L’incontro al Circolo del design – primo di una serie di appuntamenti in Italia – ripercorrerà il rapporto fra design e innovazione tecnologica – da sempre la cifra del successo di Olivetti – illustrerà il metodo e il processo che hanno condotto all’Olivetti Design Contest e darà voce ai protagonisti e tratterà del rapporto designer/azienza, progetto/prodotto, con un focus sulla difficile relazione tra giovani e imprese, innovazione e tradizione.
Questa iniziativa riafferma non solo la centralità del design per Olivetti ma anche l’importanza di coinvolgere i giovani e le scuole nei processi creativi propedeutici al lancio di un nuovo prodotto.
Nei fatti un caso concreto ed efficace di open innovation il cui oggetto non è la tecnologia ma i metodi e le suggestioni del design.
“L’iniziativa rinnova la tradizione di grande attenzione per il design che da oltre un secolo Olivetti affianca all’innovazione e alla sperimentazione, nella convinzione che la bellezza sia un driver fondamentale anche per l’industria. L’ampia centralità data ai giovani e le importanti esperienze di collaborazione nell’ambito dell’industrial design ne sono la testimonianza” afferma Riccardo Delleani, Amministratore Delegato di Olivetti.
MERCOLEDÌ 30 MARZO, ore 18:30 – 20:00
OLIVETTI Design Contest: giovani designer ripensano le tecnologie nel punto vendita
Programma dell’evento:
– Benvenuto (Paolo Maccarrone – Direttore Circolo del Design di Torino)
– La tradizione Olivetti come driver dell’innovazione
(Federica Moroni – Responsabile Institutional & External Relations Olivetti)
– La tradizione olivettiana del design e il suo recupero tramite l’open innovation
(Andrea Granelli – Presidente Associazione Archivio Storico Olivetti)
– Il vissuto del contest da parte dei giovani designer
(Emanuele Cappelli – designer)
– Le testimonianze dei progetti premiati / menzionati
(modera Emanuele Cappelli)
– La cultura progettuale e l’alternanza scuola lavoro
(Pier Paolo Peruccio, Politecnico di Torino)
Per una settimana saranno esposte al Circolo del Design le tavole del concorso e alcuni registratori di cassa storici e di ultima generazione.
Incontro oggi in una affollata sala al Centro Congressi dell’Unione Industriale di Torino per un conferenza dal titolo “Informazione Gastronomica e Critica Alberghiera”. Presente come relatore il più celebre critico gastronomico italiano, Edoardo Raspelli, il vice direttore della Stampa Luca Ubaldeschi, il giornalista e amministratore delegato del Centro Congressi dell’unione Industriale di Torino Giancarlo Bonzo, il giornalista della Stampa Rocco Molterni e il presidente Odg Piemonte Alberto Sinigaglia.
Perché critica alberghiera parlando di Edoardo Raspelli? Perché quando iniziò la sua avventura di critico non esistevano le centinaia di rubriche televisive dedicate ai cuochi, oggi celebrati ed esaltati manco fossero star cinematografiche, tra cui alcune apparizioni alquanto imbarazzanti. Anzi: non esisteva una cultura della critica gastronomica. Il nostro Raspelli inizia dunque come critico alberghiero.
A ventidue anni (nel 1971), ci spiega, viene assunto al Corriere d’Informazione. Il 10 ottobre 1975, su ordine del direttore di allora, Cesare Lanza, dà vita sul quotidiano milanese alle pagine settimanali dedicate ai ristoranti, con la rubrica di stroncature “Il faccino nero”. Questa valse diverse minacce a Raspelli, fino alla consegna di una corona di fiori recante il messaggio «Al nostro caro Edoardo»; Raspelli rispose sull’edizione successiva della rubrica con «Volevo ringraziare chi mi ha mandato la corona di fiori ma anche rassicurarlo: la sua cucina è sicuramente fetente ma non mortale»
Ci racconta di come si occupò di cronaca nera negli anni più cupi del terrorismo (è il primo giornalista ad accorrere sul luogo dell’assassinio del commissario Luigi Calabresi, il cui ricordo lo turba ancora). Suoi colleghi sono, fra gli altri, Walter Tobagi, Vittorio Feltri, Ferruccio De Bortoli, Massimo Donelli, Gigi Moncalvo, Gian Antonio Stella, Paolo Mereghetti e Gianni Mura.
Nel 1986 (l’anno di fondazione) e per qualche tempo a seguire è stato responsabile del Gambero Rosso, ai tempi supplemento del quotidiano il manifesto, uno dei dirigenti di Guida d’Italia dell’Espresso e della rubrica “Il Goloso”, pubblicata sul settimanale L’Espresso.
Oggi invece Edoardo Raspelli conduce ogni domenica mattina su Rete 4 il programma Melaverde, che ora va in onda su Canale 5.
Prosegue il suo racconto affermando che in Italia esistono solo due critici di ristoranti (lui stesso e Valerio Massimo Visintin) e nessun critico vinicolo. Il problema è questo enorme florilegio di rubriche, ma anche blog che si sperticano lodando qua e là lo chef di turno senza mai una critica sul cibo. Lui, Raspelli, ci informa che non racconta mai di cuochi ma solo di cibo e accoglienza. Del resto quando uno sceglie un ristorante (e lui si pone come facevano grandi giornalisti come Enzo Biagi al servizio del lettore), nella maggioranza dei casi non lo sceglie per il cuoco, ma perché intende fare bella figura in una cena di lavoro, per una ricorrenza, perché vuole una serata lieta con i propri bambini che possono così scorrazzare in un ampio giardino, o anche solo per l’accoglienza. Ed è proprio su questo che punta Raspelli criticando alcuni ristoranti: alcuni li boccia perché non sanno comunicare e non rispettano il cliente, che è lì per loro e paga un servizio e non viceversa. Non sanno neppure rispondere al telefono. E veniamo alla classifica:
COME SI GIUDICA, PER RASPELLI, UN RISTORANTE
Si parte dall’approccio nel momento in cui si prenota. Normalmente Raspelli non comunica mai il suo nome, sfrutta l’effetto sorpresa. Si presenta con il nome di un amico che poi avverte e poi piomba nel ristorante dove al limite possono riconoscerlo (purtroppo dice sono un personaggio pubblico). Ma badiamo bene: se un ristorante non è preparato, non può farlo all’ultimo momento. C’è purtroppo una celebre guida molto sopravvalutata i cui ispettori (erano 10 e ora sono solo 7) si fa annunciare ben prima di presentarsi. Non lo trova corretto.
Per venire al dunque è già dalla prima telefonata che uno dovrebbe accorgersi che c’è qualcosa che non va.
Driiin:
“Mmm! Chi è” (con voce assonnata)
“Pronto, ristorante Pinco Pallo”?
“Si perché?”
… come perché, sono un vostro potenziale cliente!
All’ingresso del ristorante: gli odori, i profumi. Raspelli odia quei ristoranti in cui si sentono effluvi di deodoranti chimici. Ci sono invece luoghi dove il solo profumo si trasforma in una stimolazione di piacere del palato.
Arrivi un quarto d’ora prima dell’apertura del Ristorante e ti senti dire “apriamo tra un quarto d’ora, può attendere?” – e tu rimani all’addiaccio, sotto la pioggia con il freddo ecc. ad aspettare fuori. È intollerabile. Ok, sono in anticipo ma sono tuo ospite: non mi fai entrare e aspettare al caldo all’interno?
Sempre l’accoglienza: “il cappotto? Lo può posare lì”. Ok lo sapevo da solo senza che me lo dicesse. I gesti semplici fanno la differenza soprattutto in presenza di signore.
Raspelli non sopporta i locali che si danno delle arie: che ti fanno capire che sei fortunato a essere stato accolto da loro. Ehi! In fondo sono un tuo cliente, alla fine ti pago, datti una calmata!
E poi viene la critica culinaria vera e propria, che secondo Raspelli è molto soggettiva, certo. Ma l’importante è essere sinceri: quando qualcosa non va bisogna dirlo. Raspelli ha collezionato 20 querele per avere espresso un giudizio, vinte tutte. Il diritto di cronaca è un diritto. Raspelli prende le distanze invece in chi critica attraverso alcuni portali web diffamando. Dire ad esempio: “il cibo faceva schifo e ho vomitato per tre giorni” è un reato. Come puoi sapere se hai vomitato per quello che hai mangiato o perché Hai preso freddo, ingurgitato com un pazzo, ecc. se non hai fatto fare una analisi chimica del tuo vomito? Insomma: un critico è corretto, esprime un giudizio ma non agisce mai per ripicca.
E poi un accenno all’abitudine dei ristoranti di preparare anche una settimana prima i prodotti e poi congelarli per essere pronti all’uso. Secondo Raspelli non è una tragedia: l’importante è che si preservi qualità e sapore. Certo, quando era giovane e si recava con la famiglia al ristorante, gli agnolotti venivano sapientemente preparati dalla cuoca uno a uno pochi minuti prima di essere bolliti, dalla pasta con cui erano stati preparati la mattina. Non si può pensare a un ritmo simile oggi e dunque ben venga la surgelazione che tra l’altro non è l’unico modo di preservare degli ottimi prodotti.
E qui Raspelli fa una piccola digressione: prendiamo ad esempio la Esselunga (non teme di fare nomi e cognomi): le Zuppe di Zerbinati di Acquiterme. La moglie di Raspelli le compra proprio al celebre supermercato che ha da anni ha puntato proprio sulla qualità dei suoi prodotti. Beh, queste zuppe sono così buone e genuine che non si stupirebbe se qualche ristorante ne facesse uso. E non farebbe torto secondo lui. Sono zuppe conservate sotto vuoto, senza conservanti. E Raspelli, come molti italiani, è un maniaco della lettura dell’etichetta. Anche la grande distribuzione ha puntato dunque sulla qualità, pensiamo poi a marchi come Slowfood ed Eataly.
Insomma oggi gli italiani preferiscono puntare meno sulla quantità e puntare più sulla qualità. C’è molta più attenzione che in passato sulla qualità del prodotto e sulla propria salute.
Per finire noi del pubblico poniamo una domanda a Raspelli: siamo a Torino: ci può consigliare due ristoranti che recentemente l’hanno colpita e che consiglierebbe, uno “Top” e uno “Pop”?
Tra i Top sicuramente Del Cambio, anche se può migliorare l’accoglienza (ci sono tavoli da serie B per intenderci e questo non piace). Tra i Pop un locale giovane che è l’Emporio Gastronomico. Una vera rivelazione.
Solenne cerimonia di consegna delle Onorificenze, conferite con motu proprio dal Presidente della Repubblica, a diciotto “cittadini italiani e stranieri che si sono distinti per atti di eroismo, per il loro impegno nel volontariato, nell’integrazione, nella legalità, nel soccorso e nell’assistenza ai migranti, e a chi si è prodigato a favore dell’inclusione della disabilità, nella promozione della cittadinanza attiva, nel contrasto ai fenomeni di violenza
Tra gli insigniti appunto anche il Prof. Fiasco, Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Nato a Roma nel 1951 è docente di sociologia e specializzato in ricerca e formazione in tema di sicurezza pubblica e di fenomeni socioeconomici (sovra-indebitamento delle famiglie, usura, impatto sociale del gioco d’azzardo legale e illegale), oltre che consulente della Consulta nazionale antiusura e direttore scientifico di Fondazione SDL.
“È intuibile la profonda emozione per essermi ritrovato in questo gruppo di persone, ciascuna indicata dal Presidente Mattarella per una agenda etico-sociale degli italiani e delle loro istituzioni.Nei giorni precedenti ho ricevuto molti messaggi, telefonate, lettere tutt’altro che scontate. Non sono stati pochi coloro che non vedevo o ascoltavo da anni”. “Mi hanno onestamente impressionato due particolari delle persone amiche, che ora vorrei ringraziare tutte. In primo luogo l’identificazione, direi vicinanza psicologica, emotiva, morale con qualcosa della mia biografia. Il secondo particolare è aver scoperto che le persone ti osservano, ti valutano, insomma sanno quel che fai, scrivi, esprimi. Siamo comunque avvolti, tutti, da una comunità, anche quando ci sembra silente e forse lontana. Non è così, l’ho scoperto con gioia in questa occasione inaspettata. Grazie davvero a tutti”.
Il video della cerimonia della Presidenza della Repubblica italiana
Si ringrazia la società SDL Centrostudi per averci fornito il materiale video-documentale.
Prende forma, dopo due anni di intenso lavoro, il libro “La Nostra Storia in Piazza” di Vitaliano Alessio Stefanoni, giornalista e dirigente della CNA Torino che nel luglio del 2013 ha raccolto le interviste di 22 cittadini lanzesi per testimoniare altrettante storie di vita vissuta.
Sollecitato dalle celebrazioni dei 35 anni del Comitato Ponte del Diavolo che oggi edita questa pubblicazione di 176 pagine con un ricco corredo fotografico di immagini d’epoca minuziosamente raccolte e digitalizzate, Stefanoni ha condotto per cinque mesi, tra luglio e novembre 2013, un ciclo di interviste in piazza Gallenga, presso il bar Chaplin e in alcuni casi direttamente a casa di alcuni testimoni che per la loro veneranda età rappresentano dei veri e propri giacimenti di storia locale. Interviste alle quali sono seguite scrupolose ricerche presso l’Archivio di Stato di Torino e l’Archivio Storico delle Valli di Lanzo e dalle quali sono emerse inedite scoperte storiche sulla città di Lanzo, come la presenza di un forno comunale per il pane in piazza Gallenga e la prima sede del Municipio di Lanzo Torinese.
Le famiglie coinvolte nella pubblicazione sono le seguenti: Famiglia Tosatto, Famiglia Gastaldello, Famiglia Geninatti-Stefanoni, Giulio Petrino, Famiglia Bellezza, Luisa Bonaudo, Maria Rosa Canova, Paola Peracchione, Anna Maria Vietti, Irma Aiola, Famiglia Cabodi’ Valeria Rolando, Famiglia Borla-Fornara, Famiglia Acuto, Famiglia Rapelli, Alma Bosio, Luisa Peroglio, Famiglia Albert, Pia Beltramo, Mario Tassetti, Adriano Spandre, Famiglia Balbo.
Ciascuno, con il proprio racconto, ha contribuito a ricostruire un pezzo della storia recente della comunità di Lanzo, spingendosi in alcuni casi a ricostruire vicende risalenti fino alla metà dell’Ottocento. Storie legate al mercato di Lanzo che fino alla metà degli anni Ottanta del Novecento si svolgeva proprio in piazza Gallenga, ma anche storie di lavoro, racconti di operai che da piazza Gallenga transitavano ogni giorno per recarsi al Cotonificio oppure al vecchio l’Ospedale Mauriziano e storie di artigiani e commercianti che spesso per generazioni hanno avuto una bottega o un pubblico esercizio con affaccio sulla piazza.
Grazie alla volontà del Presidente Giovanni Rapelli e di tutto il direttivo del Comitato Ponte del Diavolo queste testimonianze di vita vissuta vengono ora consegnate ai posteri, contribuendo in modo concreto a difendere un patrimonio di oralità popolare che avrebbe altrimenti quasi certamente rischiato di andare perduto.
Come ricorda Giovanni Rapelli, “il volume è stato dedicato alla memoria di Ester Borla-Fornara, indimenticabile promotrice dell’Arte popolana lanzese, deceduta prima di poterlo vedere stampato, a cui verrà presto anche dedicato il Museo del tessile di Lanzo in via San Giovanni Bosco per la cui creazione tanto si era spesa durante la sua vita”. Il volume è anche dedicato alla memoria di altri due lanzesi intervistati nel libro, il ragionier Enrico Tosatto e Romana Gastaldello.
“Considero questo volume non un punto di arrivo ma un punto di partenza e in tal senso mi rendo da subito disponibile a raccogliere altre testimonianze rilevanti di cittadini lanzesi che ritengono di conoscere aneddoti e storie interessanti sul nostro recente passato” dichiara Stefanoni.
NOTE STORICHE DEGNE DI RILIEVO
In piazza Gallenga aprì la prima farmacia di Lanzo (dal 1699, famiglia Barberis – è la stessa farmacia che oggi è in via Cibrario), ma anche la prima sede del mercato (dal 1219, per volontà del Vescovo di Torino) e la prima sede del Municipio (1780). Scoperta anche la costruzione nel 1776 di un forno della comunità di cui rimangono alcune tracce nello storico pastificio Bellezza-Rapelli di piazza Gallenga
Senza troppo svelare i contenuti del volume che verrà presentato in anteprima assoluta il prossimo 14 novembre a Lanzo, si anticipano alcune piccole scoperte storiche compiute dall’autore a seguito delle interviste a 22 famiglie lanzesi e alle ricerche in archivio che sono seguite.
La costruzione di un forno comunale per la produzione del pane è documentata in un faldone impolverato nell’Archivio Valli di Lanzo sito nel Municipio di Lanzo Torinese. Sono contenute le viste in pianta del progetto e un documento in cui la gestione del forno viene assegnata (con diritto di trasmissione agli eredi) a quattro panatari. Il forno aveva sede al piano primo dell’edificio dell’attuale pastificio Bellezza-Rapelli. Lo si è desunto dalla posizione di un antico pozzo ed in particolare dalla botola in pietra che dal primo piano consentiva tramite un argano di captare l’acqua dalla bozza del posso sita al piano sottostante.
Da una nota della celebre storia di Lanzo di Leopoldo Usseglio emerge infine che quella che oggi è la sede del Comitato Ponte del diavolo e che per svariate generazioni è stata usata come macelleria con annessa abitazione è stata la prima sede del Municipio di Lanzo (la scoperta è da attribuirsi al compianto ragionier Enrico Tosatto che mi indusse con una sua dichiarazione ad indagare in questa direzione). Secondo l’Usseglio, il 18 aprile 1780 il comune acquista due camere e una bottega da un certo Pietro Gaccio per dotarsi della sua prima sede).
Venerdì 27 novembre a raccontare il suo ultimo romanzo Non Avere Paura, Parallelo45 Edizioni, sarà Carmelo Cossa, un uomo che di paura non ne ha mai avuta.L’autore in giovane età ha lasciato la provincia salernitana per trasferirsi a Torino, dove ha visto crescere la sua piccola impresa, fino a farla diventare un’azienda all’avanguardia nel campo dell’automazione industriale.
Da sempre appassionato di scrittura, ha raggiunto il proprio sogno di vedere le sue opere stampate. Non Avere Paura, è la sua quarta pubblicazione, grazie alla quale sta ricevendo numerosi riconoscimenti e successi da parte di pubblico e critica.La presentazione dell’opera sarà adagiata in una cornice gastronomica stellata, realizzata da Diego Rigotti, uno degli chef stellati più giovani in Italia, in questo mondo verrà celebrato nel migliore dei modi il connubio tra letteratura e gastronomia.
È stato un grande successo l’evento formativo che si è svolto al Teatro del Casinò di Sanremo, dedicato ad un tema tanto attuale quanto scottante, l’usura nella banca e della banca.
La sala era stracolma, a dimostrazione del fatto che l’argomento è di grande importanza e richiamo per i professionisti del settore e non solo, giunti a Sanremo da tutta Italia.
Un evento trasversale, organizzato da più Ordini territoriali di professionisti della provincia di Imperia: il Consiglio di Imperia dell’Ordine dei Consulenti del lavoro, l’Unione provinciale di Imperia dell’ANCL-SU (Associazione nazionale dei Consulenti del lavoro), l’Ordine degli Avvocati di Imperia, l’Ordine dei Dottori commercialistie degli Esperti contabili di Imperia e di Sanremo e l’Istituto nazionale dei Revisori legali.
Il seminario, che vanta il patrocinio del Comune di Sanremo, è stato progettato in collaborazione con la Fondazione SDL (per l’educazione finanziaria delle imprese e per gli studi aziendali) che, dopo quattro anni di intensa attività, diffonde oggi i primi dati statistici ottenuti dall’analisi di più di 170.000 rapporti bancari e finanziari.
Si tratta di 46.887 conti correnti in capo a 14.000 imprese, per un complesso di 125.000 unità di occupati. Le fenomenologie studiate riguardano l’usura oggettiva, l’usura soggettiva e l’anatocismo nei valori dei trimestri. Secondo lo studio emerge un fenomeno “imponente e devastante” sottolineano gli autori.
Il “99%” dei conti correnti presentano anomalie, il 71 % presenta usura (tassi di interesse superiori alla soglia di usura), ogni 100 euro pagati alla banca per “commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate alla erogazione del credito” un’alta percentuale non era dovuta sul campione l’84% delle aziende sono ancora attive e possono salvarsi dalla crisi.
Di seguito un video del TG3 dello studio presentato a Firenze.
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“In estrema sintesi – sottolineano da SDL Centrostudi – la crisi finanziario economica, mentre provoca acuta sofferenza nelle famiglie e nelle imprese, attiva inaccettabili comportamenti di ‘business sulle difficoltà’, con aggressioni al patrimonio industriale, artigianale, agricolo e dei servizi che connota il tradizionale corpo produttivo dell’Italia”
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Il Presidente della Fondazione SDL, Avv. Serafino Di Loreto, il legale esperto per Fondazione SDL Michele Rondinelli, il legale esperto per l’Istituto nazionale dei Revisori legali Giovanni Cinque e il consulente SDL Giulio Biondi – coordinati e moderati dal Presidente dell’ANCL di Imperia Secondo Sandiano – sono chiamati ad illustrare come tutelare e tutelarsi nei confronti di anomalie bancarie (anatocismo e usura sui conti correnti), irregolarità fiscali (atti impositivi, quali cartelle esattoriali) e anomalie finanziarie (derivati, swap, mutui, leasing).
Tra i professionisti che hanno partecipato alla discussione anche il Presidente dell’Ordine dei Consulenti del lavoro di Imperia Francesco Cerqueti, il Presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Sanremo Giuseppe La Rocca e il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Imperia Maurizio Novaro.
La partecipazione al seminario, gratuita, ha consentito ai presenti di acquisire 4 crediti ai fini della formazione professionale obbligatoria di Consulenti del lavoro, Commercialisti ed Avvocati.
Venerdì 23 ottobre 2015 al Teatro del Casinò di Sanremo si svolgerà il convegno di rilevanza nazionale ‘L’usura nella banca e della banca’, dedicato ad un tema di grande attualità e rilevanza.
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“L’evento è organizzato dagli Ordini territoriali della Provincia di Imperia dei Consulenti del lavoro, degli Avvocati, dei Dottori commercialisti e dei Revisori contabili con la Fondazione SDL (per l’educazione finanziaria delle imprese e per gli studi aziendali).
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Illustri personalità – fra cui il Prof. Avv. Serafino di Loreto, il Prof. Avv. Michele Rondinelli e l’Avv. Giovanni Cinque – illustreranno come tutelare e tutelarsi nei confronti di anomalie bancarie (anatocismo e usura sui conti correnti), irregolarità fiscali (atti impositivi, es. cartelle esattoriali) e anomalie finanziarie (derivati, swap, mutui, leasing)”.
La sostenibilità rappresenta un elemento centrale, un valore trasversale che permea la manifestazione dell’Expo a partire dal tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, che si proietta nella prospettiva di un futuro sostenibile del pianeta e della società.
In questo filone si inserisce e viene presentato il nuovo corso di studi in Interior Design Ecosostenibile dell’Università Popolare degli Studi di Milano, che partirà durante l’anno accademico 2015-2016 e che è il risultato di un processo integrato tra design, architettura e urbanistica. La presentazione avverrà durante l’incontro organizzato dalla Fondazione Sorella Natura al Padiglione Lombardia, Expo alle ore 16 del 23 ottobre 2015 alla presenza dell’Assessore, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia, Valentina Aprea e del Presidente Commissione Industria, Ricerca Energia del Parlamento Europeo On. Patrizia Toia.
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All’evento parteciperanno in qualità di relatori: Franco Cotana, professore ordinario del Dip. di ingegneria dell’Università di Perugia, Edoardo Croci, coordinatore Osservatorio Green Economy IEFE – Università Bocconi, Francesco de Sanctis, già direttore Generale U.S.R. Lombardia del MIUR, MariaPia Garavaglia, presidente Comitato Femminile fondazione Sorella Natura, Alberto Giochetti, Dirigente Confederazione Italiana Agricoltori, Stefania Proietti, V. Presidente Fondazione Sorella Natura.
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Dalla progettazione di piccoli oggetti di utilizzo quotidiano alla realizzazioni di aree urbane, il design sostenibile trova applicazioni in numerosi settori: architettura, architettura del paesaggio, design urbano, progettazione urbanistica, ingegneria, graphic design, industrial design, interior design e fashion design. L’obiettivo del design sostenibile è l’eliminazione o la riduzione degli effetti negativi sull’ambiente nella produzione industriale, attraverso una progettazione attenta alle tematiche ambientali. Attraverso l’utilizzo di risorse, materiali e processi produttivi rinnovabili, si ottiene un minor impatto nell’ambiente naturale.
.Il corso, della durata annuale, con possibilità full immersion intensivo in sei mesi, è rivolto a chiunque intenda intraprendere una carriera come interior designer con conoscenze nell’ecosostenibilità dei materiali e dei processi e intenda farlo in un tempo extralavorativo, grazie alla frequenza flessibile (aula / teledidattica) che consente di acquisire tutte le competenze necessarie. Tutto il corso, compresi i seminari, potrà essere seguito nelle aule di Torino e Milano oppure facoltativamente per via teledidattica a distanza.
Partecipa all’evento, in qualità di sponsor tecnico anche SuperMoney, unico comparatore di tariffe in Italia accreditato dall’AGCOM. Il risparmio e l’uso razionale delle risorse, soprattutto in ambito energetico, rappresentano infatti i valori alla base della mission aziendale. Per queste ragioni SuperMoney affianca quotidianamente gli utenti, aiutandoli a compiere delle scelte consapevoli e in linea con le proprie esigenze attraverso degli strumenti efficaci e affidabili, ed un’intensa attività editoriale. In questo modo SuperMoney riesce a garantire ottime prospettive di risparmio e una maggiore tutela dei diritti dei consumatori.
Neò, natura su misura, studio di progettazione di ambienti paesaggistici, collaborazioni per con- corsi, servizi di manutenzione del verde, fornirà parte della docenza progettuale del corso.
Grazie a un patrocinio CNA, nelle sedi territoriali di Torino e Lombardia, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, il candidato che abbia completato il corso avrà diritto di usufruire di una consulenza gratuita per l’avvio della attività professionale e possibilità da parte degli iscritti di accedere all’uso di “ecom” la piattaforma di Ecommerce della CNA a condizioni estremamente vantaggiose per i soci, e aprire una propria attività di vendita online.
Prima di richiedere dei prestiti senza busta meglio valutare le garanzie richieste e i rischi previsti in caso di mancato pagamento
I prestiti senza busta paga consentono anche a coloro che non hanno una posizione lavorativa stabile di ottenere la liquidità richiesta. Questa particolare soluzione è quindi ideale anche per le casalinghe, i lavoratori autonomi o “in nero”, gli studenti e tutti quelli che hanno la propria busta paga “impegnata” in altri finanziamenti. Per chi fosse interessato a valutare le condizioni di questa particolare tipologia di prestiti (che oseremmo definire “mitologica”), consigliamo la lettura della guida sui prestiti senza busta paga realizzata dagli esperti di SuperMoney: mette in luce tutti i punti chiave a cui prestare particolare attenzione prima di buttarsi in una richiesta di prestiti senza busta paga.
Un altro modo per compiere delle scelte consapevoli, e non dover poi affrontare delle spiacevoli conseguenze, potrebbe essere leggere le guide per i consumatori della Banca d’Italia. Si tratta di un valido strumento pensato per informare i consumatori e guidarli nella scelta delle varie soluzioni offerte dal mercato creditizio. In questo articolo cercheremo di fornirvi qualche consiglio e spiegarvi per bene quali sono le condizioni e i requisiti richiesti per accedere a questa particolare formula di finanziamento.
Prestiti senza busta paga: come funzionano esattamente?
Il primo elemento da chiarire riguarda l’importo, infatti con i prestiti senza busta paga è possibile ottenere l’erogazione di importi ridotti, che nella maggior parte dei casi non superano i 5.000 euro. Data la particolare situazione finanziaria dei richiedenti, nessuna banca sarà mai disposta ad erogare delle somme particolarmente alte senza avere l’assoluta certezza della restituzione dell’importo erogato, secondo i tempi e le modalità concordate.
Ciò vuol dire che per ottenere la cifra richiesta bisognerà fornire alla banca o all’istituto di credito prescelto delle garanzie alternative. Vediamo quali sono le più diffuse:
– un garante, ovvero una persona dotata di una posizione finanziaria stabile e affidabile, che si impegnerà a rimborsare la rata o l’importo erogato rimanente in caso di necessità;
– pagamento con rate cambiali. Nel caso di ritardi o di mancato pagamento, la banca potrà pignorare i beni del richiedente per un valore pari a quello delle rate non pagate, senza nemmeno bisogno di una sentenza di condanna;
– pegno, ovvero usare i propri beni – come ad esempio gioielli – a garanzia del credito concesso;
– modello Unico, una soluzione utile solo per i lavoratori autonomi che potrebbe sostituire la busta paga, dimostrando così di avere avuto entrate più o meno regolari nel corso degli ultimi anni.
– rendite alternative, come ad esempio gli assegni di mantenimento percepiti dall’ex coniuge o dei piccoli capitali investiti che generano rendimenti costanti.
Si tratta di una soluzione conveniente?
I prestiti senza busta paga non rientrano di certo tra le soluzioni di finanziamento più convenienti. Infatti, avendo un tasso di rischio piuttosto alto, la maggior parte delle banche applica dei tassi di interesse più elevati rispetto a quelli previsti per un lavoratore dipendente. Inoltre, non mancano i casi in cui istituti di credito “poco seri” propongano dei tassi da livelli usurai, sfruttando così la disperazione dei richiedenti, che spesso spinti dalla necessità, accettano le condizioni proposte. Per questa ragione, consigliamo ai nostri lettori di informarsi e valutare con attenzione le condizioni proposte prima di sottoscrivere qualunque contratto.
Ha suscitato scalpore il resoconto del primo rapporto nazionale sull’usura praticata dalle banche, presentato Venerdì 25 settembre dalla Fondazione SDL.
Si tratta di una analisi dei dati (il campione è rappresentato da chi si è rivolto all’associazione che ha condotto lo studi) su un fenomeno ancora troppo sconosciuto in Italia: le illegalità nei rapporti tra alcuni operatori bancari, parabancari, mediatori creditizi e finanziari e imprenditori, privati consumatori e famiglie.
Ne ha parlato in questi giorni anche il giornale AVVENIRE, con una frase che chiarisce il senso dei risultati ottenuti: “Usura come la mafia”.
Dal 2012, infatti, quando si è costituita, la Fondazione Sdl per l’ educazione finanziaria delle imprese e gli studi aziendali, ha avuto a disposizione, per studiarli, 170.222 rapporti tra banche ed imprese che la società SDL Centrostudi ha analizzato (gratuitamente). Nel report presentato ieri a Treviso, approfondendo l’analisi su 46.887 conti correnti in capo a 14 mila imprese, per un complesso di 125 mila addetti, si scopre che il 99% presenta anomalie, il 71% tassi di interesse superiori alla soglia di usura, e che ogni 100 euro un’ alta percentuale non era dovuta.
Più precisamente l’ usura oggettiva arriva al 70,95% dei casi, quella soggettiva sale al 74,27% delle situazioni. «Ho provato sulla mia pelle questa devastazione – testimonia Giovanni Pastore, imprenditore milanese -, ma posso rassicurare che se abbiamo il coraggio di ribellarci, l’ 84% delle aziende possono salvarsi dalla crisi».
E, come la mafia, anche l’usura sta aggredendo i territori più forti economicamente, come il Veneto, in misura esponenziale, come ha denunciato Serafino Di Loreto, presidente della Fondazione Sdl.
«La crisi finanziario-economica – ha detto – mentre provoca acuta sofferenza nelle famiglie e nelle imprese, attiva inaccettabili comportamenti di ‘business sulle difficoltà, con aggressioni al patrimonio industriale, artigianale, agricolo e dei servizi che connota il tradizionale corpo produttivo dell’Italia. A tale attacco fa da pendant un’ insistente espropriazione delle famiglie sovraindebitate e prive di adeguate tutele».