La purezza in cucina è un viaggio di andata e ritorno in grado di mantenere la tradizione al di sopra di ogni sperimentazione, l’estrazione di una filosofia culinaria coerente col tempo che passa.
Verso la purezza; è una scelta e un percorso che Daniele Canzian ha sempre adottato e amato, chiaramente nasce tutto dalla cucina. La sua visione di candore in cucina.
Le ore più belle si consumano a tavola, e Daniel Canzian ci regala momenti di pura passione culinaria, la cucina dello chef parla d’amore per la tradizione, curata ai minimi dettagli, senza stravolgere assemblaggi ed equilibri che non siano tipici del territorio.
La purezza in cucina è un viaggio di andata e ritorno in grado di mantenere la tradizione al di sopra di ogni sperimentazione, l’estrazione di una filosofia culinaria coerente col tempo che passa.
Verso la purezza; è una scelta e un percorso che Daniel Canzian ha sempre adottato e amato, chiaramente nasce tutto dalla cucina. La sua visione di candore in cucina.
Il valore primario dello chef è ciò che offre il nostro territorio lontano da tecniche non tramandate dalla nostra cultura, l’armonia per i prodotti italiani lo portano sempre a riabilitare gli stessi, ad esempio gli sciroppati o i sottaceti, in una chiave squisita.
Daniel rinvigorisce i suoi ideali in cucina, con un nuovo restyling dello spazio, affidato a delle professioniste scenografe, e un team di sala competente e in grado di offrire un servizio sempre efficiente. Nel loro progetto hanno voluto ricreare uno spazio che riflettesse il mondo di Daniel: materiali naturali, ispirati dall’orto, dal contatto con la terra, che richiamano il sapore di un ricordo e la ricchezza dalla semplicità.
Il Maître di sala è Giusy Chebeir, che gestisce un servizio energico, efficiente e spontaneo. La carta dei vini si allinea alla filosofia del ristorante, non seleziona nomi blasonati ma etichette di sostanza.
Il diritto di tappo, rimane sempre un valore aggiunto che permette agli ospiti di portare da casa la bottiglia che preferiscono.
La marcia in più
Canzian si reca personalmente al mercato dove il contatto diretto con i fornitori gli permette di prendere accordi affinché al ristorante entri solo ciò che rispetta i suoi canoni, quindi tutto ciò deriva da agricoltura non intensiva. Quaranta piccoli fornitori esclusivamente con materie prime locali o dell’area del Mediterraneo.
Il progetto di restyling è stato affidato allo Studio di Set & Interior Design di Francesca Pedrotti e Alice De Bortoli, scenografe professioniste, docenti Naba, responsabili delle scenografie di numerosi e prestigiosi progetti teatrali.
Daniel
via Castelfidardo, 7
20121 Milano
T. +39.02.63793837
Da brava fatina gourmet Isa Mazzocchi ha un occhio di riguardo davvero legato alla tradizione Emiliana, sono piatti belli da vedere, concretezza delle materie prime, ben studiati, il vostro palato ricorderà allungo i sapori di Isa, e dopo aver assaggiato le sue proposte non potete che darmi ragione.
Se vi trovate a Piacenza e non sapete dove mangiare per essere certi di non sbagliare ecco un indirizzo che abbiamo sperimentato, una cucina gourmet di gran classe. Con la sua brigata di cucina Isa Mazzocchi ha creato un menu accattivante, sapori Emiliani dalle tendenze più avanzate, siamo al ristorante “La Palta”, una stella Michelin.
La Palta è a Borgonovo Valtidone nel Piacentino, un ristorante che vanta una storia solida, complice di un’eredità gastronomica da osteria tradizionale, portata avanti con fierezza dai genitori di Isa.
Oggi la vecchia osteria che Isa ha rivoluzionato nel suo ristorante a cambiato indirizzo spostandosi sempre all’interno del suggestivo paesino di Bilegno. I pilastri della professionalità rimangono immutati, l’accoglienza, l’affabilità e il rispetto per questo lavoro li rendono una famiglia, ed è proprio la conduzione familiare che li rende affiatati ed unici. Scopriamolo.
La filosofia di Isa Mazzocchi si traduce in una grande semplicità, poche regole che le permettono di creare una cucina leggera con sapidità delicata, pochi ingredienti capaci di stuzzicare il palato favorendo uno stile di gusto familiare.
Le stagioni e il territorio favoriscono ottime materie prime da utilizzare, Isa Mazzocchi ha una grande capacità di associare il suo lato artistico direttamente sul piatto, forme geometriche, colori allegri, consistenze che affascinano. Il suo mantra è: “Se l’imperfezione è la massima espressione dell’arte allora la cucina, con la sua caducità e l’intensità dei suoi sapori, ne è una delle più alte realizzazioni”.
Tra una portata e l’altra vi sembrerà di essere all’interno di un viaggio alla scoperta di tante sensazioni, tutto è perfetto elegante e senza eccessi, così sentirete tutto il profumo dell’Emilia.
Qualche curiosità
La chef si distingue nel panorama gastronomico italiano e diventa la protagonista di Cucine D’Italia su Gambero Rosso Channel. Docente esterna e relatrice in vari festival, nel 2011 arriva la Stella Michelin e in The Best Femal Chefs Isa si classifica tra le migliori dieci chef donna del Nord Italia.
Conclusioni
Da brava fatina gourmet Isa Mazzocchi ha un occhio di riguardo davvero legato alla tradizione Emiliana, sono piatti belli da vedere, concretezza delle materie prime ben studiati, il vostro palato ricorderà allungo i sapori di Isa, e dopo aver assaggiato le sue proposte non potete che darmi ragione.
(Massimo Gelati ha contribuito alla realizzazione di questo articolo)
Ristorante La Palta 29011 Borgonovo Val Tidone (PC) Località Bilegno, 67 Tel. 0523 862103 Chiuso il lunedì Sito internet: www.lapalta.it E-mail: [email protected]
Sabato 17 febbraio ore 17.00 presso la Cappella dei Banchieri, Negozianti e Mercanti di Torino, in Via Giuseppe Garibaldi, 25 nell’ambito della edizione Torino Chamber Music Festival si terrà il concerto dal titolo “Cantabile Virtuoso” con Giulia Rimonda, violino e David Irimescu, pianoforte
Ingresso Libero A sostegno del concerto è gradita una offerta a partire da € 5,00
Torino Chamber MusicFestival è alla sua IV Edizione ed offre al pubblico n. 23 concerti prevalentemente composti da repertorio cameristico. Il calendario propone un alternarsi di musicisti già affermati, giovani professionisti e le eccellenze segnalate dal Conservatorio di Torino. Gli incontri saranno svolti a Torino presso la Cappella dei Mercanti, la Chiesa di San Rocco e presso la Biblioteca Civica A. Della Corte all’interno della Vila Tesoriera
La “Pia Congregazione dei Banchieri, Negozianti e Mercanti” di Torino venne istituita nel 1662 presso la chiesa della Compagnia di Gesù della città, i Santi Martiri, e venne ufficialmente riconosciuta da papa Alessandro VII nel 1663. Inizialmente l’associazione stabilì la sua sede in un piccolo oratorio che nel 1692 fu sostituito dall’attuale ampia cappella, grazie al diretto interessamento di padre Agostino Provana (1641-1726), che riuscì a coinvolgere nell’impresa il grande pittore Andrea Pozzo (1642-1709), e alla guida dell’ingegnere civile e militare Michelangelo Garove (1648-1713). Nel 1694 padre Provana chiamò da Milano il pittore Stefano Maria Legnani (detto il Legnanino, 1661-1713) per affrescare le volte con temi incentrati sulla “Storia della Salvezza” tratti dell’Antico e del Nuovo Testamento. L’artista terminò il suo lavoro con l’aiuto del fratello Tommaso e dei quadraturisti Giovanni Battista e Girolamo Grandi, a spese dei Gesuiti, nel dicembre del 1695. Nei due decenni successivi le pareti della Cappella vennero progressivamente ornate con dodici grandi quadri ispirati al tema dell’Epifania. I primi dipinti vennero registrati nel 1694, l’ultimo nel 1712: sono opera di artisti come Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (attribuito, ora in Sacrestia), Andrea Pozzo, Sebastiano Taricco, Luigi Vannier, Stefano Maria Legnani e Niccolò Carlone. Nel corso del Settecento i confratelli si preoccuparono di adeguare le originarie suppellettili della cappella allo splendore dell’arredo pittorico. Degni di nota a questo proposito sono i preziosi lavori di scultura di Carlo Giuseppe Plura, gli arredi lignei (i banchi, la cantoria e l’organo) e marmorei (l’altare).
Dal 2013 la Cappella dei Mercanti è sede di concerti dedicati alla musica classica ed ospita “Piano in Primo Piano Festival” e “Torino Chamber Music Fesival” organizzati dalla Associazione Musicaviva e curati da Costantini Daniela Presidente dell’Associazione e responsabile musicale della Cappella dei Mercanti.
Giulia Rimonda, violino
Giulia Maria Rimonda, violinista, nasce a Torino il 13 aprile 2002.Figlia d’arte – padre violinista e madre pianista – inizia a quattro anni lo studio della musica e a cinque quello del violino. Lo stesso anno si esibisce per la prima volta al Teatro Civico di Vercelli.A sei anni vince il concorso di Giussano e a sette viene ammessa – come elemento meritevole e nonostante l’età – al conservatorio “G.Verdi” di Torino dove entra prima nella classe di Massimo Marin e successivamente di Sergio Lamberto. Attualmente frequenta il secondo triennio nella classe di Guido Rimonda al Conservatorio “G.Cantelli” di Novara.Vince il primo premio al XXIII concorso “Riviera della Versilia” di Viareggio e il premio “Piccole miniature”al concorso “Pugnani”.Nel 2015 ha partecipato alla Master class con Shlomo Mintz e nello stesso anno ha frequentato come violista il corso di perfezionamento a Mango con Enrico Carraro.A maggio 2016 ha ottenuto il Premio Assoluto al XVI Concorso Giovani Interpreti di Torino. A settembre 2016 è stata ammessa all’Accademia Perosi di Biella nella classe di Pavel Berman e nel mese di giugno 2017 le è stata assegnata una borsa di studio come allieva meritevole. Si è esibita in diverse occasioni come solista, accompagnata sia dal pianoforte sia dall’orchestra. Per la casa discografica Decca Universal ha registrato la Sonata per due violini op.3 n.2 di J.M.Leclair nel CD Le violon noir n.2 (in distribuzione da settembre 2017)
Suona il violino Dario Vernè del 1983 denominato “Al tuo cammino”, che le è stato donato dalla famiglia Vernè.
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David Irimescu, pianoforte
È nato nel 1999 e ha iniziato lo studio del pianoforte all’età di nove anni sotto la guida di Marieta Gavrailova. Fin da subito si è distinto per le sua capacità di apprendimento e di interpretazione che gli hanno valso un susseguirsi di premi e riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali, quali Giovani Talenti in Canavese (Favria), Alpi Marittime di Busca, Giovani Interpreti (Torino), Giovani Musicisti (La Spezia), Concorsi di Caraglio e di Agliè, Pia Tebaldini di Brescia, Bruno Bettinelli di Bergamo, Johann Sebastian Bach di Genova, Luigi Nono di Venaria Reale, rassegne Giovani Pianisti Angelo Tavella di Terzo e Pianotalents di Milano. Dal 2010 al 2013 ha frequentato le masterclass di alto perfezionamento di Nelson Delle Vigne-Fabbri; nel 2013 ha partecipato alla masterclass organizzata dalla Fondation Bell’Arte di Bruxelles perfezionandosi con vari docenti tra cui Philippe Entremont; nel febbraio 2015 è stato ammesso alle masterclass di Fabio Bidini. Nello stesso anno ha inoltre partecipato alla masterclass tenuta presso l’École Normale de Paris con docenti di fama internazionale tra cui Michel Béroff e ai corsi organizzati dall’Accademia di Pinerolo con Marina Scalafiotti.
Elogiato per il talento e per la precoce maturità musicale, è abitualmente ospite di prestigiose stagioni concertistiche e rassegne musicali. Attualmente frequenta a Torino il quarto anno del Liceo Musicale e parallelamente prosegue i suoi studi pianistici con Marina Scalafiotti presso il Conservatorio Giuseppe Verdi.
La data di apertura al pubblico è prevista il 21 febbraio in zona Porta Romana a Milano. Una full immersion nei più svariati modi di preparare gli spiedini, c’è ne per tutti i gusti; carne, pesce e vegetariani. Una proposta giocosa che coinvolge la cucina di strada all’interno di una bottega, un modo di mangiare che piace proprio a tutti.
La data di apertura al pubblico è prevista il 21 febbraio in zona Porta Romana a Milano. Una full immersion nei più svariati modi di preparare gli spiedini, ce n’e per tutti i gusti; carne, pesce e vegetariani. Una proposta giocosa che coinvolge la cucina di strada all’interno di una bottega, un modo di mangiare che piace proprio a tutti.
Il cibo di strada non è un cibo qualunque, e l’Italia abbraccia con passione questa cultura godereccia, le ricette di Filz sono semplicemente cibo di strada con contaminazioni internazionali, con una forte presenza di materie prime italiane.
Trenta proposte che variano a seconda le stagioni, si possono scegliere diverse composizioni se si ha voglia di spaziare da un ingrediente all’altro, il menù è ricco di possibilità.
Ve ne segnaliamo alcuni davvero sfiziosi:
Gambero panko al curry, mela rossa e salsa al sesamo tostato. Salmone, finocchio, rapa, sesamo e miele. Rana pescatrice funghi e patate. Bombetta di Cisternino e nduya. Zampina di San Michele e salsa verde. Tiramiskewer” il tiramisù allo spiedo. E tantissimi altri. I prezzi variano a partire da 1,50/6,50 euro per spiedino.
Non si trascura il beverage 12 cocktails in carta proposti e rivisitati da Franco Tucci Ponti, con dei signature studiati solo per Filz.
Il locale ha uno stile pop italiano, atmosfera divertente dove godere di una pausa alternativa e sfiziosa. Un tocco di eleganza è dato dal bancone amaranto realizzato con piastrelle artigianali fatte a mano e profilato in ottone, a completare l’opera 23 sgabelli di facile comodità.
Filz ha colori che attraggono, ottone e amaranto, si distingue una singolare parete cipria a pois amaranto firmata Le Corbusier.Filz è un idea dei fratelli Francesco e Nicoletta Rubini, insieme ad Antonia Carammone moglie di Francesco. L’esperienza internazionale in giro per il mondo gli ha permesso di assorbire culture e tradizioni gastronomiche di varia natura. Nicoletta Rubini ha avuto esperienze nella ristorazione in Kenya, Antonia Carammone e Francesco Rubini hanno acquisito le loro nozioni vivendo per parecchio tempo in Cina. L’esperienza si è fatta preziosa e il focus ci piace. Milano ha un goloso indirizzo in più dove fermarsi a stuzzicare.
L’idea in Più
La pausa pranzo è pensata per un breck goloso ma non impegnativo; 2 spiedini del giorno con una vellutata o una insalatina fresca, tutto accompagnato da riso al vapore o pita. Acqua e soft drink a scelta per un totale di 10 euro.
A proposito del cioccolato, in prima linea richiama l’attenzione di ogni goloso il suo sapore prezioso trova spazio in ogni gusto personale, il cioccolato è un’esperienza sensoriale a 360° che conquista tutti i sensi e Knam il re del cioccolato ne conosce tutti i segreti.
La voglia di fare un’esperienza nuova non manca, siamo alla conferenza che presenta un nuovo progetto di formazione sul cioccolato nella scuola di cucina Knam Experience Cooking Class.
Infatti dal 22 al 25 febbraio, nella location PRESSO verranno organizzati quattro giorni di live showcooking, eventi selezionati e momenti di esplorazione, il protagonista è sempre lui il cioccolato, l’alimento che dona la felicità.
Ernst Knam dirigerà nel corso di una sola notte una cena particolare, dove il cacao verrà valorizzato e proposto in ogni portata, dal dolce al salato, per carpirne e degustarne ogni sfumatura.
Domenica 25 febbraio a partire dalle 10 si avrà la possibilità di partecipare al singolare “Brunch”, animato sempre da interessanti showcooking. Tre giornate piene di nozioni ed esiti, degustazioni speciali, condotte da Ernst Knam e dal sommelier Marco Brambilla, in cui i vini più particolari verranno abbinati a sapori dolci e salati.
Un susseguirsi di ospiti contribuiranno a rendere ancor più singolare ogni incontro con Ernst Knam, venerdi 23 insieme a Benedetta Parodi sforneranno una crostata allo zenzero, sabato 24 con uno speciale swocooking in coppia con Emis Killa, e domenica 25 dedicato ai bambini uno swo con Katia Follesa.
Questa inedita opportunità vi porterà a scoprire tutti i preziosi segreti del cioccolato.
Info e prenotazioni
Cena: 150 euro
Workshop: 30 euro
Brunch: 60 euro (comprensivo di 2 calici)
Degustazione: 20 euro
È necessario prenotare anticipatamente gli showcooking, la cena e il brunch attraverso prevendita, scrivendo a [email protected] o chiamando lo 02 5519440.
Il temporary store rimarrà aperto a ingresso gratuito per tutta la durata dell’evento con orario 10-18.
Un luogo Materia dove approfondire una cucina sostanziale, nessuna scelta è mai banale, di nuova morale e di nuove ideologie senza impoverire l’anima della cucina stessa. La Location è minimal, elementare, bianco e nero per un mood confortevole. Si contano all’incirca trenta coperti dislocati in due sale.
La figura dello chef ai tempi nostri è molto rilevante, soprattutto sé la definizione della sua cucina passa agli onori della cronaca, alcuni di questi cuochi sono, e sono stati veramente straordinari, bisogna necessariamente nominarne qualcuno:
Nino Bergese (1904 – 1977). Dopo la guerra apre il suo ristorante La Santa a Genova, dove crea i suoi piatti più noti, come gli spaghetti legati e il risotto mantecato.
Angelo Paracucchi (1929 – 2004), Chef innovatore della cucina italiana. Le sue attitudini gli hanno permesso di riesaminare le materie prime della terra e della pesca, rivoluzionandone l’uso tradizionale, nuove combinazioni in sintonia con il mutamento dei prodotti e del modo di vivere.
Alain Ducasse (1956), considerato da molti l’Escoffier moderno. Ha ottenuto a soli 33 anni le tre stelle Michelin, presso il ristorante d’albergo Le Louis XV di Montecarlo.
Gualtiero Marchesi (1930 –2017) E’ stato un cuoco, gastronomo e ristoratore italiano. Viene considerato il fondatore della “nuova cucina italiana”
Paul Bocuse, (1926 – 2018) Uno dei più grandi chef del ventesimo secolo, inventore della Nouvelle cuisine. Per 50 anni ininterrotti il suo ristorante ha mantenuto 3 stelle Michelin.
Massimo Bottura ( 1962). E’ un cuoco italiano, proprietario dell’Osteria Francescana a Modena, ristorante premiato con tre stelle Michelin e classificatosi primo ristorante al mondo nella lista dei The World’s 50 Best Restaurants Awards 2016 di New York.
Ovviamente i geni della cucina sono tanti con disparate filosofie.
Da qualche decennio in Italia i cuochi italiani under 30 hanno dato prova di essere una generazione d’assalto, capaci di trasformare alcuni punti di vista in cucina. Un temperamento che non è sfuggito alla critica, è quello di Davide Caranchini, giovane ventisettenne e già chef patron a Como del ristorante Materia.
Davide Caranchini acquisisce la sua tecnica in giro per il mondo, vanta un back ground di lavoro da Gordon Ramsey, Heinz Beck, ma principalmente al Noma con René Redzepi. Si ingegna nella realizzazione di piatti creativi dalla filosofia audace d’autore, tosto al punto giusto da esprimere una cucina elegante ma complessa. Ama le erbe selvatiche che coltiva con dedizione.
La sua Cucina
Una cucina quella di Davide incentrata nell’utilizzo delle erbe, le coltiva con impegno documentandole poi nei suoi piatti, se ne contano circa un centinaio di varietà presenti nella serra del ristorante. E’ la natura che detta i tempi nella sua cucina, gusti acidi e amari, ma ben equilibrati per chi a voglia di scoprire un’esperienza diversa. Tre menu degustazione: il “Classico” formato da cinque portate per gli amanti del gusto tradizionale, “Green power”, cinque passaggi vegetariani per chi ama osare, “ Sperimentazione a mano libera”, un percorso di sei o undici assaggi scelte a sorpresa dallo Chef, dove l’espressione di Caranchini ha una forte costante tra acidità e amarezza mantenendo il bilanciamento dei sapori. Nel menu alla carte troviamo diverse proposte ne menzioniamo alcune degustate: Trota salmonata marinata, rafano, kiwi fermentato e brodo freddo di mela. Linguine “pastificio Felicetti” al non pomodoro, “Risotto carnaroli “Riserva San Massimo”, cipolla, mela e levistico”. Baccalà, prezzemolo, cipolla rossa.
Accoglienza e servizio
Ambra, Marco e Luca Sberna, rimane tutto in famiglia. In sala ad accoglierci troviamo Ambra, compagna Davide, Marco entusiasta del servizio cura con passione anche il giardinaggio, le sue cure e il suo modo di essere polivalente rendono la serra un valore aggiunto singolare del locale, piante, erbe e radici e l’estro prende forma. La cantina è seguita da Luca e Marco, che hanno messo insieme delle avvincenti referenze di spessore.
Tiriamo le somme
Un luogo Materia dove approfondire una cucina sostanziale, nessuna scelta è mai banale, di nuova morale e di nuove ideologie senza impoverire l’anima della cucina stessa. La Location è minimal, elementare, bianco e nero per un mood confortevole. Si contano all’incirca trenta coperti dislocati in due sale.
Infine qui il cibo è sintesi di una cultura “oscar green”, incentrata sull’esaltazione delle proprietà delle spezie e delle erbe aromatiche di un variopinto campionario che pittura in ogni piatto tinte vive e luminose.
Ristorante Materia
22012 Cernobbio (CO)
Via V Giornate, 32
Tel. (+39) 031 2075548
Chiuso lunedì, martedì a pranzo
Boatta rappresenta la tipica gastronomia mediterranea, pasta, pesce, verdure, olio, erbe aromatiche, mescoloanze d’ingredienti che esaltano un patrimonio unico di biodiversità e tradizioni. Un territorio che si è sempre contraddistinto per la sua cucina . I piatti della tradizione e le materie prime preziose si concentrano in piatti pieni di orgoglio e di sapori.
Boatta la Sicilia saporita .
La cucina siciliana rappresenta la tipica gastronomia mediterranea, pasta, pesce, verdure, olio, erbe aromatiche, mescoloanze d’ingredienti che esaltano un patrimonio unico di biodiversità e tradizioni. Un territorio che si è sempre contraddistinto per la sua cucina . I piatti della tradizione e le materie prime preziose si concentrano in piatti pieni di orgoglio e di sapori.
Ogni provincia della Sicilia annovera piatti tipici, ad esempio a Palermo, sono noti la pasta con le sarde, pane e panelle, il panino con la meusa (la milza). A Catania la pasta alla norma, la parmigiana di melanzane, la caponata, la lista è lunga di ogni prelibatezza. In tutta la Sicilia si possono gustare gli arancini, granite, dolci celebri in tutto il mondo, come la cassata, i cannoli. Oltre quando già detto è la terra del pistacchio di Bronte, del cioccolato di Modica e molti altri ingredienti allettanti.
Dopo un breve excursus sulla cucina Siciliana, vi racconto l’esperienza culinaria fatta al Boatta, un interessantissimo ristorantino dalle proposte Sicule, quelle della vera tradizione, e da Siciliana come sono il giudizio è più sincero.
Davide e Francesco i proprietari hanno scelto di portare un po’ della Sicilia a Milano, la cucina popolare senza filtri o contaminazioni, ma elaborate nel rispetto delle cotture più semplici col tutto il sapore del mediterraneo.
Piatto Signature
“Boatta Fish”, servito all’interno dell’apposito barattolo Cozze, vongole, calamari, ricciola, salmone e gamberi rossi di Mazara, un sapore ricco variegato, con tanti aromi che contribuiscono a rendere il piatto saporito.
Sapori ed ingredienti scopriamo il menu; serviti in miniatura troviamo gli arancini di totano, a seguire i moscardini affogati con fette di pane abbrustolito, il flan di zucca con fonduta di pecorino, nel menù diverse proposte come il classico fritto misto e la deliziosa caponata, tra i primi piatti tutti a base di pasta fresca fatta in casa menzioniamo, ( riso cacio e pepe e tartare di tonno, bucatini con le sarde, linguine ai ricci di mare). Tra i secondi troviamo proposte classiche dal gusto accentuato, come il trancio di Ombrina e il carciofo saporito, le polpette di baccalà, involtini di vitello alla messinese e tantissime prelibatezze che si evolvono in base alla stagione.
L’idea in più è il “beverage Boatta” cocktail scelti con cura e preparati con prodotti di qualità, gli aromi e le spezie danno quello sprint in più ai cocktail, che possono essere perfettamente serviti insieme alla vostra cena per quanto particolari ed originali. Qualche dritta; Mojito speciale al Gin mare, il “Boatta Mule” con vodka infusionata al jalapeno, Saint Germain, pompelmo e ginger beer.
La location è graziosa e attuale con cucina a vista che rende una bella visuale a chi ama sbirciare la preparazione dei piatti, i proprietari hanno fatto realizzare a mano da un artigiano Siculo un peculiare bancone bar che corre lungo la sala dove il bianco delle pareti suscita un atmosfera rilassata in combinazione alle luci soffuse delle candele, per poi trovare guardando all’insù uno stravagante soffitto verdeggiante annesso di piante.
Da provare
Il tris di tartare servito nei vasetti dove il pesce è adagiato su sfiziose creme di frutta,( tartare di tonno, salmone, pesce bianco). Spaghetto grezzo alla Seppia ed il suo nero, passatina di pomodoro Bufala e pane aromatizzato all’origano.
Curiosità
Boatta significa lattine ermetiche, in siciliano si pronuncia ‘buatte’ comunemente usate per conservare e mantenere i cibi.
Mano al portafogli
Spenderete a persona circa 35/40 euro, vino escluso. A pranzo troverete un menu speciale a 10 euro
La formazione sta assumendo un carattere sempre più importante in un contesto come quello attuale, nel quale sono richieste dal mercato del lavoro competenze sempre più professionali, capacità e attitudini specifiche.
La formazione professionale è per il CIOFS-FP un’opportunità a cui tutti hanno diritto: in particolare giovani donne e persone a rischio di esclusione, per diventare cittadini attivi e capaci di partecipazione. È un’opportunità significativa con una continua azione di orientamento, con la costruzione insieme di capacità progettuale e qualificazione professionale, con un’attenzione particolare ai processi di accompagnamento al lavoro.
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3 CORSI SONO DISPONIBILI PER I RAGAZZI CON SCADENZA DI ISCRIZIONE 6 FEBBRAIO 2018
OPERATORE DELLA TRASFORMAZIONE AGROALIMENTARE: PANIFICAZIONE, PIZZERIA E PASTICCERIA (Triennale)
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L’Operatore della trasformazione agroalimentare interviene, a livello esecutivo, nel processo lavorativo di trasformazione alimentare con autonomia e responsabilità limitate a ciò che prevedono le procedure e le metodiche della sua operatività. La qualificazione nell’applicazione/utilizzo di metodologie di base, di strumenti e di informazioni gli consentono di svolgere attività relative alla trasformazione alimentare con competenze nello svolgimento
delle operazioni fondamentali del ciclo di trasformazione, conservazione, confezionamento e stoccaggio dei prodotti alimentari.
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OPERATORE DELLA TRASFORMAZIONE AGROALIMENTARE – VALORIZZAZIONE DELLE FILIERE TERRITORIALI (TRIENNALE DUALE)
L’Operatore della trasformazione agroalimentare interviene, a livello esecutivo, nel processo lavorativo di trasformazione alimentare con autonomia e responsabilità limitate a ciò che prevedono le procedure e le metodiche della sua operatività. La qualificazione nell’applicazione/utilizzo di metodologie di base, di strumenti e di informazioni gli consentono di svolgere attività relative alla trasformazione alimentare con competenze nello svolgimento delle operazioni fondamentali del ciclo di trasformazione, conservazione, confezionamento e stoccaggio dei prodotti alimentari.
. OPERATORE AI SERVIZI DI VENDITA (Triennale)
L’operatore si può inserire all’interno di una organizzazione commerciale di qualsiasi settore (piccole imprese artigiane e commerciali – negozi e supermercati, studi professionali del territorio)
Il centro di formazione professionale Ciofs ha recentemete vinto l’Equity Partecipation Decision Making Award, un concorso europeo che aveva l’obiettivo di scoprire e valutare pratiche promettenti di promozione della partecipazione in ambito lavorativo, educativo e formativo. La “peer education” del Ciofs diventa così un modello di pratica inclusiva, ripetibile in qualsiasi contesto formativo in Europa.
L’appuntamento con il condimento più amato dagli italiani; l’olio, va in scena oggi dal 1 al 3 febbraio a Milano, la kermesse è “Olio Offina Festival” un movimento ideato da Luigi Caricato, appassionato e grande conoscitore in materia.
Il tema è comunicare l’importanza e le diversità degli oli esistenti con l’obiettivo di valorizzarne la cultura, il tema di sostegno del 2018 è; “Io sono un albero”, dove albero è vita, legame con la terra e l’olio che ne rappresenta uno dei suoi frutti.
Tante questioni di attualità e di analisi, ne elenchiamo alcuni: l’olio nella Gdo, il packaging, la comunicazione visiva, le nuove tendenze dell’olio, l’olio nella ristorazione, i frantoi del futuro, la sintesi percettiva attribuita all’olio, gli abbinamenti tra carne e olio, e tanti numerosi contenuti.
Stimolante l’argomento; “Progettare Cibo”, relativamente alla recenti acquisizioni intorno alla caratterizzazione dei fattori nutrizionali dell’olio extra vergine di oliva, del cacao, della mela e del globulo di grasso del latte.
Oltre 60 oli in degustazione da tastare in purezza o combinati alle vivande. Non mancherà un importante inchiesta sugli oli territoriali italiani senza dubbio realtà olivicole affascinanti, motore di una materia prima che rende l’Italia il cuore pulsante della produzione.
L’olio adatto a ogni piatto, a ogni inclinazione a ogni appetito, a ogni momento della giornata, potete venire a scoprirlo ad “Olio Officina Festival”
Presso Palazzo delle Stelline, C.so Magenta, 61, Milano.
Siamo sul set del premio Nonino con l’inviato Massimo Gelati, un viaggio enogastronomico, culturale, all’interno della più celebre distilleria Italiana, a cui si riconosce profondamente l’arte della tradizione volta a valorizzare i valori globali della conoscenza. In questo report ve lo raccontiamo.
Ronchi di Percoto, 27 Gennaio 2018
Gia’ da molti anni il Premio Nonino è diventato un punto di riferimento obbligato per il mondo della cultura: ciò non solo perchè la scelta dei premiati va a individuare ogni anno personaggi di prima grandezza a livello internazionale, ma soprattutto perchè in ogni sua edizione va a toccare temi di estrema importanza in un mondo nel quale sembrano sgretolarsi i valori tradizionali, in cui la stessa etica e’ messa pesantemente in discussione dalle ragioni della politica, dell’economia e della finanza, in cui un’informazione ansiosa e superficiale finisce per mettere in ombra con la cronaca del momento, la riflessione sui problemi reali della nostra società.
Quest’anno la Giuria del Premio Nonino, presieduta da V.S. Naipaul, premio Nobel per la Letteratura 2001, e composta da Adonis, John Banville, Ulderico Bernardi, Peter Brook, Luca Cendali, Antonio R. Damasio, Emmanuel Le Roy Ladurie, James Lovelock, Claudio Magris, Norman Manea, Edgar Morin ed Ermanno Olmi ha così assegnato i Premi Nonino Quarantatresimo Anno.
Premio Nonino Risit d’Aur – Barbatella d’Oro 2018 a P(our)
Nel nome, unione delle parole OUR e PURE, cioè nostro e puro, si sottolinea la missione del gruppo, che ricerca la “purezza” del prodotto, non contaminato, e del “nostro” inteso come passato condiviso in ogni angolo della terra. tre sono i paradigmi imprescindibili di P(our): conoscenza, sostenibilità e crescita. Alex Kratena, Ryan Chetiyawardana, Jim Meehan, Simone Caporale, Monica Berg, Joerg Meyer e Xavier Padovani sono i sette giovani bartender che si sono lanciati nella non facile impresa di rilanciare i valori fondanti di ogni società, gli stessi alla base del Premio Nonino.
Il loro progetto più significativo è PourProject Progetto Amazzonia, ideato per salvare l’ajè negro, una salsa fermentata di manioca amara, frutto di una cultura millenaria preparata dalle tribù indigene della foresta fluviale amazzonica. Esploratori del passato, immersi nel presente e proiettati nel futuro, ogni anno, organizzano il Symposium, un incontro internazionale per affrontare e approfondire temi fondamentali della società, come la questione del Gender, anche nel settore della bartender community. Ha consegnato il premio Adonis.
Nel 1975 ricercando gli antichi vitigni autoctoni friulani, per distillarne le vinacce, i nonino scoprono che i più rappresentativi – schioppettino, pignolo e tazzelenghe – sono in via d’estinzione, essendone vietate la coltivazione. Ad essi si aggiunge la ribolla gialla. il 29 novembre, con lo scopo di “stimolare, premiare e far ufficialmente riconoscere gli antichi vitigni autoctoni friulani”, e preservare così la biodiversità del territorio, istituiscono il Premio nonino risit d’aur – Barbatella d’oro.
Premio Internazionale Nonino 2018 a ISMAIL KADARE
Poeta, romanziere, autore di saggi e sceneggiatore nato in Albania, aedo innamorato e critico del suo popolo, tra realtà storiche e leggende, che rievocano grandezze e tragedie del passato balcanico e ottomano, ha creato grandi narrazioni. Esule a Parigi dal tempo della dittatura “per non offrire i suoi servigi alla tirannide”, ha rifiutato il silenzio, che è la metà del male, immergendo spesso il suo raccontare in mondi immaginari, divenendo testimone degli orrori perpetrati dal totalitarismo e dai suoi inquisitori. Ha fatto della tolleranza religiosa uno dei cardini della sua opera. Ha consegna il premio John Banville, dopo un videomessaggio di Claudio Magris.
Premio Nonino 2018 a ‘un Maestro del nostro tempo’ a GIORGIO AGAMBEN
Le sue indagini, sempre in cerca delle fonti, spaziano dal linguaggio alla metafisica e dall’estetica all’etica. Giorgio Agamben si definisce un epigono, considerate le sue intense esperienze con il fiorire del libero pensiero; costruisce sull’esempio di Michel Foucault, delle sue idee e intuizioni, una biopolitica e crea il concetto dell’Homo Sacer, un essere umano la cui vita è sacra, il che significa che può essere ucciso ma non sacrificato; traccia un’evoluzione, da un uomo antico che “poteva” a un uomo moderno che “vuole”, e si pone al di sopra sia delle leggi umane sia di quelle divine, aprendo la strada a un’età di olocausti. Per rendersi visibili, le società devono lottare fra due opposti principi: quello dei diritti legali e quello dell’anomia. Agamben spesso traduce la sua filosofia in pura poesia immersa nella natura; ascoltate la sua mirabile descrizione tratta dal suo ultimo libro, Autoritratto nello studio: “L’erba è Dio. nell’erba – in Dio – sono tutti coloro che ho amato. Per l’erba e nell’erba e come l’erba ho vissuto e vivrò”. Ha consegnato il premio Antonio R. Damasio.
La consegna dei premi è avvenuta presso le Distillerie Nonino a Ronchi di Percoto, Sabato 27 Gennaio, dove, dopo l’arrivo alle distillerie di Cristina, Antonella, Elisabetta, Benito e Giannola Nonino, con Chiara, Davide, Francesca, Sofia, Gaia, Caterina, Costanza e Beatrice, si sono aperte le celebrazioni per gli oltre 120 anni delle Distillerie Nonino.
Per il brindisi di benvenuto la Famiglia Nonino a distillato per gli ospiti una preziosissima Grappa Nonino Monovitigno® Ribolla gialla* Cru Vigna Nonino Buttrio-Friuli.
Dopo la toccante performance del Coro Manos Blancas del Friuli, sostenuto sin dalla nascita da Giannola Nonino, che si pone l’obiettivo di emancipare bambini e ragazzi dal disagio, offrendo loro un’opportunità di riscatto sociale tramite l’accesso gratuito allo studio della musica, lo spettacolo è proseguito con il coro “Artemisia” di Torviscosa ed il coro del Friuli Venezia Giulia, per concludersi con il gruppo folkloristico “Chino Ermacora” di Tarcento.
Al termine della pranzo, brindisi con Grappa Nonino Riserva Antivca Cuvee®, invecchiata 5 anni in barriques e piccole botti, e ÙE ® Acquavite d’Uva Nonino in barriques.
Moltissime le personalità presenti, tra i quali si notavano Rosita Missoni, il Conte Marzotto, Matteo Zoppas, Cesare Rimini, Riccardo Illy, numerosi giornalisti televisivi e della carta stampata, autorità civili e militari e rappresentanti dell’industria e della finanza internazionale.
Il segreto di questo successo risiede sicuramente nella capacità di pensare in grande, ma anche nel coraggio di saper decidere di modificare continuamente la propria creatura, anche quando sembra essere già baciata dal successo internazionale. Giannola Nonino questa manifestazione l’ha fatta nascere e crescere, e continua ancora a emozionarsi come nelle prime edizioni, garantendo l’eternità al Premio Nonino.