Le Tre Nuvole

Le Tre Nuvole

Via Passo Buole, 176 – Torino

Tel. 347 299 1381

Chiuso la domenica e il lunedì sera

 

VOTO FINALE: 6 1/2

 

ATMOSFERA [VOTO: 6]

Con quell’aria un po’ così, da piola di periferia, Le Tre Nuvole si presentano veraci e senza fronzoli. Qui l’estetica non conta, conta solo la sostanza. Un’unica sala con pochi coperti, arredi spartani, pareti spoglie, giusto qualche mensola e una lavagna. Ci pensano i gestori (mamma in cucina, papà e figlio ai tavoli) a riscaldare l’atmosfera. Ottimo per una rimpatriata con gli amici o per una cena con colleghi senza puzza sotto il naso.

CUCINA [VOTO: 6 1/2]

Cucina solidamente casalinga, materie prime fresche, porzioni da abbuffata. Le Tre Nuvole è un posto per palati semplici e stomaci capienti. Il giovedì è dedicato alle serate a tema (paella e sangria, bruschetta a volontà, tutto melanzane, tutto cozze, tutto alici, giro pasta, tutto carciofi, tutto funghi porcini…). Venerdì e sabato, invece, solo pesce. Ed è forse la soluzione migliore per apprezzarne la cucina. Accanto ai grandi classici (cozze alla marinara, l’ottimo e leggero fritto misto, l’abbondante grigliata con spada, gamberoni e orata), qualche piatto più sfizioso come le cappesante gratinate (buona l’impanatura!), i tortelloni all’aragosta con salsa ai carciofi (ottimi nonostante l’abbondanza di burro), i gamberi al brandy, la deliziosa insalata duchessa (patate, salmone, olive e cipolla di tropea). A sorpresa spuntano le conchiglie di gamberetti in salsa aurora, che nei ristoranti à la page non trovi più da decenni. Dessert trascurabili, vino bianco sfuso dignitoso.

STAFF [VOTO: 7]

Servizio veloce, staff dai modi spicci, simpatico, appassionato, loquace.

PREZZI [VOTO: 6/7]

30 euro per il menu di pesce (4 antipasti, 1 primo, 1 secondo, dolce, acqua, vino e caffè) sono un buon investimento. Alla carta si spende qualcosina di più.

PIATTO FORTE

All’unanimità, gli agnolotti con ripieno di aragosta.

PIATTO DEBOLE

I dessert meriterebbero maggiore impegno per uscire dalla banalità dello strudel, della coppa di fragole, della torta al limone.

TOILETTE [VOTO: 6]

Essenziale come tutto il resto.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Qualche guizzo gastronomico non guasterebbe, anche solo una portata o due che lascino davvero il segno.

100 Montaditos

100 Montaditos

Via Luigi Des Ambrois 5 (Piazza Carlina), Torino

Tel. 011 883073

Via Postiglione 1, Moncalieri (Torino)

Aperto tutti i giorni a pranzo e a cena

VOTO FINALE: 6 ½

 

ATMOSFERA [VOTO: 6 ½ ]

L’idea di esportare il rito spagnolo delle tapas  in tutto il mondo trasformandolo in un franchising è astuta e si sta rivelando un successo, tanto che si contano oltre 300 ristoranti in Spagna e più di 50 al di fuori dei confini iberici. A Torino sono già due, uno in pieno centro, nell’elegante piazza Carlina, l’altro in periferia, all’interno del centro commerciale 45° Nord di Moncalieri. L’ambiente è accogliente (pareti rosse, foto di arene e vicoli madrileni, finte maioliche) ma il confort è da fast food (tavoli minuscoli, sgabelli scomodi, assenza di attaccapanni). L’importante è andarci con lo spirito del mordi (il bocadillo) e fuggi.

CUCINA [VOTO: 6 ½ ]

Parliamo di panini, non di alta cucina, claro que sì. Ma i montaditos, a differenza dei sandwich che giacciono stancamente nelle vetrinette dei bar, vengono preparati sul momento con pane caldo e croccante (anche in versione ciabatta o ai cereali) e ingredienti di qualità mediamente buona, in gran parte provenienti dalla Spagna. Il menu conta 100, dicasi 100, varietà di farciture: dal “jamon iberico” al “lomo al ajillo”, dai calamari fritti alla porchetta, dalla crema di formaggio al pollo, dalle tortilla al tonno. E’ possibile acquistarli singolarmente o in collezioni da 5 (vegetariana, carnivora, mediterranea…). Oltre agli appetizer (olive, chips, patatas bravas, patatine pancetta e cheddar), sono disponibili tapas come le alette di pollo, le croquetas de jamon, le lacrime di pollo, il tagliere di jamon serrano e formaggio iberico. Chi è a dieta può consolarsi con cinque tipi diversi di insalate. Non mancano i montaditos dolci realizzati con pane al cioccolato spalmato di crema di cioccolato o di formaggio dolce, con o senza cookies. Per dissetarsi, acqua, birra e vino tinto.

STAFF [VOTO: 6 ½ ]

Il servizio è informale e ridotto al minimo, l’attesa generalmente bassa. Il cliente compila da solo l’ordinazione su un modulo prestampato, lo consegna alla cassa, paga, attende di essere chiamato dalla cucina e va a ritirare i suoi piatti.

PREZZI [VOTO: 7]

I prezzi dei montaditos variano da 1 a 2 euro. Con un bigliettone da 10 ci si sfama e ci esce anche una cerveza. Mira! Il mercoledì tutti i panini a 1 euro.

PIATTO FORTE

I montaditos alle acciughe ci gustano muchisimo.

PIATTO DEBOLE

Una fetta in più nella variante al salmone farebbe apprezzare meglio l’esperienza.

TOILETTE [VOTO: 7]

Colori caldi anche qui, pulizia e ordine discreti.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Per conquistare la clientela sabauda più scettica, inserire una Collezione “piemunteisa” di montaditos ai peperoni con bagna cauda, alla salsiccia di Bra, all’insalata russa.

Ristoro 28/3

Ristoro 28/3

Via A. Pigafetta, 56 – Torino

Tel. 011 508 6066

Chiuso sabato a pranzo e domenica

VOTO FINALE: 7 ½

ATMOSFERA [VOTO: 8]

Non un vero ristorante, ma una gastronomia con tavoli e sedie. Così si definiscono al Ristoro Ventottomarzo, locale caldo, raffinato e rilassante in piena Crocetta. Colori tenui, musica jazz in sottofondo, divanetti e cuscini, il bancone bar rivestito di tappeti persiani, un grande specchio a dominare la sala da pranzo. La frequentazione e i prezzi risentono del quartiere in cui si trova. La trovata del menu scritto a matita su pagine di quaderno è simpatica ma cheap, non in tono con l’atmosfera.

CUCINA [VOTO: 8]

La cucina del Ristoro è curata, ben eseguita, basata su materie prime di qualità. Non a caso è frequentata da chef di fama come Vissani, habitué del locale. Il menu accompagna i piatti della tradizione piemontese (battuta, vitello tonnato, insalata russa, grissinopoli, tagliata di fassone) a proposte alternative come il polpo croccante su passata di fave, risotto con animelle, i ravioli con scamorza affumicata, radicchio e parmigiano croccante, gli gnocchi con gorgonzola, pere e noci, la zuppa di cannellini e cavolo nero, il guazzetto di moscardini con polentine. Non manca mai il pescato del giorno o qualche puntata fuori porta come il risotto alla milanese con ossobuco e le succose costine di agnello a scottadito. Quando è stagione, trionfo di carciofi in tutte le salse: fritti, in insalata con parmigiano, spadellati, con i gamberi, con le tagliatelle. L’attesa (brevissima) del primo piatto è allietata da un piccolo amuse bouche. La carta dei dolci gioca sulla tradizione: tiramisù, bonet, tarte tatin di pere, panna cotta, semifreddo alle castagne, meringa con panna e fragole.

STAFF [VOTO: 7]

Personale gentile e discreto, servizio veloce, persino troppo. Apprezzata la disponibilità a personalizzare i piatti secondo le esigenze dei clienti.

PREZZI [VOTO: 7]

Rapporto qualità prezzo discreto, spesa media 40 euro.

PIATTO FORTE

I carciofi fritti sono squisiti e leggeri. Vorresti non finissero mai.

PIATTO DEBOLE

La salsa del vitello tonnato è un ibrido non convincente tra la versione alla vecchia maniera e quella a base di maionese.

TOILETTE [VOTO: 7]

Bagno essenziale con due note di colore: il kilim che incornicia lo specchio e la bilancia vintage. Piacevole la scelta delle salviettine per le mani in tessuto.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Take it easy. Non siamo in mensa, un piatto via l’altro. Una ragionevole pausa tra le portate dà respiro sia ai clienti che alla brigata di cucina.

 

Ristorante MangiaTò

MangiaTò

Corso Regina Margherita, 63/c

Tel. 011 511 10 12

Chiuso la domenica

 

VOTO FINALE: 6/7

ATMOSFERA [VOTO: 6]

Piccolo ristorante con un’unica sala, pochi coperti e un mini dehors estivo sul controviale di corso Regina Margherita. L’atmosfera non concede nulla alle tendenze del momento, ma si presta ad una serata intima fuori dai soliti giri della movida torinese. Arredi anonimi, tendine misere, pareti tricolori (beige, verde e arancio), controsoffitto da ristorante cinese, cucina a vista, areazione e clima migliorabili. Si consiglia di prenotare.

CUCINA [VOTO: 7]

Cucina casereccia di stampo piemontese con guizzi di rivisitazione provenienti dal resto d’Italia e dal mondo. La materia prima è legata alle stagioni e, se pur in porzioni misurate, tutto è gustoso e curato. La specialità della casa sono gli squisiti garganelli con salsiccia aromatizzati al tartufo, serviti in un cestino di parmigiano. Altre proposte da acquolina in bocca? Cestino di sfoglia con porri e tuorlo d’uovo, flan di zucca con fonduta e amaretti, tagliatelle al pesto di agrumi e mandorle, gnocchi con cozze e broccoli, tartare di formaggio con pomodoro fresco, crema catalana alla banana, polentina con crema pasticcera e cioccolato. I più abitudinari si consoleranno con i classici: vitello tonnato (alla vecchia maniera, senza maionese), insalata di gallinella, lingua al verde, ravioli al sugo d’arrosto, tagliata di fassone. I vegetariani non disperino: non mancano mai ricette pensate per loro, come il seitan scottato con dadolata di melanzane o il cous cous di verdure.

STAFF [VOTO: 7]

A gestire il MangiaTò sono solo in due: uno in cucina, l’altro in sala. Quest’ultimo, un ragazzo molto gentile e preparato, ha il vezzo di elencare e descrivere i piatti uno ad uno anziché lasciare sul tavolo un più funzionale menu. Lo sforzo di entrambi è apprezzabile, ma i due fattori concomitanti (lo chef solo ai fornelli e le portate decantate) producono l’effetto di allungare i tempi, a locale pieno.

PREZZI [VOTO: 7]

Prezzi fissi suddivisi per categorie: antipasti 6 euro, primi 8 e secondi 12. Conto adeguato alla qualità.

PIATTO FORTE

Nonostante la panna, che farebbe inorridire più di uno chef stellato, i garganelli salsiccia e tartufo si fanno apprezzare.

PIATTO DEBOLE

I ravioli di zucca non difettano in sapore, ma risultano troppo asciutti.

TOILETTE [VOTO: 6]

Piccola e disadorna, benché pulita.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Andare a memoria sulle proposte del giorno può mandare in confusione. Vedere alla voce Staff e dotarsi di menù.

Il Chiosco dello Zoo

Il Chiosco dello Zoo

Via Bava 30/G – Torino

Tel. 346 7470782

Chiuso la domenica

 

VOTO FINALE: 7/8

ATMOSFERA [VOTO: 7 ½ ]

In piena Vanchiglia, un luminoso ristorante di pesce da una trentina di coperti, tirato a lucido (altro che chiosco!) e arredato con sobrietà. Unici vezzi, un paio di biciclette in esposizione, una zona relax con sofà, grandi tubi d’aspirazione a vista. Il pavimento in porfido, di grande impatto, dà la sensazione di cenare all’aperto (e infatti raffredda un po’ l’atmosfera).  La bellissima cucina a vista consente di curiosare e carpire i trucchi del mestiere. Cosa c’entra tutto questo con lo Zoo? È una lunga storia, domandare allo Chef.

CUCINA [VOTO: 8]

Al Chiosco va in scena un vero e proprio “one man show”. In cucina Alberto fa tutto da solo con un autocontrollo invidiabile, riuscendo anche a trovare il tempo per dare il benvenuto, scambiare due parole, illustrare il menu degustazione del giorno, consigliare i vini. Il cliente, magari spiazzato dalla formula a sorpresa, non deve far altro che domare l’ansia e abbandonarsi alle cure dello Chef, ai sapori raffinati dei suoi piatti, alle sue presentazioni fantasiose. Si comincia con un paio di antipasti: che sia il polpo con nocciole e confettura di fichi oppure l’aguglia alla eoliana, o ancora il pesce spada tonnato o il polpo ubriaco con polenta, il risultato non cambia: promosso! Poi è la volta del primo: la spaghettata cacio, pepe e alici è pura gioia, i tonnarelli con bottarga e alici conquistano una forchettata dopo l’altra. Con il secondo – tonno scottato servito con insalatina o con composta di mele cotogne – lo Chef rischia di meno ma conferma le sue qualità. Scivolone sul dessert: i cannoli siciliani, unica proposta della serata, non sono di produzione propria.

STAFF [VOTO: 8]

Qualche lentezza nel servizio non è niente se si conta che ai fornelli c’è un solo uomo. La ragazza in sala sa affrontare la timidezza con il sorriso ed è gentile e premurosa.

PREZZI [VOTO: 7 ½ ]

Il menu con due contorni, primo e secondo vale tutti i suoi 25 euro. A questi vanno aggiunti i vini (in assenza di una carta, vengono elencate a voce due fasce di prezzi: 15/20 euro) e il dessert.

PIATTO FORTE

L’idea di “tonnare” il pesce spada vince facile.

PIATTO DEBOLE

Il tonno scottato fatica a trovare il giusto accompagnamento: l’insalata è eccessivamente salata, la composta di mele cotogne è quasi insapore.

TOILETTE [VOTO: 8]

Antibagno stiloso e bagno minimal. Ordine e pulizia ovunque.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Non uno ma due: applicarsi di più sui dolci e attrezzarsi per il pagamento con carta e bancomat.

Trattoria La Madia

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Trattoria La Madia

Corso Quintino Sella, 85/a – Torino

Tel. 011 8190028

Chiuso il sabato a pranzo e lunedì tutto il giorno

VOTO FINALE: 7/8

ATMOSFERA [VOTO: 8] 

In zona “Torino bene”, un locale piccolo e accogliente a cui la definizione di trattoria sta decisamente stretta. Atmosfera semplice ma elegante, colori tenui, tovagliato di qualità. E ovviamente una madia a dominare dall’alto la sala e i commensali. Piccolo dehor estivo su corso Sella. Chi non prenota per tempo non mangia.

CUCINA [VOTO: 8 ½ ] 

La cucina dello chef Ded Gaci è moderna, sperimentale, con la giusta dose di maestria e fantasia negli accostamenti di sapori e nella presentazione dei piatti. Il menu, ricco e completo, di recente è stato riorganizzato in tre sottomenu: i classici della tradizione piemontese, i piatti a base di pesce e le proposte che il personale di sala definisce “divertenti”. L’amuse-bouche servito per solleticare l’appetito (salsiccia di pelaverga con pancetta e vino, parmigiana scomposta, polpo affogato in salsa al nero di seppia…) è già un buon biglietto da visita per lo chef. Si può proseguire con il vitello tonnato realizzato con la ricetta tradizionale, anche se vale più la pena provare il baccalà in due maniere, soprattutto quello mantecato. In alternativa, la battuta di fassone, l’uovo con fonduta di raschera, la lingua brasata, la scaloppa di foie gras. Chi propende per i primi di pesce non può perdere i fusilli a mano con vongole e calamari o gli spaghetti con cozze, acciughe e pane nero. Gli ottimi plin ripieni di faraona sono penalizzati da un condimento fin troppo delicato. Qualche esitazione anche sui risotti: quello con gamberi, burrata e basilico è ottimamente eseguito, mentre quello al baccalà con pomodoro confit ha poco carattere. Molto ben eseguiti il polpo tostato alle nocciole con purea di castagne, la tartra di cipolle, la millefoglie con carciofi e capesante. Non mancano secondi audaci come la sella di maialino laccato al miele e nocciole, il petto d’anatra con cacao e mela arrosto, persino le lumache e il piccione glassato. Tra i dolci si distingue la meringa di zabaione sifonato e ghiacciato con azoto liquido, esempio di ricetta semplice realizzata con estro. Il Piemonte in bicchiere con cinque strati di dolci regionali (bonet, panna cotta, amaretti, zabaione, ganasce di cioccolato) è un’altra idea geniale, anche se il cacao finisce per coprire gli altri sapori.

STAFF [VOTO: 7]  

Le ragazze dello staff sembrano uscite dal favoloso mondo di Amélie, ma risultano comunque cortesi e premurose. Margini di miglioramento nel servizio, talvolta lento. 

PREZZI [VOTO: 7] 

Il conto è da ristorante più che da trattoria, ma proporzionato alla qualità. Antipasti 10-14, primi 10-12, secondi 16-20. Dolci decisamente “salati” (anche 7-8 euro).

PIATTO FORTE

Gli amanti delle frattaglie impazziranno per gli agnolotti di zucca e amaretti con ragù di fegatini. 

PIATTO DEBOLE 

L’agnello al forno è molto tenero, ma risulta insipido. 

TOILETTE [VOTO: 8] 

Pulita, profumata, in ordine.

CONSIGLIO NON RICHIESTO 

Sostituire i tovaglioli scegliendo tessuti meno scivolosi per evitare che i clienti passino la serata a raccoglierli da terra.

Le Vitel Etonné – Vivande e Bevande

20150106_195440Le Vitel Etonné – Vivande e Bevande
Via San Francesco da Paola, 4 – Torino
Tel. 011 8124621
Orario: mar-sab 10.30-01.00 (di notte), dom 10.30-15.30
Chiuso domenica sera e lunedì tutto il giorno

VOTO FINALE: 7/8

ATMOSFERA [VOTO: 8]

A pochi metri dalla centralissima via Po, il Vitello (così lo chiamano gli habitués) è un ristorantino intimo e accogliente, arredato con gusto, dall’atmosfera informale e rilassante. Per l’estate, piccolo dehors su via San Francesco da Paola. Si consiglia la prenotazione.

CUCINA [VOTO: 7 1/2]

Menù con pochi piatti di ispirazione piemontese e qualche contaminazione proveniente dal mare. Si avverte la ricerca della materia prima di qualità nel rispetto del territorio e delle stagioni, la sapienza nella preparazione, l’attenzione al dettaglio. Non mancano i classici: carne cruda battuta al coltello, flan di topinambur, insalata di galletto e spinaci. Con il nome che portano, si giocano la reputazione con il vitello tonnato e vincono: la carne è tenera, rosa al punto giusto, e la salsa è di buon livello. I tajarin con i carciofi sono squisiti e cotti a puntino. Ottimi anche le tagliatelle con ragù di salsiccia di Bra e i plin al sugo d’arrosto. Gli gnocchi al gorgonzola, invece, guadagnerebbero punti se fossero un po’ più morbidi. Accanto ai secondi di carne (hamburger o tagliata di fassone, agnello al forno) fa bella figura il baccalà, molto delicato, servito con le coste. Dolci decisamente riusciti: su tutti, la tarte tatin, accompagnata da un bricco di panna liquida, e la crema di mascarpone con biscotto al cioccolato. Cantina ricca con centinaia di etichette: i clienti possono scendere a scegliere personalmente il vino da abbinare.

STAFF [VOTO: 8]

Il personale di sala è molto gentile e preparato, i tempi in cucina sono perfetti.

PREZZI [VOTO: 7]

La qualità potrebbe giustificarli, ma i prezzi risultano leggermente più alti rispetto a quelli di locali dello stesso calibro. Antipasti 10 euro, primi 12, secondi tra 14 e 16, dolci 5. Disponibile anche il menu degustazione a 35 euro con antipasto, primo, secondo, dolce, acqua e caffè.

PIATTO FORTE

Da leccarsi i baffi la crema al mascarpone con biscotto al cioccolato.

PIATTO DEBOLE

I tagliolini ai carciofi sono conditi egregiamente, ma con meno pepe potrebbero ambire alla perfezione.

TOILETTE [VOTO: 8]

Pulita, in ordine e profumata.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Risolvere un problema comune a tanti locali: d’inverno la temperatura in sala è bassa e cenare con il brividino di freddo non è gradevole.

/pʌɪ/ bikery

2015-02-08 12.28.05

/ bikery
Via Cagliari 18D (ang. Via Modena) – Torino
Tel 011.0360106
Orario: mar-ven 9,30/20,00, weekend 10,30/19,00
Chiuso il lunedì

VOTO FINALE: 7

ATMOSFERA [VOTO: 8]

Secondo un trend già diffuso a Berlino e Londra, ora anche a Torino gli appassionati di due ruote hanno un posto in cui rifocillarsi mentre la loro bicicletta viene sottoposta a un check-up o farsi una birretta dopo il giro del giorno. Non a caso il motto di /pʌɪ/ bikery è «Fast bikes e slow food». Ecco, quindi, accanto al negozio di biciclette e alla ciclofficina, un’originale caffetteria aperta da colazione a merenda. Un allegro caos di divani, sgabelli, libri, riviste, tavolini con versi di Rodari intagliati sul legno, bici appese ovunque, pareti traboccanti di sellini, zaini, ruote, pedali. Il tema è declinato in ogni dettaglio: la maniglia della porta del bagno, per dire, è realizzata con un manubrio. Il cliente-tipo è un giovane anticonformista finto-trasandato e capellone, magari con cane al seguito. Gran via vai a qualunque ora, dehors affollato anche d’inverno.

CUCINA [VOTO: 7]

Il menu è molto easy, da spuntino informale. Panini, toast, quiche, taglieri, crostoni, insalate, hamburger, zuppe, dolci fatti in casa (dalla cheesecake newyorkese alla torta di mele, dalla crostata alla sacher, dai muffin ai cupcakes). Simpatico il brunch del weekend con i pancakes. Ce n’è per tutti i gusti: pancake dolci con frutta, yogurt o sciroppo d’acero, oppure salati con abbinamenti golosi (pancetta toma e miele, bacon croccante e cheddar cheese più eventuale aggiunta di uovo all’occhio, verdure grigliate e toma). Da non perdere quello con salmone e avocado servito con una coppa di salsa allo yogurt ed erba cipollina. Se siete fortunati trovate anche la Parmigiana pancake con melanzana fritta, passata di pomodoro e mozzarella.

STAFF [VOTO: 6]

Personale molto informale e sbrigativo, servizio lento.

PREZZI [VOTO: 7]

Conto ragionevole. Con due pancake (uno solo non basta per sfamarsi) e una birra stiamo attorno ai 15 euro.

PIATTO FORTE

Il pancake con nutella, fragole e panna merita da solo una pedalata.

PIATTO DEBOLE

I giudici di Masterchef definirebbero la cheesecake “un mappazzone”. Migliorabile.

TOILETTE [VOTO: 5]

Bagno colorato ma privo di carta igienica e salviette per le mani.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Per evitare una bronchite a chi è seduto vicino all’ingresso, non guasterebbe una porta con chiusura a molla.

Osteria di Pierantonio

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Via Bizzozero, 15
Tel. 011 674528 – 333 6652491

VOTO FINALE: 6/7

ATMOSFERA [VOTO: 6]

Come sia capitata nella Top 10 dei ristoranti torinesi stilata dal Guardian… only God knows (n.d.r. lo sa solo Iddio). Questa anonima osteria di periferia (siamo tra il Lingotto e le Molinette) ricorda i bar in cui i pensionati si attardano a giocare a briscola: bancone in formica, pavimento in graniglia di marmo, qualche stampa appesa alle pareti, nessuna concessione alle mode del momento. Unica nota di colore/calore, un pianoforte verticale. Eppure è un continuo via vai di habitué e, anche grazie al Guardian, di turisti. Non manca il dehors, se pur con vista asfalto. Inadatto a chi ha la puzza sotto il naso.

CUCINA [VOTO: 6 ½ ]

Il loro motto è “Mangiare come a casa”. E, in effetti, la gestione è familiare e la cucina casalinga, genuina, senza fronzoli. I piatti del giorno sono elencati su una lavagna: tagliatelle al ragù, risotto con famiole, spaghetti alle vongole, trippa in umido, polpettone, acciughe fritte, filettino di maiale al pepe, bocconcini di pollo al curry (ben cucinati), spada alla catalana. I dolci sono fatti in casa: torta di mele, torta nutella e mascarpone (buona!), torta ricotta e cioccolato (discreta). Tenere d’occhio la loro pagina Facebook per le serate a tema (porcini in tutti i modi, fritto misto alla piemontese, polentata, la cena della zucca, pesce fritto…).

STAFF [VOTO: 7]

Corre l’obbligo di fare la media tra il 10 che merita la figlia di Pierantonio, Chiara (perfetta padrona di casa, gentile, sorridente, in grado di conversare in inglese con i turisti stranieri, cosa rara anche tra i ristoranti più blasonati) e il 4 da assegnare alle ragazze di turno ai tavoli, sbrigative, svogliate, a malapena un saluto. Il servizio è veloce, persino troppo: siamo ancora in piedi, col giubbotto addosso, quando già si avvicinano per prendere l’ordinazione. Purtroppo non conosciamo l’oste, Pierantonio, che dicono essere persona squisita.

PREZZI [VOTO: 8]

Chi non ha tante pretese, con pochi euro può togliersi l’appetito. A pranzo, menu fisso da 10 euro, a cena da 18.

PIATTO FORTE

La torta nutella e mascarpone è goduriosa senza essere nauseante.

PIATTO DEBOLE

I cavatelli fagioli e cozze non hanno la personalità che ti aspetti, in casa ne abbiamo mangiati di più gustosi.

TOILETTE [VOTO: 4]

Bagno microscopico e disadorno.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Più attenzione nella scelta dei vini sfusi: quello rosso servito a noi era imbevibile.

Taverna dei Mercanti

Taverna dei mercanti1Mercanti
Via Santa Chiara, 13 – Torino
Tel. 011 5212017 – 345 6824167
Chiuso la domenica

VOTO FINALE: 6 +

ATMOSFERA [VOTO: 6]

Ambiente rustico, come se ne vedono tanti. Mattoni a vista, soffitto a cassettoni, camini, credenze della nonna, piatti appesi ai muri, tovagliato bianco e rosso. Il tutto ha un sapore di antico, di superato. Stiano alla larga i modaioli.

CUCINA [VOTO: 5 ½ ]

In cucina la creatività tocca i minimi storici. Per carità, gli ingredienti sono genuini e le porzioni generose, ma ha senso andare a cena fuori per mangiare prosciutto crudo e melone, un piatto di salumi, una caprese? Anche l’antipasto misto della casa è lo stesso provato mille volte ai pranzi di nozze: affettati, insalata russa, sformato di verdure. Con i primi, qualche timidissimo tentativo di intraprendenza, a parte i sughi emulsionati con la panna come usava negli anni Novanta: zuppa di cipolle, cavatilli Taverna (pasta fatta in casa), agnolotti rosé, mezze maniche alla valdostana, gnocchi ricotta e spinaci al burro (ottimi), ruote al pesto, trenette al brucio. Con i secondi si ripiomba nella banalità: pizzaiola, tagliata con rucola, castellana, bistecca impanata, entrecote, brasato. La carta dei desserts propone, accanto a classici come il tiramisù e la panna cotta, anche il vin santo con i cantuccini, il semifreddo al caffè (discreto) e la crema Artemise di produzione propria (interessante). Mirto offerto dalla casa, molto gradito.

STAFF [VOTO: 7]

Staff cerimonioso (a volte troppo), efficiente, premuroso.

PREZZI [VOTO: 7]

Conto onesto. 2 antipasti, 2 primi, 2 dolci e vino sfuso, 45 euro (con sconto di 3,50 euro). Range di prezzi? Antipasti 6-10 euro. Primi 8-10 euro. Secondi 10-16 euro. Dessert 4-5 euro. Conveniente, a pranzo, il menu fisso a 10 euro.

PIATTO FORTE

Ehm… dunque… vediamo… allora… un’altra domanda?

PIATTO DEBOLE

La toma che guarnisce lo sformato di verdure dovrebbe essere fusa anche nei fatti, non solo a parole.

TOILETTE [VOTO: 8]

Bagno pulito e profumato.

CONSIGLIO NON RICHIESTO

Osare di più in cucina, sperimentare, affiancare ai classici un paio di piatti che rendano questa trattoria unica.