Torino che cambia

Esiste un legame originario tra la sfera politica e quella urbanistica, testimoniata dalla radice etimologica analoga, che si riferisce nel primo caso alla pòlis greca e nel secondo all’urbs latina: i vocaboli che nelle rispettive lingue indicavano la città. Alla dimensione pubblica e civile della pòlis era subordinata la dimensione privata ed utilitaristica dell’oìkos, su cui sono modellati il vocabolo latino ½conomia ed il nostro economia.

Il paradosso in cui viviamo è che ad un’apparente estensione della democrazia, attraverso il consolidamento di procedure istituzionali, si accompagni il rovesciamento di questo originario rapporto, in direzione di una prevalenza degli interessi dei singoli (in qualità di costruttori, progettisti, impresari, immobiliaristi, semplici acquirenti di case o consumatori…) su quelli della collettività, in cui pure quei singoli sarebbero inclusi.

Il ciclo d’incontri programmati dall’Unione Culturale intende far emergere le contraddizioni e i danni causati da questo processo, rilevando come, da un lato, le scelte urbanistiche non vadano mai considerate né ovvie, né obbligate e, dall’altro, il coinvolgimento dei cittadini sia indispensabile perché queste rispondano alle esigenze della comunità. L’intento di avviare un percorso di riflessione sistematica ed interdisciplinare sull’argomento ha portato infine ad individuare come esempio di un possibile modello alternativo del rapporto tra cittadinanza e spazi il Parco d’Arte Vivente, inaugurato nel novembre 2008.