo la lezione su «Innovazione e prosperità economica».

«Questa è la terza, dopo Milano e Roma. Ma la prima, in fisica, me la sono guadagnata a Padova, studiando». Era il 1965 e adesso, che ha 66 anni, è difficile guardarlo senza provare ammirazione e imbarazzo. Il cervello che non dovevamo perdere è lui, il Bill Gates dell’hardware, il creativo senza il quale il fondatore della Microsoft non avrebbe avuto nulla da creare. Senza l’«hard», come si fa a immaginare il software?

«E’ vero che vivo in California da anni, ma ho fatto qualcosa che si è riversato dappertutto». Però il microprocessore l’ha ideato per l’americana Intel, o no? «Vero. In Italia non avrei mai potuto svilupparlo. In California cominciò una reazione a catena. Lì ci sono gli stimoli appropriati: ho scoperto il lavoro di squadra. E fu una rivelazione».

L’anno era il ‘68 e da quel momento Faggin ha lavorato e sognato (e aperto società hi tech) a Palo Alto, uno dei neuroni della Silicon Valley. Di là intravede un’Italia quasi immutabile, perfino peggiorata. «In 30 anni le aziende di elettronica avanzata sono scomparse una dopo l’altra. E’ rimasta la St Microelectronics, che però dà lavoro a molti cervelli».

Che consiglio vuol dare per impedire che i nuovi Faggin fuggano nei laboratori d’America e d’Asia? «Si deve partire dai settori che funzionano e poi rafforzarli – risponde -. Nel mondo globale è impossibile eccellere in tutto». Ed è anche impossibile non pensare che il neo-dottore stia fantasticando un’altra invenzione. «Certo! Ho un’idea. Se la realizzo, lo saprete. Altrimenti faccio finta di niente».

La lezione, naturalmente, non ha violato segreti. In realtà è stata preziosa. Ha dissezionato il processo che continua a fare di Silicon Valley un paradiso dell’innovazione: «Scienziati, inventori e ingegneri sanno unire le loro forze con gli imprenditori, i manager e il “venture capitalism” per dare vita a nuove intuizioni e portarle sul mercato». Più che a un processo tradizionale si è di fronte alle meraviglie di un salto quantico, dove fenomeni molteplici avvengono in contemporanea e sono indistinguibili uno dall’altro. Poi, in privato, con un altro balzo vertiginoso spalanca il futuro dei microchip. «Ci avviciniamo al loro limite fisico. Oggi i transistor, che sono contenuti nei microchip, hanno dimensioni di 32 nanometri e scenderemo a 10 e poi a 5, fino ad arrivare a un limite evidente: la natura corpuscolare della materia. Se ho a che fare con un elettrone, che è 10 mila volte più piccolo di un atomo, dove posso ancora spingermi?».

Sono passati 36 anni dal suo primo microchip ed è come paragonare le prestazioni di un carretto con quelle di un Tornado. «La tecnica è la stessa, la velocità no! Il mio era capace di 65 mila operazioni al secondo, oggi si toccano i 200 miliardi al secondo». E la prossima rivoluzione si avvicina. «Si testano tecniche nuove di “storage”, cioè di immagazzinamento della memoria, che però non sono ancora del tutto chiare. Siamo nella stessa situazione dei matematici che alla vigilia della Seconda guerra mondiale immaginavano i computer. Avevano i relais, non i microchip».

Una strada – spiega – è quella dei computer quantici, che sfruttano le bizzarre proprietà degli atomi: «A differenza di ciò che avviene oggi, le operazioni sono indeterminate. Invece che 1 oppure 0, esistono sia 1 sia 0 allo stesso tempo. Per il nostro cervello è un rebus, eppure funziona. Così disporremo di potenze di calcolo enormi». Un’altra via ha a che fare con il nanotech. «I nanotubi di carbonio hanno caratteristiche elettroniche che permetteranno di realizzare transistor e superconduttori piccolissimi: si può immaginare di usare le molecole come bit di memoria!».

E’ evidente che il ricercatore-inventore-imprenditore dice meno di quanto sa. Alla fine dà l’illusione di confidarsi con una previsione. «Come immagino il 2050? I computer saranno diventati protesi: ci porteremo addosso memorie precisissime e avremo accesso in ogni istante a un rete tipo Internet, ma più intelligente. Dovremo aver bypassato gli strumenti standard, come le mani, attuando il “computer pensiero”. Chip e biologia, finalmente, staranno insieme».

Un torinese a capo del colosso Acer

Emanuela Minucci su Lastampa.it 

Che c’entra Acer, la società taiwanese seconda produttrice mondiale di notes-book e quarta di personal computer, con Torino? E che c’entra Madrid? C’entrano, eccome. Perché il destino di Acer – fatturato annuo di 20 miliardi di dollari – che in questo fine settimana ha festeggiato nella capitale spagnola l’acquisizione di Gateway (per 710 milioni di dollari) è nelle mani di un manager torinese: il presidente mondiale del gruppo taiwanese si chiama Gianfranco Lanci ha 53 anni, due figli ormai laureati, e una passione sfrenata – tipicamente sabauda – per il proprio lavoro. Con i cinesi ha in comune solo il taglio degli occhi (vagamente a mandorla) e l’abitudine a lavorare 14 ore al giorno. Ma tanto basta: hanno scelto lui, perchè, come concordavano tutti a Madrid in questi giorni, «ha la vision» del mercato.

Allora presidente, lo sa che in Italia Acer viene pronunciata «eiser» e nessuno penserebbero mai e poi mai che il suo presidente sia nato e vissuto per anni a Torino?
«Certo che lo so. Dicono tutti “eiser”, e invece Acer è un nome latino, vuol dire acero, semplicemente. Ed è stato scelto per due ragioni: perché l’acero è considerato un albero dalla vita eterna e poi perché cominciava per a, che è sempre una buona cosa per un’azienda quotata in Borsa…

E lei perché è stato scelto fra tanti?
«Diciamo che sin da quando lavoravo per la Texas Instruments al centro Pier della Francesca di corso Svizzera, mi sono dedicato anima e corpo a quello che facevo: all’epoca mi occupavo di “notebook” e ci ho creduto da subito come vero prodotto del futuro. Poi nel 1983 Texas venne assorbita da Acer e la mia carriera continuò nell’azienda di Taiwan».

Fu allora che abbandonò Torino.
«Sì, a malincuore. Mi trasferii a Milano per diventare il responsabile dell’area europea. Ma la mia famiglia rimase a Torino. Ed è per questo che faccio il pendolare, tutte le settimane».

E come trova la città? Non ha mai pensato di trasferire Acer sotto la Mole? Il sindaco Chiamparino gliene sarebbe grato…
«Eh, non sarebbe male, purtroppo però tutti i nostri clienti sono a Milano. Il punto non è spostare l’azienda. Ma è muovere i clienti che diventa dura…».

Con Torino quindi, niente joint venture?
«Come no? E’ però presto per parlarne. Ho preso contatti con il Politecnico e non posso parlarvene prima di capire come e quando chiuderemo la faccenda».

Le piacerebbe l’idea di trasferire un pezzo di ricerca di Acer nella nuova cittadella della Scienza e della Salute che in futuro nasceranno a Torino?
«E’ un progetto ancora troppo lontano. Certo che l’idea del polo d’eccellenza è attraente, uno dei motivi per cui abbiamo contattato il Poli è proprio questo: puntare sulla formazione dei neo-laureati».

Come trova Torino in questi ultimi anni? La vede migliorata?
«Enormemente. Le Olimpiadi hanno davvero regalato una marcia in più alla città sia dal punto di vista culturale sia turistico. E poi mi piace tantissimo il fatto che la città non sia più Fiat-dipendente. Adesso è davvero una metropoli che può giocare su più tavoli. Certo però che i trasporti lasciano ancora davvero desiderare».

Si riferisce alla Torino-Milano?
«Sì certo, la odio e mi tocca farla spessissimo. Ma anche la situazione degli aeroporti è penosa. Adesso vogliono anche toglierci Malpensa, non la vedo molto bene: tutto il Nord in questo modo resta penalizzato».

Onde quadre, la radio del Politecnico

Con OndeQuadre, il Politecnico di Torino vuole continuare un percorso didattico e di ricerca che vede l’Ateneo in prima linea per fornire agli studenti sempre nuovi strumenti, per innovare progetti, processi, nuovi ambienti, per crescere come persone e come professionisti del mondo del lavoro.

In quest’ottica, OndeQuadre diventa uno spazio per sperimentare nuove tecnologie nel campo dell’Information Tecnology, integrandole con uno studio accurato dei contenuti trasmessi, in maniera sinergicamente coerente allo spirito pioneristico della cultura politecnica.

Una cultura che in questi anni è diventata sempre più poli-etnica e internazionale, e che sarà la vera protagonista di OndeQuadre. OndeQuadre, è un vero e proprio amplificatore della voce, delle potenzialità e della vitalità dell’Ateneo in quanto straordinario strumento di comunicazione agli studenti, per gli studenti, dagli studenti, nonché dei docenti e del personale tecnico amministrativo.

Il sito di Onde Quadre 

Bruce Sterling a Torino

Come sarà il nostro futuro? quali forme avranno gli oggetti di domani? quali delle tendenze economiche attuali prevarranno? A queste domande propone una risposta Bruce Sterling, scrittore di fantascienza con un libro visionario “La Forma del Futuro” edito da Apogeo. Un saggio dedicato agli sviluppi del design postindustriale che sviluppa i concetti-chiave anticipati da Sterling nel libro precedente Tomorrow Now e che descrive le modalità contemporanee di dare forma alle cose, agli oggetti (titolo originale Shaping Things).

Sterling prospetta un’ulteriore evoluzione di ciò che oggi chiamiamo web 2.0. Fenomeni come il social-networking e la Radio Frequency IDentification (RFID) stanno dando vita a una nuova internet delle cose, che qualcuno ha già battezzato come web 3.0. Una visione che indica un design di “interazione conversazionale” e parla di una cambiamento epocale: quello dal gingillo tecnologico all’oggetto-SPIME (neologismo di Sterling che unisce SPACE + TIME) e quella parallela dal destinatario-utente all’intermediario: l’oggetto partecipato. Cioè i blobjects, gli spime, gli arphids, i nomi degli oggetti del presente e del prossimo futuro.

La presentazione del libro “La Forma del Futuro” di Bruce Sterling si svolgerà giovedì 27 settembre alle ore 18.00 presso il Circolo dei Lettori, Via Bogino 19, Torino. All’incontro interverranno lo stesso Bruce Sterling, Andrea Bairati (Assessore all’Università, Ricerca , Innovazione e Internazionalizzazione della Regione Piemonte), Luca De Biase (direttore di Nòva 24 /Il Sole 24Ore), Claudio Germak (Politecnico di Torino – Word Design Capital Torino 2008) . Moderano Simona Lodi e Chiara Garibaldi (direzione Share Festival).

Regione Piemonte ed Ericsson contro il digital divide

Luca Castelli su Lastampa.it

Piemonte contro il digital divide, atto secondo. Dopo la firma del protocollo Telecom nel 2006 e il varo del programma Wi-Pie, la Regione ha raggiunto un accordo con Ericsson Telecomunicazioni per la realizzazione di progetti di allargamento dei servizi di connettività a banda larga.

L’obiettivo dell’ente pubblico è quello di coprire entro la fine del 2008 l’intero territorio regionale con una rete che non serva soltanto per connettersi a Internet, ma anche a sostenere il traffico della telefonia, della televisione digitale e di qualsiasi altro servizio disponibile oggi e in futuro, con un occhio di riguardo alla tecnologia mobile.

Il protocollo d’intesa firmato mercoledì mattina dall’assessore alle politiche per l’innovazione Andrea Bairati e dal vicepresidente di Ericsson Timothy Lucie-Smith avrà per ora uno sviluppo concreto nell’Alessandrino, dove sono già iniziati i lavori che nel giro di pochi mesi dovranno portare Internet ad alta velocità in tutti i 190 comuni della provincia.

“L’accordo segue alcuni criteri”, ha spiegato in conferenza stampa l’assessore Bairati, “a cominciare dall’economicità. La Regione metterà a disposizione le sue infrastrutture, ma non sarà investitore diretto. Non dovrà quindi rispondere ad alcun onere economico”.
Leggi tutto “Regione Piemonte ed Ericsson contro il digital divide”

Le fibre ottiche curano la Sinagoga Tedesca di Venezia

LOCK (Low-cost Optical system for CracK monitoring) è l’acronimo utilizzato per indicare un innovativo sistema di monitoraggio sviluppato da ricercatori del Dipartimento di Elettronica del Politecnico di Torino e del Laboratorio di Fotonica dell’Istituto Superiore Mario Boella, con il supporto della Fondazione Torino Wireless, che ne ha finanziato lo sviluppo. Attualmente il sistema è in fase di brevettazione europea con estensione anche negli Stati Uniti.

Con l’utilizzo di sensori in fibra ottica plastica (nota con la sigla POF, dall’inglese Plastic Optical Fiber), il LOCK è in grado di tenere sotto controllo costantemente fessure e crepe nelle strutture degli edifici in modo più semplice ed economico rispetto a quanto già disponibile in commercio. Attualmente infatti si utilizzano fibre in vetro simili a quelle usate nelle telecomunicazioni ottiche che necessitano di complesse e costose apparecchiature per l’interrogazione dei sensori.
Leggi tutto “Le fibre ottiche curano la Sinagoga Tedesca di Venezia”