Tomboy dal GLBT Film Festival alla distribuzione

Avrete probabilmente sentito che Tomboy, lo splendido film di Celine Sciamma che ha trionfato al Torino GLBT Film Festival, verrà distribuito in Italia.

La notizia mi rende doppiamente felice per una serie di motivi.

Prima di tutto ed inevitabilmente perchè Tomboy è un film splendido, delicato, una storia (quasi) qualunque raccontata con tenerezza e delicatezza estrema, insomma un bel film da andare a vedere.

In secondo luogo perchè in Italia c’è bisogno di film del genere, che non strizzano l’occhio nemmeno lontanamente al successo commerciale ma hanno una storia da raccontare.

Infine perchè io credo che lo scopo principale di un festival (e qui il merito va al GLBT FF torinese) sia quello di far conoscere i film che meritano attenzione e se qualche casa di distribuzione ne rimane convinta e affascinata al punto di decidere di investirci dei soldi per distribuirlo nel proprio paese vuol dire che il festival in questione ha raggiunto il suo obiettivo (succede sempre più spesso col Torino Film Festival – a proposito a giorni uscirà Four Lions).

Grazie e complimenti per il coraggio quindi a Teodora Film e Spazio Cinema in attesa di conoscere la data di distribuzione

 

Un giardino portatile per CinemAmbiente

Della 14° edizione di CinemAmbiente torneremo a parlare nelle prossime settimane per entrare nel vivo delle proiezioni.
E sarà un’edizione la cui giuria sarà presieduta da Michael Cimino… per dire.

Per il momento però voglio segnalarvi un simpatico concorso completamente dedicato all’ambiente
Tutti possono partecipare e si vincono premi assolutamente a tema.
Si chiama Un giardino portatile e c’è anche un evento su Facebook.

Qui di seguito il bando del concorso, organizzato dalla Aiapp. Leggi tutto “Un giardino portatile per CinemAmbiente”

Laura Chiatti e Valerio Mastrandrea per Romanzo di una strage

Dopo conferme e smentite continue sul cast (Kim Rossi Stuart si, Kim Rossi Stuart no) è arrivato il momento di andare sul set e scendere per le strade di Torino.

Le riprese di Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana partiranno il 13 maggio.
Intorno al film si sta creando una comprensibile attesa sia per la firma che per il tema, che tocca uno dei misteri più drammatici della storia del nostro paese: la strage di Piazza Fontana.

E sul set, ormai è certo troveremo Laura Chiatti e Valerio Mastrandrea, ma anche Pierfrancesco Favino, del quale abbiamo completamente perso il conto sul numero di film girati negli ultimi due-tre anni.

Cosa dobbiamo aspettarci da questa pellicola?
Le polemiche sono pronte ad esplodere come da tradizione.

Il Torino GLBT Film Festival in trasferta

Parte con una doppia serata di appuntamenti in Veneto la serie di trasferte del Torino GLBT Film Festival.

Da questa sera infatti il festival torinese (chiusosi con un successo di critica e pubblico davvero importante) porta in giro per l’Italia il meglio di quello che si è visto sotto la Mole.

Il primo appuntamento sono le Giornate di Cinema e Cultura Omosessuale di Padova che dedicano le serate di oggi e domani ad alcuni dei film passati a Torino.
Trovate qui il programma dettagliato.

Il viaggio del nostro GLBT non finisce però qui.
Prossime tappe rpeviste Macerata e Roma.

Torino GLBT Film Festival – le foto della serata conclusiva

Da sempre (caso a parte l’ultimo Torino Film Festival) ho la capacità di scegliere a qualunque festival una serie di film da vedere senza mai centrare i film che poi vengono premiati.

E questo è capitato anche per la 26° edizione del Torino GLBT Film Festival.
Edizione splendida e seguitissima per pubblico (cresciuto del 10% nonostante una giornata di programmazione in meno) e critica, ma soprattutto (questo è l’importante) capace di mostrarci film di grande qualità.

Ha trionfato Tomboy di Celine Sciamma, premiato sia dalla giuria che dal pubblico.
Una delicata  storia su una bambina che si presenta come un maschietto ai suoi nuovi amici. Film (che non ho visto) splendido e premiato anche a Berlino.

Nella gallery trovate tutte le foto scattate dal sottoscritto (che non è assolutamente un fotografo) durante la snella serata di chiusura con protagonista assoluta una Veruschka straordinaria per eleganza e portamento.
Serata in cui erano presenti anche i responsabili di Ikea Italia e Eataly dopo le recenti campagne pubblicitarie seguite da allucinanti polemiche.

Ma lasciatemi dire due parole sui film che invece ho visto.
A partire dall’ottimo Il richiamo di Stefano Pasetto con una doppia notevole prova interpretativa per Francesca Inaudi e Sandra Ceccarelli.
Consiglio invece Stonewall Uprising per capire cosa successe a New York nel 1969 e da cosa nasce il Gay Pride.
E molto ben fatto è anche The world unseen di Shamin Sarif che ci mostra un Sudafrica che conosciamo poco, dal punto di vista della comunità indiana.
E ancora la folgorante commedia di chiusura, You should meet my son di Keith Hartman, divertente e autoironica.

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Zooschool – Intervista con Andrea Tomaselli

Mi piace su queste pagina dare spazio anche a progetti che non siano le grandi produzioni.
Così dopo aver scoperto il progetto Zooschool mi è sembrato interessante intervistare Andrea Tomaselli, che ne è l’ideatore ed il regista.

Si tratta di un film horror con una forte componente sociale che verrà girato questa estate a Settimo Torinese.
E c’è anche una particolarità non da poco. Chi vuole potrà partecipare alla produzione.

Dopo l’intervista vi lascio il trailer con la spiegazione del progetto.

1. La sinossi di Zooschool racconta di un massacro all’interno di una scuola. Idea di partenza non nuova, ma questa volta il killer è un professore.

Proprio questa particolarità è una delle matrici della storia. Si è sempre raccontato di alunni che impazziscono e compiono massacri. Al limite, ci si è spinti a puntare il dito contro genitori e professori come responsabili di comportamenti del genere. Noi volevamo andare oltre, e analizzare le colpe degli adulti al di qua delle loro
responsabilità indirette, svelando le personalità disturbate degli adulti stessi, che diventano veleni letali quando questi ultimi ricoprono ruoli di responsabilità educativa.

2. Spesso negli anni l’horror è stato utilizzato come strumento di denuncia sociale. In questo caso però la tua è addirittura una dichiarazione d’intenti preventiva. L’indice è puntato sulla situazione della scuola italiana.

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Al Torino Film Festival scopriremo Sion Sono

Nel pieno del Torino GLBT Film Festival (che come sapete sto seguendo e sul quale vi darò presto le mie considerazioni) arrivano notizie interessanti anche dal fratello maggiore: il prossimo Torino Film Festival che sta prendendo corpo per essere pronto a novembre.

La novità è che la sezione Rapporto Confidenziale sarà completamente dedicata a Sion Sono, regista ed artista completo giapponese.

Come dite… chi è Sion Sono?

Ecco, bravi! Proprio questo è il punto.
La sezione Rapporto confidenziale è infatti quella dedicata alle nuove scoperte.
Mi correggo subito… prima che mi bacchettiate.
Diciamo che è dedicata a quegli autori che nel nostro paese (e magari in Europa) non sono molto conosciuti.

Vi ricordo infatti che due anni fa la sezione venne dedicata a quel Nicolas Winding Refn che tra qualche giorno sarà in concorso a Cannes col suo ultimo lavoro.

In conclusione sarà un piacere scoprire Sion Sono, ma se volete iniziare a farvene un’idea, la sua scheda su IMDb lascia pochi dubbi.

Una Ariflex 3D per il Dracula di Argento

Ormai è una specie di abitudine.
Da un anno a questa parte, ogni volta che mi capita di incrociare Dario Argento (e sapete che da Torino passa spesso) finisco per fargli una domanda sul suo (ormai imminente e torinese) Dracula 3D.

L’occasione questa volta è stata la presentazione della sezione Midnight Madness del GLBT Film Festival, di cui il buon Dario è padrino.
Visto che l’ultima volta mi aveva detto che i problemi sul ritardo del film erano dovuti alla poca affidabilità degli strumenti 3D che aveva a disposizione, ho voluto chiedergli se ora che il film è in produzione è soddisfatto degli strumenti che sta usando.

Pare di si. Per Dracula 3D Argento ha a disposizione una Ariflex di ultima generazione costruita in Austria che stando alle sue parole ha due vantaggi non da poco.
Più maneggevole delle sorelle che l’hanno preceduta riesce anche a risolvere in gran parte il problema della luminosità esagerata necessaria per la realizzazione di un film in tre dimensioni. Problema che, concorderete, non è da poco quando si parla di horror.

Insieme alla rivoluzionaria Ariflex il nostro avrà a disposizione anche 2 piccole Sony da utilizzare come steadycam.

Altre notizie venute fuori dall’incontro che mi sembrnao interessanti.
Si scopre una (non troppo) curiosa amicizia con Alexandre Aja, il quale ha messo in guardia Argento sui tempi della postproduzione di un film 3D (pare che il suo Piranha 3D abbia richiesto nove mesi di lavoro al computer).
Si scopre anche che Delitto perfetto di Hitchcock venne girato completamente in tre dimensioni ma in questo formato non venne mai proiettato. Argento dopo lunga ricerca ha avuto modo di vedere tre minuti del film nel formato originale e pare ne sia rimasto decisamente affascinato.

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Perchè il Premio Dorian Gray a Lindsay Kemp

Parte stasera il Torino GLBT Film Festival con l’inaugurazione all’UCI e proseguirà da domani con le proiezioni al Cinema Massimo.

Visto che sono accreditato al Festival come inviato di Quotidiano Piemontese vedrò di tenervi aggiornato su quello che succederà sotto la mole.
(piccola parentesi per dire che vedo questo accredito come un ulteriore passo avanti di QP che in questo modo viene per la prima volta riconosciuto come testata giornalistica e continua a farsi conoscere)

Da domani sarò quindi per voi perso tra le proiezioni al Massimo e per il momento vi lascio con la lunga motivazione ufficiale per cui il GLBT ha deciso di assegnare a Lindsay Kemp il Premio Dorian Gray di quest’anno.

Lo scorso anno, in occasione del Venticinquennale, ritenemmo che James Ivory fosse la persona giusta per inaugurare il “Premio Dorian Gray”. Il grande regista di Maurice e di Camera con vista, amatissimo dalla comunità GLBT, un po’ inaspettatamente accettò l’invito e trascorse al Festival giorni, per noi, indimenticabili. L’intento del Premio, quello di attribuire a una personalità del nostro cinema ma anche  dello spettacolo e della cultura in senso più ampio, un riconoscimento (e un ringraziamento) per il suo  contributo alla causa, non poteva esordire in modo migliore.
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No Business? No Movie

Il post che leggerete qui sotto (e che parte subito sotto l’immagine) è stato scritto da Rocco Riccio, che ha partecipato all’incontro di cui sotto e mi ha chiesto di pubblicare alcune sue riflessioni.
Siccome lo stimo, lo faccio volentieri.

Il testo è un po’ lungo… mettetevi comodi!

Il cinema dei fasti, si sa, è andato. Forse non è mai esistito, o forse, si usano parole troppo grosse per definire le epoche in cui viviamo. Ebbene. Qualunque cosa si pensi sullo stato del cinema, sul cinema italiano, sulla cultura italiana, ecc, ecc, il sistema cinema, e soprattutto Torino, anzi, la Film Commission Torino-Piemonte, assieme a Film Investimenti Piemonte (FIP) e in collaborazione con FinPiemonte e Confindustria ce l’hanno messa tutta per dimostrare come il cinema, il sistema cinema, l’industria cinema, e i vari attori coinvolti nella realizzazione e nella diffusione di un film, quali società di produzione, fondi di sostegno pubblici, investitori privati, distributori, banche, microcrediti, possano ancora vantare una vitalità eccezionale, e un vantaggio economico per chi investe sul cinema.

E’ frutto del workshop New Business? Show Business, svoltosi Martedì 19 Aprile presso il CinePorto, in via Cagliari. C’erano le istituzioni, locali e nazionali, c’erano i rappresentanti di banche, c’erano i produttori e le produzioni italiane, c’era una platea “ingiaccata” e interessata. Perché si parlava di soldi e nella fattispecie, senza inalberarsi in economicismi complessi, di un esperimento, unico in Europa, della cosiddetta “tax credit” esterna, sul modello di sostegno per lo sport che vige dagli anni 60. Trattasi di associazione di partecipazione finanziaria ad un progetto filmico da parte di aziende che decidono di investire dei soldi, fino ad un limite di 2,5 milioni di euro, e fino al 49% del budget del film. Principale discriminante: non far parte del cinema. I film si aprono dunque, al di là dei famosi Product Placement, a veri e propri finanziamenti da parte di privati che in cambio di una spartizione di utili successivi del film, investono di capitale utile e fondamentale per la realizzazione del film.
E’ stato il caso dell’ultimo film di Paolo Sorrentino, This must be a place, in concorso al prossimo Festival di Cannes, che ha visto la partecipazione del microcredito Intesa Sanpaolo, oltre che a produzionissime come Medusa, Lucky Red e Indigo Film. E’ il caso di alcuni film di prossima produzione, che in questa sede, si aprivano al mercato degli investitori piemontesi.

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