TORINO – La morte prematura di Gaetano Capizzi ha toccato profondamente il mondo del cinema torinese, piemontese e internazionale. Gaetano, per chi ha avuto il piacere di conoscerlo in maniera anche solo superficiale, è sempre stato una persona attenta, appassionata e dai modi gentili e affabili. Dal punto di vista cinematografico un critico attento e competente, dal punto di vista dell’attenzione all’ambiente senza dubbio un uomo con una visione più avanzata rispetto alla media.
Tanto è vero che CinemAmbiente, la sua creatura, è nata nel 1998, quando solo gli esperti di cose ambientali avevano chiaro quello che oggi è sotto gli occhi di tutti. All’epoca, già da un po’, gli addetti ai lavori lanciavano allarmi a lunga scadenza, invitando i governi ad intervenire al più presto e i cittadini del mondo a prendere coscienza dei propri comportamenti.
Su questo secondo aspetto la nascita di CinemAmbiente è stata fondamentale. Mostrare al pubblico il problema, rendere evidente che la crisi climatica è in gran parte responsabilità dell’uomo, far capire al cittadino qualunque che nella vita di tutti i giorni si può fare qualcosa per migliorare la situazione è stata l’intuizione di Capizzi. E l’ha portata avanti su più livelli, mostrando situazioni e temi in giro per il mondo, portando a Torino protagonisti e vittime. CinemAmbiente ha anche contribuito in maniera importante a fare pressioni sulla comunità politica internazionale. Insomma, se qualcosa negli ultimi 25 anni si è mosso, se la situazione sta (troppo lentamente) migliorando, il merito è (anche) di Gaetano Capizzi e del suo festival sui temi ambientali.
Il futuro di CinemAmbiente
Senza Gaetano quale sarà il futuro di CinemAmbiente? La domanda ha senso perchè stiamo parlando di un festival strettamente legato al suo fondatore. Prima di tutto perchè guidato in prima persona da lui in tutte le sue edizioni, poi perchè Gaetano aveva negli anni creato una rete internazionale di contatti che curava personalmente. Era lui la garanzia di qualità del festival, era lui ad alzare il telefono e chiamare registi e personalità in giro per il mondo. Personaggi che, conoscendo Gaetano, volentieri partivano per recarsi a Torino (a volte a proprie spese) o concedevano i propri film.
L’altra questione che mette in dubbio il futuro di CinemAmbiente (ma potrebbe anche essere la sua salvezza) si chiama Museo Nazionale del Cinema. Il Festival è entrato solo nel 2020, dopo un lungo tira e molla, tra quelli organizzati dal Museo (con Torino Film Festival e Lovers) e fin dall’inizio della collaborazione si è parlato di un’integrazione nel programma del TFF. Questione di soldi, certamente comprensibile ma che significherebbe la morte di CinemAmbiente come progetto e come forza dirompente di consapevolezza ambientale.
Quello che è certo è che ora è tutto nelle mani del Museo, che a breve dovrà deciderne il futuro. Si presume che la prossima edizione sarà inevitabilmente di passaggio, poi sapremo davvero.
Intanto è dovuto e profondamente sentito un grazie per quanto Gaetano Capizzi ha fatto per tutti noi in questo quarto di secolo.