Il 2012 è stato ribattezzato l’annus horribilis dell’editoria italiana.
Il 2013 ha portato un leggero recupero, ma l’industria del libro è ancora lontana da una vera inversione di marcia.
Un unico settore, invece di calare, cresce: è l’ebook.
Il futuro del libro è nel digital?
Meno 14%. È il dato che ha segnato l’industria italiana dell’editoria a fine 2012, un numero sconfortante se si considera che riguarda non solo la vendita di libri, ma anche dei gadget: tutti quei prodotti – dai segnalibri alle luci con clip per leggere al buio – che si trovano normalmente in libreria vicino alle casse. È stata solo la crisi, oppure sono i tempi che cambiano.
Probabilmente si tratta di entrambe le cose. La recessione non è finita, dice il rapporto dell’AIE (l’Associazione Italiana Editori) per il 2013, un anno che ha visto un recupero di mercato solo parziale, ma che ha portato con sé almeno un paio di novità interessanti: l’Italia, notoriamente un paese che legge poco, vede aumentare i lettori forti (coloro che leggono almeno 7 libri in un anno) e cambiare i canali di vendita del libro a favore dei grandi negozi online (Amazon, Ibs, Kobo…), che si assicurano l’11% del mercato.
Il 13% se si contano gli ebook, un prodotto editoriale le cui vendite negli ultimi anni sono cresciute a ritmi vertiginosi.
Ci siamo fatti spiegare i libri di byte da Marianna Martino, 31 anni non ancora compiuti, ma editrice di professione già da 7.
La sua casa editrice, la Zandegù edizioni, dal 2012 è diventata esclusivamente digitale.
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