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Torino da alcuni giorni e fino al 13 gennaio 2013 (unica tappa in Italia) è aperta
The Human Body Exibitionuna mostra molto controversa, ma forte dei milioni di spettatori che l’hanno vista in tutta Europa.Diciamo subito che questa mostra non ha nessun collegamento con l’altra ancor più chiacchiarata di Gunther von Hagens, la «
Body World» ora nelle tappe di Roma e Napoli. Visitata da oltre 35 milioni di visitatori, in più di 60 città del mondo.
Un viaggio alla scoperta del corpo umano per stupire e istruire. Nove sale per spiegare come funzionano muscoli, organi e ossa. Al Palaolimpico di Torino per la prima volta non riproduzioni o ricostruzioni virtuali ma tessuti e corpi veri.
Torino non è nuova a polemiche del genere. Il Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso, ad esempio, aperto pochi anni fa al pubblico, finì sotto l’accusa di essere un Museo degli Orrori.
Questa volta furono proprio Università degli Studi di Torino, Regione e Comune, promotori del Museo, a finire sotto attacco. A questo proposito segnaliamo anche un articolo pubblicato su Storia in Rete da Chiara Laterza intitolato “Lombroso era razzista: chiudete il museo dedicato a lui!“.
Il museo Lombroso, che contiene resti e parti di cadaveri e centinaia di cervelli amputati dal cranio di criminali, perlopiù del Sud Italia, resta una testimonianza non tanto degli orrori ma degli “errori” del metodo scientifico. Esponente del Positivismo scientifico, Lombroso è stato uno dei pionieri degli studi sulla criminalità, fondando, dobbiamo rendergli merito, l’
antropologia criminale. Il suo metodo tuttavia si basava sul concetto del criminale per nascita: un idea che parte dal pregiudizio che il comportamento criminale sia insito nelle caratteristiche anatomiche del criminale, persona fisicamente differente dall’uomo normale in quanto dotata di anomalie ed atavismi, che ne determinano il comportamento criminale.
Oggi sappiamo che non c’è alcuna base scientifica in questo, in quanto è stato dimostrato che sia l’ambiente sia i geni influiscono sull’aspetto fisico, ma che quest’ultimo non influisce sul comportamento, influenzato anch’esso dai geni o dall’ambiente: pertanto la dottrina lombrosiana è attualmente considerata pseudoscientifica.
DA LEONARDO A THE HUMAN BODY EXIBITION: L’ARTE DI UTILIZZARE I CADAVERI
Conosciamo tutti le tavole che Leonardo ci ha lasciato con splendide rappresentazioni dell’anatomia umana. Eppure per quanto possa sorprendere, a muoverlo non fu il progresso della medicina.
Leonardo aveva poca stima dei medici (“omo sanza lettere” amava definirsi) e si interessava più all’aspetto estetico e artistico che al progresso delle scienze. Per fare questo dissezionava di notte, per evitare le accuse di eresia, curando una pratica che era considerata sporca, ai confini della moralità.
Come afferma Leonardo i cadaveri non si conservavano a lungo, doveva quindi lavorare velocemente e in condizioni assai scomode e poco pulite. Doveva servirsi di materiale fresco e di strumenti che creava e progettava lui stesso e costantemente esposto al pericolo di infezione rappresentato dai cadaveri in decomposizione.
Grazie al suo status e al riconoscimento di cui godeva a corte, poteva eseguire autopsie, che servivano ai suoi obiettivi di artista, senza mai accennare a contenuti scientifici, che non erano sue finalità.
Chissà Leonardo cosa avrebbe pensato della tecnica della plastinitazione, propria delle mostre più recenti come quella di The Human Body Exibition: probabilmente l’avrebbe accolta con entusiasmo.
Ma i tempi erano diversi, e l’unico modo di utilizzare i corpi a scopo didattico era quello per esempio di usare dei succedanei: come i “corpi” conservati al Museo di storia naturale “La Specola” di Firenze.
Si tratta di una collezione unica al mondo per antichità e vastità fondata con lo scopo di insegnare l’anatomia tridimensionalmente senza bisogno di ricorrere sempre a nuovi cadaveri.
Statue e modellini, tutti in cera e incredibilmente verosimili, realizzati tra il 1771 e la seconda metà dell’XIX secolo ed ammontano a circa 1400. Per la conservazione le cere richiedono una temperatura costante attorno ai diciotto gradi.
Particolarmente suggestive sono le figure intere, fra le quali lo Spellato, un corpo disteso con i muscoli e i vasi sanguigni visibili, fino ai capillari realizzati facendo scivolare la cera con fili di seta.
Come modelli furono usati del cadaveri dell’Arciospedale di Santa Maria Nuova, dai quali si facevano dei modelli in argilla per fare i calchi in gesso nei quali veniva poi colato il miscuglio di cere, resine e coloranti.
Alcuni di questi modelli sono così verosimili che, a nostro parere, superano in verosimiglianza perfino i corpi esposti con le moderne tecniche di plastinazione.
La Specola di Firenze è uno di qui musei
da visitare almeno una volta nella vita: in cui sono conservate autentiche opere d’arte in cui le tecniche di rappresentazione cadaveriche tridimensionali nulla hanno da invidiare alle più recenti tecnologie della plastinitazione.Iinine, per palati fini: al
Museo di Londra è in corso la mostra
“Doctor, Dissection and resurrection men“. Se ne parla anche
qui sul sito anvisits.co.uk.
Per il 31 ottobre, notte di Halloween, il Museo ha ideato un evento macabro in notturna “Doctor & Dissection @late“ in cui oltre alla visita alla mostra, e per appena 10 sterline, si ha la possibilità di partecipare a workshop con professionisti, artisti e scultori, visionare documentari come quello del ‘gigante irlandese’ del 18° secolo e del chirurgo che voleva sezionarlo anatomicamente. E per i più giovani, provare l’ebrezza del l’applicazione di una “ferita realistica“, applicata da professionisti del make-up cinematografico.