Sorpresa, la #cascinaquadrilatero: un orto in piazza Filiberto!

Sotto casa…è nato un orto! Ecco la Cascina Quadrilatero, l’orto urbano in Piazza Emanuele Filiberto.

Il progetto è nato dalla realizzazione in piazza Emanuele Filiberto – quartiere del Quadrilatero Romano – del primo orto self-made del Piemonte che andrà a sostituire il verde urbano su tutta la piazza. Lo stesso sarà costruito e gestito da Coldiretti Torino e sarà completamente donato alla città in ogni suo aspetto di uso e consumo.Un fiorire di tanti peperoncini, pomodori, basilico, insalate, pruni, mele…

Attraverso l’apposita cartellonistica, in ogni angolo viene spiegato al cittadino che vuole ‘fruirne’, come comportarsi per permettere a tutti di poter utilizzare i prodotti dell’orto. Lo spazio dedicato alla realizzazione è aperto al pubblico durante il corso di tutta la giornata tutta la settimana ed è cura dei locali commerciali del quadrilatero provvedere alla chiusura serale con appositi cancelli già presenti sull’area. Sempre i locali del quadrilatero hanno attrezzato l’intera area con wifi.
L’agricoltura quindi riconquista gli spazi della città, riqualifica zone ancora inevitabilmente occupate da situazioni di possibile degrado, sostituendole con spazi verdi per i cittadini, studenti e luoghi di animazione sociale. Coldiretti e gli altri presenti nel progetto, hanno promesso numerosi appuntamenti di animazione con associazioni di anziani e operative sociali già operanti nel quartiere per la gestione dell’area. Infine, a completamento del progetto, il mercoledì sera ci sarà sempre presso l’area, un piccolo mercato agroalimentare (10 banchi), di Campagna Amica con prodotti esclusivamente biologici (orario 16.00- 21.00) mentre i ristoranti del quartiere, cucineranno altre ai menù tipici, un piatto direttamente acquistato al mercatino.

Ed ecco che così nasce ‘CASCINA QUADRILATERO’,  un giorno dedicato a far festa alla nostra agricoltura che vuol condurre il cittadino-consumatore a sentirsi parte del Piemonte, di Torino con i gusti, i profumi e i colori delle nostre campagne, ma in pieno centro!

#Piccolegioie – ogni giorno ha un buon motivo per sopravvivere felicemente – n.1

Sono in treno. Parto, perché é sempre così che risolvo quando mi capita qualcosa di sgradevole.
Sono circa tre anni che mi capitano cose non proprio piacevoli ma io ho trovato il mio rimedio. La mia medicina.

#piccolagioia n.1: PARTIRE SAPENDO CHE PUOI TORNARE
Premetto che amo Torino alla follia e che non cambierei la mia città per nessun altra (almeno in Italia).
Torino é per me il mio porto sicuro; é dipingere sul terrazzo profumato di gelsomini d’estate; lo scorrere azzurro del fiume tra gli alberi, gli aperitivi al quadrilatero, i portici con i bouquinistes, le piste ciclabili che passano attraverso inaspettati roseti; il cinema, i mercatini e i farmer market, porta palazzo e le periferie assolate d’estate nebbiose d’inverno; le mille librerie, le mille ciminiere; l’odore del cioccolato e del vino che fermenta in cantina; i tralicci, gli imbarchini sul Po, guardare le ultime luci della sera dietro il Monviso da Mirafiori; il profumo dei tigli lungo i viali, che dopo la pioggia ti stordisce per la sua intensità; le mattine nitide azzurre dove si stagliano le cime bianche e pensi: lá dietro c’è la Francia. Torino sono anche le mie due Micie che mi aspettano davanti alla porta con il loro enigmatico sorriso felino, quello che sta a significare: ti aspettavo, ti aspetterò sempre, però ogni volta mi incazzo così tanto quando te ne vai che poi ti apro l’armadio e tiro fuori tutte le tue calze e mutande. E teniamo un occhio particolare per quelle sexy o di seta, così che se ti capita l’occasione galante ti ritrovi il pizzo masticato e ti ricordi che non ci devi mollare per troppo tempo.
Anche i sistemi mafiosi delle Micie, in fondo, sono una #piccolagioia torinese.
Non potrei rinunciare a queste cose, come non potrei rinunciare a finire un lauto pasto con un San Simone.
“Avete il San Simone?” Chiedi.
“Certo, ma che domande mi fa?” Sorride il cameriere e per te lui in quel momento é George Clooney con il Nespresso.
Il San Simone é un’altra gioia e quando torni sai che c’è in qualsiasi locale sotto casa, dal centro alla periferia. Uniti per te in un solo alcol.

#piccolagioia N.2 – IL GIRO DELLE COCCOLE
sapere che te ne stai andando momentaneamente da Torino per affrontare una #grandegioia ovvero gli AMICI veri, che stanno sparsi in vari luoghi d’Italia e d’Europa e hanno subito risposto al tuo sabaudissimo grido di dolore che da ogni tuo organo interno si leva.
A gennaio Londra é stata il mio caricabatterie. Grazie a Mara e Geo ho scoperto la #piccolagioia dei biscottini greci dentro il caffè, le corse nel parco, i monili di Tribe a Camden, il dot makeup e le passeggiate corroboranti lungo il Bankside, tra le luci della Tate e quelle dei ponti. Ho ripreso a disegnare. Ho regalato disegni ai bambini che mi guardavano rapita.
Ho capito che #piccolagioia é vedere dal treno la magnifica costruzione della Battersea Power Station ma #piccolagioia é raccontarlo poi agli amici e! sapere, mentre guardi i colori che si riflettono sull’acqua che prima o poi ci sarà accanto a te qualcuno che capirà tutto questo. Ma, in ogni caso, l’importante é che lo stai capendo tu: non servono grandi gioie, l’importante é saper notare quelle piccole…

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Amo #lamiatorino: una domenica in bicicletta

Torino, una domenica senza pioggia, finalmente. Oggi però niente mare con autostrade affollate, il 5 giugno è la Giornata mondiale dell’ambiente, nonchè del Festival Cinemambiente. Così, stavolta si prende la bicicletta e si va a scoprire i tragitti verdi della città. Una Torino meravigliosa, tutta verde, fatta per essere percorsa in modo slow: a piedi, sulle quattroruote, sui pattini, in risciò…come vi pare, purchè sia sostenibile.

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#springalive: una rondine fa primavera a Torino

Stamattina è ufficialmente primavera: sono tornate le rondini a Torino. Mi hanno avvisato le micie: guardavano su concentratissime emettendo un versetto tra l’affaticato e il goduto. Ho guardato in alto: le piccole rondini nere garrivano volteggiando contro un cielo grigio, tutt’altro che primaverile.
E intanto ecco le prime foglioline verde tenero della rosa rampicante giapponese; un delicatissimo profumo dai petali del ciliegio nano; i germogli appuntiti e delicati del glicine con i suoi rami contorti.
Come ogni anno l’ho segnalato su Spring Alive! Infatti, il sito www.springalive.net – un progetto della LIPU – permette l’inserimento dei dati dell’avvistamento di tutti i pennuti ‘portatori di primavera’ ed è un rito che ogni anno coinvolge migliaia di utenti del web in tutta Europa: nel 2012 furono 173mila segnalazioni in Europa, di cui 50 mila in Italia.
Mi raccomando, guardate anche voi in su e siate i prossimi a postare la primavera!

 

La pigrizia dei gatti: tips per piccole escursioni in Torino centro – prima parte

E’ passata anche la prima domenica di primavera e pioveva come fosse novembre. Nonostante alcuni improvvisi sprazzi di sole e l’arrivo della Pasqua il mio sentire sociale è ancora in stato letargico e non ho affatto superato l’impasse invernale vergognoso del ‘limite di zona’ per le uscite serali e mattutine. Approfittando di questo piccolo handicap che mi possiede dal mese di ottobre sino agli albori di aprile, fino a quando non sono certa che tutte le forsythie del torinese siano regolarmente fiorite (per me unico ed inequivocabile segno dell’arrivo della primavera quella vera, fuor di calendario, oltre che le rondini) elargirò qualche tips per chi si lascia avvolgere dalla pigrizia dei gatti ma non vuole rinunciare a vivere la città in modo piacevole.

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Stazioni, treni e uccelli giardinieri: la nuova Porta Susa

Avete mai preso Italo? Ed ancora, vi siete addentrati nella nuova Porta Susa ancora in fieri? Per me, che ero abituata al sapore d’antan della vecchia stazione un po’ scrostata al fondo di via Cernaia, è stato uno strano effetto. Io amo le stazioni dei treni, il viaggiare lento nei paesaggi che permette di intravedere posti dove normalmente non si andrebbe, dove puoi leggere e scrivere senza avere la nausea o annoiarti del continuum di nuvole o acqua. Mi piace attraversare sui binari periferie di casermoni, giardini spelacchiati, campi infiniti delimitati dalle file dei gelsi, poi le colline, il mare con i cespugli di agavi, le montagne rosa e le finestre illuminate dove s’indovina la vita imperscrutabile – per esempio – dei borghi della Val Bormida. Che ne sappiamo noi della Val Bormida, ecco? Delle esistenze di lampade accese sulle cene di sconosciuti. (Ricordate Battiato? Segnali di vita nei cortili e nelle case all’imbrunire/le luci fanno ricordare /le meccaniche celesti…)

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Di corsa in mezzo ai saldi torinesi e stramberie varie

Conquistata dalle salutari usanze teutoniche di fare sport con qualsiasi tempo e clima – anche in mezzo alla città – mi sono convinta a uscire vestita da corsa verso l’ora di pranzo e percorrere il centro di Torino attraverso le sue isole pedonali, in mezzo al primo fermento dei saldi di inizio anno.
Senza fare i conti con la sorpresa di curiose vetrine che improvvisamente hanno rallentato la mia audacia salutista.

Davvero. Dopo il viaggio tra Germania ed Austria in cui ho visto ogni genere di persona sfidare tempeste di neve per praticare lo sci nordico, correre in mezzo alla pioggia che veniva giù a secchiate, fare jogging e tai-chi chuan stile yang in mezzo al centro cittadino di Monaco di Baviera (e molti anche in veneranda età!), mi sono ritrovata a rimuginare sul fatto che questa tendenza dello sport a qualsiasi meteo è  comune ovunque Oltralpe: lungo ogni fiume, nei parchi, sui marciapiedi, nessuna condizione atmosferica può fermare queste igieniche abitudini – cito deliberatamente Céline: ricordate Bardamu costretto alle passeggiate igieniche dalla sua amichetta infermiera già nel secolo scorso? …Il più delle volte adesso andavamo a fare passeggiate igieniche in lungo e in largo, per colpa delle frittelle, sui viali…– Allora metto le scarpe e mi butto per strada approfittando del pallido sole.

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I colorati mercati di Torino

Adoro i mercati rionali di Torino, questa goduriosa usanza tipicamente francese delle bancarelle che, in tutti i quartieri, tutti i giorni della settimana, si palesano in città; nessuna zona esclusa, dalle più chicchettose a quelle popolari e veraci, ognuno di essi ha le sue caratteristiche originali e differenti, che lo distinguono e lo rendono unico rispetto agli altri.

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Il Quadrilatero rimane un punto fermo

Il Quadrilatero rimane un punto fermo

Lo so, se n’è straparlato fino alla noia: forse perchè a Torino è stata la prima zona rivalutata dalla rivoluzione culturale-movidara…eppure, il Quadrilatero, credetemi, rimane fashionissimo.

Non lo dico perchè sono di parte e ci abito: il Quadrilatero Romano, quella scacchiera di vie e slarghi racchiusa tra piazza Emanuele Filiberto, via della Consolata, via Garibaldi e piazza del Duomo rimane ed è un punto di riferimento per la vita notturna (ma anche diurna, of course!) della città. Non esiste in tutta Torino un luogo simile: un continuo fermento, pieno di atelier e localini piacevoli, un incessante turn over di aperture e chiusure – succede -, scorci dal fascino suggestivamente retrò che mantengono in vita questo suo spirito eppure ancora umano, da ‘paese’.

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