L’appuntamento è per il 9 giugno al Mirafiori Motor Village di Torino, piazza Cattaneo 9.
Ecommerce Day 2015: una grande risorsa per le imprese
L’appuntamento è per il 9 giugno al Mirafiori Motor Village di Torino, piazza Cattaneo 9.
Quotidiano Piemontese
CNA Torino protagonista dell’evento che si è svolto dal 3 al 20 maggio 2013.
E le imprese stanno a guardare? Sono di fronte a una nuova sfida. Comprendere l’evoluzione dei consumi e le nuove dinamiche del consumatore multicanale. Ed è su queste basi, e per assolvere alla necessità di comprendere meglio le opportuntià che il mondo digitale può offrire alle imprese ed ai cittadini, che il Digital Festival ha articolato i suoi contenuti, che in questi giorni hanno invaso Torino.
“Un susseguirsi di iniziative – spiega Stefano Saladino, Presidente dell’Associazione Luoghi di Relazione organizzatrice del Digital Festival – che partendo dai temi del lavoro e degli sbocchi occupazionali che il settore può offrire in Italia, hanno portato a parlare dell’impatto, dei rischi e delle opportunità che questo settore può comportare per il cittadino”.
Vi sentite più vicini a imprenditori come l’ingegnere informatico Sergey Brin o il matematico Larry Page (fondatori di Google) o al biologo Craig Venter, noto per avere sequenziato il genoma umano con la sua azienda Celera Genomics.
O vorreste assomigliare a Richard Branson, l’uomo più ricco del Regno Unito, fondatore del colosso Virgin e celebre per le sue imprese ai limiti dell’impossibile!
Chiunque voi siate, o vogliate essere, se amministrate una azienda o dirigete una startup, dovete assolutamente prendere in considerazione la possibilità di dotarvi di alcuni strumenti indispensabili. Non potranno sostituirvi nelle importanti decisioni che prenderete per migliorare il vostro business, ma eviteranno di sprecare il vostro bene più prezioso… il vostro tempo!
1
WebEx Meeting [multipiattaforma]
Utilizzo lo strumento della CISCO dal giorno della sua uscita e lo trovo insostituibile.
Permette di collaborare via Web in tempo reale da qualsiasi luogo, in qualsiasi momento e su qualsiasi dispositivo. Da quando esiste anche l’applicazione mobile, cosa pretendere di più?
2
QuickMobile [multipiattaforma]
Una suite di soluzioni ormai per me divenute indispensabili per organizzare meeting, congressi, scambiarsi informazioni utili e gestire riunioni in videoconferenza. Mai più senza!
3
Kadrige i Sharing [iPad]
4
Google Mobile [multipiattaforma]
5
Evernote [multipiattaforma]
Estremamente utile per catturare e conservare idee e aspirazioni, fotografare presentazioni e progetti.
Cara vecchia Moleskine, … addio!
6
Microstrategy [multipiattaforma]
Permette di organizzare su tablet o telefono analisi, report, grafici, dashboard e qualsiasi dato che risulti indispensabile per il lavoro.
7
Tripit [multipiattaforma]
Da quando uso questa applicazione non inizio un viaggio senza avere pianificato l’itinerario la sera prima. Un vero e proprio consulente specializzato. Oltre a fornirmi mete, destinazioni e affini, può darmi tutte le informazioni su una determinata città e controllare le prenotazioni di alberghi e ristoranti.
8
Business People Magazine [multipiattaforma]
Ho scoperto un anno fa che su iPad la rivista è gratuita, almeno per ora. E’ uno dei miei mensili preferiti. Economia, attualità, stile e tendenze disponibile per android e Apple iPad
9
Il Mondo Digital Edition [iPad]
Sono già 34 le startup che hanno fatto domanda per essere ospitate nella nuova struttura realizzata da un gruppo di giovani angel – articolo a cura di Silvio Gulizia
L’attenzione sempre maggiore al panorama delle startup italiane sta portando al nascere non solo di decine di nuove imprese, ma anche di strutture e fondi per aiutarle e finanziarle. Una di queste è iStarter, incubatore torinese che fra le altre cose si distingue per essere stato lanciato da un gruppo di giovani business angel.
Sono una cinquantina e hanno un’età media di 32 anni. Fra di loro ci sono persone come Luca Colombo, country manager di Facebook Italia, Anna Gatti, Ceo di Soshoma e board member di Buongiorno, Fernando Napolitano, Ceo di Italian Business & Investment Initiative e board member di Enel, e Nicola Garelli, project leader al Boston Consulting Group e fondatore del gruppo di cui è anche presidente.
Si tratta di angel e persone impiegate in grandi aziende o amministratori di gruppi in sette settori: beni industriali, macchinari industriali, dispositivi biomedicali, Internet, tlc e media, aerospaziale ed energie rinnovabili. Nelle scorse settimane iStarter ha avviato una call for ideas che chiuderà il 25 ottobre: nel successivo fine settimana verranno valutate tutte le proposte (già 34 quelle registrate) fra cui ne verranno selezionate cinque. Queste verranno incubate a Torino nei nuovi locali acquisiti dal gruppo che ha anche una sede a Londra e presenze attive a San Francisco, New York e Shanghai.
Il nucleo centrale degli angel ha iniziato a operare in privato nel 2007. “Nello scorso febbraio una decina di noi ha avviato una riflessione per capire quale poteva esser
e il mercato in cui investire per i prossimi tre o quattro anni – ci ha spiegato Garelli – Avevamo già fatto investimenti sulle startup e volevamo posizionarci in questo settore. Quindi abbiamo consultato amici fra i venture capitalist italiani e anglosassoni. Abbiamo realizzato che la gestione dell’investimento di capitale e lo sviluppo dell’idea devono restare separati, perché la prima richiede persone che sappiamo gestire un portafoglio. Occuparsi solo dello sviluppo invece ci permette di mantenere alta la focalizzazione e di trasmettere il massimo valore all’imprenditore”.
iStarter, una Spa con 500mila euro di capitale, in sostanza si occupa di offrire formazione orizzontale (sui temi legati al mondo startup) e verticale (sul progetto imprenditoriale della singola realtà) e chiede in cambio una percentuale variabile solo se riesce a far finanziare il progetto tramite gli eventi di networking che riesce a organizzare e le proprie conoscenze. “In linea di massima puntiamo a seed da 200 o 300mila euro e prendiamo un 10% in contanti e un 5% in stock option”. In caso la startup non trovi un finanziamento, l’imprenditore non paga assolutamente nulla.
L’obiettivo di iStarter è diventare parte integrante della comunità torinese e del Nord-ovest offrendo sostegno ai nuovi imprenditori. “Vogliamo diventare un attore di riferimento all’intersezione tra università, industria, enti locali e comunità finan
ziaria”. All’interno dell’incubatore non ci sarà solo spazio per sviluppare le idee degli startupper, ma a questi potrebbero essere affidati anche progetti originati da partner corporate di iStarter.
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WEB E DINTORNI: LE PRATICHE CHE AIUTANO LA PROMOZIONE E IL VISSUTO DEI PRODOTTI ARTIGIANI
Modera:
Vitaliano Alessio Stefanoni, Responsabile Comunicazione e Ufficio Stampa CNA Torino
Intervengono
Claudio Pasqua, come usare il web e i social network per fare business.
Giuseppe Izzinosa, andiamo in fiera: lo stand, i contatti e lo sviluppo delle relazioni.
Luciano Corino, sicurezza e privacy in Rete
Giancarlo Simonelli, come migliorare la performance commerciale
Conclude:
Il portale regionale dell’Artigianato, Gianni Menino, Funzionario settore Promozione Sviluppo e Disciplina dell’Artigianato Regione Piemonte
Organizza: CNA TORINO
Info: CNA TORINO
Tel. 011 19672228
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In quali attività investiranno nel 2012 Private Equity & Venture Capital? Una analisi della Capital Raising Guide del mercato statunitense ci fornisce qualche anticipazione.
Si è portati erroneamente a pensare che gli investitori di venture capital siano interessati ad aziende il cui core business sia esclusivamente basato sull’alta tecnologia. Una analisi più accurata, invece, soprattutto se si guarda il portafoglio di molte aziende di venture capital, fornisce dati opposti: una parte significativa degli investimenti riguardano sempre più spesso settori tradizionali, a discapito di quelli altamente pionieristici.
Nel 2011 in effetti abbiamo assistito, soprattutto negli Stati Uniti, a un numero significativo di investitori che credevano nel successo in settori tra più tradizionali della produzione e dei servizi.
Insomma, se è vero che i Venture capitalist preferiscono investire in attività imprenditoriali, questo non significa necessariamente che queste imprese siano nuove o in fase di startup. Provate a mettervi nei panni di chi ha un capitale da investire finanziando una attività. Cosa fareste voi?
L’obiettivo dell’investitore istituzionale è quello di realizzare, nel medio termine, un importante guadagno di capitale (capital gain) attraverso la cessione della partecipazione acquisita. Per guadagno di capitale si intende l’incremento di valore della partecipazione maturato dal momento dell’assunzione della partecipazione a quello della cessione e monetizzazione della stessa. L’investitore istituzionale nel capitale di rischio è, per definizione, un sociotemporaneo, seppur di medio-lungo termine, che, come tale, dovrà prima o poi cedere la partecipazione acquisita per realizzare il proprio obiettivo. [1]
Gli investitori di venture capital sono interessati solo in società con elevate prospettive di crescita, che sono gestiti da team formati da esperti e ambiziosi in grado di trasformare il loro business plan [2] in realtà. Come regola generale si punterà su una azienda che possa dare dei ritorni significativi sull’investimento entro i primi 5 anni.
Altri mercati infatti in cui l’innovazione sta già dando i suoi primi frutti e verso cui gli investitori americani sono motivati a rischiare sono il Franchising, considerata un’ottima strategia per trasformare un business consolidato in un global business. In questo momento c’è un forte fermento negli Stati Uniti perché una delle ragioni sono le opportunità nei confronti degli immigrati, che in questo modo possono aprire una attività sotto il marchio di una azienda forte e solida.
Tra i settori: la Fashion Industry, e le opportunità manifatturiere di nicchia.
Questo perché se fino ad ora le aziende, anche medie e piccole, erano incentivate a produrre i propri beni nei mercati asiatici o nei paesi a basso costo di manodopera, l’aumento dei costi di produzione su questi mercati e l’aumento dei costi di trasporto dovuti alla recente crisi internazionale hanno permesso una rinascita del settore manifatturiero locale.
Claudio Pasqua
www.linkedin.com/in/claudiopasqua
twitter.com/ClaudioPasqua
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APPROFONDIMENTI GUIDATI
[1] GUIDA PRATICA AL CAPITALE DI RISCHIO (sul portale dell’Università degli Studi di Torino) e la stessa guida sul portale dell’AIFI Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital
[2] Guida al Business Plan a cura di AIFI, IBAN e PricewaterhouseCoopers
[3] Guida al finanziamento dei progetti delle Piattaforme tecnologiche europee Strumenti di finanziamento della Commissione europea e della Banca europea per gli investimenti