Cartizze D.O.C.G. Brut Ruggeri

Oggi vi parliamo del Cartizze D.O.C.G. Brut di Ruggeri portavoce della biodiversità del Cartizze, uno dei Grand Cru più preziosi d’Italia tra le colline scoscese e generose di Valdobbiadene dichiarate dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Il Prosecco D.O.C.G Superiore di Cartizze Brut di Ruggeri anima il brindisi delle feste. Il Cartizze è la versione più esclusiva dell’anima del prosecco, è un luogo esclusivo e delimitato situato nel Veneto orientale, più precisamente a Valdobbiadene.

Oggi vi parliamo del Cartizze D.O.C.G. Brut di Ruggeri portavoce della biodiversità del Cartizze, uno dei Grand Cru più preziosi d’Italia tra le colline scoscese e generose di Valdobbiadene dichiarate dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

La sua caratteristica distintiva è data dall’origine, il suo terreno montuoso è stato creato dal sollevamento dei fondali marini, la  rocciosità del territorio contribuisce alla qualità delle uve che danno vita ad un vino con un colore più intenso e un odore più complesso. Qui la produzione è circoscritta da un’area molto precisa, appunto Cartizze che produce un vino di qualità, definito crù

Per chi è amante di questo esclusivo vino,  o è semplicemente curioso di provare il Cartizze, l’occasione delle feste natalizie può essere una bella opportunità di portarlo sulle tavole imbandite per le cene di Natale, in alto tra le dita dei commensali per celebrare il 2023, il Cartizze D.O.C.G. Brut di Ruggeri aggiunge gusto e pregio, in un bouquet di profumi che vi stupirà.

Il profumi del Cartizze in un bicchiere

Conviviale e vivace, fragrante e aromatico, seduce con il suo armonioso equilibrio e la sua sapidità cristallina con delicate note minerali. Il Valdobbiadene Superiore di Cartizze D.O.C.G. Brut di Ruggeri, rende omaggio e al contempo svela i profumi del terroir che si risveglia dopo i mesi più freddi: erbe di campo, delicate note di petali di fiori bianchi e profumo di pere. Un inno alla vita, alla Natura e a un nuovo inizio.

Bollicine responsabili

Il Cartizze D.O.C.G. Brut è portavoce dell’impegno di Ruggeri per la Cultura del Vino che rispetta l’ambiente, le persone e il territorio. L’azienda porta avanti progetti di ricerca a tutela dell’eccezionale biodiversità nell’area del Cartizze che vanta oltre cento specie di piante, fiori ed erbe spontanee e abbraccia il Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata (SQNPI) a certificare l’alta qualità e la sostenibilità in vigneto.

Abbinamenti

Dall’aperitivo di Natale alla cena di Capodanno, il Cartizze D.O.C.G. Brut di Ruggeri esalta piatti a base di pesce, crostacei e molluschi, dalle tartare ai risotti ai frutti di mare. Accompagna piacevolmente finger food, verdure pastellate, delicati piatti di carne bianca, lasagne e torte salate con erbe e formaggi freschi.

CONSORZIO DEL PROSCIUTTO DI SAN DANIELE DOP

Italia Destinazione Digitale è l’unico premio nazionale che ogni anno, dal 2016, viene assegnato alle regioni e alle destinazioni turistiche italiane che registrano le migliori performance online, dal punto di vista del sentiment, dell’offerta enogastronomica e dell’accoglienza.

In occasione della TTG Travel Experience di Rimini, alla città friulana è stato assegnato il premio Destinazione con la Migliore Offerta Enogastronomica. Alla città di San Daniele del Friuli è stato conferito sul palco del TTG Travel Experience di Rimini il premio Destinazione con la Migliore Offerta Enogastronomica di Italia Destinazione Digitale.

Italia Destinazione Digitale è l’unico premio nazionale che ogni anno, dal 2016, viene assegnato alle regioni e alle destinazioni turistiche italiane che registrano le migliori performance online, dal punto di vista del sentiment, dell’offerta enogastronomica e dell’accoglienza.

 

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San Daniele paesaggio

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Armonico – Sushi Culture

Il delivery di oggi si trasforma nel sushi culture del domani: Armonico Sushi culture apre il suo ristorante gourmet trasformando una formula di distribuzione vincente in una mission che prevede il gusto, la bellezza dei piatti, e la cultura del sushi.

Il nome Armonico ci guida già attraverso una antica filosofia giapponese chiamata Ikigai, è il centro di quattro cerchi (l’amore, la necessità, il bene, la ricompensa), fondendosi tra essi. Un termine che non ha una vera e propria traduzione italiana ma il suo significato è: “ragione di vita, di esistere”, ovvero tutto ciò che rende la vita bella da vivere.

 

Il pesce crudo è in diversi tagli fatti di gusto ed equilibrio, una coniugazione della cucina tradizionale giapponese assemblata dai migliori ingredienti mediterranei, lavorate con autenticità e rigore nelle preparazioni e nella presentazione.

 

ARMONICO nella versione FINE DELIVERY ha già una notevole fama nella città meneghina. Un Fine Delivery di pregio tra le mura della propria casa o dell’ufficio dove ogni dettaglio è stato pensato con l’approccio di un ristorante gourmet. Il cliente ha a disposizione una website experience unica a livello di informazioni, con delle box nominali, in modo che ogni persona abbia ben identificati i suoi pezzi e non vi siano contaminazioni per intolleranze ed allergeni.

 

La gestione interna del servizio di consegna con propri rider e propri mezzi elettrici garantisce competenza e un totale controllo di tutte le fasi del processo, oltre al rilevante particolare che la copertura di consegna è ad ampio raggio; infatti, sono serviti in tutta l’area di Milano ed in qualche caso, su richiesta, anche del vicino hinterland con nessuna spesa di consegna.

Dedizione al lavoro, conoscenza e rispetto, infatti insieme alla ricerca continua e alle materie prime di altissimo livello c’è una particolare attenzione per la parte vegana, un segno che il sushi vegano è pensato ed elaborato per poter rendere i piatti un evoluzione gourmet.

Armonico – sushi culture

 Via Pastrengo, 15 – 20159 Mi

0245487806

APRE A MILANO IL PIU’ GRANDE RISTORANTE JOHNNY ROCKETS D’ITALIA

Johnny Rockets apre a Rozzano, nel milanese, nel Parco commerciale Fiordaliso, zona cinema, in un’ampia struttura indipendente. Sarà il più grande ristorante Johnny Rockets di tutta Italia, con 226 posti a sedere, di cui 94 interni per una superficie di 280mq a cui si aggiungono i 180mq di dehor esterno coperto.

Il brand di ristorazione ispirato dall’American diner e approdato in Italia nel 2016 raddoppia a Milano, il nuovo store sorgerà nel complesso del centro commerciale Fiordaliso a Rozzano. Sarà il più grande d’Italia.

Johnny Rockets apre a Rozzano, nel milanese, nel Parco commerciale Fiordaliso, zona cinema, in un’ampia struttura indipendente. Sarà il più grande ristorante Johnny Rockets di tutta Italia, con 226 posti a sedere, di cui 94 interni per una superficie di 280mq a cui si aggiungono i 180mq di dehor esterno coperto.

 

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Le carte vincenti, che hanno permesso di contare ben 350 ristoranti in tutto il mondo, sono il cibo di qualità e l’attenzione per la filiera. Il menu, che offre grandi classici della cucina americana come Burgers, Chicken tenders, Onion rings, shakes and Floats, così come le tante novità in arrivo nel nuovo menu, come i Burger con Avocado e le proposte veggie, sono tutti preparati con ingredienti selezionati per freschezza e qualità: ad iniziare dal pane, un classico brioche bun sfornato quotidianamente da fornerie artigianali italiane partendo da una ricetta 100% USA, per proseguire con la carne, sempre fresca e mai surgelata, rigorosamente selezionata da allevamenti del nord Europa e lavorata in Italia.

 

 

VILLA TERZAGHI RITORNA CON L’ESPERIENZA ENOGASTRONOMICA DELLA CUCINA D’AUTORE

Sono 4 i weekend dedicati al gusto, dal 23 Giugno al 27 luglio, protagonista lui, il ristorante didattico immerso nella quiete di una Milano più green, nel parco del Ticino di Robecco sul Naviglio, corte strategica di momenti e metodi di piacere a tavola.

 

I “Weekend del gusto” promuovono la filiera agroalimentare fondata su piccoli produttori e sostenibilità, e avvicinare i giovani alla ristorazione di qualità.  L’ex dimora di caccia settecentesca immersa nel verde del Parco del Ticino, ormai diventata sede dell’Associazione Maestro Martino presieduta dallo chef Carlo Cracco con un Ristorante didattico aperto al pubblico, sarà la protagonista di una serie di iniziative di ristorazione legate alla cultura gastronomica, che avranno luogo nei fine settimana, dal giovedì alla domenica, che vanno dal 23 giugno al 17 luglio.

Una grande occasione per comunicare una filosofia semplice, genuina, ma attenta a tecnica e innovazione. Villa Terzaghi metterà sul campo temi gastronomici di grande attualità: dalle cotture alla brace al foraging e ai fiori, dal brunch a km0, ai cocktail d’autore.

All’offerta del ristorante caratterizzata dai nuovi sapori del menù estivo, disponibile il venerdì e sabato sera, e la domenica a pranzo:

Scoprilo qui: https://villaterzaghi.it/-/ristorante-in-villa/

All’offerta enogastronomica che si aggiungeranno, non solo i piatti del nuovo menù, ma anche  show cooking e appuntamenti culturali.

 

 

GIOVEDÌ 23-30 GIUGNO E GIOVEDÌ 7-14 LUGLIO

Si partirà il giovedì sera con un’innovativa rivisitazione del caposaldo della cucina italiana per eccellenza: la pizza, che a Villa Terzaghi diventa d’autore. Ogni settimana il Maestro pizzaiolo Pasquale Moro, campione del mondo di pizza in pala nel 2016, avrà modo di dar sfogo alla creatività proponendo delle degustazioni di pizze gourmet preparate con prodotti stagionali e del territorio. Il colore farà da protagonista grazie agli impasti speciali realizzati con ingredienti naturali che ricreano suggestivi effetti cromatici. 

VENERDÌ 24 GIUGNO E VENERDÌ 1-8-15 LUGLIO

A seguire, con la cena del venerdì,  gli ospiti del ristorante potranno scegliere tra  i ricercati piatti del nuovo menù estivo, arricchita da una nuova proposta studiata ad hoc per la cottura alla brace dallo chef Fabio Zanetello, grande amante della cucina italiana, con un approccio cosmopolita senza mai perdere di vista la cultura del territorio. Pregiate carni italiane e internazionali selezionate per l’occasione da Wilfred -la macelleria online specializzata in carni provenienti dai migliori allevamenti del mondo- e freschissime trote del parco del Ticino della Fattoria del Pesce, verranno preparate da esperti del settore in abbinamento a pregiate spezie, salse artigianali e contorni di stagione. Ad arricchire il programma relativo alla brace ci sarà anche lo chef stellato Errico Recanati, Ambassador del Cook & Chef. Recanati sarà in Villa il 15 e 16 luglio.

SABATO 25 GIUGNO E SABATO 2-9-16 LUGLIO

Di ispirazione internazionale, ma rivisitato dallo chef di Villa Terzaghi Federico Urbani  in chiave territoriale, il brunch a Km0 sarà il protagonista del pranzo del sabato con una selezione di prodotti di qualità delle cascine del parco del Ticino, formaggi e salumi lombardi, in abbinamento a succhi di frutta artigianali, torte dolci e salate. Sul tema del brunch in versione veggy ci sarà la partecipazione della chef Emanuela Tommolini, Ambassador del Cook & Chef, i giorni 8 e 9 luglio.

Il sabato a cena gli ospiti di Villa Terzaghi potranno gustare le proposte del menù pensato ad hoc per la stagione estiva.

DOMENICA 26 GIUGNO E DOMENICA 3-10-17 LUGLIO 

Il menù estivo della linea ristorante sarà il protagonista anche del pranzo della domenica.

Si proseguirà nel pomeriggio con l’intrattenimento culturale espresso da show cooking e masterclass aperte al pubblico, tenute da professionisti. In particolare i quattro pomeriggi della domenica ospiteranno quattro lezioni dedicate al BBQ d’autore a cura di Wilfred – la macelleria online specializzata in carni provenienti dai migliori allevamenti del mondo. Lo chef di Wilfred presenterà diverse tipologie di carni, relativi tagli e cotture alla brace: l’asado argentino, con i tagli della tipica grigliata argentina tra cui vacio (conosciuto in italia come bavetta), e il diaframma; il BBQ americano (American Barbecue), con tagli come il brisket e le beef ribs; i “tagli da scoprire”, che sono dei tagli magari meno conosciuti ma versatili e molto buoni. Ogni lezione sarà arricchita da uno show cooking e relativa degustazione

 

Domenica 3 luglio a Villa Terzaghi sarà possibile immergersi nella suggestiva atmosfera africana con la musica di Gabin Dabiré, cantante, chitarrista, compositore, originario del Burkina Faso, culla secolare di cultura nell’Africa Occidentale con la possibilità di degustare piatti della cultura africana.

La domenica sera Villa Terzaghi propone infine una versione innovativa e gourmet dell’irrinunciabile rito milanese, l’Apericena. La proposta del ristorante spazierà dai classici taglieri ai più moderni e ricercati finger food da abbinare a cocktail d’autore.

Tartufo E Vino: qual è Il calice giusto da abbinare?

Si parla di tartufo e vino, e la regola giusta da seguire, l’accostamento al più prezioso dei funghi esistente, perché è di questo che si tratta, (fungo sotterraneo, ipogeo), non vanta un ordine fisso sul vino da destinare per amplificare il suo ricercato sapore, e al tal proposito vogliamo approfondire diverse scuole di pensiero sulla tipologia che vince l’accoppiata, “rosso, bianco, o bollicine,” possono essere perfetti duetti nel repertorio culinario.

Innanzi tutto c’è da ricordare che le differenze tra il tartufo nero e il tartufo bianco sono definite dall’aroma ben precisa, quindi bisogna fare molta attenzione a non sovrastarli. Famosi sono i tartufi bianchi di Alba e di Acqualagna, ma in pochi sanno che sull’appennino calabro-lucano si scovano degli eccellenti tartufi bianchi.

Di tartufi c’è ne sono di diversi, estivi, autunnali, scorzoni, il famoso tartufo nero pregiato di Norcia. Ma vediamo nello specifico come abbinare il vino al tartufo nero e al tartufo bianco.

 

Scorzoni

Tartufo Nero

Se il tartufo nero viene utilizzato per i primi piatti, l’abbinamento più azzeccato è un vino di media corposità, se invece ci orientiamo in dei secondi piatti i vini strutturati e longevi si sposano con più  armonia.

Ad esempio, potrebbero risultare perfetti dei vini rossi come il Barolo, un Pinot Nero, un Nebbiolo delle Langhe, un Taurasi Campano, un Bordeaux. Nel caso vogliate abbinare al tartufo nero un buon vino bianco, potrete optare per un buon Roero Arneis, del Riesling di Abbazia di Novacella, e del  Soave di Bertani.

 

Tartufo Bianco

Vediamo il più amato tra i tartufi, quello Bianco pregiato, prevalentemente a crudo, carni, pasta e risotti sono le pietanze dove trova la sua connotazione perfetta, gli accostamenti? Vediamoli:

Vini dal bouquet delicato, rosso o bianco che sia, non deve rovinare l’aroma del tartufo,  in questo caso, potrebbero essere un Barolo, un Dolcetto d’Alba, uno Chardonnay delle Langhe, un Cabernet franc longevo. Se decidiamo di abbinare un bianco noi consigliamo un Gewurztraminer, e vini bianchi dell’Etna.

Nelle mie preferenze che si abbinano al meglio al tartufo bianco che sia al nero sono quelli a base di Nebbiolo affinati, morbidi e corposi, in modo da lasciare intatto l’aroma pregevole del tartufo.

E le bollicine? Bene in Francia così come in Italia, meno frequente però, c’è l’abitudine di abbinare al tartufo bianco lo Champagne, o degli eccellenti Franciacorta. Personalmente avendo provato l’effetto dell’anidrite carbonica che pulisce il palato la sensazione è stata piacevole, ma va sicuramente da persona a persona.

Magari potete provare se non l’avete ancora fatto…

TARANTOLE FRITTE LO STREET FOOD DA PASSEGGIO: SNACK DAL MONDO

Si Dice che tutto il mondo è paese, si ma non sempre è così, soprattutto se si parla di tradizioni culinarie, e lo sanno bene tutti quei viaggiatori a caccia di squisitezze dal mondo, o quasi. La gastronomia locale è la più ricercata perché nascondono ricette e tradizioni in un piccolo lembo di terra, che probabilmente pochi hanno il coraggio di assaggiare. Oggi vi portiamo in Cambogia a mangiare le “tarantole fritte”.

 

Gli appassionati della cucina orientale sicuramente non hanno paura di sperimentare, il palato è già preparato a certi sapori, la tarantola fritta per chi l’ha assaggiata è una vera prelibatezza, ma dove bisogna recarsi di preciso? Il famoso villaggio in Cambogia è Skuon, si trova a 75 km dalla capitale di Phnom Penh, è il ragno gourmet gli ha resi noti, oltre agli affari d’oro.

Sfido chiunque a non rabbrividire pensando ad una tarantola, io per prima, eppure qualcuno le tiene anche come animali da compagnia, “l’uomo è strano”, detto questo, la tarantola da degustazione la si trova sulle bancarelle dei mercati, proprio accanto a ceste di frutta e verdura.

 

Donne cambogiane al-mercato

Qual è il suo sapore?

Il sapore a detta di chi le ha assaggiate ricorda una via di mezzo tra pollo e granchio, un interno morbido ed un esterno croccante

Vengono cucinate immerse in una pastella di sale, e zucchero, e poi buttate nell’olio bollente ancora vive con degli spicchi d’aglio. Di solito si mangiano solo le zampette pelose, però è tutta commestibile, la testa è ricca di polpa bianca.

Purtroppo, a causa della deforestazione sembra che la popolazione di tarantole stia diminuendo, e infatti il loro prezzo è lievitato notevolmente.

Io per il momento passo, e voi avreste il coraggio di assaggiarle?

Giù Le Mani Dal Made In Italy: La dieta Mediterranea Sotto Accusa Formaggi, Salumi, e Vino

Se l’interesse è la salute della popolazione bisognerebbe istruire i consumatori sul corretto consumo degli alimenti, e non demonizzare il Made in Italy leader mondiale di una filiera eccellente.

“Nuoce gravemente alla salute”, lo sostiene l’Unione Europa, le etichette allarmistiche non sono rivolte alle sostanze nocive a tutti ben note come la nicotina, ma ad alimenti e bevande simbolo dell’enogastronomia italiana, nonché pilastri della famosa dieta mediterranea, citata dal mondo come una delle più equilibrate e gustose. Sotto accusa finiscono; formaggi, salumi, e vino.

 

La proposta dell’Unione Europea è di inserire le etichette nel vino e bevande alcoliche entro il 2023, oltre a voler eliminare dai programmi di promozione i prodotti agroalimentari associati ai rischi di tumore, come le carni rosse  trasformate.

Ma se è vero che noi siamo anche quel che mangiamo, effettivamente la nostra lunga tradizione di eccellenti prodotti ha tirato sù bene tante generazioni, questa scelta mi sembra abbastanza azzardata, bisognerebbe si, fare attenzione a non consumare eccessivamente insaccati, e prodotti ricchi di grasso, e non bersi una bottiglia di vino, ma qui si tratta solo di quantità, “anche il potere non è il male in sé, dipende sempre da l’utilizzo che ne fai”.

Tra le misure previste l’aumento delle tasse, campagne di sensibilizzazione e altre misure simili previste dai best buys dell’Oms, aumento dei prezzi, limitazione della disponibilità fisica ed economica degli alcolici sul mercato e divieto di pubblicità.

La bozza di comunicazione europea propone inoltre la revisione della normativa Ue sulle tasse sulle bevande alcoliche e sulle compravendite internazionali, anche tra privati; la riduzione della pubblicità on line; lo stop al consumo di alcol attraverso i programmi di promozione dei prodotti agricoli Ue.

 

Visto lo scenario, anche il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti, ha scritto a Gentiloni, denunciando una demonizzazione indiscriminata del vitivinicolo e definendo totalmente inappropriate, inefficaci, inadeguate, addirittura controproducenti le misure contenute nella bozza di comunicazione.

Qui Bruxelles non è stata molto cortese nei confronti dell’Italia, a dieci anni dal riconoscimento dell’Unesco della Dieta mediterranea, che ricordiamo si è classificata come la “migliore dieta al mondo”,  proprio perché ricca e diversificata, (pasta, frutta, verdura, formaggi, carne, olio extravergine e lui l’immancabile calice  di vino), ha consentito agli italiani di conquistare il primato europeo di longevità, tutte caratteristiche principali dei nostri prodotti e del nostro regime che si possono riassumere in due parole: Tradizione e benessere.

Se l’interesse è la salute della popolazione bisognerebbe istruire i consumatori sul corretto consumo degli alimenti, e non demonizzare il Made in Italy leader mondiale di una filiera eccellente.

La Douja D’or sorprende anche quest’anno

Palcoscenico del vino, del cibo e della cultura piemontese. 

Per 4 week-end, dall’11 settembre al 4 ottobre, la sera del venerdì, sabato e domenica Asti e il Monferrato saranno la capitale del vino del Piemonte. In sicurezza grazie alle prenotazioni online e agli accessi contingentati.

Riflettori puntati dunque sulla Douja d’Or 2020, l’appuntamento di settembre più atteso ad Asti e nel Monferrato astigiano, capace di richiamare visitatori, winelover, turisti del gusto e amanti della cultura e della natura da tutta Italia e dall’estero. Protagonisti sono le Istituzioni e gli Operatori privati del territorio, una squadra composta da Camera di commercio di Asti e la sua Azienda Speciale, Piemonte Land of Perfection e Fondazione Asti Musei, con il patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia di Asti e del Comune di Asti e con la partecipazione del Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti Docg, del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, in collaborazione con l’Unione Industriali di Asti e l’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero.

Rinnovata nella formula, ampliata nel tempo e nello spazio rispetto alle edizioni precedenti (estesa a 4 week-end coinvolgendo Asti e tutto il Monferrato Astigiano) e promossa da una nuova comunicazione il cui visual è liberamente ispirato alle città di De Chirico, la Douja d’Or – il Vino, il Cibo, la Cultura, Il Monferrato offre esperienze variegate alpubblico che ha la possibilità di costruirsi itinerari a misura delle proprie passioni sia alla sera – frequentando gli eventi di Asti dalle 18.00 fino alle 24.00 – che di giorno, nel Monferrato Astigiano.

LA DOUJA D’OR AD ASTI…

Tutto inizia venerdì 11 settembre alle ore 18.00 al Teatro Alfieri, quindi per 4 week-end,  dall’11 settembre al 4 ottobre, dal venerdì alla domenica, la Douja D’Or edizione 2020 avrà come palcoscenico diffuso le suggestive piazze e gli splendidi palazzi storici di Asti, creando un percorso tra vino, cibo e cultura, con numerosi eventi, degustazioni, mostre, iniziative in alcuni casi ricorrenti in ogni week-end, in altri ad arricchire giornate specifiche: tutto il programma degli eventi e le relative istruzioni per accedervi in sicurezza tramite prenotazioni on line sono presenti nel sito www.doujador.it.

“La Douja è una manifestazione che riguarda la nostra terra, il nostro saper fare e produrre. Obiettivi principali sono la valorizzazione dei prodotti del nostro territorio, la crescita e lo sviluppo della nostra provincia, a maggior ragione dopo mesi di lockdown – commenta Erminio Renato Goria, Presidente della Camera di commercio di Asti -. In quest’ottica, oltre 110 esercizi commerciali di Asti e provincia hanno deciso di aderire alla nostra iniziativa ‘Menù della Douja, Piatto della Douja e Aperitivo della Douja’: dalla mappa interattiva presente sul nostro sito www.doujador.it e realizzata con l’istituto Artom, si potrà scegliere tra le numerose proposte enogastronomiche della tradizione e tra i prodotti tipici presentati da ristoranti, agriturismi e bar. L’inaugurazione prevista per l’11 settembre sarà, poi, un momento di dialogo con alcuni giornalisti e stakeholder del settore: grazie alla conduzione della vicedirettrice del Tg5 Cesara Buonamici e alla collaborazione con l’Onav – Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino, ci confronteremo sul futuro del nostro Concorso enologico nazionale “Premio Douja d’Or“.

Tra gli ospiti d’eccezione partecipanti al dibattito “Concorso Enologico Douja d’Or: verso il futuro”   sono annunciati Luciano Ferraro de Il Corriere della Sera; Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del Bere; Alessandra Piubello, giornalista, giudice, curatrice della Guida Vini Luigi Veronelli e corrispondente di autorevoli riviste estere; Leila Salimbeni, giornalista enogastronomica e coordinatrice editoriale del giornale di vino e lifestyle Spirito di Vino.

Il Vino è il filo conduttore della Douja d’Or e delle sue esperienze’ continua Matteo Ascheri, Presidente di Piemonte Land of Perfection, che rappresenta 14 Consorzi di tutela piemontesi e promuove oltre 44.000 ettari di vigneto, un grande patrimonio enologico costituito da 18 Docg e 41 Doc regionali.  ‘Questo è il primo grande evento del vino piemontese ‘in presenza’ dopo il lock-down, una vetrina imperdibile del meglio della produzione enologica della Regione, cui partecipano tutti i Consorzi attraverso i Produttori, alcuni presenti alla Douja per la prima volta’.

Nella centralissima Piazza San Secondo, Piemonte Land of Perfection allestisce “Piemonte Land alla Douja“, un salotto all’aria aperta in cui accomodarsi, tutti i week-end, e lasciarsi guidare dai sommelier alla scoperta di tutte le denominazioni che rendono celebre il Piemonte nel mondo. In degustazione anche tipologie di vino meno conosciute ma altrettanto uniche, accompagnate da alcuni assaggi di prodotti Dop e Igp tra cui formaggi, salumi e nocciole piemontesi. La Douja 2020 tiene inoltre a battesimo la neonata collaborazione tra Piemonte Land ed il Consorzio Tutela Gorgonzola Dop: un’occasione unica per assaggiare il Gorgonzola in abbinamenti anche insoliti. Sempre in piazza San Secondo nella “Cantina della Douja”, gestita da Piemonte Land, si possono acquistare le bottiglie proposte in degustazione.

Appuntamenti imperdibili per gli amanti del vino sono le 12 Masterclass sui diversi vitigni piemontesi, organizzate da Piemonte Land nel Ridotto del Teatro Alfieri in tutti i fine settimana della Douja d’Or. Un approfondimento sulle denominazioni della regione Piemonte, sui vitigni e sulle uve; un viaggio esclusivo tra i territori culla del patrimonio enoico regionale, con i sommelier professionisti AIS che accompagnano con la loro esperienza il pubblico attraverso l’eterogeneità e la ricchezza dei calici in degustazione.

Guidato dai ragazzi di @CantinaSocial, venerdì 25 settembre Piemonte Land propone un Unconventional Wine Tasting, appuntamento imperdibile all’insegna della condivisione per scoprire i vini piemontesi. Una degustazione sui generis che potrà essere seguita dalla postazione di Piazza San Secondo o direttamente dal divano di casa attraverso i social.

Chiude gli appuntamenti del super Consorzio Piemontese “Let’s talk: vino, arte e comunicazione” – sabato 3 ottobre – incontro digital per parlare di come si è evoluta la comunicazione e il ruolo centrale che ha svolto negli ultimi mesi, del legame con l’arte in tutte le sue accezioni e il grande valore aggiunto che porta al territorio e alle aziende produttrici. Una chiacchierata in orario aperitivo tra @CantinaSocial, alcuni esponenti del giornalismo italiano, stakeholder dell’arte e della comunicazione per fare il punto davanti ad un calice di vino.

Casa Asti in Piazza Roma, la sede del Consorzio dell’Asti Docg, apre le sue porte proponendo, tutti i venerdì e sabatoAlessandro Borghese, il Lusso della semplicità”, esclusiva cena in abbinamento all’Asti spumante, in tutte le sue tipologie, e al Moscato d’Asti Docg per 30 persone, prenotabile sul sito della Douja d’Or. Il celebre chef, Ambassador della denominazione, delle tradizioni, della cultura e dei vignaioli del territorio, sarà presente la sera di venerdì 11 settembre. Protagonista delle domeniche sera è “AstiCocktail” con il bar tender Nicola Mancinone de “Il Confessionale” che propone 3 cocktail a base Asti e Moscato d’Asti Docg in abbinamento alle tipicità alimentari del territorio dai salumi, ai formaggi, frutta e dolci. A disposizione dei visitatori è anche il “Tour di Asti e delle aziende dell’Asti Docg”, una mezza giornata in vigna presso le aziende produttrici di Asti Spumante e Moscato d’Asti Docg, oppure un percorso culturale nella città di Asti al termine del quale degustare una coppa dei vini e spumanti dell’Asti Docg in purezza o miscelato, in un locale tipico di Asti.  Infine una Masterclass dedicata ai grandi vini aromatici del territorio, venerdì 18 settembre al Ridotto del Teatro Alfieri.

Nei giardini di Palazzo Alfieri, circondati da un’atmosfera che richiama i colori, il paesaggio e il territorio dei vini del Monferrato, gli ospiti del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato con “Douja del Monferrato” tutte le serepossono spaziare tra i grandi vini, bianchi e rossi del territorio eventualmente accompagnandoli con una box di stuzzicherie, presso isole tematiche organizzate nel rispetto del distanziamento e accessibili, come tutti gli altri eventi, a ingressi limitati per slot orari da prenotare sul sito della Douja d’Or.

Focus sulla Barbera, la regina del Piemonte, anche nella Masterclass dedicata al vitigno più coltivato sulle colline meglio esposte del territorio, venerdì 11 settembre al Ridotto del Teatro Alfieri per scoprire le diverse sfumature del Barbera d’Asti, Barbera d’Alba, Monferrato e Nizza.

Palazzo Ottolenghi, tutti i venerdì e sabato, ospita “La Douja del Vermouth”, una serie di degustazioni che hanno come elemento catalizzatore il Vermouth, il vino aromatizzato la cui produzione ha forti radici storiche nella provincia di Asti. In assaggio 5 prodotti in miscelazione (cocktail a base vermouth) o 5 vermouth in purezza con momenti di didattica e con il racconto di curiosi aneddoti sui cocktail proposti. Sabato 19 settembre e sabato 3 ottobre sono dedicati a “Esperienza Vermouth”, evento in cui si ripercorre la storia millenaria del Vino Aromatizzato, dalle sue origini fino alle forme più moderne, durante il quale i partecipanti realizzano il proprio vermouth personalizzato.

‘Oltre al Vino, la Cultura è l’altra protagonista della Douja d’Or 2020, nelle sue diverse dimensioni, dai Beni culturali alle Mostre – sottolinea Mario Sacco, Presidente della Fondazione Asti Musei… ” Asti, città dell’accoglienza in sicurezza, consente al pubblico di visitare durante la giornata i monumenti, i palazzi storici e i poli museali della città, ampliando l’esperienza anche al territorio astigiano. L’obiettivo – prosegue Sacco – è valorizzare le eccellenze artistiche, culturali ed ambientali del nostro comprensorio in maniera integrata”.

Inaugura venerdì 18 settembre, e sarà in esposizione nelle eleganti sale di Palazzo Mazzetti fino al 17 gennaio 2021, la mostraAsti, città degli arazzia cura della Fondazione Asti Musei. L’antica e rinomata arte arazziera, parte integrante del tessuto artistico e culturale di Asti, vede la nascita del primo laboratorio di tessitura di arazzi con telai ad alto liccio grazie ad Ugo Scassa che porta la manifattura astigiana alla ribalta vincendo, nel 1960, il prestigioso concorso per la decorazione del Salone delle feste di Prima Classe della nave Leonardo Da Vinci. La mostra raccoglie oltre 20 arazzi provenienti da collezioni pubbliche e private tra cui Apollo e Dafne di Corrado Cagli, Composizione astratta nata dall’amicizia di Scassa con Paolo Conte, lo stendardo della Provincia di Asti e il bellissimo Palio progettati da Ugo Scassa, una selezione di arazzi di Vittoria Montalbano, tra cui la Scoperta dell’America, e l’incredibileesplosionefloreale F. Bomb.

La città di Asti, vanta una storica e interessante esperienza nel campo del vino biologico. E’ un Moscato d’Asti nel 1992, il primo vino biologico certificato in Italia e ad Asti e da almeno un quindicennio si svolge ogni anno “Vinissage” – il Salone del vino biologico, animato dai piccoli vignaioli bio piemontesi. Esperienze naturali tra Pellegrino Artusi e le vigne bioè l’evento proposto dall’Associazione produttori di vino biologico sabato 3 ottobre alle 18.30 presso la Sala Platone del Palazzo Comunale di Asti. In occasione del bicentenario della nascita dell’autore del primo codice alimentare, una degustazione guidata tra i vini cru biologici Astigiani in abbinamento a una specialità gastronomica preparata secondo l’Artusi.

 … LA DOUJA D’OR NEL MONFERRATO

Novità della Douja d’Or 2020 è l’ampliamento della manifestazione a tutto il territorio provinciale con l’obiettivo di coinvolgere direttamente anche le imprese vitivinicole, della ristorazione, dell’accoglienza e del turismo che operano nel comprensorio, con l’obiettivo di rilanciare l’economia dell’intera filiera enoturistica e gastronomica astigiana e piemontese.

Sono oltre 110 gli esercizi commerciali, tra ristoranti, agriturismi e caffè di Asti e del Monferrato Astigiano che hanno aderito all’iniziativa della Camera di commercio di Asti Piatto della Douja (piatto di norma non in menù, creato per l’occasione con l’obiettivo di interpretare in modo autentico e originale una ricetta del territorio, anche antica, cui abbinare un calice di vino piemontese), Menù della Douja (proposto dal ristoratore scegliendo tra i piatti in carta quelli che rispondono in modo più autentico e veritiero al recupero della tradizione gastronomica del Monferrato, e del Piemonte più in generale, da abbinare a un massimo di tre vini piemontesi), Aperitivo della Douja (proposta con vini riferibili al Piemonte che devono esaltare il territorio di cui sono espressione, accompagnati da un piattino di prodotti tipici dell’astigiano e del Monferrato).

In prima linea in questa offerta di ‘esperienze turistiche integrate’ è L’Ente Turismo Langhe, Monferrato, Roero che contribuisce alla Douja d’Or 2020 organizzando le informazioni del ricco palinsesto di iniziative e percorsi che si svolgono nel Monferrato Astigiano nel periodo della manifestazione. Vivere la Douja d’Or 2020 in modalità diffusa su tutto il territorio grazie agli Itinerari Astesana tra paesaggi, arte e gusto, i Sentieri Gastronomici da percorrere zaino in spalla o e-bike, gli originali Experience Days proposti da Sistema Monferrato e tutti gli eventi sul territorio che si svolgono in concomitanza con la Douja d’Or.

L’obiettivo è invogliare i visitatori, che hanno colto l’occasione dei voucher della Regione Piemonte, a fermarsi sul territorio per scoprire, ognuno secondo le proprie inclinazioni, il meraviglioso ambiente del Monferrato astigiano, patrimonio UNESCO.

In questo gioco di squadra territoriale piemontese entrano a far parte del programma della Douja d’Or – grazie all’iniziativa del Consorzio dei Vini d’Acqui – anche gli Acqui Wine Days, inedita manifestazione che per tre giorni – da venerdì 25 a domenica 27 settembre – valorizzerà vini, cibi e produzione artistica acquese, protagoniste le bollicine dell’Acqui Rosè, nuova scommessa dei Produttori del territorio.

Informazioni e prenotazioni per tutti gli eventi su www.doujador.it

I formaggi Piemontesi a cui non si può rinunciare

Per quanto riguarda le eccellenze casearie di certo il Piemonte ricopre un ruolo di primo piano nella produzione dei formaggi. Toma, Bra, Castelmagno, Paglierina, Maccagno e Montebore sono i primi dell’indice dei formaggi piemontesi da assaporare, esistono bontà millenarie che raccontano storie grandi e infiniti sapori  

Merita senza alcun dubbio un breve viaggio alla scoperta di prodotti eccezionali.

Pasta dura o molle, freschi o stagionati. La varietà dei formaggi piemontesi è davvero lunga, tanto che si contano più di 30 prodotti caseari della regione. Di questi, ben 9 sono stati considerati meritevoli di fregiarsi del marchio DOP. Abbiamo selezionato la nostra personale lista dei formaggi piemontesi a cui non si può rinunciare. Ecco quali sono i formaggi degni di nota, e i più pregiati da degustare come non ci fosse un domani.

 

Bra Morbido

Il Bra

Uno dei formaggi più deliziosi e noti in Italia, prende il nome dalla cittadina, Bra, in provincia di Cuneo dove viene prodotto. Ne esistono due versioni, duro e tenero, inoltre hanno un metodo di produzione leggermente differente, soprattutto una diversa stagionatura, circa 45 giorni per il tipo Tenero, arriva invece a 180 giorni per quello Duro. Il Bra duro si presenta con una crosta dura, una pasta di color giallo paglierino e un aroma molto saporita, il secondo ha invece una pasta tenera, un colore che sfocia sul bianco e un gusto più delicato.

 

Raschera

La Raschera

Presidio Slow Food, è un formaggio che ha origine dai pascoli di alpeggio attorno alle Alpi Marittime e nelle circostanti Valli monregalesi in Provincia di Cuneo. La pasta è semidura di latte vaccino, viene stagionato almeno 30 giorni, il sapore è moderatamente piccante, per via delle sue goderecce caratteristiche è largamente apprezzato anche come ingrediente in cucina. Il formaggio ha origine alla fine del 1400, allora esisteva un contratto d’affitto in cui si pretendeva dai pastori della zona di Pamparato un pagamento con le forme di Raschera.

 

Robiola

La Robiola di Roccaverano

La Robiola di Roccaverano Dop è una variante della classica Robiola delle Langhe, viene prodotta con latte crudo scremato misto (caprino al 50%, vaccino e ovino) ed è l’unica disponibile in inverno. Ha bisogno di almeno tre giorni di stagionatura fino oltre i trenta. La pasta ha un color avorio, il sapore è leggermente acidulo. La mostarda d’uva (chiamata cougnà nel Cuneese) è l’accompagnamento per eccellenza.

 

Castelmagno-alpeggio

 

Il Castelmagno

E’ contrassegnato da un marchio che ricorda una croce occitana, ha un sapore forte, che si addolcisce se va accompagnato con mieli o confetture. E’ prodotto tutto l’anno in tre minuscoli comuni della Val Grana, in provincia di Cuneo; Castelmagno, Pradleves e Monterosso Grana. Si adopera latte vaccino scremato crudo, la pasta è semidura paglierina e granulosa, con erborinatura blu-verdastra dopo la stagionatura, che avviene all’interno di grotte naturali di tufo, che gli conferiscono la famosa aroma  intensa.

 

Montebore

Il Montebore

Un formaggio quasi perduto. Il Montebore era prodotto e gustato già nel XII secolo, fonti storiche narrano che nel 1489 venne servito al pranzo di nozze tra Gian Galeazzo Sforza e Isabella d’Aragona.

Agli inizi degli anni Ottanta rischia l’estinzione quando le montagne dell’Appennino si spopolano. Il ritorno si deve a a Slow Food e a Maurizio Fava, che contatta Carolina Bracco, l’ultima donna che sapeva produrlo. Grazie a loro riparte a fine anni Novanta, e  oggi è disponibile grazie al lavoro della Cooperativa Vallenostra.

Si produce a Mongiardino Ligure, e in Val Borbera territorio alessandrino. Il Montebore è una sovrapposizione di tre o cinque strati di formaggio che si fondono l’un con l’altro. Viene realizzato con latte misto crudo, la pasta è morbida di colore bianco. Si può consumare fresco, oppure dopo una stagionatura che dura fino a quattro mesi.

 

La Toma Dop

E’ il tipico formaggio piemontese, prodotto con latte vaccino, presenta caratteristiche gustative diverse a seconda se si tratta della produzione tradizionale ottenuta a partire dal latte intero o della variante semigrassa ottenuta con latte scremato. Nel primo caso la crosta è elastica e liscia con un color bruno rossiccio, dipende dalla stagionatura, mentre la pasta ha un colore giallo paglierino, il sapore ha una aroma delicata dolce e gradevole. Nella variante semigrassa la crosta è poco elastica, ha un colore paglierino carico al bruno rossiccio, il sapore è intenso ed armonico, di aroma fragrante che diviene più caratteristico con la stagionatura. E’ l’unico formaggio DOP la cui produzione si estende in tutto il territorio regionale in quanto la zona di provenienza del latte, di trasformazione, stagionatura ed elaborazione del formaggio Toma Piemontese comprende l’intero territorio amministrativo delle province di Cuneo, Torino, Biella, Vercelli, Novara e Verbania e alcuni comuni in provincia di Asti.

 

Il grande patrimonio dei formaggi piemontese deve la sua varietà ai tantissimi allevamenti di piccole e medie dimensioni, la loro bontà era apprezzata sino dal tempo dei Romani che viene documentata da numerose fonti. Nelle zone collinari, prealpine e alpine della regione si riproducono e pascolano diverse razze, la maggior parte autoctone di mucche, ovini e caprini. E’ proprio grazie alle radici storiche e di origine di molte produzioni, oggi si susseguono alle diverse generazioni che portano avanti le tradizioni secolari, i formaggi piemontesi sono alcuni dei segni distintivi che esprimono il territorio Piemontese.