La notizia che Alberto Barbera è il nuovo direttore della Mostra del Cinema di Venezia tocca in maniera diretta Torino e l’intero suo sistema cinema.
Come sapete Barbera è il direttore del Museo Nazionale del Cinema, vanto locale per importanza internazionale.
E siccome ha annunciato che non lascerà la carica al MNC perchè ben si abbina a quella di direttore a Venezia, il nostro raccoglie ora la direzione di quelle che probabilmente sono le due istituzioni cinematografiche più importanti in Italia.
Detto che la cosa è ovviamente soddisfacente per il diretto interessato, che ripercussioni può avere su Torino, sul Museo, sul Torino Film Festival ed anche sulla Film Commission nostrana?
Barbera è uomo torinese a tutti gli effetti ed è fortemente addentro ai fatti di tutti questi enti, sinceramente è impensabile che butti tutto all’aria per dedicarsi completamente al bene di Venezia, e del resto ha già dichiarato che non sarà così.
Molto più facile (ed auspicabile) che riesca a creare una sinergia importante tra tutto.
Proviamo a vedere cosa può succedere ad ognuna delle nostre eccellenza cinematografiche.
Il Museo Nazionale del Cinema è il più diretto interessato.
L’idea di Barbera è di creare una sinergia diretta con Venezia, integrare attività e manifestazioni.
Ha già dichiarato che vuole che Venezia si faccia sentira durante tutto l’anno e non solo durante la Mostra, quindi è ipotizzabile che mostre ed ospiti viaggino dal lido alla Mole e viceversa.
L’organizzazione del MNC può aiutare Venezia ed il fascino storico del lido può fare da cassa di risonanza per il nostro museo e fargli fare quel salto di qualità internazionale che ancora manca (sono pochi gli stranieri che vengono a Torino apposta per visitare il MNC).
I dubbi (ma anche le speranze) maggiori riguardano il Torino Film Festival.
E’ arrivato il momento buono per dimostrare che i due festival non sono in concorrenza tra loro ma possono interagire ed integrarsi.
Durante la prima direzione di Barbera a Venezia (1998-2002) il TFF, a guida di Steve Della Casa, si delineò nelle sue caratteristiche diventando di livello internazionale.
Ora le condizioni sono diverse, Torino è cresciuto in maniera decisa sotto ogni punto di vista.
La speranza è che Barbera cerchi una collaborazione con Amelio (i due si conoscono bene e sono in ottimi rapporti) e trovino il modo di non pestarsi i piedi, ed occupare spazi diversi.
Non escludo che si possa verificare anche una nuova collocazione temporale per i due maggiori festival italiani per facilitare la partecipazione di pubblico, ma soprattutto l’arrivo dei film per entrambi.
Probabile che a farne le spese possa essere Roma con il suo festival glamour che si troverebbe tra due fuochi coordinati (e la cosa, sia detto tra noi, non mi dispiacerebbe).
Capitolo Film Commission Torino Piemonte.
Forse quello più delicato.
Barbera ha nelle mani uno strumento forte per portare (ancora più) troupe e registi a girare in regione, ma è ovvio che dovrà rendere conto al Veneto ed al comune di Venezia.
Non c’è dubbio però che la nostra Film Commission sia ampiamente quella che meglio funziona in tutto lo stivale e questo potrebbe essere un valore aggiunto su cui giocarsi le carte migliori.
Nessun dubbio che Alberto Barbera abbia davanti un lavoro enorme e che la sua priorità dovrà essere la Mostra di Venezia, tuttavia i suoi contatti torinesi potrebbero davvero essere importanti per creare una sinergia transregionale con al centro il cinema che possa avere ripercussioni positive dal punto di vista culturale e lavorativo per tutti.
Se riuscirà nell’impresa eventualmente troviamo uno spazietto per una statua in via Montebello.